Frasi su bella
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“C'è una prova molto semplice per vedere se una lettera è bella. Se leggendola ci sembra di sentir parlare chi l'ha scritta, vuol dire che è bella.”

A. C. Benson (1862–1925) saggista, poeta e scrittore inglese

da Along the Road, 1926; citato in Selezione da Reader's Digest, febbraio 1964

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“[…] al posto delle elette gentildonne favolatrici, Pampinea, Fiammetta, Neifile, qui troviamo Zeza sciancata, Cecca storta, Meneca gozzuta, Tolla nasuta, Popa gobba, Antonella bavosa, Ciulla musuta, Paola scerpellata, Ciommetella tignosa e Iacova squarquoia: un vero e proprio congresso di lamie. È vero che costoro, scelte dal re di Vallepelosa come le migliori della città, essendo le più svelte e linguacciute, favoleggiano nei giardini reali. Ma che giardini reali son questi! Invece di alberi solenni, una semplice pergola d'uva: il giardino reale si riduce alle proporzioni d'un modesto orto suburbano. E che re son quelli dei «cunti» del Basile! Che cosa inventa uno di essi per distrarre la figlia che non sapeva ridere? Niente di meglio che schizzare con una fontana d'olio le persone che passano dinanzi alla reggia. Trovata allegra degna di quello che doveva essere un re napoletano, il re Lazzarone, che per mettere il buonumore addosso alla delicata sua sposa, le toglieva di sotto la sedia facendola cadere. (Il che dimostra che Ferdinando I fu un prodotto inevitabile di quello stesso ambiente che produsse le fiabe del Basile.) Un altro re deve abitare in un ben curioso palazzo, se non può fare uno sbadiglio senza irritare due vecchiacce che vivono in un giardino su cui guardano le sue finestre. Un altro se ne sta affacciato alla finestra per trovar marito alla figlia; e v'è un principe che rapisce la bella non già su un cavallo alato, ma su un modesto asino, e ve n'è un altro che fa alle sassate coi monelli di strada.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

da Il «Cunto de li cunti» di G.B.Basile, p. 170
Bellezza e bizzarria

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“Il Natale è una verità: la verità di Dio che sorprendentemente ci ama ed è venuto a farsi uno di noi. Dio ormai non ci lascia più; per questo oggi esplode la gioia, che dalla capanna di Betlemme raggiunge gli estremi confini dell'universo. Non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare. Ma il Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, unito personalmente per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, alla nostra inquietudine, al nostro peccato. Non è una fiaba, è una notizia, cioè l'informazione su un fatto avvenuto; non è un bel sogno, è una realtà ancora più bella di ciò che desidereremmo sognare. Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi. Ti inganni, se credi di poter schivare sino alla fine il Signore che è venuto a cercarti. Egli non ti darà pace; ti tormenterà, per portarti a essere sul serio felice; forse disporrà sulla tua via le sconfitte e le delusioni, per farti partecipe della sua definitiva vittoria. Questa è la verità del Natale. Capirlo, inebriarcene, lasciarci trovare da colui che è venuto a cercarci sino a farsi uomo: è l'augurio natalizio più genuino e più bello.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Da La meraviglia dell'evento cristiano, pp. 269-270; citato in Il settimanale di Padre Pio, anno V, n. 51, p. 19.

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“È Anna Kournikova, bella ma non vince mai…”

Giacomo Valenti (1966–2018) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano
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“Alla scuola statale Leamy ci sono sette maestri e tutti quanti hanno una cinghia di cuoio, una verga, una bacchetta di prugnolo, Con la bacchetta ti picchiano sulle spalle, sulla schiena, sulle gambe e soprattutto sulle mani. Quando ti picchiano sulle mani si dice bacchettata. Ti picchiano se arrivi in ritardo, se hai un pennino che sgocciola, se ridi, se parli e se non sai le cose. Ti picchiano se non sai perché Dio ha creato il mondo, se non sai chi è il santo patrono di Limerick, se non sai il Credo, se non sai quanto fa diciannove più quarantasette, se non sai quanto fa quarantasette meno diciannove, se non conosci i capolughi e i prodotti delle trentadue contee d'Irlanda, se non riesci a trovare la Bulgaria sulla carta geografica del mondo appesa al muro che è tutta una macchiata di sputi, moccio e inchiostro che ci hanno tirato sopra scolari imbestialiti sospesi vita natural durante. Ti picchiano se non sai dire come ti chiami in irlandese, se non sai dire l'Ave Maria in irlandese, se non sai chiedere il permesso di andare al gabinetto in irlandese. Conviene ascoltre i bambini più grandi che stanno nelle classi avanti perché ti possono informare sui gusti del maestro che hai al momento, cosa gli piace e cosa non sopporta. C'è un maestro che ti picchia se non sai che Eamon De Valera è il più grand' uomo mai vissuto sulla terra. Ce n'è un altro che ti picchia se non sai che il più grand' uomo mai vissuto sulla terra è stato Michael Collins. Il maestro Benson odia l'America perciò bisogna ricordarsi di odiare l'America, sennò lui ti picchia. Il maestro O'Dea odia l'Inghilterra perciò bisogna ricordarsi di odiare l'Inghilterra, sennò lui ti picchia. E se per caso dici una cosa bella qualsiasi su Oliver Cromwell ti picchiano tutti quanti.”

Le ceneri di Angela

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“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Il Padreterno poteva darmi qualche centimetro in più di altezza, me lo dico spesso, invece di regalarli ai vari Toni, Ibrahimovic, Bogdani, Cani e compagnia bella, però, dài, mi ha gratificato di altre qualità.”

Vincenzo Italiano (1977) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Stefano Edel, Italiano, siciliano di Padova «Che orgoglio sentire il mio nome urlato dai tifosi» http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/mattinodipadova/2009/09/21/MS1PO_MS101.html, Il mattino di Padova , 21 settembre 2009.

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“[Su Delio Rossi] Mi schiero dalla parte sua. Ha fatto una cosa non bella, ma faccio un appello al presidente dell'Associazione allenatori. Ulivieri è una grande persona, bisogna riunirsi per tutelare la nostra categoria. I giocatori non vanno sempre coccolati, anzi devono essere responsabili dei loro atteggiamenti e puniti, qualora si rendano protagonisti di gesti del genere. Il vaffà sembra diventato una routine e poi noi allenatori dobbiamo assorbire tutto. Questa situazione va cambiata.”

Walter Mazzarri (1961) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Il riferimento è all'aggressione verbale e fisica da parte di Delio Rossi ad Adem Ljajić, dopo che il giocatore ha applaudito sarcasticamente all'allenatore. ( Fiorentina: Delio Rossi aggredisce Ljaic http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2012/05/02/Delio-Rossi-aggredisce-Ljaic-immagini_6807048.html, Ansa.it, 2 maggio 2012)
Origine: Citato in Pasquale Tina, Mazzarri: "Sfida decisiva non possiamo sbagliare" http://napoli.repubblica.it/sport/2012/05/05/news/mazzarri_sfida_decisiva_non_possiamo_sbagliare-34500070/, Repubbica.it, 5 maggio 2012.

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“Io uomo chiave dell'Inter? Non penso che una squadra debba dipendere da una persona, non è un buon modo per costruire le vittorie.”

Wesley Sneijder (1984) calciatore olandese

citato in Inter 18 – Lo scudetto più emozionante dell'Inter più bella, p. 39

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“La colpa non è degli occhi miei, ma degli Dei che la fecero tanto bella!”

Jean de Lingendes (1580–1615) poeta francese

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 119

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“Sono così bella che sono deforme.”

David Foster Wallace (1962–2008) scrittore e saggista statunitense
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“Ninetta mia, crepare di maggio | ci vuole tanto, troppo coraggio. | Ninetta bella, dritto all'inferno | avrei preferito andarci in inverno.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Piero: da La guerra di Piero, n. 9
ultime parole di Piero
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“Raccogliere la sua eredità è impensabile in questo momento, però sicuramente qualcuno in futuro la vorrà prendere. Sicuramente c'è da apprezzare il gesto di Alessandro di metterla a disposizione; ha detto una cosa giusta, perché tutti devono poter sognare di indossare la maglia numero dieci della Juventus, che è una bella cosa.”

Andrea Pirlo (1979) calciatore italiano

Origine: Citato in Pirlo: "La maglia n.° 10 resta libera, lo ha chiesto Del Piero alla Juve" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/15-05-2012/pirlo-la-maglia-n-10-resta-libera-ha-chiesto-piero-juve-911233295500.shtml, Gazzetta.it, 15 maggio 2012

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“[Dopo aver vinto il Roland Garros 2009] È la vittoria più bella di sempre! Non ho più pressione addosso, finalmente ho vinto il Roland Garros. Non so nemmeno io se merito il calore del pubblico.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2009
Origine: Citato in "Federer trionfa al Roland Garros ed entra (ancora) nella storia" http://www.corriere.it/sport/09_giugno_07/roger_federer_rolland_garros_278d7b68-5375-11de-b645-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 7 giugno 2009.

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“Guarda ad ogni cosa bella ogni ora | Come se fosse l'ultima.”

Walter de la Mare (1873–1956) poeta e scrittore britannico

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“Tu prega intanto umil Venere bella | che faccia in noi, sotto sua santa legge, | di due corpi e due cori, un corpo e un core.”

Claudio Tolomei (1492–1556) umanista, letterato e vescovo cattolico italiano

da Ecco 'l verno si fugge..., in I capolavori della poesia italiana, CDE, Milano, 1972

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“La differenza fra un buon colpo e un cattivo colpo è la stessa che passa fra una bella donna e una donna comune: è una questione di millimetri.”

Ian Fleming (1908–1964) giornalista, militare e scrittore inglese

Origine: Da Missione Goldfinger, cap. 8, p. 69.

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“Fosse per me sarei rimasto lì anche tutta la vita, ma quando stai da separato in casa non è mai una bella cosa. È chiaro però, che comunque, avrò per sempre un grande ricordo della Samp e della famiglia Garrone, a Genova ho lasciato un pezzo del mio cuore.”

Angelo Palombo (1981) calciatore italiano

citato in Palombo ringrazia l'Inter ("Una grande opportunità") ed ha qualcosa da ridire alla Samp... "Avrei preferito addio più dolce? Non si può avere tutto...", goal. com, 2 febbraio 2012

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“Sfido chiunque a dire che quella blucerchiata non è una bella maglia. È una delle più affascinanti in assoluto, quando giocavo era la prima casacca che mi chiedevano gli amici.”

Ciro Ferrara (1967) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Marco Lignana, Ferrara: "Con la Samp il matrimonio migliore" http://genova.repubblica.it/sport/2012/07/05/news/ferrara_con_la_samp_il_matrimonio_migliore-38557528/, Repubblica.it, 5 luglio 2012.

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“Il rugby è aggressività, guerra, ma dopo è la pace più bella del mondo.”

Marco Bollesan (1941) rugbista a 15, allenatore di rugby e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Corrado Sannucci, Noi, mastini della meta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/25/noi-mastini-della-meta.html, la Repubblica, 25 febbraio 1987.

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“[Su Carmelo Di Bella] Era un galantuomo tutto d'un pezzo, non si sarebbe mai contraddetto.”

Renzo Barbera (1920–2002) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Gaetano Sconzo, Il calcio in Sicilia fu don Carmelo, «La Sicilia», 10 settembre 1992, 19.

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“Chiama la polizia, che ho appena fatto fuori la tua bella allegria.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Fammi andar via
Io sono qui

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“Una cosa bella del gufo è che è sincero.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 40

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“Voi italiani ci avete insegnato il cuore del cinema e la realtà della vita sullo schermo. Quindi applaudo a scatola chiusa Moretti, Muccino, Giordana, ma vi chiedo: dov'è la più bella donna del mondo, Silvana Mangano, dove sono la Lollò, Pasquale Festa Campanile, Monica Vitti?”

Tony Curtis (1925–2010) attore statunitense

Origine: Da Tony Curtis: «Voi ci avete insegnato tanto ma dove sono la Mangano, la Lollobrigida?» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/10/Tony_Curtis_Voi_avete_insegnato_co_0_0104104173.shtml, Corriere della sera, 10 aprile 2001.

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