Frasi su molteplicità

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema molteplicità, mondo, essere, vita.

Frasi su molteplicità

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“Il potere si legittima davvero e solo per il continuo contatto con la sua radice umana e si pone con un limite invalicabile: le forze sociali che contano per se stesse, il crescere dei centri di decisione, il pluralismo che esprime la molteplicità irriducibile delle libere forme della vita comunitaria.”

Aldo Moro (1916–1978) politico e accademico italiano

durante il XI Congresso della Democrazia Cristiana, Roma, 29 giugno 1969
Origine: Citato in Giovanni di Capua, Aldo Moro : il potere della parola (1943-1978), Roma, Ebe, 1988.

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“La più generale definizione della bellezza […] Molteplicità nell'Unità.”

Samuel Taylor Coleridge (1772–1834) poeta

Origine: Da On the Principles of Genial Criticism.

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“Se guardate la storia della magia, vedrete le sue origini nelle caverne. Vedrete le sue origini nello sciamanesimo, nell'animismo, nella credenza che ogni cosa che ci circonda, ogni albero, ogni roccia, ogni animale, sia abitato da una qualche forma di essenza, una qualche sorta di spirito con cui forse si potrebbe comunicare. Avreste avuto uno sciamano o un visionario che sarebbe stato responsabile di incanalare le idee utili alla sopravvivenza. Prima che raggiungiate le civiltà classiche potrete vedere che questo è stato formalizzato in un certo status. Lo sciamano agisce puramente come un intermediario tra gli spiriti e le persone. La sua posizione nel villaggio o nella comunità è simile a quella di un idraulico spirituale. Ogni persona nel gruppo ha il suo ruolo. La persona migliore nella caccia era un cacciatore, la persona migliore nel parlare con gli spiriti, forse perché lui o lei era un po' pazzo/a, un po' staccato dal nostro normale mondo materiale, allora sarebbe stato uno sciamano. E gli sciamani non padroneggiavano un'arte segreta, essi dispensavano semplicemente le loro informazioni alla comunità, perché si credeva che fosse utile alla comunità. Quando abbiamo l'emergere delle culture classiche, tutto questo è stato formalizzato tanto che si hanno dei interi pantheon di dèi. E ognuno di questi dèi avrà una casta di preti che agiranno fino a un certo punto come intermediari che ti insegneranno ad adorare quel dio. Così la relazione tra gli uomini e i loro dèi, che potrebbe essere vista come la relazione tra gli uomini e il loro Io più alto, era ancora di tipo diretto. Quando arrivò il cristianesimo, quando arrivò il monoteismo, tutt'a un tratto hai una casta di sacerdoti che si muoveva tra l'adoratore e l'oggetto di adorazione. Hai una casta sacerdotale che era diventata una specie di dirigenza d'intermediazione spirituale tra l'umanità e la divinità interiore di cui si andava alla ricerca. Non puoi avere un rapporto diretto con un dio. I sacerdoti non hanno davvero il bisogno di un rapporto con la divinità. Hanno solo un libro che ti dice di alcune persone vissute tanto tempo fa, che hanno avuto un rapporto diretto con la divinità. E va tutto bene. Non hai bisogno di avere visioni miracolose, non hai bisogno di avere degli dèi che ti parlino. In effetti, se ti capita niente del genere, probabilmente sei matto. Nel mondo moderno questa roba non succede. Le sole persone a cui è permesso parlare con gli dèi, e in un modo davvero a senso unico, sono i preti. Per me il monoteismo è una grande semplificazione. Voglio dire, la Cabala ha una grande molteplicità di dèi, ma alla sommità del diagramma cabalistico, l'albero della vita, ha quest'unica sfera, che è il dio assoluto. La Monade. Qualcosa che è indivisibile. E tutti gli altri dèi, e ogni altra cosa nell'universo è una specie di emanazione di quel dio. Ora, questo va bene. Ma quando suggerisci che ci sia solo quell'unico dio, a quell'irraggiungibile altezza al di sopra dell'umanità e che non c'è niente in mezzo, stai limitando e semplificando la questione. Penso che il paganesimo sia una specie di alfabeto, come un linguaggio. È come se tutti gli dèi sono le lettere di quel linguaggio, esprimono delle sfumature, ombre del significato, o certe sottigliezze delle idee. Mentre il monoteismo tende ad essere solo una vocale, ed è solo tipo: oooouh [Alan Moore stesso nel documentario per far comprendere il suono scimmiesco. ]. È questo suono scimmiesco. Puoi quasi immaginare gli dèi divenire frustrati, sprezzanti. Perché con tutta la ricchezza di concetti spirituali che sono disponibili, perché ridurre tutto a una sola, singola nota monocorde che chi pronuncia neanche comprende?”

Alan Moore (1953) fumettista e scrittore britannico

citato nel documentario di Dez Vylenz, The Mindscape Of Alan Moore, Shadowsnake films, visibile su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=rZXoinYCReE, subititolato in italiano

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“Nella molteplicità delle attività umane la Natura offre sempre a ciascuno la propria strada.”

Gaio Sallustio Crispo (-86–-34 a.C.) storico romano in lingua latina e senatore della repubblica romana

Origine: La congiura di Catilina, Silvia Perezzani e Sandro Usai, p. 19

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“Diversità e molteplicità rappresentano una ricchezza e non un costo, un più e non un meno, la soluzione e non il problema.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Confesso che avevo esagerato, Il Venerdì, supplemento de la Repubblica, 16 maggio 2003

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“La potenza del Signore, pur adottando una molteplicità di variazioni nel krama, in realtà non subisce alcuna modificazione.”

Abhinavagupta (950–1020) filosofo indiano

da Krama stotraṃ
Origine: "Successione", con riferimento alle cose che avvengono nello scorrere del tempo.
Origine: Citato in Kamalakar Mishra 2012, p. 221.

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“Amo il mare sempre di piú… forse una volta preferivo la montagna perché era tanto lontana. Adesso non vorrei piú andarci. Credo che proverei vergogna e paura. È troppo capricciosa, troppo irregolare, troppo varia… certo mi sentirei in condizioni d'inferiorità. Quali sono gli uomini che preferiscono la monotonia del mare? Sono quelli, mi sembra, che hanno scrutato troppo a lungo, troppo profondamente nel groviglio delle cose interiori per non chiedere almeno a quelle esteriori una cosa soprattutto: la semplicità… Non è il fatto che in montagna ci si debba arrampicare coraggiosamente, mentre al mare si sta placidamente sdraiati sulla sabbia. Ma io conosco il diverso sguardo degli appassionati dell'una e dell'altro. Occhi sicuri, audaci, giocondi, pieni di iniziativa, di coraggio e di risolutezza errano di vetta in vetta; ma sulla vastità del mare che con mistico e snervante fatalismo rovescia sulla spiaggia le onde, si posa uno sguardo sognante, velato, disincantato e pieno di saggezza, che è già penetrato profondamente in qualche intrico doloroso. Salute e malattia: ecco la differenza. Ci si inerpica arditi nella meravigliosa molteplicità delle vette dentate, frastagliate, dirupate per mettere alla prova un'energia vitale non ancora spesa. Ma si cerca riposo nella vasta semplicità delle cose esteriori, stanchi come si è della confusione di quelle intime.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Thomas Buddenbrook: X, VI; 2002, p. 610
I Buddenbrook

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“Questa teoria, che ogni molteplicità sia soltanto apparente, che in tutti gli individui di questo mondo, per quanto si presentino in numero infinito l'uno dopo l'altro e l'uno accanto all'altro, si manifesti un essere solo e il medesimo, presente e identico in tutti e veramente esistente, questa teoria […] verrebbe voglia di dire che c'è sempre stata. Difatti essa è la dottrina principale e fondamentale dei sacri Veda, il libro più antico del mondo, del quale possediamo la parte dogmatica o, meglio, la dottrina esoterica nelle Upanishad. Là troviamo, si può dire a ogni pagina, questa grande dottrina che instancabilmente viene ripetuta in forme infinite e commentata con svariate immagini e similitudini. Non c'è da dubitare che abbia costituito il fondamento della sapienza di Pitagora […]. Tutti sanno che in essa soltanto era contenuta quasi tutta la filosofia della scuola eleatica. In seguito ne furono pervasi i neoplatonici […]. Nel secolo IX la vediamo comparire all'improvviso in Europa per merito di Scoto Eriugena il quale, preso dall'entusiasmo, si affanna a rivestirla delle forme e delle espressioni della religione cristiana. La ritroviamo tra i maomettani quale entusiastico misticismo dei Sufi. In Occidente però Giordano Bruno dovette pagare con la morte ignominiosa e crudele il fatto di non aver saputo resistere all'impulso di esprimere quella verità. Tuttavia vediamo anche i mistici cristiani invilupparcisi, loro malgrado, quando e dove compaiono. Il nome di Spinoza è identico con essa.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

IV, § 22; 1981, pp. 277-278
Il fondamento della morale

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“Se prendiamo in esame l'insieme di quell'àmbito di manifestazione che è il nostro mondo, possiamo dire che in esso, man mano che si allontanano dall'unità principiale, le esistenze diventano sempre meno qualitative e sempre più quantitative; in effetti quest'unità, che contiene in sé tutte le determinazioni qualitative delle possibilità di tale àmbito, ne è il polo essenziale, mentre il polo sostanziale, […] è rappresentato dalla quantità pura, con l'indefinita molteplicità «atomica» ad essa implicita, e con l'esclusione di qualsiasi distinzione che non sia numerica fra i suoi elementi.”

René Guénon (1886–1951) scrittore e esoterista francese

Variante: Se prendiamo in esame l'insieme di quell'àmbito di manifestazione che è il nostro mondo, possiamo dire che in esso, man mano che si allontanano dall'unità principiale, le esistenze diventano sempre meno qualitative e sempre più quantitative; in effetti quest'unità, che contiene in sé tutte le determinazioni qualitative delle possibilità di tale àmbito, ne è il polo essenziale, mentre il polo sostanziale, [... ] è rappresentato dalla quantità pura, con l'indefinita molteplicità «atomica» ad essa implicita, e con l'esclusione di qualsiasi distinzione che non sia numerica fra i suoi elementi. (p.53)
Origine: Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, p. 53

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“Con la decisione di costruire con il testosterone la mia soggettività, come lo sciamano costruisce la sua con la pianta, assumo la negatività del mio tempo, una negatività che mi vedo forzato a rappresentare e, contro la quale posso lottare da questa incarnazione paradossale che è un uomo trans, un femminista col nome di maschio, un ateo del sistema sesso-genere convertito in consumatore dell’industria farmacopornografica.  La mia inesistente esistenza come uomo trans è allo stesso tempo il termine dell’antico regime sessuale e l’inizio di una futura proliferazione.
Sono venuto a parlare a voi e ai morti, o meglio, a coloro che vivono come se fossero già morti, ma soprattutto sono venuto a parlare ai figli maledetti e innocenti che nasceranno. Noi uranisti siamo i sopravvissuti di un tentativo sistematico e politico di infanticidio: siamo sopravvissuti al tentativo di uccidere in noi, quando non eravamo ancora adulti e non potevamo difenderci, la radicale molteplicità della vita e il desiderio di cambiare i nomi di tutte le cose. Siete morti voi? Nascerete domani? Mi felicito in ritardo o in anticipo.”

Paul B. Preciado (1970) filosofa spagnola

Variante: Con la decisione di costruire con il testosterone la mia soggettività, come lo sciamano costruisce la sua con la pianta, assumo la negatività del mio tempo, una negatività che mi vedo forzato a rappresentare e, contro la quale posso lottare da questa incarnazione paradossale che è un uomo trans, un femminista col nome di maschio, un ateo del sistema sesso-genere convertito in consumatore dell’industria farmacopornografica.  La mia in-esistente esistenza come uomo trans è allo stesso tempo il termine dell’antico regime sessuale e l’inizio di una futura proliferazione.
Sono venuto a parlare a voi e ai morti, o meglio, a coloro che vivono come se fossero già morti, ma soprattutto sono venuto a parlare ai figli maledetti e innocenti che nasceranno. Noi uranisti siamo i sopravvissuti di un tentativo sistematico e politico di infanticidio: siamo sopravvissuti al tentativo di uccidere in noi, quando non eravamo ancora adulti e non potevamo difenderci, la radicale molteplicità della vita e il desiderio di cambiare i nomi di tutte le cose. Siete morti voi? Nascerete domani? Mi felicito in ritardo o in anticipo.

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“Come potete voi, come possiamo noi, organizzare in accordo con tali nozioni tutto un sistema di visibilità, di rappresentazione, di concessione di sovranità e di riconoscimento politico? Credete davvero di essere omosessuali o eterosessuali? Vi preoccupa questa distinzione? Ci contate? Riponete addirittura su di essa la vostra identità di umani? Se ascoltando una di queste parole sentite un fremito in gola, non frenatelo. È la molteplicità del cosmo che cerca di entrarvi in gola come fosse il tubo del telescopio di Herschel. Permettetemi di dirvi che l’omosessualità e l’eterosessualità non esistono al di fuori di una epistemologia binaria e gerarchica che cerca di preservare il dominio del pater familias sulla riproduzione della vita. L’omosessualità e l’eterosessualità non esistono al di fuori di una epistemologia binaria, coloniale e capitalista che privilegia le pratiche sessuali riproduttive a beneficio di una strategia di gestione della popolazione, della riproduzione della forza lavoro, ma anche di riproduzione della popolazione che consuma. È il capitale, e non la vita che si riproduce. Ma se l’omosessualità e l’eterosessualità non esistono: Che siamo? Come amiamo? Immaginatevelo.”

Paul B. Preciado (1970) filosofa spagnola

Origine: Da scritto per il Festival delle letterature a Roma http://www.festivaldelleletterature.it/un-appartamento-su-urano-un-apartamento-en-urano/#tab-italian , 8 giugno 2018.