Frasi su servizio
pagina 3

Papa Giovanni Paolo II photo
Papa Giovanni Paolo II photo
Hermann Broch photo
William Boyd photo
Thomas Robert Malthus photo
Papa Francesco photo

“Il vero potere è il servizio.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, Santa Messa per l'inizio del Ministero Petrino http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130319_omelia-inizio-pontificato_it.html, Piazza San Pietro, 19 marzo 2013

Vincenzo de' Paoli photo

“Il servizio dei poveri deve essere preferito a tutto. Non ci devono essere ritardi.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

Lettere e conferenze spirituali

Alain de Botton photo

“Chi pronuncia parole d'amore è come chi lancia un messaggio in codice con una tramittente difettosa, senza mai essere sicuro di cosa viene captato (e, ciò, nonostante, come un dente di leone che libera infinite spore dalle quali una minima parte si riproduce, quel furtuito, ottimistico tentativo di telecomunicazione va compiuto – fiducia nel servizio postale).”

Alain de Botton (1969) scrittore svizzero

On Love
Variante: Chi pronuncia parole d'amore è come chi lancia un messaggio in codice con una trasmittente difettosa, senza mai essere sicuro di cosa viene captato (e, ciò nonostante, come un dente di leone che libera infinite spore delle quali una minima parte si riproduce, quel fortuito, ottimistico tentativo di telecomunicazione va compiuto - fiducia nel servizio postale).

Charles Louis Montesquieu photo
Serena Williams photo

“[Sul suo servizio] Se potessi farne un prodotto, lo imbottiglierei, lo impacchetterei in qualche modo, e poi lo venderei a un milione di dollari. Almeno mi sistemerei a vita!”

Serena Williams (1981) tennista statunitense

Origine: Citato in Davide Uccella, Serena: "Il mio servizio? Fosse possibile lo venderei" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/07/10/741874-serena_servizio_fosse_possibile_venderei.shtml, Ubitennis.com, 10 luglio 2012.

Tito Lívio photo

“Quella che prima era solo una forma di servizio, cominciò ad essere considerata un'arte.”

XXXIX, 6; 1997
Quod ministerium fuerat, ars haberi coepta.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL
Origine: Ci si riferisce alla cucina e all'arte culinaria dei cuochi che nel periodo di contatto con la cultura mediterranea prende avvio.

Tito Lívio photo

“Tutti quelli che prestavano servizio in Africa erano fantasmi svolazzanti e solo Scipione era fatto di carne ed ossa.”

sommario del libro XLIX; 1997
[R]eliquos, qui in Africa militarent, umbras volitare, Scipionem vigere.
Ab urbe condita, Libro XLI – Libro CXL

Richard Stallman photo
Richard Stallman photo
Brad Gilbert photo
Brad Gilbert photo
Brad Gilbert photo
Pier Ferdinando Casini photo
Eduard Gans photo
David Draiman photo
George Steiner photo

“Abbiamo più che mai bisogno di libri, ma anche loro hanno bisogno di noi. Qual più bel privilegio di porci al loro servizio?”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

da Un libro cambia la vita, La Stampa, 11 maggio 2000, p. 27

Michael Novak photo
Leonardo Del Vecchio photo

“Sono uscito dal consiglio delle Generali perché quando da assicuratori si vuole diventare finanzieri non si fa un buon servizio all'azienda. Purtroppo è un vizio nazionale: tutti vogliono fare il mestiere di altri.”

Leonardo Del Vecchio (1935) imprenditore italiano

Origine: Citato in Andrea Greco, Del Vecchio sale in Generali e boccia il management: "Troppa finanza" http://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/04/28/news/del_vecchio_sale_in_generali_e_chiede_la_testa_del_management_troppa_finanza-34085652/?rss, la Repubblica, 28 aprile 2012.

Frédéric Ozanam photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo

“Riflettendo su questi testi biblici [il Vangelo proposto dalla liturgia in quella domenica, Mt 21, 28-32], ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas. Una sola parola che sintetizza l'essenziale della vita cristiana e indica l'indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell'autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l'altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore… Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili". E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L'umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. È stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro. "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

28 settembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080928_it.html
Angelus, Regina Coeli

Giovanni Semeria photo
Carl Sagan photo
Andre Agassi photo
Arthur Ashe photo

“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

Leonardo Sciascia photo
Giovanni Leonardi photo

“Avanti gli occhi della mente solo l'onore, il servizio e la gloria di Cristo Gesù Crocifisso.”

Giovanni Leonardi (1541–1609) presbitero italiano

Origine: citato in Benedetto XVI, udienza del mercoledì del 7 ottobre 2009 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20091007_it.html

Stefan Edberg photo
Stefan Edberg photo

“Il destino comune a tutti i fondatori di sette o di scuole filosofiche non ha risparmiato il grande Tolstoj.
I suoi discepoli appartengono a tre categorie: gli uni si occupano del loro perfezionamento morale interiore e hanno l'aria di disprezzare ogni attività politica.
Sono questi gli adoratori della lettera della legge.
Gli altri abbandonano i sentieri battuti della vita, la loro posizione privilegiata, rinunciano alla loro fortuna, scendono in basso nella piramide sociale e guadagnano la vita col lavoro fisico. Sono i volontari del fronte del lavoro del genere umano.
Infine gli ultimi, senza abbandonare le loro conoscenze speciali, mettono proprio queste al servizio delle masse popolari. Sono essi i servitori del popolo.
Gli adepti della prima categoria "i puri masticatori della lettera", sono rari nell'ambiente del Maestro. Oltre al perfezionamento personale e interiore, quasi tutti si incaricano di copiare, pubblicare e far leggere gli scritti proibiti. È questa un'attività utile per gli altri.
La seconda categoria ha prodotto molte felici e potenti comunità agricole, coltivatori eccellenti e illuminati in Russia, in America e altrove.
La terza infine dà ai popoli dei servitori e degli amici capacissimi, di una completa devozione e di un assoluto disinteresse.
Tale era il dottor Duscian Makovitzkij, amava i poveri e li curava con devozione, senza posa e quasi sempre gratuitamente.”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 56-57

Roberto Mattioli photo
John Betjeman photo
Anna Maria Cancellieri photo
Giovanni Della Casa photo

“I potenti le fatiche e i servizi da' bassi ricercano; i bassi all'incontro ricchezza e dignità da' potenti desiderano.”

Giovanni Della Casa (1503–1556) letterato, scrittore e arcivescovo cattolico italiano

Tractatus de officiis inter potentiores et tenuiores amicos

Emiliano Brancaccio photo
Angelo Scola photo
Antonio Spadaro photo
Guillermo Vilas photo

“[Su Del Potro] Ha un servizio impressionante e un diritto formidabile, ha davanti un grande futuro.”

Guillermo Vilas (1952) tennista argentino

Origine: Citato in Domenico Calcagno, La prima volta di Del Potro, l' argentino benedetto da Vilas https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/16/prima_volta_Del_Potro_argentino_co_9_090916085.shtml, Corriere della Sera, 16 settembre 2009.

Tim Henman photo
Tim Henman photo
Achille Campanile photo
David Foster Wallace photo
David Foster Wallace photo
David Foster Wallace photo

“L'educazione al servizio dello Stato, l'istruzione del cittadino costituisce un dovere necessario ed importante di ogni educatore.”

Sergej Hessen (1887–1950) pedagogista russo

Origine: Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia, p. 62

Mahátma Gándhí photo

“Porsi al servizio di tutto ciò che esiste – della Verità – è servire Dio.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 77

Mahátma Gándhí photo

“Mi sto sforzando di vedere Dio attraverso il servizio dell'umanità, perché so che Dio non è né in cielo, né sottoterra, ma in ognuno di noi.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 78

Mahátma Gándhí photo
Sabina Guzzanti photo
Sergio Ricossa photo
Tracy Austin photo
Jack Kramer photo
Jack Kramer photo
Jack Kramer photo
Roger Federer photo
Roger Federer photo
Roger Federer photo
Papa Paolo VI photo
Papa Paolo VI photo
Angelo di Costanzo photo

“[Riferito a Romanzo criminale] La ricostruzione d'ambiente cattura l'attenzione, intuendo la mole di lavoro (rendere gli esterni urbani degli anni Settanta è come rendere quelli del Medioevo), agli attori giovani ci si abitua subito e poi la storia va, col notevole intreccio di partenza tra tensioni e strategie d'epoca, criminali, politiche, servizievoli – nel senso dei Servizi.”

Antonio Dipollina (1960) giornalista, critico televisivo e scrittore italiano

Origine: Da Che bel Romanzo criminale, un'altra fiction è possibile http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/12/che-bel-romanzo-criminale-un-altra-fiction.html, Repubblica.it, 12 novembre 2008.

Paul Josef Cordes photo
Alfredo Panzini photo

“Casi sono due(I). Casistica della Guerra, divulgata (estate 1917) e divenuta popolare (Petrolini), rispecchia parte dell'indole italiana. «Fra poco sarai sottoposto a nuova visita medica ed i casi sono due: o ti fanno non idoneo o ti fanno idoneo; se ti fanno non idoneo te ne freghi; se ti fanno idoneo i casi sono due: o ti mettono in armi speciali od in fanteria; se ti mettono in armi speciali te ne freghi; se ti mettono in fanteria i casi sono due: o ti mandano in zona di guerra o ti mandano in territorio di pace; se ti mandano in territorio di pace te ne freghi; se ti mandano in zona di guerra i casi sono due: o ti mettono ai servizi speciali o ti mandano in trincea; se ti mettono ai servizi speciali te ne freghi; se ti mandano in trincea i casi sono due: o sei ferito leggermente o sei ferito gravemente; se sei ferito leggermente te ne freghi; se sei ferito gravemente i casi sono due: o vai all'altro mondo o guarisci; se guarisci te ne freghi; se vai all'altro mondo i casi sono due: o vai in paradiso o vai all'inferno; se vai in paradiso te ne freghi; se vai all'inferno i casi sono due: o trovi Cecco Beppe o non lo trovi; se non lo trovi te ne freghi; se lo trovi i casi sono due: o lui impicca te o tu impicchi lui; se tu impicchi lui te ne freghi; se lui impicca te, requie all'animaccia tua.»”

Alfredo Panzini (1863–1939) scrittore e critico letterario italiano

N.B. Questo classico me ne frego non so se, in basso, sia filosofia, ma in alto è delitto. Vedi E CHI SE NE FREGA. MENEFREGHISMO.
Dizionario Moderno

Janine Jansen photo
Georg Kerschensteiner photo
Carlo Lucarelli photo
Nico Perrone photo

“Meglio, in politica, avere rappresentato venti bandiere che nessuna? – scrisse pensando a lui Benedetto Croce. Indro Montanelli nella sua biografia di Garibaldi, Luigi Magni nel suo film Il generale ce lo hanno rappresentato come un simpatico birbante. E anche Nico Perrone […] ci presenta una non schematica riabilitazione: anche a sorpresa, rispetto a un titolo che sembrerebbe ben altrimenti critico. È vero, riconosce, Liborio Romano era un voltagabbana. Ma non per volgare tornaconto personale, bensì sempre al servizio di progetti autenticamente riformisti. In campo penale, ad esempio, si dovette al suo pur breve passaggio per il governo delle Due Sicilie l'abolizione della pena barbarica delle legnate. E in campo sociale fu promotore alla Camera di una proposta di riforma agraria che forse contribuì al suo isolamento politico più ancora delle troppe giravolte. Naturalmente, molto dipende poi dal modo in cui si vuole valutare il passaggio dal Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia. Perrone non nasconde affatto i nodi dell'Unità, dall'accentramento brutale alla feroce repressione del brigantaggio. Ma non indulge neanche sull'opposta retorica della monarchia borbonica come mitica età dell'oro: prima ancora dei bersaglieri contro i briganti erano stati i soldati di Ferdinando I a tagliare teste in quantità per reprimere la rivolta del Cilento del 1828, e gli investimenti infrastrutturali e industriale che pur la dinastia borbonica aveva fatto si concentravano a Napoli dimenticando il resto del Regno. Romano, a suo modo, era stato appunto fautore di un fallito progetto di riscatto del Sud accettando la nuova logica unitaria, ma salvaguardandone gli interessi specifici.”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

da il Foglio, 27 luglio 2010

Carlo Taormina photo

“[sul caso Telekom Serbia] Confesso, sono io il burattinaio, il puparo di tutta questa vicenda, mi autodenuncio per concorso in calunnia con Paoletti, Marini e Pintus. [Ho] creato difficoltà a Forza Italia e a Berlusconi. [È quindi giusto] che mi ritiri dalla vita politica. Ho sbagliato fortemente, e questa è una confessione aperta, è giusto che faccia pubblica ammenda; do atto a Repubblica di essere dotata di giornalisti di primo rango. Sto dando un annuncio serio, darò le dimissioni da deputato nei prossimi giorni. Attraverso i diversi processi indicati da Repubblica e per i miei rapporti con personaggi come D'Andria, Fracassi, Di Bari e anche Francesco Pazienza, tutti collegati dall'immaginario collettivo a servizi segreti deviati e a truffe e riciclaggio internazionali, sono riuscito a raggiungere l'obiettivo di mettere la Commissione Telekom Serbia di essere oggetto di una polpetta avvelenata. Mi assumo tutte la responsabilità di personaggi che chiamando in causa Prodi, Dini e Fassino li hanno gravemente calunniati; e mi autoaccuso per concorso in calunnia, anche se mi auguro che Repubblica faccia altrettanto, perché mentre io mi autoaccuso vorrei sapere da D'Avanzo e Bonini chi fossero i loro burattinai dell'epoca e a chi prestano ora il loro servizio. Repubblica ha ragione, non posso querelare!”

Carlo Taormina (1940) avvocato e politico italiano

da la Repubblica http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/politica/telekomserbia3/taormina/taormina.html, 26 settembre 2003

Amartya Sen photo