Frasi su Dio
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“Molti pensano di essere attratti da Dio e dalla natura, quando sono rifiutati dagli uomini.”

William Ralph Inge (1860–1954) docente, scrittore, religioso (prete anglicano)

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“[…] qualcuno, indegnamente, ha rovinato quello che ho costruito negli anni.”

Tomás Milián (1933–2017) attore cubano

riferendosi a Claudio Amendola, protagonista de Il ritorno del Monnezza
Origine: Citato in La vendetta "der Monnezza" http://www.iltempo.it/spettacoli/2009/07/06/1044683-thomas_milian_amendola_rovinato_personaggio.shtml, Il Tempo.it, 6 luglio 2009.

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“Perché mi sembra vero piuttosto l'inverso: «Poiché Dio esiste, allora tutto è permesso.»”

Michel Onfray (1959) filosofo francese

Origine: Trattato di Ateologia, p. 50

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“I cristiani non restano indietro quando si tratta di arruolare Dio per i loro misfatti.”

Michel Onfray (1959) filosofo francese

Origine: Trattato di Ateologia, p. 165

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“Dio non è morto perché non è mortale. Una finzione non muore.”

Michel Onfray (1959) filosofo francese

Trattato di Ateologia

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“Checché ne sia di questi racconti favolosi, certo, Cecco per ingegno poetico non è neppure paragonabile al genio sovrano dell'Alighieri; e l'Acerba, al cui grandioso disegno non poté dare il debito svolgimento, rimane una nebulosa di fronte al sole sfolgorante della Commedia; ciò non pertanto anch'egli fu molto stimato nei tempi suoi e nei posteriori, e godette di una certa popolarità, anche alla stregua dei codici e delle edizioni della sua Acerba.
Né vi è storia politica e letteraria, che occupandosi di Dante non consacri un ricordo a Cecco d'Ascoli, e alle loro relazioni; e non celebri più o meno la sua Acerba. Basti rammentare che l'Alidosi la chiamò opera divina, certo esagerandone il merito. Dante, che è Dante, non ebbe sempre lo stesso culto, stando al numero delle edizioni della sua Commedia, il quale nel sec. XVII fu scarsissimo, a cagione del cattivo gusto predominante.
La civiltà italiana si può misurare alla stregua della varia fortuna di Dante, come direbbe il Carducci, ossia del culto di Dante rivelato principalmente dalle edizioni e dalle illustrazioni del suo poema. Qui cade opportuna la osservazione del Labriola, che essendo stata composta lAcerba quando appena si conosceva e forse non intera la Commedia, non aveva ancora potuto aver luogo quella educazione letteraria, che poi andò facendosi sul gran Poema, dal quale data e non prima lo svolgimento largo e magnifico della nostra letteratura.”

Carlo Lozzi (1829–1915)

da Cecco d'Ascoli e la musa popolare, pp. 35-36

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“Bbada, nun biastimà, Ppippo, ché Iddio | è Omo da risponne pe le rime.”

Giuseppe Gioachino Belli (1791–1863) poeta italiano

da Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano, 232

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“Il nulla è l'ombra di Dio.”

In margine a un testo implicito

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“La confidenza in Dio è la migliore medicina per ogni infermità.”

Giacomo Gaglione (1896–1962) religioso italiano

Origine: La sofferenza vinta dall'amore, p. 74

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“American Psycho si può considerare una sorta di compendio performativo sui problemi sociali di fine anni Ottanta, ma non è nulla di più.”

David Foster Wallace (1962–2008) scrittore e saggista statunitense

Origine: Citato in Alessandra Farkas, «Foster Wallace: impostore» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2012/settembre/07/Foster_Wallace_impostore__co_9_120907076.shtml, Corriere della Sera, 7 settembre 2012.

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“Venni chiamato ad Asheville (Carolina del Nord) per visitare un giovane alla stadio terminale. Lo trovai in uno stato di consunzione quasi scheletrica, benché da diversi mesi mangiasse sei volte al giorno, così come prescritto da un medico provetto. Le eruttazioni intestinali erano frequenti e rumorose; l'espettorato era di circa sei once ogni 24 ore.
Fu prescritto un digiuno e al terzo giorno venne vomitata una massa di cibo non digerito. Allorché lo stomaco e l'intestino vennero liberati, ci fu un sollievo generale e la tosse venne così a diminuire, fino ad arrivare a un'oncia di espettorato ogni 24 ore.
Dopo una settimana di digiuno il giovane paziente provò un desiderio naturale per il cibo e d'ora in poi godette di assenza di malessere gastroenterico, mangiando qualsiasi cosa desiderasse, vivendo perciò meno disagiatamente. Infine, con labbra bisbiglianti mi ha dettato le sue ultime volontà, riguardo a una grande proprietà, facendo segni allorché non riusciva ormai più ad aprire bocca e la sua vita finì così come una candela in consunzione.
Le sue sofferenze per mesi erano quasi tutte dovute alla massa di cibo in stato di decomposizione. Lo vide chiaramente, lo diceva spesso, che il suo era un caso di inanizione per sovralimentazione. La natura infine soccombette, in quanto non fu capace di trattare appropriatamente la malattia, l'indigestione, ma lottò valorosamente fino a che il corpo non ne venne pressoché assorbito.”

Edward Hooker Dewey (1837–1904) medico statunitense

traduzione propria da The No-Breakfast Plan and the Fasting-Cure, pagg. 46-47