Frasi sulla morte
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“[A Richard Wagner, dopo la prima del Tristano 10 giugno 1865] Mio unico! Mio santo! Quale rapimento! Opera divina! Eternamente, sinceramente, fino alla morte e oltre!”

Ludovico II di Baviera (1845–1886) re di Baviera

citato in Giorgio Gervasoni, Richard Wagner, Grandi Operisti Stranieri, Periodici San Paolo, Milano 1997

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“Un chico come me crede al funk dopo la morte.”

Neffa (1967) cantautore e rapper italiano

da I fieri BBoyz, n. 11
Neffa & i messaggeri della dopa

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“E la morte passò con la nuda falce a produrre tanti vuoti nelle nostre già sparute schiere di sopravvissuti.”

Mario Giannone (1910–1989) presbitero, scrittore e militare italiano

Origine: La tentazione di un prete, p. 27

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“Prendendo le mosse da un classico quesito di Mario Pagano, celebre pensatore e giurista napoletano di fine Settecento ("un reo, che chiama il complice, per quante ragioni può ciò fare?"), l'agile volumetto dovuto alla penna fluida dello storico Nico Perrone si sviluppa su due piani diversi, spesso tra loro intersecati […]. Da un canto vi è il piano della vicenda storica, sullo sfondo dei fermenti giacobini alla vigilia della Repubblica partenopea, soprattutto incentrata sul famoso processo istruito nel 1794 contro Emmanuele De Deo, accusato di lesa maestà per avere cospirato contro la corona borbonica e, perciò, condannato a morte al termine di un giudizio celebrato in forma sommaria, senza reali garanzie e sulla base di prove di scarsa consistenza. […] D' altro canto, e proprio in rapporto alla realtà processuale del tempo, vi è il piano della analisi dedicata a un singolare istituto (il "truglio", per l' appunto, da cui trae titolo il volume) consistente in una sorta di transazione tra accusato e accusatore sulla entità della pena da infliggere al primo, al di fuori di un normale processo, anche sulla base delle dichiarazioni rese dal medesimo a carico di sé o di altri […]. È facile immaginare a quali oscure manovre potesse dar luogo un istituto del genere, soprattutto nel contesto di un sistema sostanzialmente antigarantistico come quello borbonico.”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Vittorio Grevi

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“Che rabbia che la morte forse non avesse confini, fosse grande come un muscolo di Dio!”

José Revueltas (1914–1976)

Origine: Il coltello di pietra, p. 8

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“Ogni tradizione spirituale suggerisce lo stesso: mantieni vicino il pensiero della morte. Non fuggirlo… La negazione della morte ingigantisce l'ego, mentre vivendo in sua presenza lo spirito si rafforza e s'ingentilisce.”

Sam Keen (1931) docente, scrittore, filosofo

Hymns to an Unknown God
Origine: Citato in Renaldo Fischer, Storia di un cane e del padrone a cui insegnò la libertà, Corbaccio, Milano, 1997, trad. Laura Pignatti, p. 57. ISBN 88-7972-205-0

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“L'indugio è simile alla morte.”

Pietro I di Russia (1672–1725) zar e imperatore di Russia

Citazioni di Pietro I
Origine: Citato in Dizionario mondiale di Storia, Rizzoli Larousse, Milano, 2003, p. 887. ISBN 88-525-0077-4

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“Pur continuando a respirare e a mangiare, ho perso tutto ciò che ho mai potuto aggiungere alle mie funzioni biologiche. Non è che una morte approssimativa.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Al culmine della disperazione

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“Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero trovato un modo qualsiasi di aggirarla.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Squartamento

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“Tanto detesto la morte, le buie porte dell'Ade, quanto detesto un uomo che con le labbra dice una cosa e nel cuore ne cela un'altra.”

Dan Simmons (1948) scrittore e autore di fantascienza statunitense

da Ilium. La Rivolta, traduzione di G. L. Staffilano, Mondadori, 2004

“Tu non capisci, Raul, ma loro capiscono! Già parlano di me come di un virus. Hanno ragione: è esattamente ciò che potrei essere per la Chiesa. Un virus, come l'antico ceppo HIV sulla Vecchia Terra o come la Morte Rossa che imperversò nei pianeti della Periferia dopo la Caduta. Un virus che invade ogni cellula dell'organismo e ne riprogramma il DNA… o almeno infetta un certo numero di cellule, per cui l'organismo crolla, vieno meno… muore.”

cap. 8, p. 130
Il risveglio di Endymion
Variante: "Tu non capisci, Raul, ma loro capiscono! Già parlano di me come di un virus. Hanno ragione: è esattamente ciò che potrei essere per la Chiesa. Un virus, come l'antico ceppo HIV sulla Vecchia Terra o come la Morte Rossa che imperversò nei pianeti della Periferia dopo la Caduta. Un virus che invade ogni cellula dell'organismo e ne riprogramma il DNA... o almeno infetta un certo numero di cellule, per cui l'organismo crolla, vieno meno... muore."

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“Dopo la morte c'è solo la speranza di ritrovare delle persone care che adesso non ci sono più.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Dall'intervista delle Iene http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/35155/lucci-enzo-biagi.html (2002)

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“Perché la morte è un infinito atto d'amore.”

Alberto Quintero Álvarez scrittore messicano

citato in introduzione a José Revueltas, Il coltello di pietra (El luto humano), traduzione di Enzo Giachino, I Libri del Pavone, Arnoldo Mondadori Editore, 1957

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“Mentre si approfondisce sia l'amicizia con Maurizio, che la stupefatta coscienza mia per il suo pianismo, un duro vento di morte spezzò "l' infinito sorriso delle onde”

Luigi Nono (1924–1990) compositore italiano

brano nato da un lutto comune] nella famiglia mia e in quella dei Pollini. (citato in Corriere della sera, 10 ottobre 2007)

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“Gl'incomodi della fuga sono più difficili a sopportare che non i dolori della morte; e il principale merito di chi sostiene persecuzioni, consiste nel perseverare senza noia né impazienza.”

Atanasio di Alessandria (295–373) santo cattolico

Origine: Citato in Cesare Cantù, Sant'Atanasio, p. 505, Biografie per corredo alla storia universale, volume I.

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“Noi per la fede di Cristo siamo pronti a subire tutto: le catene, il carcere, tutti gli incomodi della vita e la stessa morte.”

Cirillo di Alessandria (376–444) vescovo egiziano

Origine: Citato in Enrico Pepe, Martiri e santi del calendario romano.

“Il peccato non solo ci indebolisce, ma ci uccide. Quando Cristo è venuto sapeva che eravamo "morti per le colpe e i peccati”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Ef 2,1). La persona morta a causa del peccato era già stata concepita nell'iniquità e dopo un certo tempo il travaglio di morte si è abbattuto su di lei. La nascita nel peccato è una condanna e una vera e propria morte che il peccatore avverte dentro di sé. Ma Cristo ha strappato il peccato dalla viscere del peccatore e così ci ha riscattati da una morte inevitabile. Egli è entrato al posto del peccato nelle profondità del nostro essere e ha preso corpo nella nostra più recondita intimità. La creatura che noi siamo è stata rinnovata: dopo che la morte ha dominato su di noi, ora regna in noi la vita, e il travaglio di morte è stato mutato nella gioia della vita e della liberazione. Cristo si è sottoposto alla morte per salvarci da una simile morte e sta ancora continuando la sua opera di salvezza.

“L'orientamento della sua preghiera e della sua ardente supplica, ripetuta per ben tre volte con insistenza e prosternazione, si è rivelato essere che il Padre allontanasse da lui "questo calice”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

... ] La verità è che "questo calice" rappresentava agli occhi di Cristo il "come" avrebbe dovuto bere i peccati e l'infamia dell'umanità, "come" avrebbe dovuto apparire sulla croce facendosi carico delle colpe più scandalose degli uomini: adultèri, omicidi, bestemmie. Sulla soglia della crocifissione doveva decidere: avrebbe accettato di essere l'autore di tutte queste colpe, affinché la sua crocifissione e la sua morte fossero possibili? (pp. 30-31)

“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

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“Daria Galateria: A uno specialista della nostra civiltà chiediamo cosa pensa del mondo attuale.
Jean Starobinski: Le civiltà non europee hanno acquisito gli stessi bagagli tecnici dell'Occidente e questo crea un orizzonte nuovo. A inizio secolo era particolarmente conscio della fragilità dell'Occidente il poeta Paul Valéry. […]
Daria Galateria: Veniamo alla sua conferenza. Quando parla del "Campidoglio Baudelaire", in che termini?
Jean Starobinski: Il Campidoglio rappresenta nella poesia romantica francese il simbolo della potenza romana. Quando il poeta Lamartine cerca nell'ode Les Révolutions l'emblema dell'Italia sceglie «l'aquila sanguinante del Campidoglio», evoca cioè la Roma conquistatrice. Quando Baudelaire riprende il tema è per sfigurarlo o per intrattenervi un'ironia funebre. Il Campidoglio compare nella La mort des artistes, che è il sonetto che concludeva la prima edizione delle Fleures du Mal. […] Il protagonista della Morte degli artisti è un'artista che fallisce nella sua opera che pone l'unica speranza nella morte. Ora, per definire la morte Baudelaire usa la parola Capitole – il Campidoglio in cui si incoronavano i poeti. […] È facile capire conoscendo le passioni di Baudelaire che questa morte assomiglia al «sole nuovo» di Edgar Allan Poe.
Daria Galateria: In una nuova edizione italiana dei Fiori del male, nella traduzione di Giorgio Caproni, il curatore Luca Pietromarchi evoca anche l'inizio del poema in prosa Il confiteor dell'artista: «Lo studio del bello è come un duello in cui l'artista lancia un grido di paura prima di cadere sconfitto».
Jean Starobinski: Così Baudelaire si pone in assoluta contraddizione con un altro Campidoglio, quello di Madame de Staël e della sua eroina del 1807 Corinne. Nel romanzo la poetessa appare trionfante al Campidoglio, a ricevere lo stesso omaggio di Petrarca nel 1341. Ci si accorge che Baudelaire ha voltato le spalle alla figura eloquente di Corinne col suo richiamo alla vita superiore del paese. Opponendosi a Napoleone, Madame de Staël diventava la sacerdotessa ispirata di una libertà capace di superare le servitù del momento presente, anche in Italia.”

Jean Starobinski (1920–2019) critico letterario svizzero
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“Se la sinistra andasse al governo il risultato sarebbe miseria, terrore e morte, come accade in tutti i posti dove governa il comunismo.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2005
Origine: In collegamento telefonico con il meeting di Forza Italia a Roccaraso; citato in Maria Teresa Meli, «Se vince la sinistra miseria, terrore e morte» http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/01_Gennaio/16/berlusconi.shtml, Corriere.it, 17 gennaio 2005.

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“[all'indomani della morte di Enzo Biagi] Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso rendo omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Citato in L'addio a un testimone del secolo http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/biagi-grave/biagi-reazioni/biagi-reazioni.html, Repubblica.it, 6 novembre 2007.

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“[Sulla morte di Mu'ammar Gheddafi] Sic transit gloria mundi.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2011
Origine: «Così passa la gloria del mondo» voce su Wikipedia.
Origine: Citato in Berlusconi: «Sic transit gloria mundi» http://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_20/reazioni-morte-gheddafi-berlusconi_99bc1748-fb17-11e0-b6b2-0c72eeeb0c77.shtml?fr=box_primopiano, Corriere.it, 20 ottobre 2011.

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“Chi usa la roba in mala parte, alla morte vede le sue partite.”

Le sottilissime astuzie di Bertoldo, Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte

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“Una mucca o una pecora morte che giacciono in un pascolo sono considerate carogne. La stessa carcassa, trattata e appesa a un chiodo in macelleria, passa per cibo!”

John Harvey Kellogg (1852–1943) medico statunitense

Origine: Citato in Steven Rosen, Il vegetarismo e le religioni del mondo, traduzione di Giulia Amici, Gruppo Futura – Jackson Libri, 1995, p. 131. ISBN 88-256-0826-8

“Se ne vanno, vogliono andarsene. Un'altra tragedia, un'altra assurdità, un'altra assenza, un altro mistero. Non voglio sapere perché Whitney Houston è morta. Non ho voglia di legare, un'altra volta, un grande talento musicale a storie di droga. L'equazione "maledetta" che associa successo a fragilità, arte a depressione, applausi a farmaci continua a perseguitare un mondo che, solamente in apparenza, contiene solo privilegi. Non fatemelo sapere, per favore, se fosse veramente così. Me la voglio tenere nella memoria come la vedo io: lunga, bellissima, brava oltre ogni misura. So poco della sua vita. E tutto della sua musica. Un angelo che canta in quel modo avrebbe meritato quello che ormai sembrerebbe un "premio" irraggiungibile: una esistenza consapevole, una vita felice. Lei ha veramente inventato un modo di cantare, per niente facile, che tutti hanno tentato di imitare. È diventata il termine di paragone. La cartina di tornasole. Il modello. L'inarrivabilità. E, come mi capita in casi come questo, non posso fare a meno di pensare a dove va a finire il talento di una persona quando questa persona smette di essere nella forma che conosciamo. Ma non è questo che conta. Se ne è andata. Non so, aveva figli? Speriamo di no. Dieci anni fa circa si era sparsa la voce della sua morte. Non era vero. Whitney Houston aveva ancora da vivere per sé e per noi. Se questa volta non ci saranno smentite, avrà smesso la sua vita e la sua sofferenza, e noi ci terremo caro ciò che ci ha lasciato.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair del 27 dicembre 2003
Citazioni di Mina

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“[Sulla morte:] Catone se la dette, Socrate l'aspettò.”

Antoine-Marin Lemierre (1733–1793)

da Barnevelt, IV, 7

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“Mr. Nobody è tutti e nessuno al tempo stesso, un'illusione, il prodotto dei propri sogni. È amore, speranza, paura, vita e morte. Questo è senza dubbio il personaggio più complesso che abbia mai interpretato. È stato complicato mantenere tutte le sue vite concentrate in un unico personaggio senza perdere me stesso.”

Jared Leto (1971) attore, cantautore e musicista statunitense

Su Mr. Nobody
Origine: Citato in Jérôme Jouneaux, Isabelle Duvoisin e Matthieu Rey, Mr. Nobody http://medias.unifrance.org/medias/50/181/46386/presse/mr-nobody-2010-press-kit-2.pdf, Pan-Européenne, Parigi, 2009.

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