Frasi su vivero
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“Nessuno è tanto vecchio da non credere di poter vivere ancora un anno.”

Marco Tullio Cicerone (-106–-43 a.C.) avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano

VII

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“[Frank Sinatra] È un dannato individuo che cerca di vivere a modo suo. Mi piace il suo stile.”

Humphrey Bogart (1899–1957) attore statunitense

Origine: Citato in Guida completa a Frank Sinatra.

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“Cara patria, tu puoi vivere tranquilla; sta ferma e fedele la sentinella al Reno.”

Max Schneckenburger (1819–1849)

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 692

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“Per paura di non essere nessuno | ti fai strada nella vita come puoi | e non sempre trovi chi ti da una mano | ci provi ma non sai | se un giorno ce la fai.”

Nek (1972) cantautore e musicista italiano

da Vivere senza te, n. 4
Lei, gli amici e tutto il resto

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“Vivere senza te potrei sparire non è uno scherzo | se non ci fossi te ora sarei | diverso | e se nelle vene mie vai già su e giù | adesso anche le idee le hai prese tu.”

Nek (1972) cantautore e musicista italiano

da Vivere senza te, n. 4
Lei, gli amici e tutto il resto

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“Sono tutte qui | tra i miei brividi | tutte insieme a te | le cose da difendere | Sono tutte qui | e la prima rimani tu | altre non ce n'è | sotto il segno del mio vivere.”

Nek (1972) cantautore e musicista italiano

da Le cose da difendere, n. 1
Le cose da difendere

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“Poter vivere una vita sola esclude la salvezza delle correzioni e nel progresso torneranno ancora i nostri sbagli.”

Max Gazzé (1967) cantautore e bassista italiano

da Siamo come siamo
Tra l'aratro e la radio

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“Di Roma amo i ristoranti, le chiese e il modo naturale degli italiani di vivere la religione.”

Sean Connery (1930) attore scozzese

Origine: Citato in Connery a Roma: amo chiese e ristoranti https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/21/Connery_Roma_amo_chiese_ristoranti_co_0_0102215147.shtml, Corriere della Sera, 21 febbraio 2001, p. 39.

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“[Su Lucio Battisti] Ho amato molto le sue canzoni e il suo desiderio di vivere appartato.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Citato in Leo Turrini, Lucio Battisti: la vita, le canzoni, il mistero, Mondadori, 2008, retrocopertina.

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“Il singolo può sì vivere senza preoccupazioni materiali, ma non conta più nulla.”

Max Horkheimer (1895–1973) filosofo tedesco

Origine: Da La società di transizione, traduzione di Giorgio Backhaus, Einaudi.

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“C'è un grande valore nell'incontro tra donne e uomini di religione, quando si realizza una liturgia dell'amicizia e del dialogo, quando si prega gli uni accanto agli altri. Sì, gli uni accanto agli altri: mai più gli uni contro gli altri, come talvolta è avvenuto! Stare insieme, allora, diventa la profezia e l'indicazione di un mondo di pace, soprattutto delegittima lo scontro etnico, di civiltà e di religione: crea la civiltà del vivere insieme.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dal [//www.santegidio.org/pageID/2460/langID/it/text/483/Intervento_di_Andrea_Riccardi__Assemblea_di_apertura.html Discorso di apertura dell'Incontro Internazionale delle religioni per la pace "Living together is the future"], Sarajevo, 9 settembre 2012.

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“Se si sappia vivere da vinti, lo si è un po' meno.”

Origine: Pensieri del Tè, p. 84

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“Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d'arme: e l'amicizia che a questo punto è quasi di prammatica citare è quella fra Achille e Patroclo. Un rapporto così forte da far sì che Achille, dopo la morte di Patroclo, dichiari di avere un solo scopo di vita: dopo aver vendicato l'amico, giacere con lui nella stessa fossa, per sempre, unito a lui nella morte come gli era stato in vita. Un rapporto assai diverso da quello che Achille aveva avuto con Briseide, la schiava concubina che Agamennone gli aveva sottratto quando era stato privato della schiava Criseide. Le schiave erano compagne intercambiabili: come dimostra, appunto, il gesto di Agamennone che si consola immediatamente sostituendola con un'altra, della perdita di Criseide. Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell'eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patrocolo, deve prendere moglie "come giusto che sia". Un rimprovero, forse? La prova che Teti riprovava l'amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l'eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l'esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell'amore omosessuale.”

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Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico

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“Il mare è il mio elemento, è la mia cura par excellence di ogni male fisico e spirituale. Mi piacerebbe vivere sempre sul mare…”

Eugenia de Montijo (1826–1920) Imperatrice dei Francesi, moglie di Napoleone III

H. Kurtz, L'imperatrice Eugenia, p. 429

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“Tutti hanno bisogno di perdonare in certi momenti, per ristabilire la pace e continuare a vivere insieme.”

Jean Monbourquette (1933–2011) presbitero e psicologo canadese

L'arte di perdonare

“Vivere contrariati, anche se a livello inconscio, consuma molte energie e alimenta uno stress senza fine.”

Jean Monbourquette (1933–2011) presbitero e psicologo canadese

L'arte di perdonare

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“Vivere è imparare. La scienza si evolve in maniera darwiniana: attraverso tentativi di errori.”

Dario Antiseri (1940) filosofo italiano

Due grandi patriarchi viennesi: Karl R. Popper e Konrad Lorenz

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“[Oriana Fallaci] Amava un'Italia scomparsa fatta di Risorgimento e Resistenza, di impegno e di passione civile. Ed era poco italiana, ora che essere buoni italiani vuol dire essere conformisti, recitare la correttezza politica e vivere le passioni dei premi letterari e dei talk show politici, ed essere per forza di destra o di sinistra, o di centro. Non fatevi ingannare quando cercano di separare le sue parole dopo l'11 settembre da quello che era stata prima. Era la stessa di sempre, quella che aveva giudicato la guerra del Vietnam inutile e stupida, quella del bambino mai nato, quella che si era tolta il velo davanti a Khomeini. La stessa ribellione e l'ipocrisia quando aveva preso a scrivere contro il fondamentalismo islamico, e ancora di più contro il relativismo, il multiculturalismo, l'antisemitismo, tutti gli -ismi di un'Europa avviata a diventare Eurabia. Se n'è andata in solitudine, ma siamo noi ad essere un po' più soli.”

Toni Capuozzo (1948) giornalista italiano

Variante: Amava un'Italia scomparsa fatta di Risorgimento e Resistenza, di impegno e di passione civile. Ed era poco italiana, ora che essere buoni italiani vuol dire essere conformisti, recitare la correttezza politica e vivere le passioni dei premi letterari e dei talk show politici, ed essere per forza di destra o di sinistra, o di centro. Non fatevi ingannare quando cercano di separare le sue parole dopo l'11 settembre da quello che era stata prima. Era la stessa di sempre, quella che aveva giudicato la guerra del Vietnam inutile e stupida, quella del bambino mai nato, quella che si era tolta il velo davanti a Khomeini. La stessa ribellione e l'ipocrisia quando aveva preso a scrivere contro il fondamentalismo islamico, e ancora di più contro il relativismo, il multiculturalismo, l'antisemitismo, tutti gli -ismi di un'Europa avviata a diventare Eurabia. Se n'è andata in solitudine, ma siamo noi ad essere un po' più soli.
Origine: Da un servizio per il TG5; visibile su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=B7AM80dPB0E.

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“Io ti ringrazio per questo silenzio | che resta tra noi, | io benedico il coraggio di vivere, | sola, con Lui.”

Pierangelo Sequeri (1944) teologo, scrittore e musicista italiano

da Madre io vorrei
E mi sorprende

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“Imparare a lasciar vivere chi non ha altro da fare.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

p. 146

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“Con fantascienza ["scientifiction"] intendo il genere di storie scritto da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe: un'affascinante romance intimamente mescolato a dati scientifici e visioni profetiche. […]
Edgar Allan Poe può giustamente essere chiamato il padre della "fantascienza". Fu lui che a dare veramente inizio al romance, a intessere brillantemente nella e attorno alla storia un filo scientifico. Jules Verne, con i suoi romance strabilianti, anch'essi intessuti di un filo di scienza, venne per secondo. Poco più tardi giunse H. G. Wells, le cui storie di fantascienza, al pari di quelle dei suoi precursori, sono diventate famose e immortali.
Bisogna ricordare che viviamo in un mondo completamente nuovo. Duecento anni fa, le storie di questo tipo non erano possibili. La scienza, nelle sue varie branche di meccanica, elettricità, astronomia ecc., entra oggi così intimamente nelle nostre vite, e noi siamo così immersi in questa scienza, da essere ormai abituati a dare per scontate nuove invenzioni e scoperte. L'intero nostro modo di vivere è cambiato con l'attuale progresso e non c'è da stupirsi, perciò, se molte situazioni fantastiche – impossibili cent'anni fa – sono oggi reali. È in queste situazioni che i nuovi autori di romance trovano la loro grande ispirazione.
Non solo queste storie sbalorditive sono una lettura tremendamente interessante: esse inoltre sono sempre istruttive. Forniscono conoscenze che non potremmo ottenere in altro modo, e le forniscono in modo assai gradito al palato. Perché i migliori di quei moderni scrittori di fantascienza hanno la dote di impartire conoscenza, e anche ispirazione, senza mai farci capire che ci impartiscono un insegnamento.
E non solo! Poe, Verne, Wells, Bellamy e molti altri si sono dimostrati veri poeti. Le profezie fatte in molte delle loro storie più strabilianti sono in corso di realizzazione, o sono già state realizzate. Prendete per esempio il fantastico sottomarino della più famosa storia di Jules Verne, "Ventimila leghe sotto i mari."”

Hugo Gernsback (1884–1967) inventore, editore e scrittore lussemburghese

Ha previsto l'odierno sottomarino fin quasi all'ultimo bullone! Le nuove invenzioni ritratte per noi nell'odierna fantascienza non sono affatto impossibili da realizzarsi domani.
Origine: Estratto dall'editoriale del primo numero della rivista Amazing Stories, 5 aprile 1926; citato in Riccardo Valla, Storia della fantascienza - Hugo l'inventore http://www.fantascienza.com/delos/delos52/storia.html, Delos Science Fiction n. 52, dicembre 1999-gennaio 2000

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“Cara Charo, alla mia partenza per Buenos Aires per un lavoro, ho incominciato a scriverti per sciogliere un equivoco. Le cose non sono andate come tu credi, Charo. Forse dovremmo accettare che non siamo dei ragazzini e che ci giochiamo la possibilità di vivere, bene o male, gli ultimi anni che ci rimangono, senza troppa vecchiaia. Charo, cosa sarebbe per te e per me una soluzione normale? Esistono soluzioni normali dopo i cinquant'anni o rimane soltanto la paura di decadere, di invecchiare senza dignità e in solitudine? Qui tutto è finito e tutto puó ricominciare in qualsiasi momento. In ogni fine c'è un inizio come in qualsiasi posto, ma non sono ancora arrivato in nessun posto dal quale non voglia andare via, e mi fa tanta paura che tu abbia bisogno di me come di aver io bisogno di te. Forse cercheró una scusa per rimanere ancora un po' qui. Una scusa di lavoro. Trovare mio cugino. Essere pagato. Pagare i miei debiti. Sotterrare definitivamente i morti…”

Quintetto di Buenos Aires).
Variante: " Cara Charo, alla mia partenza per Buenos Aires per un lavoro, ho incominciato a scriverti per sciogliere un equivoco. Le cose non sono andate come tu credi, Charo. Forse dovremmo accettare che non siamo dei ragazzini e che ci giochiamo la possibilità di vivere, bene o male, gli ultimi anni che ci rimangono, senza troppa vecchiaia. Charo, cosa sarebbe per te e per me una soluzione normale? Esistono soluzioni normali dopo i cinquant'anni o rimane soltanto la paura di decadere, di invecchiare senza dignità e in solitudine? Qui tutto è finito e tutto può ricominciare in qualsiasi momento. In ogni fine c'è un inizio come in qualsiasi posto, ma non sono ancora arrivato in nessun posto dal quale non voglia andare via, e mi fa tanta paura che tu abbia bisogno di me come di aver io bisogno di te. Forse cercherò una scusa per rimanere ancora un po' qui. Una scusa di lavoro. Trovare mio cugino. Essere pagato. Pagare i miei debiti. Sotterrare definitivamente i morti..." (Quintetto di Buenos Aires).

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“Il mio Ziguli […] è nato dalle parti di Olbia, in una colonia di gatti malati e denutriti. Quasi subito è stato colpito da una delle classiche parvovirosi, quasi sempre mortali, che si diffondono tra i cuccioli non vaccinati. Raffreddore, febbre e una copiosa secrezione oculare non curata, che gli ha lesionato irrimediabilmente le cornee e lo ha reso cieco. […] Inizialmente pensavo che un handicap di questa portata, la cecità totale, fosse insopportabile per un felino e che la cosa più giusta per quel micino di appena due mesi sarebbe stata addormentarsi per sempre. Invece mi sbagliavo di molto, e fu proprio lui a dimostrarmelo. […] Lo guardavo giocare, avventarsi sul cibo e, quando la mia mano lo raggiungeva, abbandonarsi senza controllo al piacere di fare le fusa. Aveva una voglia di vivere e un'allegria che, con la mia logica umana, non riuscivo a spiegare in un animaletto completamente cieco. […] Con gli altri gatti, inizialmente, cercava di ritrarsi o provava ad attaccarli, come se ne avesse paura. Ma bastarono pochi giorni perché si fidasse di tutti, perfino dei cani. Oggi è un gattone meraviglioso, grigio tigrato. Forse troppo grasso, perché non ha mai perso l'istinto di buttarsi sul cibo. Ma salta sulle finestre, esce in giardino, si arrampica sugli alberi e, incredibilmente, insegue gli insetti come tutti gli altri gatti. Osservarlo è un piacere. Mi ha insegnato, una volta di più, che la vita merita sempre di essere difesa e di essere vissuta.”

Michela Vittoria Brambilla (1967) politica e imprenditrice italiana

Origine: Manifesto animalista, pp. 101-102

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