Frasi su finale
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“Decolla Air France, volo non stop, Michel Morandais!”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

Montepaschi Siena vs Eldo Napoli, TIM Cup Final Eight 2007
Citazioni tratte da telecronache, Altre partite

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“Quel gorilla da due tonnellate e mezzo è sceso dalla spalla di Mark Cuban e di Dirk Nowitzki, i Dallas Mavericks sono in Finale della Western Conference!”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

San Antonio Spurs vs Dallas Mavericks, Semifinali della Western Conference, gara 7
Citazioni tratte da telecronache, NBA

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“Sedici anni dopo Nantes, da un Meneghin all'altro, la vittoria dell'Italia, la grande emozione!!!”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

istanti finali di Italia-Spagna, finale dell'Europeo di Basket 1999
Citazioni tratte da telecronache, Italbasket

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“Ma che magnifica stravaganza dimenticare insieme i tempi brutti in un allegro finale: felici tutti.”

Gianna Nannini (1954) cantautrice e musicista italiana

da Sex drugs and beneficienza
Inno

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“[Su Ellsworth Vines] Trenta aces in dodici turni di servizio. Considerando che giocava contro uno dei giocatori migliori della sua epoca e considerando che era una finale a Wimbledon, potrebbe essere la più grande dimostrazione al servizio di sempre.”

Don Budge (1915–2000) tennista e allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Enos Mantoani, I bombardieri bistrattati http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2010/11/29/420723-bombardieri_bistrattati.shtml, Ubitennis.com, 29 novembre 2010.

“Tra le prove dello Slam l'Australian Open è la più difficile da prevedere. La sosta agonistica tra ottobre e gennaio (finale di Davis e i due Masters riguardano pochi tennisti) può determinare variazioni di forma che non tutti sanno assorbire nello stesso modo. In Australia c'è un atmosfera di ambizioni e propositi che può provocare conseguenze tecniche e psicologiche.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Wozniacki leader solo al computer http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/gennaio/17/Wozniacki_leader_solo_computer_ga_10_110117088.shtml, Gazzetta dello Sport, 17 gennaio 2011.

“Che cosa c'è di più bello d'un'Opera che si chiude con un rogo? Il finale della Valchiria [Opera di Richard Wagner] fa scender qualche lagrima anche al centesimo ascolto.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Storia e tragedia di una Pulzella https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/05/STORIA_TRAGEDIA_UNA_PULZELLA_co_9_081005057.shtml, Corriere della Sera, 5 ottobre 2008, p. 35.

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“[Su Calciopoli] Mi sono ripromesso di non dire più nulla dopo l'estate 2006. Dico solo che chi vinceva fino al 2006 aveva delle squadre straordinarie, tanto che faceva anche le finali di Champions League.”

Adriano Galliani (1944) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in "Torneo più pulito dopo Calciopoli" Ma Moggi risponde a De Laurentiis http://www.repubblica.it/2003/h/rubriche/spycalcio/polemica-calciopoli/polemica-calciopoli.html, Repubblica.it, 20 ottobre 2008.

“L'uomo delle finali, ancora Pedrito, in gol per il Barça…”

Massimo Marianella (1966) giornalista italiano

Barcellona-Manchester United, Champions League 2010/2011

“La stiamo vincendo! La stiamo vincendo!”

Mauro Suma (1965) giornalista italiano

Durante l'intervallo della finale di UEFA Champions League 2005 tra Liverpool e Milan, sul risultato di 3 a 0 per i rossoneri, 25 maggio 2005 (finale poi vinta dal Liverpool ai rigori)

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“Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo! L'Italia ha vinto la finale battendo la Germania per 3-1.”

Nando Martellini (1921–2004) giornalista italiano

telecronaca degli attimi finali di Italia–Germania Ovest, 11 luglio 1982
Mondiali di calcio Spagna 1982

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“[Sulla finale persa degli US Open 1992] Mi ha fatto capire come ci si sente male a perdere la finale di uno Slam. Come alla gente interessi solo il giocatore il cui nome viene inciso sul trofeo.”

Pete Sampras (1971) tennista statunitense

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/11/15/132811-citazioni_bordo_campo_novembre.shtml, Ubitennis.com, novembre 2008.

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“La tromba al finale. La tromba allude sempre all'Apocalisse.”

Ennio Flaiano (1910–1972) scrittore italiano

1993, p. 21
Frasario essenziale per passare inosservati in società

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“[Su Federer nel 2005] Ha un polso incredibile che cambia qualsiasi colpo all' ultimo momento, ha occhio e fisico eccezionali. Commentare la sua finale è stato un piacere enorme, avrei pagato il biglietto volentieri. E non credo che quello di questa finale di Wimbledon sarà il suo ultimo spettacolo a questi livelli, penso anzi che continuerà per qualche anno ancora.”

Jimmy Connors (1952) tennista e allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Laver: «Un onore essere paragonato a lui» http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/luglio/04/Laver_onore_essere_paragonato_lui_ga_10_0507042787.shtml, Gazzetta dello Sport, 4 luglio 2005.

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“La situazione finale dello sforzo verso l'essere realizza la propria essenziale unità con la situazione iniziale.”

Nicola Abbagnano (1901–1990) filosofo italiano

da La struttura dell'esistenza, Paravia, 1939

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“Ciascuno di noi forse porta scritta in una recondita particella del corpo, la propria finale condanna. Ma perché andare determinatamente a disseppellirla?”

Origine: Da Revisione dell'ultracinquantenne, in Cronache terrestri, a cura di Domenico Porzio, introduzione di Claudio Toscani, Mondadori, Milano, 2014, p. 183 https://books.google.it/books?id=5CcwBQAAQBAJ&pg=PT183#v=onepage&q&f=false.

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“Ogni volta che arrivo col micro | dopo Kaos One io sono un fallito”

July B (1984) rapper italiano

da finale deathmatch 2theBeat 2006

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“[Prima della finale del Roland Garros 2012] Dovrò servire molte prime e spostarla più volte che posso. È comunque una partita di tennis, cercherò di giocarmela e di divertirmi. Il vento potrebbe disturbare il suo lancio di palla molto alto? Allora speriamo che arrivi un uragano!”

Sara Errani (1987) tennista italiana

Conclude sorridendo
Origine: Citata in Alberto Giorni, "Maria era piccola quasi come me..." http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/06/08/726229-maria_piccola_quasi_come.shtml, Ubitennis.com, 8 giugno 2012.

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“Tra i vari movimenti di pensiero che in questi ultimi decenni hanno proposto al mondo civile nuove concezioni morali e sociali, uno dei più incisivi è certamente quello che sostiene un rapporto diverso tra uomo e natura. L'obiettivo finale consiste nel convertire la tradizionale cultura antropocentrica, che vede la natura asservita incondizionatamente ai bisogni della specie umana, in una cultura che potrebbe essere definita ecocentrica o naturocentrica o solidaristica. L'uomo è collocato nel contesto naturale come una delle tante componenti e la natura è la grande madre da cui uomini, piante e animali sono stati generati. Pertanto l'amore per l'ambiente non dovrebbe essere solo quello, sottilmente egoistico, che mira a valorizzarlo e a migliorarlo per rendere la vita più piacevole e più sana, ma è un dovere, un imperativo morale di rispetto quasi sacrale per madre natura che crea e nutre tutte le specie, quella umana compresa.
In questo contesto si pone la corrente filosofica che estende molti principi etici consolidati per la specie umana (per esempio «non uccidere») anche al mondo animale. Si tratta di un'operazione molto ardita che ha già riscosso innumerevoli consensi e che ha condotto, tra l'altro, alla nuova definizione di «specismo» per descrivere quegli atteggiamenti di sopraffazione che caratterizzano il tradizionale comportamento dell'uomo nei confronti degli animali, un atteggiamento non dissimile da quello tipico del razzismo nei riguardi delle altre razze umane. Basti pensare che nella morale schiavistica vigente centocinquant'anni fa era un fatto complessivamente accettabile l'uccisione senza motivo di un nero da parte di un bianco.
Allo stesso modo, oggi, uccidere o far soffrire senza motivo un animale non scandalizza più di tanto. Qualche anno fa, in Italia, non sarebbe nemmeno stato oggetto di attenzione, e solo dal 2003 una legge punisce le sevizie agli animali e il loro abbandono. Così come la sopraffazione della razza bianca sulla nera è diventata, sia pur lentamente, un atteggiamento moralmente condannabile dalla coscienza civile, anche per gli animali, secondo questa nuova corrente di pensiero, non è lontano il giorno in cui la sopraffazione della specie umana sulle altre specie apparirà come un'inaccettabile forma di ingiustizia.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

pp. 187-188

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“[Sulla vittoria della Schiavone al Roland Garros 2010] […] Era indispensabile giocare con scioltezza, addirittura con la fluidità muscolare tipica non certo di una finale, ma di un match normale. Il grande merito di Francesca è stato proprio questo, quasi delle finali Slam fosse d'un tratto divenuta una veterana, e non una tarda esordiente.”

Gianni Clerici (1930) giornalista italiano

la Repubblica
Origine: Da Schiavone regina di Parigi, un tie-break in paradiso http://www.repubblica.it/sport/2010/06/06/news/la_schiavone_regina_del_tennis_un_tie-break_in_paradiso-4610715/, la Repubblica, 6 giugno 2010.

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“[Il giorno dopo la finale di Coppa dei Campioni 1982-1983: Amburgo-Juventus 1-0] Non è successo niente, questi tedeschi ci hanno insegnato a leggere e a scrivere.”

Gianni Agnelli (1921–2003) imprenditore italiano

Origine: Citato in Agnelli, bacio dal tifoso "Una vittoria palpitante" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/Agnelli_bacio_dal_tifoso_Una_co_8_960523732.shtml, Corriere della sera, 23 maggio 1996

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“Il Brasile sembra intrappolato in un quadro di Salvador Dalì… surreale.”

Armando Ceroni (1959) giornalista svizzero

Quarti di finale Brasile – Francia
Citazioni tratte Dalle telecronache sulla TSI, Mondiali 2006

“Finale tra le più strane che ricordi. Dieci minuti scarsi di Manchester, anzi di Cristiano Ronaldo, poi quel gol in coproduzione tra Eto'o e Van der Sar e da lì in poi ottanta di Barcellona, via via più convinto mano a mano che gli inglesi sparivano dal campo. Difficile dire se siano stati più i meriti del Barca o i demeriti degli altri. Fatto sta che il verdetto è ineccepibile. E che a gioco lungo la qualità degli spagnoli ha finito per stagliarsi in tutta la sua nitidezza, pur senza raggiungere i bagliori della magica serata al Bernabeu di un mese fa. Due grandi tessitori, Xavi e Iniesta, un fuoriclasse, Messi, non al suo meglio ma capace comunque di una prodezza fuori repertorio, quel colpo di testa in avvitamento che ha chiuso la partita. E uno strepitoso Puyol, che si è calato nei panni di Dani Alves prima chiudendo e poi sfiorando due volte nel finale il colpo della goleada. Ma anche una coppia centrale attenta, e un paio di gregari sempre puntuali al servizio dei costruttori di gioco. Pep Guardiola può andar fiero di questa sua creatura che, al debutto assoluto, ha spazzolato Liga, coppa di Spagna e coppa dei Campioni giocando il miglior calcio continentale di stagione. Si sa che la fortuna aiuta gli audaci. Quel colpo di Iniesta all'ultimo istante del ritorno col Chelsea, ha consentito che alla fine a trionfare fossero i più forti.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

28 maggio 2009

“Tre cartellini gialli, 43 falli: 22 fischiati contro l'Argentina, 21 contro l'Inghilterra. Detta così sembra facile. Il fatto è che bisogna saperla rendere facile una partita come Argentina-Inghilterra, con tutto quel che si portava dietro, dalla mano de dios dell'86 alla sceneggiata di Simeone del '98 e sullo sfondo tutto il resto che sappiamo. Il fatto è anche che quell'unico fischio di differenza è proprio quello che la differenza l'ha fatta, quando mancava poco più di un minuto alla fine del primo tempo. Pure, non ci ha pensato un istante il nostro Collina. Piazzato, tanto per cambiare, in posizione ideale per decidere, Collina ha visto la gamba di Pochettino alzarsi d'istinto per intercettare quella di Owen. […] Non ha azzeccato soltanto quel fischio, Collina. Ha indovinato anche gli altri quarantadue, così come i tre cartellini: uno a Batistuta per aver lasciato il piede su Cole che rinviava, subito in avvio, per far capire che aria tirava, uno allo stesso Cole per sgambetto su Ortega, uno a Heskey per aver allontanato il pallone fingendo di non aver udito il fischio. Dopo tanti dilettanti allo sbaraglio con l'hobby dell'arbitraggio, finalmente un fuoriclasse del fischietto, non a caso reputato il migliore del mondo. Mica per altro. Per la disinvoltura con cui riesce a rendere facili le partite difficili, quale certamente era questa di Sapporo. Come era successo ad Agnolin al Mondiale messicano dell'86, quando aveva domato da par suo un'Argentina-Uruguay ben più avvelenata della sfida di ieri. E come non era invece accaduto a Gonella, unico arbitro italiano a dirigere una finale nella storia dei Mondiali, in Argentina-Olanda del '78, al cospetto dei generali padroni di casa. E se in Italia, Collina non gode della stessa reputazione che lo accompagna nel resto del mondo, non è soltanto perché da noi restano più gettonati gli arbitri che sanno essere deboli con i forti e forti con i deboli. È anche perché, per evadere dalla routine di indiscutibile primo della classe, Collina coltiva il ben noto vezzo, tra tante partite difficili che riesce a rendere facili, di renderne di tanto in tanto difficile una che sarebbe facile.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

8 giugno 2002

“Non so quanto la tv australiana avesse investito sul mondiale 2006, né come abbia reagito a un'eliminazione all'ultimo secondo dell'ottavo di finale, per un calcio regalato da un arbitro spagnolo a un terzino italiano colto da svenimento. Ma scommetterei in maniera più elegante, e più sportiva, di quella che la Rai scelse di cavalcare nell'infausto 2002 coreano. […] Durò un paio di giorni, per la verità, anche lo scarico di responsabilità da parte della squadra, sotto forma di tiro al bersaglio dell'arbitro Moreno. Ma poi, salvo qualche eccezione, il comune senso del pudore, prima ancora del fair play, riprese il sopravvento e si cominciò a riconoscere che se gli arbitraggi rassicuranti, oltre che davvero imparziali, sono oggettivamente diversi, ancor più diverse sono le congiure. Quando una squadra deve perdere, secondo quanto cercarono di farci credere [I giornalisti RAI], non arriva a giocarsi due match-ball come quelli di Vieri e Gattuso a pochi minuti dalla fine. La fermano prima, alla maniera di Aston in Cile. La Rai invece, impavida, andò avanti per settimane. E più passavano i giorni, più grosse le sparava. Sino a quella, davvero memorabile, dell'azione per danni alla Fifa. Il presupposto era, ovviamente, che Byron Moreno fosse il braccio armato di Blatter, investito della missione di far andare avanti, a qualunque costo, la squadra di casa. In buona sostanza, tuonò con supremo sprezo del ridicolo un avvocato dell'ufficio legale della Rai, chiederemo a Zurigo il rimborso totale di quanto è stato pagato per i diritti, cioè settanta milioni di euro, il rimborso delle spese di produzione per la trasferta in Corea e Giappone, e i danni derivati dalla caduta negativa della pubblicità. Mancavano giusto un paio di divisioni da ammassare al confine di Chiasso. I programmi sportivi dedicati al mondiale, che ovviamente continuava, amplificarono i toni, e più di un quotidiano cadde in tentazione. Si arrivò a leggere che la causa avrebbe fatto giurisprudenza a livello mondiale, al pari della sentenza Bosman: quando l'unico rimando possibile era, con tutta evidenza, a capitan Fracassa. […] La sera del 9 gennaio 2003, Raidue portò nei propri studi in esclusiva mondiale nientemeno che il famigerato Byron Moreno. E a chi affidare la faccia? A Enzo Biagi no, perché era già in vigore l'editto di Sofia, a Minoli nemmeno, Tosatti forse aveva un impegno. Sicché prese in prestito da Sky, senza alcun diritto di riscatto, l'intramontabile José Altafini. Civile la conversazione. Ma inserita nell'ambito di uno show dal titolo Stupido Hotel, mai come in quel caso un nome una garanzia. Così l'arbitro ecuadoregno entrò in scena dalla porta girevole con una valigetta piena di soldi, rispose punto per punto alle domande non proprio asfissianti dell'intervistatore, concluse argomentando sottilmente che quella sera a Daejon era stata l'Italia, non lui, a sbagliare la partita, e fu congedato da un simpatico gavettone sulle note del coro del Nabucco: che per una rete in quota Lega rappresentava, con tutta evidenza, l'inno nazionale. Una serie di interpellanze parlamentari non riuscirono a chiarire né la ragione di quella straordinaria partecipazione, né l'entità del compenso ricevuto da Moreno, dall'ordine comunque di alcune decine di migliaia di dollari. Fatto sta che, grazie alla sportività della Rai, l'ex nemico pubblico numero uno ebbe l'opportunità di dimostrare che i buffoni, semmai, erano altrove. E il cerchio finalmente si chiuse.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. La cultura della sconfitta

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“Da quando mi sfidano è 2theRip, riposa in pace | questo è Jesto lettere all'antrace”

Jesto (1982) rapper italiano

da finale 2theBeat 2006

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“Io sono Jesto e ti faccio "ciao" | noi facciamo freestyle, facciamo cagare, a rappare è meglio Kaos”

Jesto (1982) rapper italiano

da finale 2theBeat 2006

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“Sono convinto che i fumetti non debbano solo far ridere. Per questo nelle mie storie trovate lacrime, rabbia, odio, dolore e finali non sempre lieti.”

Osamu Tezuka (1928–1989) fumettista, animatore e regista giapponese

Origine: Citato in Helen McCarthy, Osamu Tezuka: il dio del manga, traduzione di Fabio Deotto, Edizioni BD, 2010, quarta di copertina.

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“Per Federico Luzzi, l'anno scorso era a vedermi giocare in finale contro la Safina e adesso non c'è più. Era come se fosse lì con me.”

Flavia Pennetta (1982) tennista italiana

Origine: Dedica dopo la vittoria del torneo di Los Angeles a Federico Luzzi, giovane tennista morto nell'ottobre 2008 per una leucemia fulminante.

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“C'è gente convinta che un romanzo debba spiegare tutto. Che il romanzo debba essere il riparatore della vita e delle sue incoerenze. Ma la vita è mai stata coerente? E perciò pensa che lo scrittore occupi questa posizione centrale nello spazio e nel tempo per dare un inizio e un finale alle storie (ma lei conosce qualche storia che abbia un finale, una cosa che si dovrebbe chiamare finale, finale-finale?), collegare riempire vuoti e dissipare zone d'ombra; spiegare i comportamenti dei personaggi.
C'è chi crede che il romanzo abbia una funzione divulgativa e una vocazione pedagogica. Niente di più lontano dalla verità. Il romanzo non è fatto per mettere ordine nel caos. Il romanzo non è fatto per mettere ordine in un beneamato cazzo. Il romanzo non è nato per dare soddisfazione agli amanti dell'ordine. È fatto per divertirsi con le vertigini, per creare casino, per goderne, per rimestarlo.
Non si tratta di rispondere a domande ma di farne altre, sempre nuove, sempre più inquietanti.
Il romanzo, come la realtà reale, come le storie che conosciamo tutti e che ci capitano sempre, è pieno di parentesi, buchi, ellissi che ballano saltellando da una parte e dall'altra senza desiderare concretizzarsi, senza voglia di spiegarsi.
Credo di essere ben lontano dall'illusione che quando la vita diventa profondamente incoerente arrivi il romanzo a metterci una pezza.
D'altra parte non dobbiamo lamentarci troppo. Il romanzo è certamente il guercio in questo luminoso deserto messicano in cui abbondano i ciechi.”

Paco Ignacio Taibo II (1949) scrittore spagnolo

parte XIII, cap. II
Ritornano le ombre

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“[parlando del padre appena deceduto] Mi ha insegnato la dedizione, il senso del dovere. L'altra sera avrei potuto annullare lo spettacolo, sarei stato giustificato. Ma il teatro era tutto esaurito. Mi aspettavano. Simbolicamente il momento della canzone dopo tre ore di risate è stato come un pugno allo stomaco, ma quell'applauso finale così forte è stato significativo. Se sono quel che sono lo devo a lui.”

Enrico Brignano (1966) attore, comico e regista italiano

Origine: Citato in Chiara Maffioletti, Gag e risate per tre ore poi le lacrime in scena Brignano: è morto papà http://www.corriere.it/spettacoli/11_agosto_19/maffioletti-gag-risate_96eabff2-ca42-11e0-9ddb-a6b1d988da8e.shtml, Corriere della sera, 19 agosto 2011.