Frasi su italiano
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“La scena del film Scent of a Woman che preferisco è quella del ballo, dopo l'invito fatto con voce sommessa pensando forse a promesse d'amore perdute, a sogni inevasi. Rivela la fantasia e il senso dello spettacolo degli americani, che fanno guidare una Ferrari a un cieco: gli italiani si sarebbero vergognati. Il film è in crescendo, ma io preferisco gli intermezzi più intimisti.”

Giancarlo Giannini (1942) attore italiano

Origine: Citato in Grassi Giovanna, Giannini: doppiare Al Pacino, che lezione https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/04/Giannini_doppiare_Pacino_che_lezione_co_0_9601043158.shtml, Corriere della Sera, 4 gennaio 1996, p. 24.

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“[Canaletto] […] non vorrei vedere tanto in lui il precursore del paesaggio moderno, cioè copiato dal vero, quanto il creatore del genere tutto suo del paesaggio monumentale. La modestia di verista, con la quale egli si presenta, è solo iniziale; mentre, nel dar significato alle vedute e nel taglio del quadro e nella prospettiva, è un costruttore, come è un poeta della luce nel rattenerne nelle lontananze tutta la chiarità solare: levigatore di smalti alle volte come un olandese, addensatore talvolta impetuoso di masse di colore e anzi di grumi di colore, specie nelle figure dei suoi primi piani. Da recentissimi novatori lo ho udito citare, non senza compiacimento pur sentendo l'esagerazione, fra i pittori classici monumentali italiani, come Masaccio. […] Ma, se ai più non è ancora noto nella sua vera struttura e potenza, è perché la piacevolezza della veduta distrae dal considerarlo nel suo valore artistico e anche perché troppe tele passano per sue che non lo sono.”

Gino Fogolari (1875–1941)

da Il Settecento italiano, 1932
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

“Gli italiani sono come Mussolini, pensano che debbono vincere con le buone o con le cattive. La verità è che non sanno proprio perdere.”

Byron Moreno (1969) arbitro di calcio e criminale ecuadoriano

Origine: Citato in Moreno: «Gli italiani? Tutti come Mussolini» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/agosto/12/Moreno_Gli_italiani_Tutti_come_co_0_0208126875.shtml, Corriere della sera, 12 agosto 2002.

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“Vi raccomando di accogliere in modo conveniente e di prendere in custodia tutti gli italiani che si arrenderanno con o senza le armi. Non rimproverate loro le atrocità che hanno fatto subire al nostro popolo. Mostrate loro che siete soldati che possiedono il senso dell'onore e un cuore umano.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dall'appello al popolo etiope del 5 maggio 1941; citato in Gian Antonio Stella, E Graziani massacrò i monaci etiopi, Corriere della Sera, 18 febbraio 2017, p. 45.

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“Qui sopra al mar Tirren fra rotti sassi, | che mostran che già fur superbe mura, | giunto son con Amor, ch'ogni sua cura | posta ha in seguirne a ciò ch'io non te lassi…”

Antonio Tebaldeo (1463–1537) poeta italiano

da Qui sopra al mar Tirren..; citato in I capolavori della poesia italiana, a cura di Guido Davico Bonino, CDE, 1972

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“Mentre il Cilento è stato sempre l'antesignano delle nostre rivoluzioni patriottiche ed unitarie, pure gli omicidi avvengon quasi sempre a tradimento che è l'arma delle anime vili e ingenerose. Oggi però, le condizioni della pubblica sicurezza vanno migliorando, e la civiltà penetrando nelle borgate, raddolcisce gli istinti selvaggi nelle classi meno elevate, che son le sole che rappresentino queste tragedie.
Ma poi v'è un bel rovescio della medaglia nelle classi superiori, e torna ad onore del Cilentano. Accanto alla sveltezza dell'intelligenza, voi trovate una tempra veramente granitica di carattere, un patriottismo che va fino al martirio, un'amicizia sincera ed onesta, e soprattutto un'ospitalità franca, cordiale, e senza orpello. È questa la pagina più bella che renderà simpatica a tutti gli Italiani questa regione, come ha lasciato in me dei ricordi carissimi!
Eraclide scriveva che Lucani sunt hospitales et iusti, e parlò ancota della zelotypia Lucanorum. Si potrebbe dire che i moderni cilentani sono il perfetto ritratto dei loro vecchi progenitori. Basta rammentarsi di queste due qualità caratteristiche dei cilentani – ospitalità e gelosia – per percorrere il Cilento senza neppure un temperino addosso, siccome feci io. Bisogna ricordarsi che qui le offese di onore non restano impunite. Il cilentano sente anche oggi scorrere nelle sue vene il sangue degli antichi lucani!”

da Da Salerno al Cilento, Firenze, 1882; Viaggio nel Cilento, Casalvelino Scalo, 1995.
Origine: Citato in in Monumenti e Miti della Campania Felix, Paestum e il Cilento, Pierro, 1996, pp. 98-99.

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“[Su Antonio Conte] Un allenatore bravissimo. L'ho capito vedendo la sua squadra, si vede la mano del tecnico, la sua firma. È una squadra omogenea, unita: si vede anche dal linguaggio corporale dei giocatori, lasciano poco spazio, atteggiamento difensivo di grande qualità, ma anche fantasia nel creare gioco offensivo. E poi mi piace il suo temperamento in campo: si agita molto più di me. È più italiano di me…”

Jupp Heynckes (1945) allenatore di calcio e ex calciatore tedesco

Origine: Citato in Guido Vaciago, Heynckes: «Ho studiato la Juve giorno e notte...» http://www.tuttosport.com/calcio/champions_league/2013/04/01-256940/Heynckes%3A+%C2%ABHo+studiato+la+Juve+giorno+e+notte...%C2%BB, Tuttosport.com, 1º aprile 2013.

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“Torino non era una copia in piccolo di Parigi anche perché, a differenza di questa, non fu città di sommosse, di barricate. È una città che produce eccentrici, solitari, genialoidi e talora tipi geniali, outsider, scrittori e pittori isolati, qualche anarchico ma teorico, di rado bombarolo, provoca omicidi e suicidi (per questi ultimi, una delle più alte, se non la più alta, percentuale italiana, in triste gara con Trieste, la città al confine opposto), ma la massa è di gente pacata, di sudditi, spesso brontoloni e ipercritici ma, alla fine, obbedienti. Nella sua storia non cacciò mai i suoi duchi e poi re, non complottò contro di essi. A differenza di Parigi, periodicamente sulle barricate, Torino insorse solo due volte. Ed entrambe non per fumosi obiettivi ideologici, ma per la concretezza del pane: nel 1864 quando, a tradimento, giunse il trasferimento della capitale; e nel 1917, quando lo Stato chiedeva di digiunare con le razioni di guerra e al contempo di faticare a ritmi accelerati nelle fabbriche che producevano per il fronte. Movimento ci fu anche negli ultimi giorni dell'aprile del 1945. Ma, pure qui, per una questione molto concreta: soprattutto per impedire la distruzione di impianti industriali, dal cui lavoro sarebbe dipesa la vita futura. Ancora una volta, al mito della «lotta di classe», prevalse la consapevolezza, dettata dal buon senso, che gli interessi degli imprenditori coincidevano con quelli dei dipendenti. Senza fabbriche, niente guadagni per il padrone; ma neanche pane per i lavoratori.”

cap. III
Il mistero di Torino

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“Io credo che in Sicilia siano un pochino esasperati quelli che sono i caratteri degli italiani in generale. Io oserei dire che la Sicilia è Italia due volte, insomma, e tutti gli italiani sono siciliani e i siciliani lo sono di più, semplicemente. La Sicilia, non so, mi attrae per molte ragioni, forse perché è una terra veramente tragica e anche comica, ma soprattutto tragica…”

Pietro Germi (1914–1974) attore e regista italiano

Origine: Dalla prima di Sedotta e abbandonata, 1964; audio disponibile in Sicilia terra di elezione - Algra Editore https://www.youtube.com/watch?v=fXiyI-83aGw, Youtube.com; citato in Il cinema siciliano di Pietro Germi oggi al De Felice http://www.leggimionline.it/2015/04/17/13756/ Leggimi.it, 17 aprile 2015.

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“Vedere la radicale Emma Bonino festeggiare l'anniversario del Concordato a Palazzo Borromeo – dopo che aveva combattuto il Concordato per tutta la vita, da anticlericale militante – mi ha ricordato quando da bambino mi davano il Fernet Branca per aiutarmi a vomitare. A voi non farà schifo, a me sì: perché le incoerenze più orrende non sono quelle dei voltagabbana professionisti, gente che del galleggiamento ha fatto un'arte molto italiana: sono quelle degli idealisti, dei promotori dei diritti civili, per esempio di una radicale che fino a due anni fa festeggiava la Breccia di Porta Pia coi compagni anticlericali – la Bonino c'era, ogni 20 settembre – e martedì scorso eccola presenziare solennemente all'anniversario della firma dei Patti Lateranensi all'ambasciata italiana presso la Santa Sede: c'erano le più alte cariche ecclesiastiche e naturalmente il segretario di Stato Vaticano. Domanda: era una scelta obbligata e responsabile, da ministro degli Esteri? Ma nemmeno per idea: e in ogni caso avrebbe potuto mandare uno dei suoi tanti viceministri o capi di gabinetto. Allora siamo troppo severi? No, perché forse non è chiaro che non stiamo parlando di una cerimonia qualsiasi, di una scartoffia burocratica, o di una fisiologica apertura tipo quelle che lo sciamano Pannella sta riservando a un papa sensibile verso il problema dei carcerati: parliamo dei Patti Lateranensi e cioè del Concordato, forse il nemico numero uno dei Radicali dalla fondazione a oggi, quel Concordato contro il quale i Radicali promossero un referendum abrogativo poi bocciato dalla Corte Costituzionale.”

Filippo Facci (1967) giornalista italiano

Origine: Da Emma Bonino, o in morte dei Radicali http://www.ilpost.it/filippofacci/2014/02/21/emma-bonino-o-morte-dei-radicali/, Il Post.it, 21 febbraio 2014.

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“[Su Federico Luzzi] Può essere un fenomeno, uno tipo Xavier Malisse. Ha l'handicap di essere italiano.”

Nick Bollettieri (1931) allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Gianni Clerici, Cuore Luzzi e Navarra Italia vicina al gran colpo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/04/07/cuore-luzzi-navarra-italia-vicina-al-gran.html, la Repubblica, 7 aprile 2001.

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“Il libro ha qualche volta il valore di una ambasciata.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

dal discorso alla Società Italiana degli Autori, Roma, 1° agosto 1926; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 375
Citazioni tratte dai discorsi

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“Alcuni hanno gridato nuovamente al capolavoro, altri parlato di delusione. La seconda stagione è stata meno avvincente della prima, ma il livello è rimasto sostanzialmente alto al punto da confermare Romanzo Criminale come miglior serie italiana.”

Andrea Scanzi (1974) giornalista e scrittore italiano

Dal blog Monty Brogan, Lastampa.it
Origine: Da Romanzo Criminale 2: conferma o delusione? http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=241&ID_articolo=349&ID_sezione=519, Lastampa.it, 23 dicembre 2010.

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“[Su Rino Gaetano] Quando era salito sul palco di Sanremo nel 1978 a cantare «Gianna» sembrava uscito dalla celebre canzone di Modugno: indossava un cappello a cilindro, un frac con fiore all'occhiello. Fra ironia, ottimismo, romanticismo e non-sense costituiva un caso abbastanza unico nel panorama italiano, un outsider, come Buscaglione.”

Mario Luzzatto Fegiz (1947) giornalista, critico musicale e saggista italiano

Origine: Da Un festival con ironia «celebra» Rino Gaetano https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/settembre/03/festival_con_ironia_celebra_Rino_co_0_0209034871.shtml, Corriere della Sera, 3 settembre 2002, p. 36.

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“Ipocrita e arrogante, Enzo Biagi dà di cretino a chi studia il suo posto in palinsesto… Biagi è un mostro sacro degli affari suoi e un ipocrita. Dice che vuole continuare a fare il testimone del suo tempo, raccontando storie, e non il protagonista di un caso personale. Intanto però soffia sul fuoco, restringe ogni spazio di mediazione, punta al carisma del martire, e dà fiato alla tromba, anzi al trombone: mi cacciano, mi spostano dal 'miò orario, sono liberticidi. E arrogante: dice infatti Biagi che è un comportamento da 'cretinì spostare di una virgola o di un'ora il suo programmino su Rai1, e tratta con disprezzo e insopportabile sussiego il mite Fabrizio Del Noce. Questo mostro sacro degli affari suoi dovrebbe imparare a essere più parco di aggettivi, di contumelie, di isterismi politici. Quando gli hanno negato la cattedra epistolare di Indro Montanelli al 'Corriere della Sera', preferendogli Paolo Mieli che rompe meno le palle di uno il cui orizzonte sono le solite mille camere in cui guardava la Storia in cammino, lasciandosi a sua volta guardare da Lei, Biagi non ha dato di cretino a Ferruccio de Bortoli, direttore del giornale di via Solferino, e tanto meno a Cesare Romiti, il suo editore, quello che gli passa la mesata come succede a noi tutti e che mette i capitali per produrre e diffondere la tribuna dei suoi ricordi. Ha solo contrattato un altro posto in palinsesto, chiedendo che le sue coloriture strettamente personali, e strettamente provinciali, finissero la domenica in prima pagina. Con giubilo suo superiore a quello dei lettori, forse. Anche l'orario della sua rubrichina è tutt'altro che suo. È nostro, perché paghiamo. E di chi amministra la Rai per volontà del Parlamento (fatto surreale, perché la Rai andrebbe privatizzata e lì vedremmo se davvero un Murdoch lascerebbe per 41 anni al suo posto l'omino in bianco che lava più bianco). Oltre tutto quello spazio in palinsesto è di Berlusconi, come al solito e come tutto ormai in Italia, perché è sulla sua rete ammiraglia, Canale 5, che andò in onda prima del Fatto il programma d'informazione Radio Londra, in quello stesso identico orario, ma preceduto non dal primo telegiornale italiano bensì dal quiz Tra moglie e marito. Anche il segnale orario del rubrichista-martire, le cui opinioni sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti', è dunque copiato. Altro che suo. Biagi lo difendiamo e lo difenderemo se qualcuno lo vuole cacciare perché gli sta antipatico il governo, ma se si caccia da solo per cupidigia di eroismo, dopo 41 anni in cui di cupidigie se ne è levate tante, con tutti i regimi, allora sono affaracci suoi… È Biagi che si caccia da solo per biechi interessi di bottega”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

da Il Foglio, 23 maggio 2002

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“Quelle lettere erano tutte farina del sacco di Moro, e questa farina non è molto encomiabile perché, vede, tutti gli uomini hanno diritto ad avere paura. Tutti. Però quando un uomo sceglie la politica, e nella politica emerge a uomo di Stato – a uomo rappresentativo dello Stato – non perde il diritto a avere paura, ma perde il diritto a mostrarla. Questo sì. Questo è uno dei principi che dovrebbe essere affermato. L'incidente, tipo quello di Moro, fa parte del mestiere. Chi affronta quel mestiere deve sapere che può incorrere in quell'incidente e deve avere i nervi, e diciamo gli altri attributi, per resistere. Moro era lo Stato. Lo Stato si raccomandava, implorava, minacciava la classe politica che facesse di tutto, anche che si prostituisse, per salvargli la vita: eh, no. No. Moro era certamente un politico a modo suo, estremamente abile – era anche un galantuomo, credo – ma uomo di Stato non era nemmeno lui. […] Anch'io mi sono posto questa domanda molto spesso: «Ma se Moro fosse tornato in politica dopo aver costretto lo Stato a prostituirsi, a inginocchiarsi di fronte ai terroristi, avrebbe potuto restarci?». Avrebbe potuto restare? Con che faccia? Vabbè che siamo in Italia. [«Forse lo Stato sarebbe stato un altro perché i terroristi avrebbero vinto»] Appunto. I terroristi avrebbero vinto. Quindi lui che cosa diventava, il braccio politico del terrorismo? Che cosa diventava? Come poteva ripresentarsi? Va bene, gli italiani hanno lo stomaco forte, inghiottono tutto – noi italiani abbiamo lo stomaco forte e inghiottiamo tutto – ma, insomma, di fronte a un uomo la cui vita, la cui sopravvivenza, aveva avuto quel prezzo per noi non credo che avrebbe potuto ripresentarsi all'opinione pubblica italiana.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il terrorismo fino al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro
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“[Al Marchese di S. Marzano] Bisogna che i Lombardi dimentichino di essere italiani; le mie province d'Italia non debbono essere unite fra loro che dal vincolo dell'ubbidienza all'imperatore.”

Francesco Giuseppe I d'Austria (1830–1916) Imperatore d'Austria e Re di Ungaria

Origine: citato in Gesualdo Vannini, Introduzione a La Vita e le Opere di Raffaello Lambruschini, Tipografia Guainai, Eboli 1907

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“Mi pare che vi sia una certa differenza tra la posizione italiana e quella tedesca, nel senso che un accordo con quest'ultima potrebbe avere qualche possibilità di sopravvivere per una ragionevole durata, specialmente se esistesse un impegno personale di Hitler, mentre Mussolini è, mi pare, un vero e proprio gangster e la sua parola d'onore non significa niente.”

Anthony Eden (1897–1977) politico britannico

Origine: Da una lettera a Neville Chamberlain sulla possibilità di una riproposizione del fronte di Stresa; citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. [Dal 1918 ai giorni nostri], Laterza, Roma, 2008, p. 225. ISBN 978-88-420-8734-2

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“Il ferroviere è stato un film grossolano, senza la minima luce, irrimediabilmente retorico e natalizio: una esaltazione conformista, apparentemente e demagogicamente libera, della morale piccolo-borghese italiana.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Lo stile di Germi, 29 dicembre 1959; p. 19
I film degli altri

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“Lei è la prima volta che viene in Regione Lombardia, qui ci sono delle regole. Si lombardizzi un pochino. Sto per rispondere alle domande dei suoi colleghi, sia cortese e non aggressivo come vostro solito.”

Roberto Formigoni (1947) politico italiano

ad un cronista di Annozero; citato in [//affaritaliani.libero.it/milano/formigoni_feste_arcore_ruby310111.html Affari Italiani], 31 gennaio 2011

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“Sui campi e sulle strade | silenziosa e lieve | volteggiando, la neve cade. | Danza la falda bianca | nell'ampio ciel scherzosa, | poi sul terren si posa stanca.”

Ada Negri (1870–1945) poetessa, scrittrice e insegnante italiana

Origine: Da Neve; citato in Scuola Italiana Moderna, n. 11, Gennaio 1961, Editrice «La Scuola», Brescia.

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“Chiellini in campo sa essere un maiale, se vuole. Quando arrivai alla Juve mi trattava benissimo, quasi come un fratellino, non avevo la patente e mi scorrazzava in giro. È una persona eccezionale, ma in campo si trasforma, diventa un altro. Gli piace fare scena e influenzare gli arbitri, classica roba italiana, e poi è un cascatore.”

Albin Ekdal (1989) calciatore svedese

Origine: Durante la conferenza stampa alla vigilia della partita Italia-Svezia, valevole per la fase a gironi di Euro 2016; citato in Claudio Torre, Euro 2016, Ekdal attacca Chiellini: "In campo un maiale" http://www.ilgiornale.it/news/sport/euro-2016-ekdal-attacca-chiellini-campo-maiale-1272843.html, Ilgiornale.it, 17 giugno 2016.

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“[Su Franz Kafka] Lo scrittore di Praga raccontava lo smarrimento davanti alla macchina della burocrazia austroungarica; ma quella italiana e repubblicana, se s'impegna, non è da meno.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Origine: Da Io, Kafka e le Leggi in Ufficio Obbligato a Riunirmi con Me https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2013/novembre/10/Kafka_Leggi_Ufficio_Obbligato_Riunirmi_co_0_20131110_4c3ad46a-49d4-11e3-9ecb-1e1bf757e3bc.shtml, Corriere della sera, 10 novembre 2013.

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“La cultura si è chiusa nella torre eburnea. Rimane lì, arroccata in sé stessa, perché ha orrore dei contatti col pubblico, si crede diminuita dai contatti col pubblico. Questa è la cultura italiana. È una cultura di cretini.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Radio Montecarlo, Intervista a Indro Montanelli https://www.youtube.com/watch?v=A77mrwIjSSs, di Roberto Arnaldi, 1973.

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“Nelle scuole italiane si insegnano le materie scientifiche, ma non si insegna quasi mai la scienza, ovvero le regole di base che permetterebbero di capire se chi annuncia di aver fatto una scoperta è credibile o no.”

Piero Angela (1928) divulgatore scientifico e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Cristiana Pulcinelli, «Stamina, anche noi giornalisti siamo responsabili» http://www.ufficiostampa.rai.it/aree/sipra/sipra_odierna.pdf#page=32&zoom=auto,36,777, l'Unità, 21 gennaio 2014, p. 18.

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“Lo Stato di Platone, quello che lui chiamava la polis, e che poi era Atene, aveva, al tempo di Platone, cioè nel momento del suo massimo splendore, ventimila abitanti, di cui solo cinquemila avevano diritto al voto. E veda un po' come quei civilissimi cittadini lo usarono nelle assemblee dell'Acropoli: mettendo sotto processo Pericle e Aspasia, condannando a morte Socrate e provocando la guerra del Peloponneso, che fu la rovina non solo di Atene, ma di tutta la Grecia e della sua civiltà. Ora se il sistema della «democrazia diretta» o, come lei la chiama, «partecipatoria», non funzionò nemmeno in una polis di ventimila abitanti, s'immagini un po' cosa diventerebbe nei formicai umani cui si sono ridotte le polis attuali, e non soltanto quelle italiane. […] Lei ha tutte le ragioni del mondo a dire che l'attuale sistema di democrazia «rappresentativa» o «delegata» ha dei vizi gravissimi e spesso provoca disastri, compresa quella americana, che pure è una di quelle che meglio funzionano. Ma, mi creda, quella «diretta» o «di piazza» è ancora molto più pericolosa perché continuamente a rischio di cadere in balia di qualche ciarlatano che sappia soltanto vendere bene la sua merce. Certo, quella indiretta esige, da parte del cittadino, una partecipazione che in Italia manca. Ma non è certo coi referendum che si può sostituirla. Almeno questo mi ha insegnato l'esperienza.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

22 agosto 1999
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“Ma tu parla co' Nina la mammana, | Che de 'sta roba se n'intenne a fonno, | Be', che dice? Che l'opera italiana | È la più mejo musica der monno.”

Cesare Pascarella (1858–1940) poeta e pittore italiano

La musica nostra, da La scoperta dell'America e altri sonetti, a cura dell'Accademia dei Lincei, Mondadori, 1951
Sonetti

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“Credo di capire la sorpresa e l'interesse che le nove poesie che Lucio Piccolo stampò a sue spese e inviò a Montale suscitarono appunto in Montale. Il fatto è che quelle nove poesie si distaccavano completamente, del tutto, da quella che era la linea predominante fino a quel momento della poesia italiana.”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Video disponibile in Il meridiano della solitudine. Letteratura e nobiltà: un film sul poeta Lucio Piccolo e la Sicilia d'un secolo fa http://www.artribune.com/2015/11/il-meridiano-della-solitudine-letteratura-e-nobilta-un-film-sul-poeta-lucio-piccolo-e-la-sicilia-dun-secolo-fa/, artribune.com, 21 novembre 2015.

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