Frasi su giusto
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“Ogni uomo che vuol conservarsi una onorata fama, per fuggire l'infamia, deve ponere al giusto le sue passioni benché gagliarde.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

172; p. 21
Il teatro della politica

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“. E, se posso dirlo, due stranieri di qualità. A me sembra questa la miscela giusta.”

Zbigniew Boniek (1956) allenatore di calcio, ex calciatore e dirigente sportivo polacco
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“Sa spalmare [Indro Montanelli] una così giusta misura di miele sull'orlo del nappo avvelenato che prepara per questo o per quello, che spesso la vittima muore senza accorgersene, ingannata dai soavi licori.”

Paolo Monelli (1891–1984) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Paolo Granzotto, Montanelli, Ti ricordi Indro?, Società Europea di Edizioni S.p.A., Milano, p. 122. ISBN 9 778118 178454

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“Una cosa giusta fatta al momento sbagliato può diventare una cosa sbagliata.”

Angelino Alfano (1970) politico italiano

Origine: Citato in Alfano pensa che lo ius soli sia «una cosa giusta fatta al momento sbagliato» http://www.ilpost.it/2017/09/26/alfano-ius-soli/, Il Post.it, 26 settembre 2017.

“Il tempo non parla, ma porta sempre la ragione al giusto.”

Dal libro "Ho buttato tutto ciò che potevo per fare più spazio al cuore" di Ferruccio Parrinello - Edizioni Scripsi - 2015

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“Abbiate cura che non v'inganniate, pensando forse meritar piú con l'esser clemente che con l'esser giusta; perché perdonando troppo a chi falla si fa ingiuria a chi non falla.”

Baldassarre Castiglione (1478–1529) umanista, letterato e diplomatico italiano (1478-1529)

Souced, Il Libro del Cortegiano (1528)

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“Era considerato un «criminale di guerra» dai palestinesi e un politico avventuroso da molti intellettuali israeliani. Un uomo imprevedibile, spericolato e intraprendente. Amante della guerra ma anche della quiete nella sua fattoria modello doveva faceva l'agricoltore. Interdetto come ministro della Difesa, dopo un lungo periodo di disgrazia, è diventato primo ministro. Un capo del governo capace di sorprendere, di stupire, così come aveva sorpreso e stupito come capo militare. Ha deciso la costruzione del muro fra i territori palestinesi e Israele, e al tempo stesso ha abbandonato Gaza ai palestinesi. Una concessione territoriale al momento eccezionale, rivelatasi poi insidiosa per l'autorità palestinese, dominata dall'Olp moderata, che ha perduto il controllo di quella provincia, dominata dalla più intransigente Hamas. L'iniziativa di Sharon tendeva forse a dividere gli avversari, ma era accompagnata da una politica tesa a stabilire rapporti distensivi con molti paesi arabie con gli stessi palestinesi. Da uomo di una destra spesso estrema, che aveva favorito l'insediamento di numerose colonie israeliane in Cisgiordania, è diventato un politico aperto a soluzioni pacifiche. Ha abbandonato il Likud e ha fondato un partito di centro, Kadima per questo è stato accusato di tradimento da alcuni suoi amici. E per non pochi vecchi nemici è apparso invece come un leader capace di favorire una vera intesa. La sua energia sembrava rivolta verso una giusta direzione. Ma il suo cervello ha ceduto. È intervenuta la morte cerebrale. Otto anni dopo diventata morte totale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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“[Su Maurizio Sarri. ] Vede cose che altri non vedono. Ti fa capire quanto nel calcio nulla può e deve essere imprevedibile. E’ uno studioso. Qualsiasi domanda tu gli faccia, lui ha sempre una risposta. Ed è sempre giusta. Ti aiuta a pensare come squadra e non come singolo. Quando è arrivato mi ha detto: se fai come ti dico, diventerai un giocatore importante. E io ci sto provando, ma so che posso ancora migliorare. Con Sarri il calcio è matematica, insomma.”

Kalidou Koulibaly (1991) calciatore francese naturalizzato senegalese

Origine: Dall'intervista Alessandro Angeloni, Koulibaly: «Roma e Juve sono forti, ma noi siamo pronti a batterle» https://www.ilmessaggero.it/sport/calcio/koulibaly_roma_e_juve_sono_forti_ma_noi_pronti_a_battererle-3295661.html, Il Messagero.it, 12 ottobre 2017.

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“il Pordenone, Francesco Penni o il Garofalo. Egli ben merita che lo si rimetta in onore e lo si ponga nella sua giusta luce. Nessun altro artista s'avvicina tanto al suo amico, così ammirato, l'Ariosto, quanto questo pittore col suo spirito sano, sereno e spesso splendido. Qualche volta è sfrenato, di tempo in tempo anche trascurato e leggero, ma nessuno può dire di lui che sia stato rozzo o volgare. (p. 218)”

Giovanni Morelli (1816–1891) storico dell'arte e politico italiano

Della pittura italiana
Variante: il Pordenone, Francesco Penni o il Garofalo. Egli ben merita che lo si rimetta in onore e lo si ponga nella sua giusta luce. Nessun altro artista s'avvicina tanto al suo amico, così ammirato, l'Ariosto, quanto questo pittore col suo spirito sano, sereno e spesso splendido. Qualche volta è sfrenato, di tempo in tempo anche trascurato e leggero, ma nessuno può dire di lui che sia stato rozzo o volgare. (da Della pittura italiana, p. 218)

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“Renzi lascia la segreteria e un partito stremato ma non abbandona l'idea di essere ancora lui la carta vincente, di essere colui che possiede la giusta linea e, proprio per questo, punta tutta la posta che ha davanti sull'ingovernabilità.”

Norma Rangeri (1951) giornalista italiana

Origine: Da La ruota bucata di Renzi https://ilmanifesto.it/la-ruota-bucata-di-renzi/, Ilmanifesto.it, 13 marzo 2018.

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“Infine, una severità esatta, pronta, giusta. L'istesso si farà per le donne che si sono distinte nella rivoluzione, e ciò senza pietà. Non v'è bisogno di una giunta di Stato. Non è processo, né opinione : è un fatto avvenuto provato, stampato: o gli scellerati si all'imponente forza dell'ammiraglio, o bisognerà riunire i corpi di truppe, farne venire anche da fuori se fa uopo, avvisare le povere donne e fanciulli di uscire, prendendo per forza i due castelli secondo le norme della guerra con coloro che son dentro, e cosi terminare questa colpevole e pericolosa resistenza.
Il cardinale non deve nominare nessun impiegato senza proporlo. I sedili, sorgente di tutti i mali, e vera prima riunione dei ribelli, che hanno rovinato il regno e detronizzato il re, restano per sempre aboliti, come pure i diritti, e giurisdizioni baronali per sollevare dalla schiavitù un popolo fedele che ha rimesso il re sul trono, donde il tradimento, la fellonia e la colpevole indifferenza dei nobili l'hanno cacciato. Ciò non piace, ma è d'assoluta necessità; senza ciò il re non governerà sei mesi tranquillamente. I popoli aspettano dalla sua giustizia d'esser sollevati dopo aver fatto tanto per lui. Infine mia cara Miledy, raccomando a Milord Nelson di trattar Napoli come se fosse una città ribelle d'Irlanda che si fosse condotta così. Non bisogna aver riguardo al numero, le migliaia di scellerati di meno renderanno la Francia più debole e noi staremo meglio. Essi avranno meritato d'esser gettati in Africa, in Crimea. Gettarli in Francia sarebbe una carità. Meriterebbero d'esser bollati, affinché nessuno fosse ingannato da loro; cosi è un bene che gli si concede. Vi raccomando dunque, mia cara Miledy, la più gran fermezza, forza, vigore, rigore; ne va della nostra considerazione e futura tranquillità: il popolo fedele lo desidera. Vi raccomando di darmi spesso vostre nuove: potete immaginare la mia premura.
Credetemi per la vita, la vostra più che sensibile, affettuosa riconoscente amica — Carolina.”

Maria Carolina d'Asburgo-Lorena (1752–1814) regina consorte di Napoli e Sicilia, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie

dalla lettera da Palermo del 25 giugno 1799, pp. 74-75
Carteggio di Maria Carolina Regina delle due Sicilie con Lady Emma Hamilton
Variante: Infine, una severità esatta, pronta, giusta. L'istesso si farà per le donne che si sono distinte nella rivoluzione, e ciò senza pietà. Non v'è bisogno di una giunta di Stato. Non è processo, né opinione : è un fatto avvenuto provato, stampato: o gli scellerati si all'imponente forza dell'ammiraglio, o bisognerà riunire i corpi di truppe, farne venire anche da fuori se fa uopo, avvisare le povere donne e fanciulli di uscire, prendendo per forza i due castelli secondo le norme della guerra con coloro che son dentro, e cosi terminare questa colpevole e pericolosa resistenza.
Il cardinale non deve nominare nessun impiegato senza proporlo. I sedili, sorgente di tutti i mali, e vera prima riunione dei ribelli, che hanno rovinato il regno e detronizzato il re, restano per sempre aboliti, come pure i diritti, e giurisdizioni baronali per sollevare dalla schiavitù un popolo fedele che ha rimesso il re sul trono, donde il tradimento, la fellonia e la colpevole indifferenza dei nobili l'hanno cacciato. Ciò non piace, ma è d'assoluta necessità; senza ciò il re non governerà sei mesi tranquillamente. I popoli aspettano dalla sua giustizia d'esser sollevati dopo aver fatto tanto per lui. Infine mia cara Miledy, raccomando a Milord Nelson di trattar Napoli come se fosse una città ribelle d'Irlanda che si fosse condotta così. Non bisogna aver riguardo al numero, le migliaia di scellerati di meno renderanno la Francia più debole e noi staremo meglio. Essi avranno meritato d'esser gettati in Africa, in Crimea. Gettarli in Francia sarebbe una carità. Meriterebbero d'esser bollati, affinchè nessuno fosse ingannato da loro; cosi è un bene che gli si concede. Vi raccomando dunque, mia cara Miledy, la più gran fermezza, forza, vigore, rigore; ne va della nostra considerazione e futura tranquillità: il popolo fedele lo desidera. Vi raccomando di darmi spesso vostre nuove: potete immaginare la mia premura.
Credetemi per la vita, la vostra più che sensibile, affettuosa riconoscente amica — Carolina. (dalla lettera da Palermo del 25 giugno 1799, pp. 74-75)

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“[Dopo la morte di Davide Astori] O capitano, mio capitano. Perché non sei sceso a fare colazione insieme a tutti noi? Perché non sei passato a riprendere le tue scarpe fuori dalla camera di Marco e non sei venuto a bere la tua solita spremuta d'arancia? Ora ci diranno che la vita scorre, che lo sguardo va puntato in avanti e dovremo rialzarci, ma che sapore avrà la tua assenza? Chi arriverà ogni mattina in mensa a riscaldare l'ambiente con il proprio sorriso? Chi ci chiederà incuriosito ciò che abbiamo fatto la sera precedente per riderci su? Chi sgriderà i più giovani e chi responsabilizzerà i più esperti? Chi formerà il cerchio per giocare a "due tocchi" o chi farà ammattire Marco alla play? Con chi dibatteremo sulle puntate di Masterchef, i ristoranti fiorentini, le serie TV o le partite disputate? Su chi appoggerò la mia spalla a pranzo dopo un allenamento estenuante? Torna dai, devi ancora finire di vedere LaLaLand per poterlo analizzare come ogni film appena uscito. Torna a Firenze, ti attendono in sede per rinnovare il contratto e riconoscerti il bene e la positività che doni quotidianamente a tutti noi. Esci da quella maledetta stanza, ti aspettiamo domani alla ripresa degli allenamenti. Nella vita ci sono persone che conosci da sempre con le quali non legherai mai, poi ci sono i Davide che ti entrano immediatamente dentro con un semplice "Benvenuto a Firenze Ricky."”

Riccardo Saponara (1991) calciatore italiano

Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino. O capitano, mio capitano. Per sempre mio capitano.
Origine: Da un post https://www.instagram.com/p/Bf8Kcfln3_C/?utm_source=ig_embed&utm_campaign=embed_ufi_test sul profilo Instagram.com, 5 marzo 2018.

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“[Sulla richiesta di modifica della legge sui vitalizi che Capanna percepisce] La tragedia della stupidaggine è tutta del Pd. Facendo questo provvedimento di quello scimunito di Giachetti si è portata acqua al mulino del M5S, che giustamente ha brindato alla Camera. Roba da mentecatti politici come Richetti. […] Il vitalizio non è un privilegio. Il metodo retributivo è giusto, la pensione va calcolata sull’ultimo stipendio. Non si era mai visto un provvedimento retroattivo. Non so quanto perdo, non me ne preoccupo. Soprattutto perché non passerà al Senato e sicuramente verrà bocciata dalla Corte Costituzionale.”

Mario Capanna (1945) attivista, scrittore e politico italiano

Origine: Dall'intervista al programma radiofonico "La Zanzara", citato in Vitalizi, Mario Capanna: “Una fregnaccia, roba da mentecatti politici come Richetti e scimuniti come Giachetti” https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/31/vitalizi-mario-capanna-una-fregnaccia-roba-da-mentecatti-politici-come-richetti-e-scimuniti-come-giachetti/3766603/, Il Fatto Quotidiano, 31 luglio 2017.

“Ivi, in quel vasto salone così armonicamente grandioso, vediamo rispecchiarsi l'universalità e la varietà dello scibile riunito e classificato giusta gli antichi ideali, oggi smarriti per la necessità delle cose. Oggi perché possa conservarsi a una biblioteca il suo carattere generale occorrono mezzi di cui solo due o tre biblioteche al mondo possono disporre. Né è più possibile, per la mancanza di spazio, dare ai libri una classificazione materiale, e le stesse classificazioni ideali sono state surrogate da metodi più pratici e più comodi. La nostra Biblioteca Nazionale, la scarsezza della sua dote, ha serbato come ha potuto l'indole sua generale.
Essa da quando fu aperta al pubblico, è già quasi un secolo, e per molti anni dopo, fu annoverata tra le principali di Europa: non contava allora la Nazionale di Parigi i suoi due milioni e mezzo di volumi, né quella del Museo Britannico un milione e mezzo, né le altre di Pietroburgo, di Monaco, di Berlino, di Firenze avevano raggiunto o sorpassato il milione. Ora la Nazionale nostra, che possiede un 500,000 e più tra volumi ed opuscoli, mentre ha ancora innanzi a sé, sotto il rispetto del numero, parecchie biblioteche, oltre le già nominate, non ha poi nemmeno perduta quella rinomanza mondiale che le fu un giorno riconosciuta. Ciò si deve al grandissimo pregio dei suoi antichi fondi, alla rarità dei suoi bibliografici e paleografici, alla varietà e ricchezza delle sue collezioni speciali. Questa sua parte antica va diventando ogni dì più preziosa e ricercata, e basta per sé sola a mantenere a un grado elevato una biblioteca che ne è fornita, malgrado l'esser rimasta indietro, come questa nostra, negli acquisti delle cose moderne.”

Alfonso Miola (1844–1934)

da Le biblioteche, p. 267
In Napoli ieri
Origine: Tutti i dati riferiti da A. Miola sono relativi agli inizi del XX° secolo. Il saggio Le biblioteche, fu pubblicato nel volume collettaneo Napoli d'oggi, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1900.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Roberto, potrei essere equa e giusta, è vero. Ma preferisco vivere.”

Paolo Sorrentino (1970) regista italiano

cap. Roberto Cappa, p. 36
Gli aspetti irrilevanti

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“La nostra causa è giusta. Il nemico sarà sconfitto. La vittoria sarà nostra.”

Vjačeslav Michajlovič Molotov (1890–1986) politico e diplomatico sovietico

Origine: Citato in Oleg Chlevnjuk, Stalin: Biografia di un dittatore, Mondadori.

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“Un processo giusto è un processo tempestivo, il potere punitivo dello Stato non può essere sine die. E la prescrizione risponde al principio garantista e liberale secondo cui una pena, per essere rieducativa, non può arrivare a troppi anni dal reato.”

Catello Maresca (1972) magistrato e scrittore

Origine: Citato in Prescrizione, l’esperto dei 5S affonda la nuova norma https://ildubbio.news/ildubbio/2019/11/28/prescrixzione-lesperto-dei-5s-affonda-la-nuova-norma/, Il Dubbio.it, 28 novembre 2019.

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“Nelle mani giuste, un’arpa può essere pericolosa quanto una spada.”

Petyr Baelish
2016, p. 961
Il Portale delle Tenebre

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“La giusta dose di vino può far apparire una lavandaia cieca o una fetida ragazza di porcile attraente quanto te, piccola mia.”

George R. R. Martin (1948) autore di fantascienza statunitense

Cersei Lannister
a Sansa Stark
2016, p. 809
La Regina di Draghi

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“È giusto dare un segnale contro l’evasione, che è strettamente legata alla corruzione e che è un danno a tutti. Va bene inasprire le pene ma non è con le manette che si vince l’evasione, così come per la corruzione.”

Raffaele Cantone (1963) magistrato italiano

Origine: Da Fisco, Cantone: “Inasprimento delle pene serve, ma evasione non si vince solo con le manette” https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/17/fisco-cantone-inasprimento-pene-serve-ma-evasione-non-si-vince-solo-con-le-manette/5519491/ ilfattoquotidiano.it, 17 ottobre 2019

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“Tu proprio dell’umana condizione non hai mai conosciuto il giusto mezzo: conosci solo i due eccessi estremi.”

William Shakespeare (1564–1616) poeta inglese del XVI secolo

Apemanto, atto IV, scena III
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“Non esistono le guerre sporche. Esistono le guerre giuste e quelle ingiuste. Il cristianesimo crede nelle guerre giuste. La nostra fu una guerra giusta.”

Jorge Rafael Videla (1925–2013) militare argentino

Origine: Citato in Videla sui desaparecidos Non potevo fucilarli tutti http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/02/27/videla-sui-desaparecidos-non-potevo-fucilarli-tutti.html?ref=search, Repubblica.it 27 febbraio 2001.

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“E’ giusto che la donna lavori anche perché altrimenti ha solo motivo di romperti i maroni dal mattino alla sera invece una che lavora e ha i figli diventa più sicura e matura. Tutto un altro rispetto.”

Flavio Briatore (1950) imprenditore italiano

9 settmebre 2017
Origine: Citato in Flavio Briatore: "Giusto che la donna lavori, altrimenti rompe i maroni", 9 settembre 2017, 30 luglio 2019 https://www.blitzquotidiano.it/video/flavio-briatore-giusto-che-la-donna-lavori-altrimenti-rompe-i-maroni-video-2749380/,, su blitzquotidiano.it. URL archiviato il 21 maggio 2019 http://archive.is/QWgie/.

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“So che molti non ci hanno perdonato. Che quella mattina, siamo stati io e Larry a decidere cosa era giusto fare. Che non esiste ordine illegale a cui si debba ubbidire. Che se un ordine è illegale, non basta tacere. Bisogna opporsi subito e poi denunciare i responsabili, chiunque siano.”

Hugh Thompson, Jr. (1943–2006)

Origine: Citato in È giusto disobbedire come facemmo noi in Vietnam https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/17/giusto-disobbedire-come-facemmo-noi-in.007.html?ref=search, La Repubblica, 17 maggio 2004

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“Con la maturità viene il desiderio di risparmiare, di essere più semplici. La maturità è il periodo in cui si trova la giusta misura.”

Béla Bartók (1881–1945) compositore, pianista e etnomusicologo ungherese

citato in AA.VV., Il libro della musica classica, traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 271. ISBN 9788858022894

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