Frasi su regola
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“L'amore ti rende alla regola, perché è l'amore che ti regola, che ti fa camminare continuamente, ti fa essere puntuale.”

Oreste Benzi (1925–2007) presbitero italiano

Pane quotidiano – settembre/ottobre 2008

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“Allegri ha dalla sua un curriculum importante con uno scudetto. Stramaccioni ha tutte le carte in regola, compresa una grande squadra, per diventare un tecnico importante.”

Maurizio Ganz (1968) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Ganz a FcIN: "La Coppa Uefa '98 è anche mia. Su derby, Cassano e..." http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=93943, Fcinternews.it, 3 ottobre 2012.

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“Se si è dei buoni conformisti e si rispettano le regole, non vengono idee.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Dall'intervista di Fabio Fazio a Che tempo che fa del 31 ottobre 2009.

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“REGOLA 8. NESSUNO PUÒ TOGLIERTI NULLA SE NON SEI TU A DARGLIELA”

Eve Ensler (1953) drammaturga statunitense

Origine: Io sono Emozione, p. 115

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“Il musulmano ha con il suo Dio un rapporto basato sulla paura. Per il musulmano il concetto di divinità è assoluto. Il nostro Dio pretende una sottomissione completa. Ti premia se rispetti le Sue regole fino nei minimi dettagli. Se le infrangi invece ti punisce duramente sia in terra, con malattie e catastrofi naturali, sia nell'aldilà, con il fuoco dell'inferno.
La morale dell'islam deriva da un'unica fonte: il profeta Maometto. Maometto è infallibile. Si potrebbe quasi dire che sia egli stesso un dio, ma nel Corano c'è scritto specificatamente che Maometto è un uomo, l'uomo migliore, l'uomo più perfetto, pari a un dio. Noi dobbiamo vivere secondo il suo esempio. Ciò che è scritto nel Corano, è quello che Maometto ha raccontato che Dio ha detto. Le migliaia di hadíth – le testimonianze di ciò che Maometto ha detto e fatto e dei consigli che ha dato, che ci sono state tramandate in grossi volumi – indicano esattamente come doveva vivere un musulmano nel VII secolo. In questi testi i fedeli musulmani cercano quotidianamente indicazioni su come devono vivere nel XXI secolo.
L'islam subisce pesantemente il dominio di una morale sessuale derivata da valori tribali arabi che risalgono all'epoca in cui Allah rivelò il Suo messaggio al Profeta: una cultura nella quale le donne erano proprietà di padri, fratelli, zii, nonni e tutori. Della donna in sostanza conta allora soltanto la verginità, e il suo velo ricorda in permanenza al mondo esterno la morale soffocante che rende i maschi musulmani proprietari delle donne e li costringe a impedire i contatti sessuali delle loro madri, sorelle, zie, cognate, nipoti e mogli. Questo non riguarda soltanto la convivenza: alle donne è vietato anche solo guardare un uomo, sfiorargli un braccio o stringergli la mano. Il rispetto e l'onore di cui un uomo gode sono direttamente proporzionali alla castità e all'obbedienza delle donne della sua famiglia.”

Ayaan Hirsi Ali (1969) politica e scrittrice somala
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“Kant ha scacciato via come imperfetto e come immaturo ogni precetto morale "dettato dall'alto", cioè ogni regola morale che si possa dimostrare in disaccordo con la ragione.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Variante: Kant ha scacciato via come imperfetto e come immaturo ogni precetto morale "dettato dall’alto", cioè ogni regola morale che si possa dimostrare in disaccordo con la ragione.
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 25

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“[Kant] Egli ci dà delle massime formali, cioè delle regole di principio, le quali non dicono: «Fai questo o quello», ma piuttosto: «Qualunque cosa tu faccia, fallo ispirandoti a questo criterio.»”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 4, Come è possibile agire bene, p. 74

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“Il grande gioco della politica internazionale, dopo il crollo delle Torri gemelle, è stato forse più di prima costruito a tavolino. Senza grandi rapporti con la realtà. Anzi. Proprio una cattiva conoscenza della realtà ha reso più vulnerabili – nel momento della massima potenza – gli Stati Uniti. E con loro l'Occidente tutto. Buonsenso vorrebbe, dunque, che il grande Risiko riponesse nella scatola soldatini e carri armati e rimettesse in funzione i vecchi sistemi: la conoscenza approfondita e vera di quanto sta succedendo oltre la soglia di casa. Così ancora non avviene. Soprattutto non c'è ancora un rapporto alla pari con gli arabi, senza il quale non si possono risolvere la diffidenza e la sfiducia. Non dobbiamo esportare la nostra democrazia, né con i carri armati né con lo sguardo mellifluo di chi vuole imporre le proprie regole con altri mezzi, meno violenti ma non per questo meno discutibili. Dobbiamo (semplicemente?) leggere quale concetto di democrazia sta emergendo nelle élite arabe. Dobbiamo accettare che il loro modello di democrazia (che i sostenitori dell'islam politico cosiddetto "modernista" considerano islamizzabile) sia diverso, e che possa avere una sua dignità specifica. D'altro canto, per molti dei musulmani arabi la nostra – di democrazia – non rispetta i loro, di valori.”

Paola Caridi (1961) giornalista e scrittrice italiana

conclusioni, p. 164
Arabi invisibili

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“Usando amore per le persone e odio per i vizi.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

da La regola 4, 10
Variante: Usando amore verso le persone e odio verso i peccati.

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“Una volta mi dissero che non gioco secondo le regole di Hollywood, ed è per questo che non sono una grande star. Quello che intendevano quando me l'hanno detto è che non vado alle feste, e quando vado a un provino e non mi piace la sceneggiatura, lo sanno. Io non flirto e non imbroglio le persone che sto incontrando. Subito dopo, queste persone mi dissero: "Quando ti metti con passione su di un ruolo, non c'è nessuno che ti può toccare, ma devi imparare a farlo questo…"”

Sherilyn Fenn (1965) attrice statunitense

Ma io non sono capace di stare lì e far finta che amo qualcosa quando non è così!
I was told once that I didn't play the Hollywood game, and that's why I wasn't a big star. What they meant when they said that was that I don't go to parties, and when I go to an audition and I don't like the script, they know it. I don't flirt and I don't play the people that I'm meeting with. In the next breath, this person said to me, ‘When you're passionate about a role, there's nobody that can touch you, but you have to learn to do this also...’ But I don't know how to sit there and pretend I love something when I don't!
Origine: Citata in Jill Daniel, Fenntastic, Orange Coast, gennaio 1999.

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“Ai suoi inizi, il liberalismo esprime l'autocoscienza di una classe di proprietari di schiavi o di servi, che si va formando mentre il sistema capitalistico comincia a emergere e ad affermarsi grazie anche a quelle pratiche spietate di espropriazione e oppressione messe in atto nella metropoli e soprattutto nelle colonie e da Marx descritte quale «accumulazione capitalistica originaria». Contro il dispotismo monarchico e il potere centrale questa classe rivendica l'autogoverno e il godimento tranquillo della sua proprietà (compresa quella in schiavi e servi), il tutto all'insegna del governo della legge, del rule of law. Possiamo allora dire che quella liberale è la tradizione di pensiero che con più rigore ha circoscritto un ristretto spazio sacro nell'ambito del quale vigono le regole della limitazione del potere; è una tradizione di pensiero caratterizzata, più che dalla celebrazione della libertà o dell'individuo, dalla celebrazione di quella comunità degli individui liberi che definisce lo spazio sacro.
Non a caso, i paesi classici della tradizione liberale sono quelli in cui, attraverso il puritanesimo, più profondamente ha agito l'Antico Testamento. Ciò vale già per la rivoluzione olandese o, perlomeno, per i boeri di origine olandese, che si identificano col «popolo eletto». E vale a maggior ragione per l'Inghilterra: a partire soprattutto dalla Riforma, gli inglesi si considerano la nuova Israele, «il popolo investito dall'Onnipotente d'una missione al tempo stesso particolare e universale». Questa ideologia e questa coscienza missionaria si diffondono, ulteriormente enfatizzate, al di là dell'Atlantico. Basti pensare a Jefferson, il quale propone che lo stemma degli Stati Uniti rappresenti i figli di Israele guidati da un fascio di luce. E di nuovo si fa sentire in tutta la sua radicalità la distinzione tra spazio sacro e spazio profano.”

cap. IX, 4, p. 305
Controstoria del liberalismo

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“Nelle mie canzoni ci sono troppe parole e le regole della radio di oggi le parole le mettono al bando.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“[…]Era la mia regola, in barca non portavo nessuno. Era la mia isola.”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

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“Risuscitando il mito di Faust Mann fa sì che Adriano, per salvarsi dall'aridità e dalla crisi dell'arte contemporanea, crisi che è nello stesso tempo crisi di una civiltà al tramonto, stringa un patto con il diavolo che gli darà la grandezza e la potenza creatrice in cambio della rinunzia all'amore e alla salvezza della sua anima. Per Mann la Germania, sfiduciata, inibita ed impotente, ha tentato di liberarsi dalle sue inibizioni con la morbosa e diabolica intossicazione nazista. Sembra che anche l'arte, nel mondo contemporaneo, non riesca a sopravvivere se non si allea con il morboso e con il diabolico, e se non ride di sè condannandosi nel momento stesso nel quale si crea, risolvendosi nella parodia di se stessa L'arte e in particolare la musica, è oggi, nel massimo disordine, nella massima ambiguità. Come uscirne? Come superare il caos? Come e dove trovare un principio, un ordine, un si stema di regole? Politicamente tale ordine è stato cercato nella negazione della libertà. Il compositore Adriano Leverkühn lo cerca nelle nuove regole della musica dodecafonica dopo essersi anche lui diabolicamente intossicato servendosi della malattia, della sifilide, come di una mostruosa droga, per stimolare la propria fecondità estetica, per poi sprofondare nella notte fonda della pazzia e della morte.”

Enzo Paci (1911–1976) filosofo italiano

Origine: Da Profili: Thomas Mann, L'Italia che scrive, a. XXXIX, n. 1, gennaio 1956, p. 2.

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“Il calcio non è chimica, non ha regole universali.”

Claudio Ranieri (1951) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Mario Sconcerti, «Io parlo poco di tattica, voi correte» Così Ranieri è in vetta con il Leicester http://www.corriere.it/sport/16_febbraio_07/io-parlo-poco-tattica-voi-correte-intervista-ranieri-leicester-50e5a22a-cd16-11e5-a5a3-6d487a548e4e.shtml, Corriere.it, 7 febbraio 2016.

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“Che gli italiani siano capaci di emanare leggi di riforma, ci credo senz'altro. L'Italia è la più grande produttrice di regole, ognuna delle quali è una riforma, è la riforma di un'altra regola. Gli stessi esperti pare che abbiano perso il conteggio delle leggi, dei regolamenti che vigono in Italia: c'è qualcuno che parla di 200.000, altri di 250.000. Ora, quando si pensa che la Germania ha in tutto 5.000 leggi, la Francia pare 7.000, l'Inghilterra nessuna, quasi nessuna – ha dei principi, così stabiliti. A cosa ha portato tutta questa proliferazione? A riempire gli scantinati dei nostri pubblici uffici, dove ci sono questi mucchi di legge che nessuno va nemmeno a consultare perché ognuna di queste leggi poi offre il modo di evaderle. Questa è la grande abilità dei legislatori italiani. I legislatori italiani sono quasi tutti degli avvocati. E gli avvocati a che cosa pensano? A ingarbugliare le leggi in modo da restarne loro i supremi e unici depositari. […] Riforme: hai voglia se ne faremo, continuiamo a farne, è la nostra vocazione, questa. Quanto poi all'attuazione, allora è un altro discorso: le leggi in Italia non vengono osservate, anche perché sono formulate in modo che si possano non osservare. Ed è questo che spiega l'abbondanza, la prodigalità delle nostre classi politiche, delle nostre classi dirigenti, nello sfornarne di continuo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Dal Governo Dini all'Ulivo
Interviste

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“L'incontro Berlusconi-Veltroni potrebbe rivelarsi storico se avesse avuto per oggetto la storia del Paese. Ma un incontro che ha per oggetto la regola per ripartirsi al meglio per tutti e due i posti in Parlamento, che incontro storico vuole che sia?”

Arturo Parisi (1940) politico italiano

dall'intervista di Fabio Martini, " Walter, un voltafaccia che pagheremo caro" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071203/gevx1.tif, La Stampa, 3 dicembre 2007, p. 7

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“Ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli.”

Gianroberto Casaleggio (1954–2016) imprenditore e politico italiano

Origine: Citato in M5S, Casaleggio blinda le regole: "Noi Movimento mai partito" http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2015/06/11/casaleggio-blinda-regole-noi-movimento-mai-partito_NZvq5Djj64mNCoSOdB7brJ.html, Adnkronos.com, 11 giugno 2015.

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“Oggi mi accorgo che una regola la capisco meglio attraverso i casi che le sfuggono.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Origine: Storia di Irene, p. 29

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“Supponiamo, ad esempio, un mondo rinchiuso un una grande sfera e soggetto alle seguenti leggi:
1) la temperatura non è uniforme;
2) è massima al centro, diminuisce man mano che ci si allontana da esso, per ridursi allo Zero Assoluto quando si raggiunge la superficie della sfera che racchiude questo mondo.
Preciso meglio la legge secondo cui la temperatura varia. Sia R il raggio della sfera limite: sia r la distanza fra il punto considerato e il centro di tale sfera. La temperatura assoluta sarà proporzionale a R2 – r2. Suppongo ancora che, in questo mondo, tutti i corpi abbiano lo stesso coefficiente di dilatazione, in modo tale che la lunghezza di un qualunque regolo sia proporzionale alla sua temperatura assoluta. Supporrò infine che un oggetto, trasportato da un punto all'altro, essendo diversa la sua temperatura, si ponga immediatamente in equilibrio calorifico con il suo nuovo ambiente. In queste ipotesi, nulla è contraddittorio o inimmaginabile. Un oggetto mobile diverrà allora sempre più piccolo nella misura in cui ci si avvicinerà alla sfera limite. Osserviamo innanzitutto che, se questo mondo è limitato sul piano della nostra abituale geometria, apparirà come infinito ai suoi abitanti. Se essi volessero avvicinarsi alla sfera limite, si raffredderebbero e diverrebbero sempre più piccoli. I loro passi sarebbero sempre più brevi, al punto che essi non potrebbero mai raggiungere la sfera limite. […] Farò ancora un'altra ipotesi. Supporrò che la luce attraversi mezzi diversamente rifrangenti e in modo tale che l'indice di rifrazione sia inversamente proporzionale a R2 – r2. E' facile constatare che, in queste condizioni, i raggi luminosi non sarebbero rettilinei, ma circolari. […] Se fondassero una geometria, essa non sarebbe come la nostra, e cioè uno studio dei movimenti dei solidi invariabili. Sarebbe […] la geometria non euclidea. Così, individui come noi, la cui educazione si realizzasse in un mondo simile, non avrebbero la nostra stessa geometria.”

Henri Poincaré (1854–1912) matematico, fisico e filosofo francese

Origine: La scienza e l'ipotesi, pp. 73-ss.

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