Frasi su no
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“[A proposito della nascita del Partito della Libertà annunciata da Berlusconi a Milano in piazza San Babila il 18 novembre 2007] Berlusconi in piazza davanti alla gente la faccia un po' l'ha persa. […] Troppa demagogia. Del resto l'ho detto anche a lui. No, non mi è piaciuto proprio, io sono un'altra cosa.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

dall'intervista di Guido Passalacqua, "Berlusconi in piazza non mi è piaciuto, senza Fini rischia di perdere le tv" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071126/gbm9j.tif, la Repubblica, 24 novembre 2007, p. 7

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“Gli uomini sono talmente semplici: vanno dritti al punto. Le donne no.”

Kasia Smutniak (1979) modella e attrice polacca

Origine: Citato in, [//www.vanityfair.it/people/italia/12/11/30/kasia-smutniak-intervista-uomo-foto Il «lato maschio» di Kasia Smutniak: «Che bello essere un uomo»], VanityFair.it, 30 novembre 2012.

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“Il Paese è con me, ma un pezzo del Paese no, e me ne sono fatto una ragione: il Paese delle rendite e dei poteri forti, e quello dei fannulloni, che spesso stanno a sinistra.”

Renato Brunetta (1950) economista e politico italiano

Origine: Citato in Corriere della sera http://www.corriere.it/politica/08_novembre_16/brunetta_dipendenti_fannulloni_miracoli_sinistra_epifani_358e2706-b3ea-11dd-804b-00144f02aabc.shtml, 16 novembre 2008.

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“Avrei potuto trasferirmi a Los Angeles, ma ho deciso di no, perché casa, è qui. E nulla mi impedisce di andare girare un film due mesi in Africa, com'è ora il caso.”

Roy Dupuis (1963) attore cinematografico e attore televisivo canadese

dall'articolo in La Presse del 5 giugno 2006
2006

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“[Famosa gaffe] Adesso andiamo a vedere un summit. Un sommario, un summit. È la stessa cosa no?”

Alba Parietti (1961) conduttrice televisiva e attrice italiana

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 35. ISBN 88-8598-826-2.

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“Se il disco è buono, bene; se no, ciccia!”

Gianni Boncompagni (1932–2017) conduttore radiofonico, paroliere e autore televisivo italiano
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“«Da quanto tempo vivi in un Paese musulmano?», chiesi a un tratto.
«Da due terzi della mia vita».
«Eppure non sei mai diventato un riformista?».
«No».
«E non sei mai diventato un fondamentalista?»
«No».
«E non hai mai voluto diventare un capo dell'Islam?»«No».
Alzai le sopracciglia. «Lo trovo stupefacente».
Ziad rallentò e mi lanciò un'occhiata. Si passò la mano sopra il sopracciglio sinistro, facendosi piovere granelli di polvere sulle gambe.
«Voglio farti io una domanda», disse.
«Cosa?»
«Da quanto tempo sei al mondo?»
«Scusa?»
«Da quanto tempo sei vivo?»
«Da tutta la vita, direi».
«Quando è stata l'ultima volta che hai fatto volare un aquilone in montagna?»
«Mai».
«Quando è stata l'ultima volta che ti sei sdraiato a terra e hai scattato foto agli insetti?»
«Mai».
«Quando è stata l'ultima volta che hai salvato dei ragazzi beduini nel deserto?»
«Mai».
«Be', amico, questo io lo trovo stupefacente».
Non dissi nulla. Mi sentivo come se fossi sepolto fino al collo nella sabbia e qualcuno stesse scagliando pietre alla mia essenza. Eppure le pietre non mi mandarono in frantumi, si rivelarono essere globi di luce. Mi scesero nella gola e si raccolsero nel mio stomaco. Divennero una pozza di luce brillante che si fuse e cominciò a ribollire. Poi un immenso getto di risate sgorgò dal mio ombelico e il raggio di luce si poté vedere fino a Damasco.
Ridemmo a crepapelle.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano

Il bambino che leggeva il Corano

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“No, non ho mai scritto un libro di football. Ma se mi portate tutti quelli in circolazione, vi correggo gli errori.”

Renato Cesarini (1906–1969) calciatore e allenatore di calcio italiano di origine argentina

Origine: Citato in Marco Sappino (a cura di), Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Milano, Baldini&Castoldi, 2000, p. 2112, ISBN 88-8089-862-0

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“[Su Antonio Conte] È un allenatore giovane, deve sapere quando rispondere e quando no, lo saprà fra vent'anni. Io ho solo fatto un'analisi, non mi sono permesso di dire nulla di negativo.”

Mircea Lucescu (1945) allenatore di calcio e ex calciatore rumeno

Origine: Citato in Lucescu manda una bella stoccata a Conte: "È giovane, deve imparare quando rispondere, lo saprà fare tra vent'anni... Se mi piace il biscotto? Dipende, se amaro o dolce..." http://www.goal.com/it/news/173/champions-league/2012/12/04/3577370/lucescu-manda-una-bella-stoccata-a-conte-e-giovane-deve-imparare-, Goal.com, 4 dicembre 2012.

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“Aldo Grasso fa di mestiere il critico televisivo. Non gli sfugge nulla. È l'occhio di falco del palinsesto. È uno che non fa sconti a nessuno, neppure ai valsusini che cercano di difendere la loro valle definiti da lui oggi sul Corriere "geneticamente arrabbiati" dopo che era stato dedicato un piccolo spazio ai No Tav nel programma Piazzapulita di Formigli.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Da Il Blog di Beppe Grillo
Origine: Da Il telecomando di Aldo Grasso http://www.beppegrillo.it/2011/09/il_telecomando_di_aldo_grasso/index.html, BeppeGrillo.it, 17 settembre 2011.

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“La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente, la mafia prende il pizzo, il 10 per cento. Qui siamo nella mafia che ha preso un'altra dimensione, strangola la propria vittima.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Origine: Citato in Giuseppe Pipitone, Per Beppe Grillo la politica strangola, Cosa nostra no. "Parole da mafioso" http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/30/beppe-grillo-politica-strangola-mafia-parla-come-mafioso-senza-essere-originale/213609/, Il Fatto Quotidiano, 30 aprile 2012.

“[Heimito von Doderer] Era un vero scrittore., e con l'andare del tempo la sua "acontemporaneità" risulterà persino sintomatica e, perché no?, addirittura correttiva.”

Giancarlo Vigorelli (1913–2005) giornalista, scrittore e critico letterario italiano

Origine: La terrazza dei pensieri, p. 175-176

“Il problema è la spaventosa incultura sportiva che esiste in Italia anche da parte di persone come lei [riferito ad un radioascoltatore] e questa è la cosa avvilente, no, di tutto quello che alla fine si può ricavare. Perché, avendo negli occhi oltretutto anni e anni di arbitraggi in cui, davvero, per le squadre piccole contro le grandi non ce n'era, né in casa né fuori, in cui partite come quelle venivano raddrizzate a favore della big in modo completamente diverso con quello di oggi, non cogliere che invece se oggi accade per una somma di concause in cui c'entra la fatalità, c'entra il talento superiore degli uomini della grande squadra, c'entra l'errore che l'uomo della piccola squadra, nella fattispecie il portiere, fa e c'entra, per una parte minima, l'incidenza decisionale della parte arbitrale, è veramente avvilente, ma fotografa esattamente un paese che vive e campa esclusivamente di moviola. […] se un giorno vuole che facciamo un'inchiestina su come viene vissuto il calcio nel resto d'Europa, lei potrebbe toccare con mano che questo episodio minimo, insignificante e inesistente, sui cui è stato costruito un castello, nel resto d'Europa nemmeno sarebbe stato citato, nemmeno ci avrebbero pensato perché, superato Chiasso, o superato Ventimiglia e o superato il Brennero, non c'è quello strumento [la moviola], che potrebbe essere uno strumento anche culturale ma che in Italia è usato soltanto in maniera deteriore e su cui soltanto si specula. Quello strumento non c'è e dalle altre parti vivono il calcio leggermente meglio che da noi.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

11 gennaio 2010

“Questo non consolerà certo la Juventus, ma almeno la lotteria dell'Old Trafford è servita a sfatare la leggenda secondo cui, con l'eccezione degli ultimi Europei, sono gli italiani i più tremebondi dal dischetto nelle occasioni che contano. Gli errori di Donadoni e Serena nella semifinale di Napoli '90, quelli di Baresi, Massaro e Baggio a Pasadena '94, di Albertini e Di Biagio a Parigi '98: lapidi scolpite nel muro del pianto del calcio italiano. Stavolta no. […] E poi che significa autogestione, come fa Lippi a non decidere lui la lista? La decide, la decide. Ma solo scremando chi se la sente, chi non ha il muscolo che tira o l'occhio sbarrato dalla fatica e dalla tensione. E Carletto allora che ha tolto due rigoristi come Pirlo e Rui Costa quando ormai era chiaro che nessuno avrebbe fatto gol prima dell'alba? È il fascino – perverso – delle lotterie, a Roma nel '96 non aveva avuto paura Jugovic, a Manchester non l'ha avuta Shevchenko. E chissà se l'ha avuta Inzaghi, e davvero se l'è svignata come Falcao diciannove anni fa con il Liverpool, o se è stato Ancelotti a tenerlo lontano da un dischetto dove fa danni più della grandine. Il piatto destro di Platini a Tokyo issò la Juventus sul tetto del mondo. Due anni dopo contro il Real nemmeno riuscì a batterlo il suo rigore. Lo ha ricordato giusto l'altra sera, aggiungendo perfido: «Vidi solo la buca sul dischetto che avevano fatto Brio e Favero».”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

30 maggio 2003

“Non so quanto la tv australiana avesse investito sul mondiale 2006, né come abbia reagito a un'eliminazione all'ultimo secondo dell'ottavo di finale, per un calcio regalato da un arbitro spagnolo a un terzino italiano colto da svenimento. Ma scommetterei in maniera più elegante, e più sportiva, di quella che la Rai scelse di cavalcare nell'infausto 2002 coreano. […] Durò un paio di giorni, per la verità, anche lo scarico di responsabilità da parte della squadra, sotto forma di tiro al bersaglio dell'arbitro Moreno. Ma poi, salvo qualche eccezione, il comune senso del pudore, prima ancora del fair play, riprese il sopravvento e si cominciò a riconoscere che se gli arbitraggi rassicuranti, oltre che davvero imparziali, sono oggettivamente diversi, ancor più diverse sono le congiure. Quando una squadra deve perdere, secondo quanto cercarono di farci credere [I giornalisti RAI], non arriva a giocarsi due match-ball come quelli di Vieri e Gattuso a pochi minuti dalla fine. La fermano prima, alla maniera di Aston in Cile. La Rai invece, impavida, andò avanti per settimane. E più passavano i giorni, più grosse le sparava. Sino a quella, davvero memorabile, dell'azione per danni alla Fifa. Il presupposto era, ovviamente, che Byron Moreno fosse il braccio armato di Blatter, investito della missione di far andare avanti, a qualunque costo, la squadra di casa. In buona sostanza, tuonò con supremo sprezo del ridicolo un avvocato dell'ufficio legale della Rai, chiederemo a Zurigo il rimborso totale di quanto è stato pagato per i diritti, cioè settanta milioni di euro, il rimborso delle spese di produzione per la trasferta in Corea e Giappone, e i danni derivati dalla caduta negativa della pubblicità. Mancavano giusto un paio di divisioni da ammassare al confine di Chiasso. I programmi sportivi dedicati al mondiale, che ovviamente continuava, amplificarono i toni, e più di un quotidiano cadde in tentazione. Si arrivò a leggere che la causa avrebbe fatto giurisprudenza a livello mondiale, al pari della sentenza Bosman: quando l'unico rimando possibile era, con tutta evidenza, a capitan Fracassa. […] La sera del 9 gennaio 2003, Raidue portò nei propri studi in esclusiva mondiale nientemeno che il famigerato Byron Moreno. E a chi affidare la faccia? A Enzo Biagi no, perché era già in vigore l'editto di Sofia, a Minoli nemmeno, Tosatti forse aveva un impegno. Sicché prese in prestito da Sky, senza alcun diritto di riscatto, l'intramontabile José Altafini. Civile la conversazione. Ma inserita nell'ambito di uno show dal titolo Stupido Hotel, mai come in quel caso un nome una garanzia. Così l'arbitro ecuadoregno entrò in scena dalla porta girevole con una valigetta piena di soldi, rispose punto per punto alle domande non proprio asfissianti dell'intervistatore, concluse argomentando sottilmente che quella sera a Daejon era stata l'Italia, non lui, a sbagliare la partita, e fu congedato da un simpatico gavettone sulle note del coro del Nabucco: che per una rete in quota Lega rappresentava, con tutta evidenza, l'inno nazionale. Una serie di interpellanze parlamentari non riuscirono a chiarire né la ragione di quella straordinaria partecipazione, né l'entità del compenso ricevuto da Moreno, dall'ordine comunque di alcune decine di migliaia di dollari. Fatto sta che, grazie alla sportività della Rai, l'ex nemico pubblico numero uno ebbe l'opportunità di dimostrare che i buffoni, semmai, erano altrove. E il cerchio finalmente si chiuse.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. La cultura della sconfitta

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“«Suo figlio studia?»
No, ora fa il fascista.”

Leo Longanesi (1905–1957) giornalista, pittore e disegnatore italiano

La sua signora

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“Pensa a una trasmissione come Drive in, al suo ritmo, alla quantità di cose che riesce a far vedere in due minuti e paragona due minuti di Drive in a due minuti della vecchia televisione. Un salto da fantascienza, no? Eppure a quanto pare la cosa non ha provocato traumi, noi siamo passati dal ritmo di valzer a quello di rock'n roll senza perdere nessuna memoria.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Origine: Citato in La sinistra amava Drive in. Eco e le ragazze fast food http://www.ilgiornale.it/interni/le_donne_drive_in_ora_sinistra_basima_ma_leggete_cosa_dicevano/televisione-berlusconi-drive-ragazze-sinistra-eco-umberto-scollature-femminismo-italiauno-repubblica-unita/22-02-2011/articolo-id=507661, Il Giornale.it, 23 febbraio 2011.

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“Se si dice "no" all'uso della forza (Saddam Hussein, i Black bloc) si lasciano i deboli in balìa di forti e colpevoli.”

Gianfranco Morra (1930) sociologo italiano

citato in Libero, 31 dicembre 2003

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“Anche in questo siamo uguali.
L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.
Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.
Io no.
Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai."

"E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?"

"Io uccido…”

Variante: Anche in questo siamo uguali. L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.
Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.
Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai."

"E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?"

"Io uccido...
Origine: Io uccido, pp.29-30

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“In questo mondo devi essere matto. Se no impazzisci.”

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1740.

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“Yo, non c'è un cazzo da fare per gli scarsi, voi altri marci non potete fermarci.”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da Lo capisci o no?!?
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“Lo stile non lo si copia ma lo si origina.”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da Lo capisci o no?!?
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“Sputo rime? Nah, cicco peggio di un lama!”

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da Sa No Biz
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“Io do credito a mia mamma al mio buon senso, no disrispetto è solo quello che penso, se fossi cresciuto in un ghetto sarei diverso.”

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“Denise: "Cosa c'entra? Per innamorarsi basta un minuto, no?"”

Cecelia Ahern (1981) scrittrice irlandese

Ps: I Love You

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