Frasi su cosa
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“ROLAND! CHE COSA STAI FACENDO! VIENI, PISTOLERO, CHE IL TRAMONTO È PROSSIMO!»”

Stephen King (1947) scrittore e sceneggiatore statunitense

Il Re Rosso

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“Ripristineremo la normalità appena saremo sicuri di cosa sia in ogni caso il normale. Grazie.”

Douglas Adams (1952–2001) scrittore inglese

Serie della Guida galattica per gli autostoppisti, La guida galattica per gli autostoppisti

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“Ci sono due fraintendimenti alla base della narrativa di fantascienza. Il primo fraintendimento è che la sf […] si occupi del futuro, che essa sia, fondamentalmente, profetica. […] Il secondo fraintendimento, una sorta di fraintendimento al quadrato, facile da credere una volta che si sia dato per scontato che 'la sf si occupa di prevedere il futuro', è questo: la sf riguarda un presente che non c'è più. In particolare, la sf riguarda solo il periodo in cui è stata scritta. […] Questo è vero, in linea generale, ma è lo è sia per la sf che per ogni altro genere narrativo: i nostri racconti sono sempre il frutto dei nostri tempi. La sf, così come ogni altra forma d'arte, è un prodotto della sua epoca, che riflette o reagisce o illumina i pregiudizi, le paure e i presupposti del periodo in cui è stata scritta. Ma la sf è qualcosa di più […] La cosa importante nella buona sf, quella che produce la fantascienza destinata a durare, è il modo in cui essa ci parla del nostro presente. Cos'è che adesso ci dice? E, ancora più importante, cosa ci dirà sempre? Poiché la sf diventa una pratica di scrittura significativa e ricca di implicazioni quando tratta di qualcosa di più grande e più importante dello zeitgeist, che fosse o meno intenzione dell'autore”

Neil Gaiman (1960) fumettista, scrittore e giornalista britannico

dalla prefazione a Samuel R. Delany, Una favolosa tenebra informe, Fanucci Editore, 2004. pp. 7-8

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“È troppo facile confondere la passione di chi è disposto a cambiare parere con l'integralismo che non cambia mai nulla. I cristiani integralisti si oppongono appassionatamente all'evoluzione, mentre io appassionatamente la sostengo. Passione per passione, parrebbe una condizione di parità. Ma, per citare un aforisma non ricordo di chi, quando si sostengono due opposti punti di vista con uguale forza, non è detto che la verità stia al centro. È possibile che una delle due parti si sbagli; e questo giustifica la passione della parte avversa. Gli integralisti sanno in che cosa credere e sanno che niente farà mai loro cambiare idea. La citazione da Kurt Wise […] è esemplare: «Se tutte le prove dell'universo andassero contro il creazionismo, sarei stato il primo ad ammetterlo, ma sarei rimasto creazionista perché è quello che la Parola di Dio sembra indicare. E qui io devo collocarmi.». Non si sottolineerà mai abbastanza la differenza tra questa appassionata fedeltà alla Bibbia e l'altrettanto appassionata fedeltà dello scienziato alle prove empiriche. L'integralista Kurt Wise afferma che neanche le più schiaccianti prove concrete gli farebbero mai cambiare idea. Il vero scienziato, per quanto «creda» con forza all'evoluzione, sa esattamente che cosa gli farebbe cambiare idea: prove contrarie. Come rispose J. B. S. Haldane quando gli chiesero che cosa avrebbe potuto smentire l'evoluzione: «Conigli fossili nel Precambriano». Mi si permetta di formulare la versione opposta del manifesto di Kurt Wise: «Se tutte le prove dell'universo dimostrassero l'attendibilità del creazionismo, sarei il primo ad ammetterlo e cambierei subito idea. Stando le cose come stanno, tutte le prove disponibili (e ve n'è in abbondanza) sono a favore dell'evoluzionismo. È per questo e solo per questo che lo sostengo con una passione pari a quella dei suoi oppositori. La mia passione si basa sulle prove. La loro, che sfida apertamente l'evidenza, e solo la loro è integralista..”

Richard Dawkins (1941) etologo, biologo e divulgatore scientifico britannico
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“Il desiderio di individuare uno scopo in ogni dove è naturale in un animale che vive circondato da macchine, da opere d'arte, da strumenti e da manufatti aventi una precisa destinazione; un animale, per di più, i cui pensieri sono costantemente dominati dai propri obiettivi personali. Un'automobile, un apriscatole, un cacciavite o un forcone giustificano tutti la domanda: "A che cosa serve?". È probabile che i nostri predecessori pagani si siano posti il medesimo interrogativo sul tuono, sulle eclissi, sulle rocce e sui corsi d'acqua. Oggi ci facciamo vanto di esserci scrollati di dosso questo animismo primitivo. Se una pietra che si trova nel mezzo di un ruscello si rivela un comodo punto di appoggio per attraversarlo, noi consideriamo la sua utilità come un beneficio casuale, non come un vero e proprio scopo. Ma la tentazione atavica riaffiora prepotentemente quando veniamo colpiti da una tragedia (la parola stessa "colpiti" ha un'eco animistica): "Perché, perché il cancro/il terremoto/l'uragano ha colpito proprio mio figlio?". E la medesima tentazione può diventare addirittura motivo di compiacimento quando il dibattito verte su argomenti come l'origine di tutte le cose o le leggi fondamentali della fisica, nel qual caso culminerà puntualmente nella vuota domanda esistenziale "Perché vi è qualcosa invece del nulla?"”

Richard Dawkins (1941) etologo, biologo e divulgatore scientifico britannico

Ormai ho perso il conto delle volte in cui qualcuno si è alzato al termine della conferenza per proclamare: "Voi scienziati siete molto bravi a rispondere alle domande sui "Come", ma dovreste ammettere di essere impotenti dinanzi alle domande sui "Perché" ".
Il Fiume della Vita

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“Non credere che una cosa esista perché sarebbe troppo spaventoso se non esistesse. L'orribile non costituisce una prova.”

Jean Rostand (1894–1977) aforista, filosofo, biologo

Pensieri di un biologo

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“Più è difficile avere una cosa, più la si ama”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

Origine: Sull'amore, p. 22

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“Ognuno di noi deve trovare per conto suo che cosa sia lecito e che cosa proibito: proibito per lui.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

2010

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“Dire una cosa è troppo poco, le cose bisogna viverle.”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

1972
Colloqui con Kafka

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“La cosa che è più difficile trovare nelle avventure galanti è l'amore.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

402
Massime, Riflessioni morali

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“Prima di desiderare fortemente una cosa, bisogna verificare quanto sia felice chi la possiede.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

Massime, Massime postume

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“Nessuna cosa di lunga durata è molto piacevole, nemmeno la vita; tuttavia l'amiamo.”

Luc de Clapiers de Vauvenargues (1715–1747) scrittore e saggista francese

1923
Riflessioni e massime

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“L'unica cosa asciutta: la sterilità.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Maggio, p. 52

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“A me questo mondo non piace più. Se sapessi cosa mi aspetta, non esiterei a cambiare residenza.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Da La lezione del Candide nel Paese che va a rotoli, Il Mattino, 19 dicembre 2010.

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“La noia nasce anche dal non saper cosa non fare.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Il grillo parlante

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“A ridurre una cosa grande in una piccola, non si guadagna nulla. Il desiderio di Dio è il desiderio più grande.”

Rabindranath Tagore (1861–1941) poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano

Il nido dell'amore

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“Se gli austriaci sapessero meglio | cosa è l'Austria | sarebbero austriaci migliori; | se il mondo sapesse meglio | cosa è l'Austria | sarebbe un mondo migliore.”

Franz Grillparzer (1791–1872) scrittore e drammaturgo austriaco

Origine: Citato in Ernst Lothar, L'angelo musicante, traduzione di Marina Bistolfi, CDE, 1983.

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“Prima diventare capace d'amore, poi imparare che spirito e corpo sono una cosa sola.”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

da Andrea o I ricongiunti, a cura di Gabriella Bemporad, Adelphi

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“La morte stessa non è, per chi vi rifletta, cosa così seria come il matrimonio.”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

Il libro degli amici

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“Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è.”

Variante: Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: be', probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è.
Origine: L'uomo senza qualità, pp. 12-13

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“È una cosa spaventosa quando un uomo cessa di essere umano.”

John Galsworthy (1867–1933) scrittore inglese

vol. II, p. 165
Ancella

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“Chiedere ad uno scrittore cosa pensa dei critici, è come chiedere ad un lampione cosa pensa dei cani.”

John Osborne (1929–1994) drammaturgo britannico

citato su Time, 31 ottobre 1977

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“Per prima cosa, ammazziamo tutti gli avvocati.”

William Shakespeare (1564–1616) poeta inglese del XVI secolo

Enrico VI

“È piacevole fare una cosa, spiacevole averla fatta.”

Jacques Deval (1890–1972) commediografo, regista e scrittore francese

Taccuino di un autore drammatico

“È cosa ben triste essere contemporaneamente troppo giovani per morire e troppo vecchi per vivere.”

Jacques Deval (1890–1972) commediografo, regista e scrittore francese

Taccuino di un autore drammatico

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“Dire quella parola e poi morire: cosa v'è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell'uomo se, mitragliato, sopravvisse.
Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone messo in rotta, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque è disperato, non è Blücher che non ha affatto combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una parola simile il nemico che v'uccide, significa vincere.
Dar questa risposta alla catastrofe, dire siffatta cosa al destino, dare codesta base al futuro leone, gettar codesta ultima battuta in faccia alla pioggia della notte, al muro traditore d'Hougomont, alla strada incassata d'Ohain, al ritardo di Grouchy e all'arrivo di Blücher; esser l'ironia nel sepolcro, fare in modo di restar ritto dopo che si sarà caduti, annegare in due sillabe la coalizione europea, offrire ai re le già note latrine dei cesari, fare dell'ultima delle parole la prima, mescolandovi lo splendore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo col martedì grasso, completare Leonida con Rabelais, riassumer questa vittoria in una parola impossibile a pronunciare, perder terreno e conquistare la storia, aver dalla sua, dopo quel macello, la maggioranza, è una cosa che raggiunge la grandezza eschilea.
La parola di Cambronne fa l'effetto d'una frattura: la frattura d'un petto per lo sdegno, il soverchio dell'agonia che esplode.”

II, I, XV; 1981
I miserabili

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