Frasi su palestinese

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema palestinese, israeliano, stato, mondo.

Frasi su palestinese

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“Marcos è gay a San Francisco, nero in Sudafrica, asiatico in Europa, chicano a San Isidro, anarchico in Spagna, palestinese in Israele, indigeno nelle strade di San Cristóbal, ragazzino di una gang a Neza, rocker a Cu, ebreo nella Germania nazista, ombudsman nella Sedena, femminista nei partiti politici, comunista nel dopo Guerra fredda, detenuto a Cintalapa, pacifista in Bosnia, mapuche nelle Ande, maestro nella Cnte, artista senza galleria o cartelle, casalinga un sabato sera in qualsiasi quartiere di qualsiasi città di qualsiasi Messico, guerrigliero nel Messico della fine del XX secolo, scioperante nella Ctm, reporter di note di riempimento nelle pagine interne, maschilista nel movimento femminista, donna sola nella metro alle 10 di sera, pensionato annoiato nello Zócalo, contadino senza terra, editore marginale, operaio disoccupato, medico senza impiego, studente anticonformista, dissidente nel neoliberismo, scrittore senza libri né lettori e, certamente, zapatista nel sud-est messicano. Marcos è tutte le minoranze rifiutate e oppresse, resistendo, esplodendo, dicendo "¡Ya basta!"”

Subcomandante Marcos (1957) rivoluzionario messicano

Ora Basta! Tutte le minoranze nel momento di parlare e maggioranze nel momento di tacere e sopportare. Tutti i rifiutati cercando una parola, la loro parola, ciò che restituisca la maggioranza agli eterni frammenti, noi. Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos. (dal comunicato del 28 maggio 1994)

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“Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano.”

Golda Meir (1898–1978) politica israeliana

da una dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969

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“Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Origine: Citato in James Gelvin, Il conflitto israelo-palestinese. Cent'anni di guerra (The Israel-Palestine Conflict, Cambridge University Press, 2005), Torino, Einaudi, 2007, pp. 179-180.

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“Il popolo palestinese chiede libertà e pace e spera di poter condurre una vita normale in terra palestinese con i confini del 1967 e con Gerusalemme est come sua capitale. Siamo convinti che la pace richieda coraggio politico. La pace non può essere raggiunta attraverso la violenza, l'occupazione e le colonie.”

Mahmūd Abbās (1935) politico palestinese

Citazioni di Abū Māzen
Origine: Citato in Razzi da Gaza su Israele: nessun ferito. Obama: "Pace unica via per sicurezza" http://www.repubblica.it/esteri/2013/03/21/news/obama_israele_razzi-55014034/?ref=HREC1-10, La Repubblica, 21 marzo 2013.

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“Il trattato di Camp David e gli accordi successivi conclusi tra il governo egiziano e l'entità sionista sotto gli auspici dell'imperialismo americano costituiscono un tentativo molto grave di sopprimere il diritto del popolo arabo palestinese di riconquistare la sua patria e paese.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

The Camp David agreement and the ensuing accords that were concluded between the Egyptian Government and the Zionist entity under the auspices of the American imperialism, constitute a very serious attempt to do away with the right of the Palestinian Arab people to regain their homeland and country.
Variante: Il trattato di Camp David e gli accordi successivi conclusi tra il governo egiziano e l'entità sionista sotto gli auspici dell'imperialismo americano costituiscono un tentativo molto grave di porre fine al diritto del popolo arabo palestinese di riconquistare la sua patria e paese.

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“In Europa l'immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l'anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?”

Asma al-Assad (1975) moglie del presidente siriano Bashar al-Asad

Variante: In Europa l’immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l’anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?

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“Dacia Maraini è una bravissima scrittrice di romanzi che leggo sempre con piacere; ma nel suo discettare etico-politico ritrovo soltanto gli stanchi luoghi comuni del terzomondismo politicamente corretto. Tiziano Terzani ci ha raccontato con finezza e bravura dell'Asia; ma quando cita – come ricette di salvezza – San Francesco d'Assisi, Gandhi e poi, scendendo di parecchi chilometri, padre Balducci e il mio collega (alla Columbia University) Edward Said, allora cita a sproposito. Personalmente io preferisco i Domenicani ai Francescani. Concedo che Il Cantico di Frate Sole è un testo di un candore commovente. Ma quel candore non può essere trasferito da una età davvero primitiva all'età ultracomplicata del terzo millennio. Quanto a Gandhi, lui aveva a che fare con gli inglesi, e noi non abbiamo a che fare con dei Gandhi. E padre Balducci? Pochi sanno chi fosse. Ma a Firenze negli anni nei quali padre Balducci affascinava il colto e l'inclita (e anche, a quanto pare, Terzani) c'ero anch'io; e ricordo un dibattito nel quale lui attaccò così smodatamente il Papa da costringere il sottoscritto, laico abbastanza catafratto, a fare il papalino, il papofilo. Bel personaggio quel padre Balducci! Ma sempre più bello del cupissimo Edward Said, che scrive bene ma razzola malissimo. Il fatto che Said sia palestinese lo legittima nel suo essere pro palestinesi. Ma non mi risulta che Said abbia mai condannato i suoi uomini-bomba, ed esiste una fotografia che lo coglie, in zona Gaza, che lancia un sasso «intifadico» contro gli israeliani. Lui sarebbe un fautore di «campi di comprensione invece di campi di battaglia?»”

Giovanni Sartori (1924–2017) politologo italiano

On aura tout vu, se ne vedono (e sentono) proprio di tutte.

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“In Israele vince chi porta in dote ai propri elettori più teste palestinesi mozzate.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Gaza. Restiamo umani, p. 95

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“Fin dall'inizio, più di un anno fa, c'era qualche analista di buon senso che credeva alla favola delle armi di distruzione di massa? Era evidente che la guerra in Iraq aveva altri scopi. Destituire quella personcina garbata che si chiama Saddam, spezzare i legami tra il regime di Baghdad e i palestinesi, creare nel cuore del Medio Oriente una possibile democrazia, come elemento scardinante di un pezzo di mondo dominato dall'integralismo. La questione dirimente, su cui non si possono fare analisi a tavolino, è l'esportabilità della democrazia. L'arrivo degli yankees, con il determinante corredo di aiuti economici, aveva saputo riportare libertà e civiltà in Germania, in Italia e in Giappone, le tre nazioni sconfitte nella seconda guerra mondiale. Ma un modello di cambiamento accaduto in passato non è garanzia di successo in altro tempo e altro luogo. Troppo diverse le condizioni di partenza, troppo lontane le mentalità. Certo, gli iracheni non ci hanno accolto con i fiori. Ma davvero qualcuno pensava di rivedere a Baghdad le stesse scene delle ragazze italiane che lanciavano fiori ai soldati americani nel 1944-45? E poi, quante fazioni ci sono dentro l'Iraq? Quante etnie, quante consorterie, quanti interessi? L'errore, che è tragico oltre che ridicolo, è l'illusione di riuscire a imporre, con l'azione delle armi, una logica democratica, a cui il civilissimo Occidente è arrivato dopo secoli di storia complessa. Tra un mese dieci nuovi paesi entreranno nell'UE. Ci sono arrivati non per interventi esterni, ma perché ha agito l'esigenza della libertà. Dall'interno.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair, n. 29, 29 aprile 2004
Citazioni di Mina

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“[…] un sistema di apartheid con due popoli sulla stessa terra ma completamente separati uno dall'altro, con gli israeliani completamente dominanti che reprimono la violenza privando i palestinesi dei loro elementari diritti umani. Questa è la politica perseguita attualmente.”

Jimmy Carter (1924) 39º presidente degli Stati Uniti d'America

da Palestine: Peace not Apartheid; citato in Joseph Halevi, Quell'apartheid nel titolo che Israele non gli perdonerà mai, Il manifesto, 19 aprile 2008

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“Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell'ideale dell'unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassini politici. Questa è la verità della storia.”

Bettino Craxi (1934–2000) politico italiano

dall'intervento alla Camera dei Deputati sulla questione palestinese, 6 novembre 1985
Origine: Resoconto stenografico http://legislature.camera.it/_dati/leg09/lavori/stenografici/sed0373/sed0373.pdf delle seduta.

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“Il primo quarto del prossimo secolo vedrà l'eliminazione dell'entità sionista e lo stabilimento dello Stato Palestinese su tutto il territorio della Palestina. Il forte non rimarrà forte per sempre e il debole non resterà debole per sempre. Le cose cambieranno.”

Ahmed Yassin (1937–2004) politico palestinese

da una conferenza del 1998
citazione necessaria, Troppo generico: se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“Noi diciamo niente Stato palestinese senza Gerusalemme e Striscia di Gaza, per questo stiamo lavorando a una riconciliazione con Hamas.”

Mahmūd Abbās (1935) politico palestinese

Citazioni di Abū Māzen
Origine: Citato in Abu Mazen: "Il governo italiano riconosca la Palestina. l'Europa può aiutare il percorso di pace" http://www.repubblica.it/esteri/2016/11/01/news/_il_governo_italiano_riconosca_la_palestina_l_europa_puo_aiutare_il_percorso_di_pace_-151048940/?ref=HREC1-9, Repubblica.it, 1° novembre 2016.

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“A mio parere ci sono tre ragioni per le quali l'antisemitismo riappare con vigore. La prima è che, storicamente, cresce sempre di più quando e dove l'economia va male. In un momento in cui la disparità di reddito è in crescita, quando centinaia di milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà, alcuni trovano negli ebrei il capro espiatorio piuttosto che guardare la vera fonte dei loro problemi. La seconda è un odio irrazionale e fuori luogo verso Israele. Troppe persone lo vedono come uno stato di apartheid e incolpano gli abitanti di un’intera religione per ciò che, in verità, sono le decisioni nazionali di politica interna. Qualcuno crede davvero che le vittime innocenti di quel negozio kosher a Parigi e in quel bar mitzvah in Danimarca avessero qualcosa a che fare con le politiche israeliane e palestinesi o la costruzione di insediamenti a duemila miglia di distanza? La terza ragione è semplice demografia. L’Europa è ora sede di 25 a 30 milioni di musulmani, due volte tutta la popolazione ebraica del mondo. All'interno di ogni comunità religiosa ci sarà sempre una frangia estremista, le persone che sono radicalizzate e guidate dall'odio, respingono le religioni che hanno bisogno di predicare il rispetto, la tolleranza e l'amore. Stiamo vedendo gli effetti amplificati di quel piccolo elemento radicalizzato. Con Internet, il virus dell’odio può poi accelerare da nazione a nazione.”

Michael Douglas (1944) attore e produttore cinematografico statunitense
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“Io non vorrò mai consegnare i palestinesi all'Olp, così come abbiano consegnato i cambogiani a Pol Pot e i vietnamiti agli eredi di Ho Chi-Minh.”

Marco Pannella (1930–2016) politico e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Paolo Guzzanti, La Stampa, 6 febbraio 1991; citato in Achille, te lo sei voluto, ma ora io ti salverò http://www.radioradicale.it/exagora/achille-te-lo-sei-voluto-ma-ora-io-ti-salvero, RadioRadicale.it.

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“Penso che chiunque voglia creare uno stato palestinese e ritirarsi dai territori occupati da Israele favorirà gli attacchi contro Israele.”

Benjamin Netanyahu (1949) politico israeliano

Origine: Citato in Gwynne Dyer, Il prezzo della vittoria di Netanyahu http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/19/israele-netanyahu-vittoria, Internazionale.it, 19 marzo 2015.

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“[Durante l'Operazione Margine di protezione. ] Israele vuole distruggere definitivamente i palestinesi, è una guerra di puro sterminio. Sono nazisti puri e forse un po' peggio di Hitler perché hanno anche l'appoggio delle grandi democrazie occidentali.”

Gianni Vattimo (1936–2023) filosofo e politico italiano

Sull'operazione Margine di protezione
Origine: Dall'intervista a Cruciani a La Zanzara su Radio24. Citato in Vattimo: "Israele? Nazisti puri, forse peggio di Hitler". E volano insulti con Parenzo http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/07/16/vattimo-israele-nazisti-puri-forse-peggio-di-hitler-e-volano-insulti-con-parenzo/288906/, Il Fatto Quotidiano.it, 16 luglio 2014.

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“L'intera carriera politica di Netanyahu è stata dedicata al sabotaggio degli accordi di Oslo del 1993 (che prevedevano la convivenza pacifica di uno stato palestinese accanto a quello ebraico) e all'insediamento di un numero talmente elevato di coloni nei territori occupati da rendere la nascita di uno stato palestinese fisicamente impossibile.”

Gwynne Dyer (1943) Giornalista canadese

Origine: Da Il prezzo della vittoria di Netanyahu http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2015/03/19/israele-netanyahu-vittoria, Internazionale.it, traduzione di Andrea Sparacino, 19 marzo 2015.

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“Da molti anni Israele ha il record degli attentati. Nessun paese ha avuto tanti civili morti per atti terroristici, nemmeno la Colombia, nemmeno l'Ulster. Per dare un'idea in rapporto alla popolazione, è come se l'Italia avesse subìto una strage di piazza Fontana alla settimana. Quanti stati, in quelle condizioni, sarebbero riusciti a mantenere intatte istituzioni e garanzie democratiche, in una regione dove la democrazia è quasi una bestemmia? Israele, pur con errori, eccessi e contraddizioni, ci è riuscito. Certo, ha risposto con le rappresaglie e le incursioni per stanare stragisti e mandanti nei loro covi, nascosti nei territori occupati. Ma quale governo, sapendo che i terroristi si annidano in un luogo preciso, li lascerebbe circolare? L'unica misura strutturale adottata finora per arginare gli assalti contro le popolazioni inermi (israeliane e arabe) è un muro. Un muro a fronte di una strage di piazza Fontana alla settimana. Sdegno unanime, orrore internazionale, condanna mondiale. Ora arriva il sondaggio della Commissione europea. Che è una benedizione dal cielo. Perché dà la misura della penetrazione del pregiudizio non antisemita, ma antisionista, nell'Europa del 2003. Ma anche perché mette a nudo i retropensieri di una burocrazia internazionale che, preparando le domande, non ha neppure pensato di inserire l'Autorità nazionale palestinese fra i governi che minacciano la pace. E dire che l'Anp è presieduta da Yasser Arafat, il leader di Al Fatah che mantiene un braccio armato: le brigate Al Aqsa, protagoniste dei più feroci attentati terroristici contro civili degli ultimi anni, in diretta concorrenza con Hamas e la Jihad. Arafat è lo stesso personaggio che sabota regolarmente ogni trattativa di pace, stracciando gli accordi con Barak, defenestrando il troppo autonomo Abu Mazen e commissariando Abu Ala che minacciava di pensare con la sua testa.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

5 novembre 2003
l'Unità

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“[Riferendosi all'assalto degli israeliani alla Freedom Flotilla] Le immagini di quanto accaduto stanotte a largo delle coste turche, per mano dell'esercito israeliano, contro i pacifisti, offrono l'idea di una violenza cieca e drammatica. Si tratta di un'aggressione inedita. È la più grave strage compiuta contro chi, da volontario, ha il compito di essere operatore di pace. È un atto di barbarie senza precedenti che dovrebbe determinare indignazione e condanna unanime da parte di tutto il mondo civile. È in atto una vera e propria guerra. Il governo di Israele si macchia di sangue innocente e determina l'insopportabilità della permanenza dell'azione di occupazione militare di Gaza, della negazione al popolo palestinese della propria terra e del proprio destino. È giunto il momento di costruire una mobilitazione internazionale che rappresenti, a fronte delle mille codardie e delle ipocrisie diplomatiche della comunità degli Stati, la leva per produrre cambiamento laddove imperversa invece la logica del muro, la provocazione delle colonie e la violenza di un vero e proprio apartheid etnico.”

Nichi Vendola (1958) politico italiano

Origine: Da Post: Israele, è il momento di una mobilitazione internazionale https://web.archive.org/web/20100603041453/http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/israele-e-il-momento-di-una-mobilitazione-internazionale.html, NichiVendola.it, 31 maggio 2010.

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“La nostra proposta su Gaza vuole trasformare questo momento nefasto [l'operazione Margine di protezione] in un'occasione per fermare le violenze e costruire un negoziato che porti a un'unica soluzione possibile: dare uno Stato ai palestinesi.”

Abd al-Fattah al-Sisi (1954) politico e militare egiziano

Origine: Citato in Gaza, l'Italia sostiene la proposta dell'Egitto. Renzi: "È l'unica possibilità" http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2014/08/02/gaza-italia-sostiene-proposta-dell-egitto-renzi-unica-possibilita_Qv8zAQ8KsKoFRJ19wv6A0O.html?refresh_ce, Il Sole 24 ore.it, 2 agosto 2014.

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“Israele non sta attaccando i civili palestinesi. Israele sta combattendo un'organizzazione terroristica come Hamas che, essa sì, attacca civili israeliani (di origine ebraica e palestinese, cittadini di uno Stato discutibile finché si vuole, ma democratico). Da tre anni, dopo il ritiro di tutti i soldati israeliani dalla Striscia, quel che accade a Gaza non è più responsabilità di Israele, ma del governo di Hamas, che anziché lavorare a costruire lo Stato palestinese, s'è occupato di distruggere quello di Israele. L'ultima volta l'ha fatto un mese fa violando unilateralmente la tregua a suo tempo firmata e riprendendo il lancio di missili su centri abitati e uccidendo civili, anche bambini. Di qui la reazione di Israele. I paragoni fra il sequestro della Achille Lauro da parte di una frazione dell'Olp negli anni '80 e il terrorismo sionista degli anni '30 e '40 del secolo scorso non hanno alcun senso: sequestrare una nave italiana piena di civili e uccidere a sangue freddo un ebreo paralitico in carrozzella non c'entra nulla con la guerriglia finalizzata allo stato palestinese. E salvare un assassino come Abu Abbas dalla giustizia (che l'avrebbe condannato per omicidio e sequestro di persone all'ergastolo) per consegnarlo a Saddam Hussein, cosa che fece Craxi dopo Sigonella, è un atto inqualificabile che non va mai dimenticato.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

14 gennaio 2009

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“Il genio della lampada viene interrogato da Franceschini che gli chiede la pace fra palestinesi e israeliani. Il genio risponde: è irrealizzabile, fammi una seconda richiesta. Allora fammi diventare intelligente come Berlusconi. Replica il genio: torniamo alla prima richiesta.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Berlusconi: non mollo e rilancia su Ue e sicurezza http://www.corriere.it/politica/09_giugno_03/berlusconi_sicurezza_8598a560-5001-11de-84e5-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 3 giugno 2009.

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“Il popolo palestinese sta resistendo da 50 anni; sta resistendo alla colonizzazione di Israele, che l'ha ridotto in un Bantustan sul modello sudafricano e da anni il popolo palestinese mette in campo questa sua lotta, sotto lo sguardo di una comunità internazionale insensibile. Israele non ha una costituzione, non ha mai dichiarato i propri confini e non cerca la pace.”

Moni Ovadia (1946) attore teatrale, drammaturgo e scrittore italiano

Origine: Dall'intervista di Daniele Valisena, Moni Ovadia: «Israele non cerca la pace vuole solo colonizzare» http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca/2014/07/25/news/moni-ovadia-israele-non-cerca-la-pace-vuole-solo-colonizzare-1.9654417, Gazzetta di Reggio, 25 luglio 2014.

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“Il Mediterraneo è stato a lungo rappresentato come il mare dei tanti conflitti. Soprattutto il secolare conflitto tra il mondo cristiano e quello islamico, divenuto un archetipo dei rapporti tra le due religioni e le civiltà ad esse legate. Ancora oggi il Mediterraneo è contrassegnato da una serie di preoccupanti conflitti, come quello tra israeliani e palestinesi. Ma anche la "primavera araba" ha lasciato un'eredità di pesanti tensioni in Egitto e in Libia. Drammatica è la situazione della Siria, ostaggio di una guerra civile con tante interferenze internazionali, dove si scontrano il mondo sunnita e sciita. Anche nel XXI secolo il mare Mediterraneo si presenta come uno spazio dove ci sono tanti conflitti, quasi confermando la storia di secoli, se non di millenni. Il Mediterraneo è un mondo frammentato in tante storie diverse, ma intrecciate l'una con l'altra. In questo mondo di diversità c'è però anche un'unità profonda. Esiste un Mediterraneo che, in qualche modo, lega le sorti dei differenti paesi e delle diverse comunità. Si ripropone il grande tema del vivere insieme nel mondo contemporaneo. La civiltà del convivere, nell'uguaglianza e nel rispetto della libertà, è la grande prospettiva che si apre per il XXI secolo. Vivere insieme riguarda anche i rapporti tra le religioni, le nazioni e le culture di quel sistema complesso rappresentato dal Mediterraneo. Per chi ne percorre le storie si aprono scenari in cui le convivenze di ieri si incrinano, ma anche dove si intrecciano nuovi rapporti.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto, Guerini e Associati, 2014
Libri

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“Ma proprio, direi, guardi, che è il momento di fare le Brigate Internazionali come in Spagna, eh! E certo, perché lì c'è un regime fascista che sta sta distruggendo un popolo intero. In Spagna non era niente in confronto a questo: questo è un genocidio in atto, nazista, razzista, colonialista, imperialista, e qui ci vuole una resistenza […]. Contro gli Israeliani, che bombardano ospedali, cliniche private, bambini eccetera eccetera sparerei, certo; purtroppo non sono capace, ché non ho fatto il servizio militare, essendo figlio unico di madre vedova, però imparerei volentieri […]. Vado lì e combatto contro questi bastardi di Israeliani sionisti, che non hanno niente a che fare con gli Ebrei […]. Io sono a favore della libertà dei Palestinesi, che sono stati cacciati dalla loro terra e vengono distrutti, distrutti, genocizzati da questi qui con la scusa dell'Olocausto […]. Stanno facendo l'Olocausto al rovescio e stanno sterminando i Palestinesi, in tutti i modi […]. [Israele] È uno stato razzista dove c'è una minoranza perseguitata, maltrattata, tenuta senz'acqua, espropriata, murata via via, altro che democrazia, belli miei!”

Gianni Vattimo (1936–2023) filosofo e politico italiano

Origine: Durante la trasmissione radiofonica La Zanzara, 16 luglio 2014; audio disponibile su video.corriere.it http://video.corriere.it/vattimo-frasi-choc-israele-stato-canaglia/f68ba454-0d0f-11e4-b4c9-656e12985e4f

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“I leader palestinesi chiedono di avere uno stato palestinese a una condizione: che non ci siano ebrei. C'è un'espressione per questa cosa: pulizia etnica.”

Benjamin Netanyahu (1949) politico israeliano

Origine: Citato in Netanyahu dice che i leader palestinesi vogliono una “pulizia etnica” http://www.ilpost.it/2016/09/11/netanyahu-palestina-pulizia-etnica/, Il Post.it, 11 settembre 2016.

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“Chissà se al mondo esiste qualcun altro, oltre a noi palestinesi, che sente la mancanza di un aeroporto.”

Suad Amiry (1951) scrittrice e architetto palestinese

Murad Murad

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“[…] è diventato praticamente chiaro per tutti gli arabi, inclusi gli iracheni, che Israele non è una compagine di ebrei, siano essi palestinesi o d'altre origini, che cerca rifugio in seguito alle persecuzioni subite sotto i nazisti. Si tratta invece di un'entità che non esita ad intraprendere atti d'aggressione contro la nazione araba ogni volta che disponga dell'abilità tecnica.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

[...] it has become almost clear to all Arabs, including Iraqis, that "Israel" is not a group of Jews, whether of Palestinian or other origins, seeking a refuge after their persecution under the Nazis. Rather, it is an aggressive entity which does not hesitate to launch acts of aggression against the Arab nation whenever it has the technical ability.

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“Dico chiaramente che gli arabi non dovrebbero accettare d'essere governati dalla legge 'israeliana'. Allo stesso tempo, non dovrebbero accettare la persecuzione di qualsiasi popolo nel mondo, inclusi gli ebrei palestinesi, indipendentemente dal danno inflitto ad essi da 'Israele', o meglio, dal cosiddetto stato di 'Israele', poiché lo consideriamo un'entità aggressiva.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Dico chiaramente che gli arabi non dovrebbero accettare d'essere governati dalla legge 'israeliana'. Allo stesso tempo, non dovrebbero accettare la persecuzione di qualsiasi popolo nel mondo, incluso gli ebrei palestinese, indipendentemente dal male inflitto su di loro da 'Israele', ovvero, il cosiddetto stato di 'Israele', siccome lo consideriamo un'entità aggressiva.

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“Era considerato un «criminale di guerra» dai palestinesi e un politico avventuroso da molti intellettuali israeliani. Un uomo imprevedibile, spericolato e intraprendente. Amante della guerra ma anche della quiete nella sua fattoria modello doveva faceva l'agricoltore. Interdetto come ministro della Difesa, dopo un lungo periodo di disgrazia, è diventato primo ministro. Un capo del governo capace di sorprendere, di stupire, così come aveva sorpreso e stupito come capo militare. Ha deciso la costruzione del muro fra i territori palestinesi e Israele, e al tempo stesso ha abbandonato Gaza ai palestinesi. Una concessione territoriale al momento eccezionale, rivelatasi poi insidiosa per l'autorità palestinese, dominata dall'Olp moderata, che ha perduto il controllo di quella provincia, dominata dalla più intransigente Hamas. L'iniziativa di Sharon tendeva forse a dividere gli avversari, ma era accompagnata da una politica tesa a stabilire rapporti distensivi con molti paesi arabie con gli stessi palestinesi. Da uomo di una destra spesso estrema, che aveva favorito l'insediamento di numerose colonie israeliane in Cisgiordania, è diventato un politico aperto a soluzioni pacifiche. Ha abbandonato il Likud e ha fondato un partito di centro, Kadima per questo è stato accusato di tradimento da alcuni suoi amici. E per non pochi vecchi nemici è apparso invece come un leader capace di favorire una vera intesa. La sua energia sembrava rivolta verso una giusta direzione. Ma il suo cervello ha ceduto. È intervenuta la morte cerebrale. Otto anni dopo diventata morte totale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“Nella sua lunga vita politica è stato tutto: è stato il creatore dell'identità palestinese (che prima di lui non era riconosciuta); è stato il terrorista; il premio Nobel per la Pace; l'uomo di Stato rispettato; poi di nuovo il sospettato di terrorismo; e infine il reietto, al quale Gerusalemme e Washington (e i suoi lacchè) rifiutavano di parlare. E lui stesso Arafat sembrava paralizzato, avvinghiato al potere, incapace di trasferirne almeno una parte a personaggi meno condizionati dal lungo passato.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Nella sua lunga vita politica è stato tutto: è stato il creatore dell'identità palestinese (che prima di lui non era riconosciuta); è stato il terrorista; il premio Nobel per la Pace; l'uomo di Stato rispettato; poi di nuovo il sospettato di terrorismo; e infine il reietto, al quale Gerusalemme e Washington (e i suoi lacché) rifiutavano di parlare. E lui stesso Arafat sembrava paralizzato, avvinghiato al potere, incapace di trasferirne almeno una parte a personaggi meno condizionati dal lungo passato.

“Il piglio del capo era evidente, ma colpiva anche lo sguardo tra il cameratesco e il paterno che rivolgeva ai subalterni. Nessuna agitazione nei gesti, malgrado gli schianti dell'artiglieria e dei bombardamenti aerei. Come coloro che conoscono la vera arte del comando, poteva alzare la voce, anzi l'alzava, ma senza toni minacciosi. Intimoriva, esortava e rassicurava coloro che obbedivano. Sapeva trascinarli. La sua prepotenza si manifestava altrove, nell'offensiva contro i palestinesi, ai quali non dava tregua scaricando su di loro tutti i mezzi dell'efficace esercito israeliano.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Il piglio del capo era evidente, ma colpiva anche lo sguardo tra il cameratesco e il paterno che rivolgeva ai subalterni. Nessuna agitazione nei gesti, malgrado gli schianti dell'artiglieria e dei bombardamenti aerei. Come coloro che conoscono la vera arte del comando, poteva alzare la voce, anzi l'alzava, ma senza toni minacciosi. Intimoriva, esortava e rassicurava coloro che obbedivano. Sapeva trascinarli. La sua prepotenza si manifestava altrove, nell'offensiva contro i palestinesi, ai quali non dava tregua scaricando su di loro tutti i mezzi dell'efficace esercito israeliano.
Origine: Da Il piglio del capo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/01/12/il-piglio-del-capo.html?ref=search, la Repubblica, 12 gennaio 2014.

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“Arafat è un bugiardo, non fidatevi di Arafat, non confondete il sostegno a lui con il sostegno al popolo palestinese, per noi è un morto che cammina, lo vogliono morto gli israeliani, lo vogliono morto i palestinesi.”

Bashar al-Assad (1965) politico siriano

Origine: Citato in Assad attacca Arafat Ormai è fuori dai giochi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/02/21/assad-attacca-arafat-ormai-fuori-dai-giochi.html?ref=search, la Repubblica, 21 febbraio 2002.

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“Non posso immaginare quale sia il nesso tra la lotta dei palestinesi nei monti più alti del Libano e la liberazione della Palestina.”

Hafiz al-Assad (1930–2000) politico e militare siriano

I cannot imagine what the connection is between the fighting of Palestinians in the highest mountains of Lebanon and the liberation of Palestine.

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