Frasi sull'arte
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“L'uomo è l'unico animale per il quale la sua stessa esistenza è un problema che deve risolvere.”

Erich Fromm (1900–1980) psicoanalista e sociologo tedesco

da Dalla parte dell'uomo. Indagine sulla psicologia della morale, Astrolabio Ubaldini, 1971
Variante: L'uomo è l'unico animale la cui esistenza è un problema che deve risolvere.

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“Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente. Strano, non è vero?”

Ephraim Kishon (1924–2005) regista, scrittore (satirista), sceneggiatore, drammaturgo

Origine: Paradiso come nuovo affittasi, p. 54

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“Il contrasto di chi si illude e parte in quarta contro i mulini a vento è sempre motivo di comicità.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

da un'intervista di Gian Luigi Rondi, Il Tempo 1982; citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983

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“Non posso tener conto della minor preparazione o capacità a comprendere quello che una proiezione vuol dire, da parte dell'uomo medio, perché in tal caso compirei un'immoralità nei confronti della libertà espressiva, non solo nei miei confronti ma anche nei confronti dello spettatore.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Dal processo per oscenità presenti nel film Teorema; citato in Stefano Rodotà, La vita e le regole. Tra diritto e non diritto, Feltrinelli, Milano, p. 272.

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“Conversare è l'arte di parlare senza pensare.”

Victor De Kowa (1904–1973) attore

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“È ormai una moda mettere in dubbio la fondazione della Chiesa da parte di Cristo.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Tu coroni l'anno con la tua Grazia

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“L'opera di Adrienne von Speyr [L'Apocalisse] è basata su alcuni presupposti. Essi sono essenzialmente i seguenti: 1) l'autore dell'Apocalisse è il discepolo prediletto Giovanni, che l'ha scritta come sua ultima opera dopo il Vangelo e le lettere; 2) le sue affermazioni vanno prese sul serio. Egli ha realmente visto quel che dice d'aver contemplato, e l'ha visto precisamente nel modo in cui lo riferisce: perciò non ha finto né il fatto del rapimento, perché una cosa del genere fa parte del modo di esprimersi del genere letterario apocalittico, né ha fatto ricorso a forme e immagini letterarie esistenti, magari per esprimere un'estasi effettiva; la sua opera è originaria ed autonoma. Essa, qualora qui si possa seriamente parlare di un genere letterario, costituisce al riguardo lanalogatum princeps; se l'Apocalisse conclude la serie delle visioni e predizioni bibliche genuine, allora queste (soprattutto in Ezechiele e Daniele) nell'economia salvifica divina erano orientate alla "rivelazione" conclusiva "di Gesù Cristo concessagli da Dio". Erano predizioni preparatorie e parziali di quanto Dio volle ora rivelare per mezzo di Cristo ai suoi servi nella Chiesa e che manifestò "inviando il suo angelo al suo servo Giovanni"”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Ap 1,1
Origine: Dall'introduzione a Adrienne von Speyr, L'Apocalisse, traduzione di Carlo Danna, Jaca Book, Milano, 1983. ISBN 88-16-30102-3

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“Non si può essere ricchi in Dio se non si vuole partecipare alla povertà divina.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Il rosario

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“Non esiste un altro punto di partenza per l'imitazione di Cristo fuori della risurrezione.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Nella preghiera di Dio

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“I sentimenti umani sono quasi cancellati dalle spietate necessità della guerra, ma nella misura in cui continuano a esistere, precari e minacciati, essi esistono puri, e da nessun'altra parte ce ne sono di più puri.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

Origine: Da L'Iliade o il poema della forza, variante da un manoscritto inedito; citato in Nevin 1997, p. 158.

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“In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c'è realmente la presenza di Dio. C'è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l'incarnazione è possibile. Per questo ogni arte di prim'ordine è, per sua essenza, religiosa.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

Origine: Citato in Benedetto XVI, Incontro con gli Artisti nella Cappella Sistina http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/november/documents/hf_ben-xvi_spe_20091121_artisti_it.html, 21 novembre 2009.

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“Nel Vangelo non si parla mai, salvo errore, di una ricerca di Dio da parte dell'uomo. In tutte le parabole è il Cristo che cerca gli uomini, ovvero il Padre se li fa condurre dai suoi servitori. O ancora un uomo trova come per caso il regno di Dio e allora, ma allora soltanto, vende tutto.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

Origine: Da Dio in cerca dell'uomo, in Intuizioni precristiane; citato in Massimiliano Marianelli, La metafora ritrovata: Miti e simboli nella filosofia di Simone Weil, Città Nuova, Roma, 2004, p. 110 http://books.google.it/books?id=z1NkXTeeohQC&pg=PA110. ISBN 88-311-3355-1

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“Solo dall'accettazione di sé parte una via che conduce al vero futuro, per ciascuno al proprio.”

Romano Guardini (1885–1968) presbitero, teologo e scrittore italiano

da Accettare se stessi

“Noi pecchiamo di rigidità. Teniamo la testa girata da un'unica parte.”

Alessandro Pronzato (1932–2018) sacerdote cattolico italiano, giornalista, scrittore e professore

Prega per noi!

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“Maria sta dalla nostra parte.”

Karl Rahner (1904–1984) gesuita e teologo tedesco

Maria: meditazioni

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“Sempre muore e mai non finisce di morire colui che ad amore si fa soggetto.”

Matteo Bandello (1484–1561) vescovo cattolico e scrittore italiano

da [citation needed], in Novelle, seconda parte

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“Ha terminato [Logifero] l'altrui sermone col proprio raglio: il venerabile dottore ha fatto la parte del pappagallo e dell'asino.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Filotimo: dialogo preliminare; 2008

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“Quest'arte non serve soltanto ad acquisire una semplice tecnica mnemonica, ma apre anche la via e introduce alla scoperta di numerose facoltà.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Ermes: dialogo preliminare; 2008

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“Liga con arte l'artefice: il bello dell'artefice è arte.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

art. 3, 2000, p. 97

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“L'amor fa dovenir li vecchi pazzi, e gli giovani savii.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Cicada: parte prima, dialogo I

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“Cicada: Da qua si vede che l'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale; e questa medesima è l'orto del paradiso de gli animali; come si fa chiaro nelli dialogi de la Cabala del cavallo Pegaseo e per quel che dice il sapiente Salomone: chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
Tansillo: Da qua avviene che l'amore eroico è un tormento, perché non gode del presente, come il brutale amore; ma e del futuro e de l'absente, e del contrario sente l'ambizione, emulazione, suspetto e timore. Indi dicendo una sera dopo cena un certo de nostri vicini: – Giamai fui tanto allegro quanto sono adesso; – gli rispose Gioan Bruno, padre del Nolano: – Mai fuste piú pazzo che adesso. –
Cicada: Volete dunque, che colui che è triste, sia savio, e quell'altro ch'è piú triste, sia piú savio?
Tansillo: Non, anzi intendo in questi essere un'altra specie di pazzia, ed oltre peggiore.
Cicada: Chi dunque sarà savio, se pazzo è colui ch'è contento, e pazzo è colui ch'è triste?
Tansillo: Quel che non è contento, né triste.
Cicada: Chi? quel che dorme? quel ch'è privo di sentimento? quel ch'è morto?
Tansillo: No; ma quel ch'è vivo, vegghia ed intende; il quale considerando il male ed il bene, stimando l'uno e l'altro come cosa variabile e consistente in moto, mutazione e vicissitudine (di sorte ch'il fine d'un contrario è principio de l'altro, e l'estremo de l'uno è cominciamento de l'altro), non si dismette, né si gonfia di spirito, vien continente nell'inclinazioni e temperato nelle voluptadi; stante ch'a lui il piacere non è piacere, per aver come presente il suo fine. Parimente la pena non gli è pena, perché con la forza della considerazione ha presente il termine di quella. Cossí il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

parte prima, dialogo II

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“In viva morte morta vita vivo!”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Tansillo: parte prima, dialogo II

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“[…] non è cosa naturale né conveniente che l'infinito sia compreso, né esso può donarsi finito: percioché non sarebbe infinito […].”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Tansillo: parte prima, dialogo IV

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“Più facilmente determina e condanna chi manco considera.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Tansillo: parte prima, dialogo V

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“Nessuna potenza et appulso naturale è senza gran raggione.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Severino: parte seconda, dialogo IV

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“Come opera d'arte non è bella, ma è ammirabile per forza d'ingegno.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Luigi Settembrini

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