Frasi su interesse
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“In realtà a Berlusconi non interessa il bene della collettività ma soltanto la sua impunità.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Antonio Di Pietro

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“[parlando di Antonio Tatò] Di lui vogliamo ricordare, in primo luogo, la generosità e l'entusiasmo. Da quando si dedicava appassionatamente, correndo in bicicletta per tutta Roma, a tessere la tela della cospirazione antifascista […] a quando passava giorni e notti a lavorare senza soste, dimentico anche degli impegni familiari, se Giuseppe Di Vittorio o Enrico Berlinguer avevano bisogno di collaborazione per preparare un discorso, un articolo, un'intervista, una relazione […]. Di lui vogliamo ricordare lo straordinario disinteresse. Tonino aveva le capacità, professionali, politiche, culturali e umane; aveva quella sua eccezionale capacità di lavoro, che gli avrebbero consentito di ambire a cariche prestigiose; si è speso senza riserve e senza mai preoccuparsi del proprio ruolo personale, al servizio degli interessi generali, prima nella Sinistra Cristiana, poi nella CGIL e nel PCI, infine nel PDS. Si è molto favoleggiato del suo rapporto con Enrico Berliguer; in realtà Tonino ebbe in quei lunghi anni una sola preoccupazione fondamentale: far conoscere il segretario del PCI come era veramente; farlo stimare e apprezzare anche fuori dell'area dei nostri iscritti, simpatizzanti, elettori; porre al servizio del segretario del partito e, per suo tramite, della linea e dell'azione del partito, tutte le proprie conoscenze e le proprie relazioni, tutta la sua intuizione politica e la sua capacità di elaborazione ideale.”

Maria Lisa Cinciari Rodano (1921) politica italiana

Discorso riportato dall'Agenzia DIRE, supplemento al n. 218/21, novembre 1992, p. 7

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“In quella che abbiamo ribattezzato l'interpretazione comunitarista del danno, la contaminazione è stata considerata come una «disgrazia» venuta dall'esterno, che ha rischiato di disperdere la comunità. È questo pericolo che i sevesini hanno cercato di contrastare, difendendo il proprio attaccamento al territorio. In questo affermare la comunità come bene da difendere, i sevesini hanno trovato il modo di rivendicare pubblicamente ciò che stava loro a cuore, e che vedevano altrimenti inascoltato: l'importanza del loro legame con il territorio e la volontà, per quanto fosse possibile, di preservarlo, nonostante il danno ambientale.
Il prevalere dell'interpretazione comunitarista del danno da diossina, che spiega la singolare trasformazione della vicenda dell'Icmesa da disastro industriale a conflitto culturale, chiama allora in causa quella che fu una sconfitta chiara e senza sfumature. la sconfitta delle istituzioni, quelle della scienza come quelle della politica, che fallirono nel loro compito di far esistere un mondo "in comune" tra gli attori, all'interno del quale poter agire insieme per perseguire interessi collettivi condivisi. […]
Le conseguenze furono gravi, perché la perdita di legittimità che ne conseguì portava con sé la fragilizzazione del legame sociale, già scosso dall'incidente, che alimentò l'emergere di comportamenti opportunistici e un diffuso ripiegamento nel privatismo, confermando tra cittadini e istituzioni un rapporto di alterità e distanza che aveva una lunga consuetudine. E in questa abitudine alla distanza delle – e dalle – istituzioni che mette radici la chiusura comunitaristica, in cui si perde il riferimento alla corresponsabilità verso la cosa pubblica per riconoscere nella propria comunità l'unico bene da difendere.”

Laura Centemeri sociologa economica e saggista italiana

dalle Conclusioni, p. 186
Ritorno a Seveso

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“È il mondo del cinema che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.”

Dario Argento (1940) regista italiano

Origine: Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, Dario Argento, la televisione si tinge di nero, Il Manifesto, 20 luglio 2005.

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“Di Marx, personalmente, mi interessa conservare soltanto due cose. Come ho detto prima, ed ora ripeto, di Marx conservo soltanto la teoria strutturale dei modi di produzione storici e sociali (che comprende al suo interno la teoria dell'estorsione capitalistica del plusvalore) e la filosofia umanistica ed universalistica rivolta potenzialmente all'intero genere umano e non solo alla sua componente storico-geografica occidentale, il cui statuto però considero di tipo idealistico e non materialistico”

Costanzo Preve (1943–2013) filosofo e saggista italiano

o meglio, materialistico solo in senso metaforico
Origine: Da Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi http://www.comunismoecomunita.org/wp-content/uploads/2010/09/Modo-di-produzione-comunitario-corretto.pdf, Comunismo e Comunità, giugno 2009.

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“Va detto che tradizionalmente la fascinazione dei Paesi democratici nei confronti degli "uomini forti" è rimasta costante nel tempo. Da sempre noi abbiamo creato, preferito e a volte sostenuto tutta una serie di dittatori, talvolta in versione anticomunista, altre volte in qualità di alleati contro la jihad islamica, oppure perché amici nell'organizzazione del mercato. Ripeto, spesso abbiamo costruito, per non dire protetto, una serie di dittatori. Basti pensare a Idi Amin Dada, Bokassa e Mobutu (per citarne solo alcuni), che rispondevano alle esigenze geopolitiche del momento. Oltre al resto, va anche considerato che il dramma di questa realpolitik è che questi dittatori sono molto longevi e normalmente sopravvivono persino quando viene meno l'interesse geo-strategico che aveva inizialmente spinto a supportarli. Ne consegue che, ad esempio, quando è caduto il comunismo e non vi è stata quindi più la necessità di sostenere alcun dittatore in funzione anticomunista, imperterriti si è andati avanti nello stesso modo. Tale fascinazione, che nell'immediato risponde ad alcuni interessi reali di politica internazionale – che non vanno evidentemente sottovalutati – determina però qualche piccolo dettaglio negativo visto che non solo i dittatori sterminano i propri popoli, ma ad un certo punto diventano anche disutili, se non addirittura controproducenti rispetto ai nuovi scenari che si delineano nel mondo!”

Emma Bonino (1948) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Commissione straordinaria diritti umani – Seduta n. 98, martedì 17 gennaio 2012 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/279008.pdf – Indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale – Audizione della senatrice Emma Bonino, già commissario europeo per gli aiuti umanitari, sul tema Politica estera e diritti umani. Senato della Repubblica Italiana, 17 gennaio 2012.

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“Perché l'interesse si chiama morso? perché scarna.”

Shmuel Yosef Agnon (1888–1970) scrittore israeliano

Origine: Il torto diventerà diritto, p. 32

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“Una sola giocatrice si dichiarò favorevole: Gabriela Sabatini. E non lo dimentico. Fu un gesto speciale. Certo, tutte avevano da guadagnarci dal fatto che io rimanessi per un po' lontano dai vertici, ma Gaby mise da parte gli interessi economici e la carriera per compiere un gesto di grande umanità. Le numero uno cambiano, è solo una questione di tempo. Ma la tua personalità, il tuo modo di essere resta sempre quello. E il gesto di Gabriela la rende davvero speciale.”

Monica Seles (1973) tennista jugoslava

Origine: Quando la Seles tornò in campo dopo il lungo periodo di sosta dovuto all'accoltellamento, tra le giocatrici si votò per decidere se renderla o meno co-numero 1 insieme a Steffi Graf, ma la maggior parte votò il no.
Origine: Citata in Intervista esclusiva a Monica Seles http://www.tennisitaliano.it/intervista-esclusiva-a-monica-seles-1-monica-seles-ragazza-interrotta, Il Tennis Italiano, 10 maggio 2004.

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“In realtà, i partiti rappresentano fondamentalmente interessi di classe e le classi, in una società come quella di cui ci stiamo occupando, dovrebbero essere eliminate o quantomeno superate.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense

La società anarchica, p. 58
Anarchia e libertà

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“Se Livio non vede che Roma è perché egli è del tutto legato agli schemi della storiografia romana che, in contrasto con quella greca, ha un interesse esclusivo e profondo per le vicende del proprio popolo e che dalle sue origini fino al suo declinare non è e non vuole essere se non la storia del popolo e dello Stato romano.”

Gaetano De Sanctis (1870–1957) storico italiano

Origine: Citato in Vittorio Citti, Claudia Casali, Camillo Neri, Scrittori latini nel tempo, Zanichelli, Bologna, 2000, p. 858, ISBN 978-88-08-09995-2. Vedi anche Gaetano De Sanctis, Scritti minori, vol. V, 1931-1947 http://books.google.it/books?id=ZsJSY23qm9AC&pg=PA44&dq=non+%C3%A8+e+non+vuole+essere+se+non+la+storia+del+popolo+e+dello+Stato+romano.&hl=it&ei=qFWCTpbFCoTesgap48GJDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA#v=onepage&q=non%20%C3%A8%20e%20non%20vuole%20essere%20se%20non%20la%20storia%20del%20popolo%20e%20dello%20Stato%20romano.&f=false.

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“[Su Federer] È una brava persona, ma troppo neutrale per i miei gusti. È troppo svizzero. Vuole tenere le brutte faccende lontano da sé. Quando i giocatori vogliono cambiare qualcosa lui sembra troppo passivo perché può danneggiare la sua immagine. In quel contesto rispetto di più Nadal che supporta apertamente gli interessi dei giocatori.”

Serhij Stachovs'kyj (1986) tennista ucraino

Origine: Dall'intervista "Roger è troppo neutrale" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/04/07/693970-stakhovsky_federer_troppo_neutrale.shtml, traduzione di Daniele Valotto, Ubitennis.com, 8 aprile 2012.

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“Non ho nulla contro la noia, ma annoiarsi ed essere anche costretti a manifestare interesse, che piaga!”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

da Causa di forza maggiore, Voland

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“La giustificazione scientifica di questa scelta risiede in una peculiare definizione del sistema nervoso, oggi rimessa in discussione da nuove ricerche, che mettono in dubbio proprio il fatto che la morte del cervello provochi la disintegrazione del corpo. Come dimostrò nel 1992 il caso clamoroso di una donna entrata in coma irreversibile e dichiarata cerebralmente morta prima di accorgersi che era incinta; si decise allora di farle continuare la gravidanza, e questa proseguì regolarmente fino a un aborto spontaneo. Questo caso e poi altri analoghi conclusi con la nascita del bambino hanno messo in questione l'idea che in questa condizione si tratti di corpi già morti, cadaveri da cui espiantare organi. Sembra, quindi, avere avuto ragione Jonas quando sospettava che la nuova definizione di morte, più che da un reale avanzamento scientifico, fosse stata motivata dall'interesse, cioè dalla necessità di organi da trapiantare.”

Lucetta Scaraffia (1948) storica e giornalista italiana

Origine: Nel 1968 il "rapporto di Harvard" ha cambiato la definizione di morte, basandosi non più sull'arresto cardiocircolatorio, ma sull'elettroencefalogramma piatto e quindi sulla morte cerebrale
Origine: Da «I segni della morte», l'Osservatore Romano, 3 settembre 2008; riportato su InternEtica.it http://www.internetica.it/morte-cerebrale.htm.
Origine: L'articolo pubblicato sullOsservatore Romano, avendo messo in dubbio il rapporto di Harvard, suscitò grande scalpore. Ignazio Marino, ad esempio, criticò il pezzo in un articolo di la Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/09/03/un-atto-irresponsabile.html definendolo "un atto irresponsabile", mentre Sandro Magister in un articolo su Espresso.it http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/09/08/morte-cerebrale-interviene-roberto-de-mattei/ e Stefano Lorenzetto in un articolo su Il Giornale.it http://www.ilgiornale.it/news/quei-dubbi-sulla-morte-censurati-40-anni.html sostenerono la storica per aver portato all'attenzione pubblica il problema.

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“A noi ce interessa la vita dar concepimento alla nascita: già dopo un quarto d'ora nun gliene frega più niente a nessuno. Prova te a cercà un asilo nido.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Parla con me, 2 marzo 2008
Personaggi originali, Don Pizzarro

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“Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film.”

Clint Eastwood (1930) attore, regista, compositore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Giovanna Grassi, [//www.corriere.it/Cinema/2008/Cannes/grassi_canens_commossa_da_angelina_jolie_39d4a820-2705-11dd-93bf-00144f02aabc.shtml Angelina Jolie mamma disperata E la Croisette si commuove], corriere.it, 21 maggio 2008.

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“In tutto il mondo, in nome della religione, della sovranità nazionale, dell'interesse dello Stato, di esigenze economiche o di mera arroganza, uomini, donne, bambini vengono massacrati, violentati, imprigionati, terrorizzati e sfruttati. Impunemente.”

Rosalie Abella (1946) magistrato canadese

Origine: Da una conferenza sui genocidi; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Nel regno dell'armonia, traduzione di Fenisia Giannini, Tropea, Milano, 2007, p. 147. ISBN 978-88-558-0015-0

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“[Donald Trump] È terrificante ma la cosa più assurda per me è che c'è gente che lo ama. Capisco che siamo frustrati dai politici e dal loro modo di fare. Ma stiamo parlando di una persona nata ricca e che si interessa solo di diventarlo di più e di avere più potere. Non si è mai interessato a nessuno.”

Flea (1962) bassista, trombettista e pianista australiano

Origine: Dall'intervista rilasciata a Classic Rock; citato in Red Hot Chili Peppers: i rifiuti di David Bowie a lavorare con noi ed il nostro no a Donald Trump http://www.virginradio.it/news/rock-news/214199/red-hot-chili-peppers--i-rifiuti-di-david-bowie-a-lavorare-con-noi-ed-il-nostro-no-a-donald-trump--.html-, VirginRadio.it, 13 luglio 2016.

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“Una nuova costituzione deve garantire gli interessi di un intero Stato, da ovest a est. In merito al dialogo con l’est, siamo pronti a condurlo solo con i rappresentanti legalmente eletti e non con i criminali e i terroristi russi.”

Arsenij Jacenjuk (1974) politico, economista e avvocato ucraino

Origine: Citato in Salvatore Falco, Ucraina: Poroshenko “referendum su federalismo solo se necessario” http://it.euronews.com/2015/04/06/ucraina-poroshenko-referendum-su-federalismo-solo-se-necessario/, euronews.com, 6 aprile 2015.

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“[…] come concepire la pena, come ordinare il carcere? Pura retribuzione, o vendetta, della comunità lesa nel suo diritto di sicurezza e di tranquillità, oppure anche tentativo di promuovere e di favorire la liberazione del condannato dalla scelta delinquenziale? Se non ci si abbandona a un istinto sommario ma si vuole riflettere secondo razionalità, bisogna riconoscere che la seconda alternativa, per quanto complessa e difficile, difende meglio, più a fondo, l'interesse collettivo. Il pianeta carcere con i suoi abitanti non può essere considerato qualcosa di siderale, di «totalmente altro» da noi che ne stiamo fuori. È una parte della società che, a causa dei suoi comportamenti antisociali, dei reati commessi violando le leggi, sconta la pena inflitta al termine di un processo non solo legittimo ma doveroso, inderogabile. Dunque la società libera non può lavarsene le mani come se non la riguardasse, deve, al contrario, farsene carico. […] non ci si può limitare a chiedere che i rei siano posti in condizione di non nuocere più: ci si deve innanzitutto interrogare se del reato commesso non esista una responsabilità collettiva, sia pure indiretta, in quanto non abbiamo saputo intervenire in tempo per risolvere un disagio e prevenirne le conseguenze criminose (la prevenzione, di cui tanto si parla, non è delegabile interamente agli organi di polizia, è compito di tutti […]).”

Mario Gozzini (1920–1999) scrittore, politico e giornalista italiano

cap. 1, 2: p. 6
La giustizia in galera?

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“Appare evidente che investire nella prevenzione primaria non rende in termini elettorali. I risultati si percepiscono nel lungo periodo e non sono spendibili subito, mentre al politico interessano proposte di immediata attuazione. Inoltre, la prevenzione è globale e non genera interessi economici focalizzati ai pochi gruppi di potere.”

Luigi Gaetti (1959) politico e medico italiano

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 235 del 23 aprile 2014. Roma, 23 aprile 2014.

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“«Ce lo chiede il popolo italiano», dicevate. Ma quando avete visto gli italiani scendere in piazza al grido: «Senato delle autonomie subito!»? Ho visto gli italiani lottare per i propri diritti costituzionalmente garantiti, non certo per avere una Camera di nominati, non certo per una riforma che non farà trovare lavoro al 43 per cento di giovani disoccupati, che non migliorerà la sanità, sempre lasciata in balìa degli avidi appetiti delle Regioni, con le note disuguaglianze tra quelle virtuose e quelle no. Chi di voi avrebbe la faccia tosta di dire che il bicameralismo rallenta il procedimento legislativo? […] Allo stesso modo non vi interessa la soluzione del conflitto di interessi che viola il principio costituzionale dell'uguaglianza di tutti i cittadini nell'accesso alle cariche elettive, sempre sacrificata sull'altare del baratto politico. Queste sono le vere riforme che il popolo italiano ci e vi chiede, non per cancellare, ma per attuare la nostra legge fondamentale, la «grande incompiuta», come diceva Calamandrei, per realizzare pienamente i principi della nostra Costituzione. Tutto questo però il Premier fa finta di non saperlo. Tanti giornali titolano: «Renzi vuole uscire vincitore», come se il nostro ordinamento costituzionale fosse la scommessa di un Premier infantile, il premio da attribuire a un narciso egoista, arrogante sul piano nazionale e irrilevante su quello europeo. E chi se ne frega se nelle università, così come nei pochi media liberi e tra i nostri banchi, in molti disperatamente chiedono di fermare una riforma sbagliata.”

Paola Taverna (1969) politica italiana