Frasi su donna
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“Dov'è una donna, il povero non patisce.”

Cesare Cantù (1804–1895) storico, letterato e politico italiano

da Il galantuomo

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“Una mattina, nell'attraversare il salottino per recarsi nel suo studio, mi prese per il braccio e mi interrogò con voce quasi severa:
— Voi pregate?
— Raramente — Rispondo cosí per non dire brutalmente di no. Allora Tolstoj si sedette davanti alla tavola e, fissando le carte senza vederle, continuò con voce pensosa:
— Ogni volta che penso alla preghiera, mi torna alla mente un incidente, accaduto tanto tempo fa, prima ancora del mio matrimonio. Qui, nel villaggio, conoscevo una donna, una donna malvagia e disonesta (e a un tratto si lasciò sfuggire un forte sospiro quasi isterico, che bruscamente interruppe).
— Ho trascorso male la mia esistenza… Lo sapete?…
— Con un cenno del capo cercai di tranquillizzarlo e di esortarlo a continuare.
— Costei organizzava per me degli incontri con donne simili a lei, ed ecco che una volta, in una notte profonda e tenebrosa, traversai il villaggio e gettai un'occhiata nel suo vicolo […].
«Tutto era deserto intorno, non il minimo rumore, non una luce nel villaggio. Solo in basso, dalla sua finestra, traspariva un fascio di luce.
«Mi avvicinai allora a quella finestra, tutto era calmo e non c'era nessuno nella piccola isba. La lampada ardeva dinanzi alle immagini sacre e lei, completamente sola, in piedi, si faceva il segno della croce e pregava, pregava inginocchiandosi poi, prosternandosi fino a terra, si rialzava e pregava ancora e si prosternava di nuovo.
«Restai a lungo nell'oscurità a osservarla. Aveva molti peccati sulla coscienza… Lo sapevo, ma come pregava!
«Quella sera non ho voluto disturbarla.
«Ma per che cosa poteva pregare con tale fervore?» disse pensieroso […].”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 98-99

“Cosa significa dunque una simile differenza fra i due sessi se non è che un effetto della loro destinazione provvidenziale? La donna è fatta per sentire e sentire è vicino all'isteria; l'uomo al contrario è fatto per agire, a lui gli inconvenienti dell'azione.”

Paul Briquet (1796–1881)

da Traité clinique et thérapeutique de l'hystérie, 1859
Origine: Citato in Cristina Cacciari, Veronica Cavicchioni, Marina Mizzau, Il caso Sofija Tolstoj, Essedue edizioni, Verona, 1981, pp. 88-89.

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“Avevo lasciato questo pianeta, abbandonando i poveri terrestri alle loro occupazioni tanto molteplici quanto inutili; finalmente vivevo nello splendore scintillante delle stelle, che mi apparivano grandi come milioni di soli! In altre occasioni non ero riuscito ad ottenere quel tipo di illuminazione per le scene delle mie opere: nel grande teatro dell'Opéra i fondali troppo spesso rimangono in ombra. Ormai non dovevo più rispondere alle lettere, avevo detto addio alle prime rappresentazioni, alle discussioni letterarie e a tutto ciò che vi si mescolava.
Niente giornali, niente cene, niente notti agitate!
Ah! se avessi potuto consigliare ai miei amici di raggiungermi dove mi trovavo. Non avrei esitato a chiamarli a me. Ma l'avrebbero fatto?
Prima di ritirarmi in questo soggiorno lontano avevo scritto le mie ultime volontà (un marito infelice avrebbe approfittato di questa occasione testamentaria per scrivere con voluttà «Le Mie Prime Volontà»). Avevo soprattutto espresso il desiderio di essere inumato a Egreville, vicino alla dimora familiare nella quale avevo vissuto per tanto tempo. Oh! Il buon cimitero! In aperta campagna: in un silenzio che si conviene a coloro che vi abitano.
Avevo evitato che si evitasse di appendere alla mia porta quelle tende nere, fatte apposta per i clienti. Desideravo che una vettura anonima mi facesse lasciare Parigi. Il viaggio, secondo le mie volontà, aveva avuto luogo alle otto di mattina. Un paio di giornali della sera ritennero di dover informare i loro lettori della mia morte.
Alcuni amici – ne avevo ancora la sera prima – andarono ad informarsi dal mio portinaio se la notizia era vera, e lui rispose: «Ahimè! Monsieur è partito senza lasciare indirizzo.» E la sua risposta era vera, perché non sapeva dove mi portasse quella macchina.
All'ora di pranzo, alcuni conoscenti mi fecero l'onore di condolersi; nel pomeriggio si parlò dell'avvenimento addirittura nei teatri, qua e là:
«– Adesso che è morto non lo eseguiranno più così spesso, vero?
«– Sapete che ha lasciato un'opera inedita? Ma non smetterà mai di togliere il lavoro alla gente?
«– Io, parola mia, gli volevo bene! Nelle sue opere avevo sempre dei grossi successi!
Ed era una bella voce di donna a dire quest'ultima frase.
Dal mio editore, piangevano: mi volevano tanto bene!
A casa mia, Rue de Vaugirard, mia moglie e mia figlia, i miei nipoti i miei bisnipoti erano riuniti: e nei singhiozzi quasi provavano una consolazione.
La mia famiglia doveva arrivare a Egreville la sera stessa del mio seppellimento.
E la mia anima (l'anima sopravvive al corpo) sentiva venire tutti questi rumori dalla città che avevo abbandonata. Man mano che la macchina me ne allontanava, le parole, i rumori, si confondevano, e io sapevo, visto che mi ero fatto costruire da parecchio tempo la tomba, che la fatal pietra, una volta sigillata, sarebbe diventata nel giro di poche ore la porta dell'oblio.”

Jules Massenet (1842–1912) compositore francese

da Epilogo in cielo, l'Echo de Paris, 11 luglio 1912; citato nell'epilogo a Don Quichotte, prefazione di Piero Faggioni, Stagione Lirica 1985-86, E. A. Teatro San Carlo, Napoli 1985, p. 84

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“Avevo una donna di taglia forte, ed ogni volta che portavo a cena quei 120 chili significava per me chiedere un mutuo in banca. (Da Al Posto Tuo”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Rai 2 – del 1 maggio 2002).
Al posto tuo – Rai 2 –

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“L'amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia.”

Barbara Alberti (1943) scrittrice italiana

da La donna è un animale stravagante davvero, Frontiera, 1998
Origine: Citazione presente anche in Il ritorno dei mariti, Mondadori, 2006.

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“Il poeta guarda il mondo come un uomo guarda una donna.”

Wallace Stevens (1879–1955) poeta statunitense

da Opus posthumous

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“Questa donna non vola da un estremo all'altro, ma vive qui.”

Quentin Crisp (1908–1999) scrittore, modello e attore britannico
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“Il re Pietro, risaputa in Randazzo la partenza dell'esercito francese, andò a Milazzo, costrinse quel presidio ad arrendersi, e di là mosse verso Messina. Era con lui Macalda di Scaletta, seconda moglie di Alaimo di Lentini. Ell'era vedova di un conte Guglielmo d'Amico, esule al tempo degli Svevi : avea vagato per diversi paesi in veste di frate minore : poi soggiornò in Napoli ed in Messina con non buona riputazione di onestà; riebbe da Carlo i beni che l'erano stati confiscati, e si rimaritò con Alaimo. Nel vespro stando in Catania, tradì i Francesi, che a lei eransi affidati, tolse loro le robe e li consegnò al popolo; ed ella governò quella città in nome del marito occupato nella guerra di Messina. Macalda si presentò a re Pietro in Randazzo: andava coperta di piastre e di maglie di ferro, portava in mano una grossa mazza di argento; ed avvegnaché toccasse già i quarantanni, nondimeno, come scrisse il D'Esclot «ella era molto bella e gentile, e valente del cuore e del corpo, larga nel donare, e, quando ne era luogo e tempo, valea nell'arme al pari di un cavaliero». Il re l'accolse con molta cortesia, la ricondusse egli stesso all'albergo, ma i desiderj della donna o non intese, o dissimulò. Giunti a Santa Lucia, sulla via da Milazzo a Messina, Macalda viene al re, dice non aver trovato ove passar la notte, gli chiede voglia albergarla. Il re le cede le sue stanze e si ritira in altro luogo. Lo siegue Macalda; ed allora il re chiama i suoi cavalieri, s'intrattiene in discorsi senza costrutto, come suole chi annoiasi o voglia prender tempo, e da ultimo si addormenta; offesa che risentì profondamente Macalda, la quale più tardi, per vendicarsene, rovinò sé ed il marito, come a suo luogo sarà discorso.”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. XLVII – Continuazione delle cose di Sicilia, p. 274
Storia d'Italia narrata al popolo italiano
Origine: Cronaca Catalana, c. 96
Origine: l D'Esclot, che in tutto il racconto si mostra favorevole a Macalda, dice : Quando la donna vide il re, ne rimase innamorata come di colui ch'era valente e piacevole signore, non già per cattiva intenzione». Ma Bartolommeo di Neocastro concittadino di Macalda la descrive come una Messalina.

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“La Donna non pone tanto studio nel vestirsi se non perché l'uomo viemeglio desideri di vederla spogliata.”

Francesco Algarotti (1712–1764) scrittore, saggista e collezionista d'arte italiano

Pensieri diversi

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“Donna, tutta donna immensa; | cerca e trova l'occhio e | perde e ritrova e perde| cerca e daccapo al gioco sta.”

Alberto Lattuada (1914–2005) regista italiano

Clara, da Gli uccelli indomabili, Ubaldini, 1971

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“La patria è come la madre, della quale un figlio non può parlare come d'altra donna.”

Carlo Cattaneo (1801–1869) patriota, filosofo e politico italiano

da La scienza nuova di Vico

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“Il burqa non è il benvenuto sul territorio della Repubblica [francese]. Non si tratta di un problema religioso, ma di dignità della donna. È un segno di asservimento, di avvilimento.”

Nicolas Sarkozy (1955) politico francese (1955)

Origine: Citato in Tutti contro il burqa ora il parlamento apre un' inchiesta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/24/tutti-contro-il-burqa-ora-il-parlamento.html, la Repubblica, 24 giugno 2009.

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“Per citare Catullo, l'amore perfetto richiede due ingredienti. l'uomo, la donna ma mai contemporaneamente.”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Mai dire Lunedì, 2005
Personaggi, Mino Martinelli

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“Quando vedi una donna, pensa che sia un demonio, che sia una sorta d'inferno.”

Papa Pio II (1405–1464) 210° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in Karlheinz Deschner, La croce nella Chiesa, Massari ed., Bolsena 2000

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“Con questo stesso amore si debbono conciliare tanto gli altri diritti quanto gli altri doveri del matrimonio, in modo tale che non solo sia legge di giustizia ma anche norma di carità quella dell'Apostolo: «Alla moglie renda il marito quello che le deve, e parimenti la moglie al marito». Rassodata finalmente col vincolo di questa carità la società domestica, in essa fiorirà necessariamente quello che è chiamato da Sant'Agostino ordine dell'amore. Il quale ordine richiede da una parte la superiorità del marito sopra la moglie e i figli, e dall'altra la pronta soggezione e ubbidienza della moglie, non per forza, ma quale è raccomandata dall'Apostolo in queste parole: «Le donne siano soggette ai loro mariti, come al Signore, perché l'uomo è capo della donna, come Cristo è capo della Chiesa». Una tale soggezione però non nega né toglie la libertà che compete di pieno diritto alla donna, sia per la nobiltà della personalità umana, sia per il compito nobilissimo di sposa, di madre e di compagna; né l'obbliga ad accondiscendere a tutti i capricci dell'uomo […]. Se l'uomo infatti è il capo, la donna è il cuore; e come l'uno tiene il primato del governo, così l'altra può e deve attribuirsi come suo proprio il primato dell'amore. […] anzi, se l'uomo viene meno al suo dovere, appartiene alla moglie supplirvi nella direzione della famiglia.”

cap. I
Casti Connubii
Origine: Paolo di Tarso, I Cor., VII, 3: Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito.
Origine: Paolo di Tarso, Ephes. V, 22-23: Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.

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“Questa emancipazione dicono dovere essere triplice: nella direzione della società domestica, nell'amministrazione del patrimonio, nell'esclusione e soppressione della prole. La chiamano emancipazione sociale, economica, fisiologica; fisiologica in quanto vogliono che la donna, a seconda della sua libera volontà, sia o debba essere sciolta dai pesi coniugali, sia di moglie, sia di madre (e che questa, più che emancipazione, debba dirsi nefanda scelleratezza, già abbiamo sufficientemente dichiarato); emancipazione economica, in forza della quale la moglie, all'insaputa e contro il volere del marito, possa liberamente avere, trattare e amministrare affari suoi privati, trascurando figli, marito e famiglia; emancipazione sociale, in quanto si rimuovono dalla moglie le cure domestiche sia dei figli come della famiglia, perché, mettendo queste da parte, possa assecondare il proprio genio e dedicarsi agli affari e agli uffici anche pubblici. Ma neppure questa è vera emancipazione della donna, né la ragionevole e dignitosa libertà che si deve al cristiano e nobile ufficio di donna e di moglie; ma piuttosto è corruzione dell'indole muliebre e della dignità materna, e perversione di tutta la famiglia, in quanto il marito resta privo della moglie, i figli della madre, la casa e tutta la famiglia della sempre vigile custode. Anzi, questa falsa libertà e innaturale eguaglianza con l'uomo tornano a danno della stessa donna; giacché se la donna scende dalla sede veramente regale, a cui, tra le domestiche pareti, fu dal Vangelo innalzata, presto ricadrà nella vecchia servitù (se non di apparenza, certo di fatto) e ridiventerà, come nel paganesimo, un mero strumento dell'uomo.”

cap. II
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“Oh, quanto migliorano una donna un po' d'amore e una buona compagnia!”

George Farquhar (1677–1707) drammaturgo irlandese

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“Chi della donna si fida, si fida dei ladri.”

v. 375; 2007
Le opere e i giorni

“Per me poi, ogni incontro di donna è come trovarmi improvvisamente davanti a un abisso, e con gli occhi bendati.”

Antonio Delfini (1907–1963) scrittore, poeta e giornalista italiano

da Il ricordo della Basca, Nistri-Lischi, 1956²

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“Io sono ferito dalla grave freccia d'amore per Licisco, che afferma di superare in tenerezza qualsiasi donna.”

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

citato in Jim Bishop, Il giorno in cui Cristo morì, traduzione di Maria Satta, Garzanti, 1958
Citazioni di Orazio

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“I pigri intelligenti hanno sempre grandi ambizioni, per giustificare la propria pigrizia alla propria intelligenza.”

John Fowles (1926–2005) scrittore e saggista inglese

da La donna del tenente francese

“Non si fa la felicità di molti facendoli correre prima che abbiano imparato a camminare.”

John Fowles (1926–2005) scrittore e saggista inglese

da La donna del tenente francese

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“Una frittata, un asino e una donna, non sono mai troppo battuti!”

Edmond Du Lac (1882–1953) disegnatore francese

p. 73

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“Ho pensato: quando una donna ti fa cambiare vita è roba da ridere, ma quando ti fa cambiare la squadra di calcio del cuore, la situazione è seria.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano

Margherita Dolce Vita
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“Se una donna ti piace, le rompi le palle. Se ci sta, bene, se non ci sta, bene lo stesso la vita va avanti.”

Antonio Cassano (1982) calciatore italiano

Dico tutto (e se fa caldo gioco all'ombra...)

“Nelle società tradizionali, la donna sposata non poteva sottrarsi al rapporto sessuale.”

Origine: Storia del corpo femminile, p. 15

“L'intelligenza è un'illusione ottica che fa sembrare una donna diversa da tutte le altre.”

Piero Ferraris (1954) scrittore, attore e umorista italiano

...E i formichieri nel loro grosso se le pappano

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“Ti veggo, o Donna, trangosciando ascendere; | Ed ecco, ahi vista! dall'infame stipite | Vìttima immaculata il Figlio pendere.”

Angelo Mazza (1741–1817) poeta e letterato italiano

Canto I, p. 4
Dei dolori di Maria Vergine