Frasi su strumento
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“Mi considero come uno strumento del Signore e, senza tenere in alcun conto le idee e le opinioni del giorni, andrò per la mia strada.”

Guglielmo II di Germania (1859–1941) imperatore della Germania e re di Prussia

Citazioni di Guglielmo II

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“Io credo che la posizione di Buffon sia totalmente da giustificare e comprendere. Lui è pagato per giocare, è pagato soltanto per fare il risultato sul campo. Ci sono gli arbitri, i guardialinee, il quarto uomo, eccetera che possono decidere se una cosa è regolare o non regolare, corretta o non corretta. Quindi io giustifico perfettamente Buffon, come giustifico, tanto per toccare la mia professione, un avvocato che pur magari a conoscenza della responsibilità del proprio cliente lo difende cercando di utilizzare gli strumenti che la legge gli consente.”

Maurizio Paniz (1948) avvocato e politico italiano

dalla trasmissione radiofonica alla puntata del La Zanzara, Radio24, 27 febbraio 2012 http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?articolo=palermo-notav-lega-nord-primarie-pd-buffon-mills-berlusconi-prescrizioni; citato in Alessandro Gilioli, Piovono rane, Coming out http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/02/28/coming-out/, Espresso.it, 28 febbraio 2012

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“La chitarra è un grande strumento di affabulazione e di conquista.”

Pupo (1955) cantautore, conduttore televisivo e doppiatore italiano
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“Ho fatto malamente il ciclista per essere inattaccabile davanti al microfono. E con quello strumento tra le mani, mi sono divertito un mondo.”

Adriano De Zan (1932–2001) giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano

Gentili signore e signori buongiorno

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“Questa Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall'Italia. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore, ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l'aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato, ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio. Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti. Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l'intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile.”

Laura Boldrini (1961) giornalista e politica italiana
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“Guardando alla vicenda di Seveso, quello che emerge è che un danno all'ambiente può essere riparato, che chi inquina ogni tanto paga, che un deserto di diossina può diventare un parco naturale e che un disastro può rivelarsi, in prospettiva, un'opportunità per aprire gli occhi sull'importanza dell'ambiente come bene da difendere, favorendo localmente l'affermarsi di politiche più attente al territorio.
La lezione di Seveso ci dice al tempo stesso che una collettività può decidere di non voler conoscere fino in fondo gli effetti di un danno ambientale, che la scienza non necessariamente è dotata degli strumenti più adatti per rilevarlo, che perciò il diritto non dà garanzie di risarcirlo. Ancora, che una multinazionale può causare un disastro e semplicemente metterlo in bilancio. […]
Il Bosco delle Querce è oggi un luogo in cui è visibile e collettivamente riconoscibile la riparazione del danno da diossina a Seveso. Ciò non toglie che il significato e la portata di questa riparazione restino per il momento ancora chiusi all'interno della comunità sevesina, restino cioè largamente ancorati all'interpretazione del danno come «disgrazia» e «prova» per la comunità. In tutto questo processo c'è stato un grande assente, la cui presenza è però necessaria perché si possa parlare a pieno titolo di riparazione: l'offensore, la multinazionale Roche.”

Laura Centemeri sociologa economica e saggista italiana

cap. 4.3, p. 184
Ritorno a Seveso

“Il problema è la spaventosa incultura sportiva che esiste in Italia anche da parte di persone come lei [riferito ad un radioascoltatore] e questa è la cosa avvilente, no, di tutto quello che alla fine si può ricavare. Perché, avendo negli occhi oltretutto anni e anni di arbitraggi in cui, davvero, per le squadre piccole contro le grandi non ce n'era, né in casa né fuori, in cui partite come quelle venivano raddrizzate a favore della big in modo completamente diverso con quello di oggi, non cogliere che invece se oggi accade per una somma di concause in cui c'entra la fatalità, c'entra il talento superiore degli uomini della grande squadra, c'entra l'errore che l'uomo della piccola squadra, nella fattispecie il portiere, fa e c'entra, per una parte minima, l'incidenza decisionale della parte arbitrale, è veramente avvilente, ma fotografa esattamente un paese che vive e campa esclusivamente di moviola. […] se un giorno vuole che facciamo un'inchiestina su come viene vissuto il calcio nel resto d'Europa, lei potrebbe toccare con mano che questo episodio minimo, insignificante e inesistente, sui cui è stato costruito un castello, nel resto d'Europa nemmeno sarebbe stato citato, nemmeno ci avrebbero pensato perché, superato Chiasso, o superato Ventimiglia e o superato il Brennero, non c'è quello strumento [la moviola], che potrebbe essere uno strumento anche culturale ma che in Italia è usato soltanto in maniera deteriore e su cui soltanto si specula. Quello strumento non c'è e dalle altre parti vivono il calcio leggermente meglio che da noi.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

11 gennaio 2010

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“Sono solo un suo [di Gesù] strumento: perché interessarsi tanto a me quando l'opera è tutta Sua?”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

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“Chissà che strumento suona il tuo Dio | io mi sento un microfono nelle mani del mio.”

Kiave (1981) rapper italiano

da Colonne sonore, n. 1
Dietro le cinque tracce

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“Io non credo nella guerra come strumento. C'è un dato inoppugnabile: che la guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona.”

Gino Strada (1948) chirurgo e pacifista italiano

Origine: Citato nella canzone Terra del fuoco dei Modena City Ramblers.

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“[Su Ettore Tolomei] Il boia del Tirolo […] l'uomo che escogitò gli strumenti più raffinati per tormentare le minoranze nazionali in Italia. I suoi ammiratori gli attribuiscono il merito di aver 'creato' l'Alto Adige e lui accetta senza riserve quella gloria.”

Gaetano Salvemini (1873–1957) storico, politico e antifascista italiano

Origine: Da Mussolini diplomatico (1922-1932), Éditions Contemporaines, Parigi, 1932 (La Pleiade, III); rist. Bari, Laterza, 1952.

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