Frasi su rispetto
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“Del resto House e la Cuddy funzionano bene insieme, tra di loro c'è chimica e rispetto. È una relazione non ortodossa ma allo stesso tempo i rapporti tra loro sono incredibilmente reali.”

Katie Jacobs (1970) produttrice televisiva e regista statunitense

citato in Mediaset Premium http://www.mediasetpremium.mediaset.it/articolo/articolo_1231.shtml

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“Crisalo: I due Atridi sono famosi per aver compiuto un'impresa grandiosa: conquistarono dopo dieci anni Pergamo, la patria di Priamo, difesa da mura divine, con armi, cavalli, un esercito di fortissimi combattenti, una flotta di mille navi. Roba veramente da nulla rispetto a quello che farò io per espugnare il mio padrone, senza flotta e senza tutto quel grande esercito. L'ho preso, sono riuscito a portargli via l'oro per il padroncino innamorato. Prima che ritorni, voglio intonare un lamento funebre. O Troia, patria, Pergamo, o vecchio Priamo, sei bello che morto: ti sto per scucire quattrocento filippi d'oro. Le tavolette sigillate che ti ho consegnato non sono mica delle tavolette, sono il cavallo di legno degli Achei. Pistoclero, da cui le ho prese, è Epeo, il costruttore, Mnesiloco è Sinone, quello che fu lasciato indietro, ma non sta presso la tomba di Achille, è a letto con Bacchide. Quello vero un tempo accese del fuoco per dare il segnale, questo qua invece… è proprio lui a bruciare. E io sono Ulisse, grazie alla cui astuzia sta avvenendo tutto questo. Tutte le cose scritte qui, nelle tavolette, sono i soldati all'interno del cavallo, ben armati e pien di coraggio. Fino a questo momento tutto è andato per il verso giusto. Il cavallo ora dovrà attaccare non una rocca, ma un forziere: per l'oro del vecchio sarà rovina, strage, terribile lusinga. Al nostro sciocco vecchio posso dare sicuramente il nome di Ilio; al soldato è Menelao, io sono Agamennone e anche Ulisse figlio di Laerte, Mnesiloco è Paride che manda in rovina la sua patria. Ha rapito Elena, per questo sto assediando Ilio. Ho sentito che anche lì Ulisse fu coraggioso e perfido, proprio come me. Io sono stato beccato nel mezzo dei miei inganni, lui rischiò quasi di morire mentre spiava le mosse dei Troiani travestito da mendicante. Oggi a me è successo qualcosa di simile. Mi hanno incatenato, ma me la sono cavata con l'inganno: anche lui si salvò con i suoi inganni. Ho sentito che tre furono i segni del fato che preannunciavano la rovina di Troia: se fosse stata portata via la statua dalla rocca, poi la morte di Troilo, terzo, quando si fosse spaccato lo stipite superiore delle porte frigie. E tre sono anche i segnali del fato per la nostra Ilio. Primo: quando ho raccontato al vecchio la storia dell'ospite, dell'oro e della barca: in questo modo ho portato via dalla rocca la statua. Poi me ne rimanevano ancora due per prendere la roccaforte. Quando ho consegnato le tavolette al vecchio: lì ho ucciso Troilo: lui pensava che Mnesiloco fosse a letto con la moglie del soldato. Qui mi sono salvato per un pelo. Ma è come il pericolo che corse Ulisse quando, raccontano, fui riconosciuto da Elena e consegnato a Ecuba; ma, come allora Ulisse riuscì a liberarsi grazie alle sue lusinghe, convincendo Ecuba a lasciarlo andare, così io con la mia astuzia sono scampato al pericolo e ho messo nel sacco il vecchio. Poi mi son dovuto scontrare con il grande soldato che conquista le città senza armi, solo con le sue ciance, e ho sistemato anche lui. Poi altra battaglia con il vecchio. M'è bastato un solo inganno per sbaragliarlo e ho preso il bottino in un colpo solo. Ora consegerà al soldato i duecento filippi che ha promesso. Però ne servono altri duecento da spendere dopo la presa di Troia, che ci sia del vino per il trionfo dei vincitori. Questo Priamo è molto meglio dell'altro: non c'ha mica cinquanta figli, ne ha quattrocento e tutti di prima scelta, senza un solo difetto. Li farò a pezzi in due soli colpi. Se c'è qualcuno che lo compra, il nostro Priamo, io lo metto pure in vendita: penso che questo vecchio sia veramente roba da vendere, da mettere all'asta, dopo che avrò espugnato la roccaforte. Ma eccolo là il nostro Priamo, davanti alla porta. Gli vado a parlare.”

vv. 925-978; 2007
Bacchides
Origine: Il servo plautino è anche un personaggio sbruffone e strafottente. Qui celebra le proprie gesta con lessico e argomenti attinti dall'epica di Omero, che è parodiata nel monologo. Tutti i personaggi epici ivi citati: Achille, Agamennone, Ecuba, Elena, Epeo, Laerte, Menelao, Paride, Priamo, Sinone, Troilo, Ulisse.

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“È ovvio che rispetto a questo tema, che comprende le discriminazioni nei confronti degli omosessuali e dei transgender, il mio impegno è pieno. Il tema è quello dei diritti. I diritti sono importanti e le diversità non possono essere oggetto di discriminazioni. L'impegno contro le discriminazioni e contro ciò che le fa sorgere, persino nei bambini, deve essere massimo. Non può appartenere soltanto al ministro e al ministero, ma deve essere una questione che si diffonde nel Paese ed entra a far parte di ciò che i bambini imparano da piccoli. Deve essere appreso che la diversità è un valore e non un ostacolo. Cercherò la collaborazione del Ministro Profumo, con cui ho già avuto contatti informali, perché i semi si gettano soprattutto tra i bambini nelle scuole.”

Elsa Fornero (1948) economista e accademica italiana

Origine: Citato in Camera dei Deputati della Repubblica Italiana – XVI Legislatura – Bollettino delle giunte e delle commissioni parlamentari – Commissioni Riunite (I Affari costituzionali e XI Lavoro pubblico e privato) – Martedì 31 gennaio 2012 – Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, sulle linee programmatiche del suo dicastero in materia di pari opportunità http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stencomm/0111/audiz2/2012/0131/pdfel.htm (Seguito dello svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, e conclusione), Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, 31 gennaio 2012.

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“La religione cattolica, il cuore della storia italiana, non può essere cacciata dalla scuola. Solo il rispetto dei diritti della maggioranza garantisce un clima sereno dove si rispettano anche i diritti delle minoranze.”

Massimo Introvigne (1955) sociologo, filosofo e scrittore italiano

da Agliè, il vescovo ed Elisa di Rivombrosa: "Perché la religione non si può espellere dalle scuole", il Giornale, 2 marzo 2004; citato in Cesnur http://www.cesnur.org/2004/mi_ivrea.htm

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“I naufraghi sono tutti qua perché non hanno un cazzo da fare, sono marionette di se stessi che non hanno rispetto dello spettacolo.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

Citazioni tratte da programmi televisivi

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“Non dimentico che quando sono entrata in Parlamento l'Udc stava con Berlusconi. Stimo e rispetto Casini, ma per quindici an­ni è stato in un'alleanza in cui la de­stra prevaleva sul centro”

Paola Binetti (1943) medico e politico italiano

intervista di Aldo Cazzullo, Binetti: «Mi credevano una zapatera? Sapevano che porto il cilicio» http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_15/binetti-intervista-cazzullo_a8448080-b955-11de-880c-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 15 ottobre 2009

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“Se è vero che ogni minuto, negli Usa, muore una persona per carenza di organi per trapianto e che il Paese deve cercare una risposta a tale pressante richiesta, è anche doveroso salvaguardare i diritti e la volontà di individui che, quando ancora in possesso delle proprie capacità intellettive/cognitive, si sono posti il delicato problema di come essere assistiti (o non assistiti) nelle fasi di fine vita e di come disporre del proprio corpo. Le nuove misure trovano l'entusiastico sostegno di buona parte della comunità americana dei trapianti, nonostante il rischio segnalato dagli esperti di bioetica che si tratti di una legge che trasforma in donatori di organi anche individui che non lo avrebbero voluto, che obbliga certi familiari ad accettare decisioni non condivise e addirittura che spinge i medici a non somministrare certi farmaci a pazienti ormai terminali per timore di danneggiare la qualità di organi altrimenti disponibili per il prelievo e il trapianto. Si tratta di timori forse ingigantiti ma del tutto legittimi. Da decenni ci si adopera per risolvere il divario fra richiesta e offerta di organi, ma ciò non toglie che si debba procedere con estrema cautela. Sembra banale sottolineare un principio basilare ma è necessario tenere sempre presente che non è ammissibile assegnare più valore a un'esistenza rispetto a un'altra, in questo caso a quella di un uomo o una donna in lista d'attesa per un trapianto rispetto a quella di una persona che versa in fin di vita, in un reparto di rianimazione. Occorre agire con prudenza, dimostrando che l'interesse ultimo resta sempre e soltanto il rispetto e la salute dei cittadini, in qualsiasi fase della vita siano, a qualsiasi età e in qualsiasi situazione.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

Origine: Da Le scelte dei donatori le norme per i trapianti http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/06/01/le-scelte-dei-donatori-le-norme-per.html, la Repubblica, 1 giugno 2007, p. 1.

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“N[ives]: [Sul rapporto con il marito Romano Benet] L'amore portato qua sopra, l'amore esposto a queste forze furiose di natura, l'amore da trascurare per poi ritrovarlo al suo posto […] è la cosa che ho in più rispetto alle scalatrici che in questi anni hanno tentato e tentano come me di toccare le maggiori altezze del pianeta. L'amore nostro è la forza che mi ricarica per semplice contatto, che spinge ancora quando non ho più fiato, perché so che c'è lui con me là sopra, e così continuo. L'amore nostro è il mio combustibile, un'energia pulita. Se mi riuscirà di completare il giro dei quattordici ottomila, sarà per questo amore. Altre prima di me sono cadute sulle stesse montagne, desiderate con più forza della vita stessa. Io non sono migliore, più brava di loro, però ho Romano con me, ho l'amore, non l'ho lasciato a casa ad aspettarmi, a logorarsi d'ansia. Quassù ho con me la famiglia, sono una lumaca che va con il suo guscio. Questa nostra formazione annodata mi fa credere di poter riuscire. Lui ce la farebbe anche da solo, ma in due, con me, per lui è più bello, più goduto. Pure per me è così, però con la certezza che senza di lui mi mancherebbe la volontà, più che la forza. […] Però così come siamo forti, siamo fragili il doppio. Senza uno di noi, l'altro non può. Noi siamo quest'impresa in comune di scalare, non possiamo accettare altro formato. Non è un patto, non l'abbiamo scritto e nemmeno detto. È così. Esistono cose semplici e dure che non serve dirsi.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Origine: Sulla traccia di Nives, pp. 55-56

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“Fatti processare buffone! Rispetta la legge! Rispetta la Costituzione! Rispetta la democrazia! O farai la fine di Ceausescu e di don Rodrigo! Rispetta la democrazia! Rispetta la dignità degli italiani! Rispetta la democrazia!”

Piero Ricca (1971) attivista, blogger e giornalista italiano

a Silvio Berlusconi al processo SME il 5 maggio 2003
Origine: http://it.youtube.com/watch?v=Vxxo8988ADI

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“Mi sembra sia dotato di intelligenza ciò che gli uomini chiamano aria, che tutti siano da esso governati e che tutto esso domini. Ciò stesso mi sembra che sia dio e giunga dovunque e tutto disponga e in tutto sia. E non c'è niente che non ne partecipi: però niente ne partecipa in maniera uguale, questo come quello, ma molti sono i modi e dell'aria e dell'intelligenza. Essa è poliforme, più calda e più fredda, più asciutta e più umida, più ferma o dotata di più rapido movimento: e vi sono in essa molte altre differenziazioni e un numero infinito di sapori e di odori. E di tutti i viventi l'anima è la stessa cosa, aria più calda di quella esterna in cui viviamo, ma molto più fredda di quella che sta presso il sole. Tuttavia questo calore non è uguale in nessun essere vivente (come neppure in un uomo rispetto all'altro) e differisce non molto, ma in modo che rimangano simili. Però nessuna delle cose che si differenziano può divenire perfettamente uguale all'altra, senza diventare la stessa. Poiché la differenziazione è multiforme, multiformi debbono essere anche gli esseri viventi e molti e, dato il grande numero delle differenziazioni, non simili l'uno all'altro né per forma né per condotta di vita né per intelligenza. Eppure tutti per la stessa cosa vivono e vedono e odono, e dalla stessa cosa tutti hanno intelligenza differente.”

Diogene di Apollonia (-460) filosofo greco antico

frammento 5
Frammenti di Sulla natura

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“Il "fronte" inteso militarmente non esiste più, il terrorismo è dematerializzato rispetto i confini molto precisi che esistevano al tempo del Patto di Varsavia.”

Corrado Maria Daclon (1963) saggista, giornalista e accademico italiano

da Geopolitica dell'ambiente, Franco Angeli, 2008

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“Durante il regno di un certo Sovrano, non so bene quale, tra le numerose Spose Imperiali e dame di Corte ve n'era una che, seppure di rango non molto elevato, più di ogni altra godeva del favore di Sua Maestà. Le dame di alto rango, convinte com'erano di dover essere le prescelte, la guardavano dall'alto in basso e ne erano gelose. Quelle di uno stesso grado o di uno inferiore a maggior ragione si sentivano offese. Sera e mattina la sua presenza a Corte non faceva che esporla alla malevolenza delle altre e, forse per via del rancore che si riversava su di lei, ella si ammalò e in preda alla malinconia si ritirò più volte presso la famiglia di origine, ma il Sovrano, sempre più sollecito, seguitava a prendersi cura di lei senza prestare ascolto alle critiche di coloro che gli stavano attorno e suscitando chiacchiere a non finire. Dignitari e nobili dei più alti ranghi, coinvolti loro malgrado, mostravano il loro scontento distogliendo lo sguardo e mormorando che era un'infatuazione tale da turbare la vista e che nel regno dei Tang, per simili circostanze, il paese era caduto in preda a disordini e tumulti. Col passare del tempo, mentre anche nel resto del mondo la vicenda seminava malcontento e preoccupazione al punto che si citava l'esempio di Yang Guifei, non le erano state risparmiate umiliazioni, ma ella era riuscita a partecipare alla vita di Corte, confidando nell'affetto senza limiti che Sua Maestà le riservava. Il padre, che era stato Gran Consigliere, era morto, e la madre, appartenente a un'antica famiglia di tutto rispetto, convinta che la figlia non dovesse essere inferiore alle altre dame che grazie all'appoggio paterno avevano a Corte grande successo, le aveva fornito tutto quanto era indispensabile per ogni occasione ufficiale; pur tuttavia, essendo ella priva di un solido appoggio, in caso di bisogno non aveva nessuno sui cui fare affidamento ed era più sola e sperduta che mai.”

Murasaki Shikibu (973–1014) scrittrice e poetessa giapponese

Murasaki Shikibu, La storia di Genji, a cura di Maria Teresa Orsi, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2012, ISBN 978-88-06-14690-0

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“La Lazio è un ente morale, molto di più rispetto ad una semplice società di calcio.”

Giorgio Vaccaro (1892–1983) politico e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Onorificenze e riconoscimenti http://www.sslazio1900.it/lazio_onorificenze.asp, SsLazio1900.it.

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“Io non capisco perché non mi rispetti | ma appena puoi mi imiti, | qui non si parla solo dei miei difetti | ci stanno anche dei limiti.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Troppi limiti, n. 2
Pensieri scomodi

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“Il mio rispetto va alla gente afflitta, | alla gente che sa incassare la sconfitta, | quando su cento cose non ne va una dritta | e ogni canzone è stata già scritta.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Chi vuole essere Fabri Fibra?, n. 1

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“Ho il massimo rispetto per le idee altrui… purché siano uguali alle mie! Cioè, idee sensate.”

Samy Fayad (1925–1999)

Origine: Il penultimo scalino, p. 68

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“Il colore distrae. Un cielo azzurro brillante sistema molte cose. Il libro che dedicai a Venezia, nel '62, era in bianco e nero, ma quella Venezia ora sembra irreale. Il bianco e nero dà quello scarto rispetto alla visione naturale che ti costringe a guardare meglio.”

Gianni Berengo Gardin (1930) fotografo italiano

Origine: Dall'intervista di Michele Smargiassi, Ho fotografato le navi-mostro che assediano la mia Venezia http://www.repubblica.it/cultura/2013/06/08/news/gianni_berengo_gardin_ho_fotografato_le_navi-mostro_che_assediano_la_mia_venezia-60674887/, 8 giugno 2013.

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“L'Europa cerca con difficoltà di costituzionalizzarsi. Se questo vuole essere un progetto da prendere sul serio, si deve considerare che ogni Costituzione è l'esito di un «processo di differenziazione». Se non fosse così, non se ne vedrebbe l'utilità. Per perfezionare soltanto istituzioni che già esistono basterebbe una semplice «revisione regolamentare». La difficoltà di mobilitare un'«opinione pubblica europea» deriva anche da qui: per continuare come prima, solo con un po' più di efficienza, che bisogno c'è di una Costituzione? Non c'è enfasi o retorica (come quella esibita nel preambolo del progetto di Costituzione europea) che possa coprire il vuoto. Occorre dunque un «progetto di differenziazione». Nell'attuale momento, esso non potrebbe che definirsi rispetto alle tendenze e alle forze omologanti che già operano nell'indistinto astratto che ci ingloba e che si denomina, per l'appunto, globalizzazione, entro la quale si staglia la concreta egemonia, anche costituzionale, degli Stati Uniti d'America. Se mai l'Europa si darà una vera Costituzione, sarà quando avrà intrapreso una profonda riflessione su se medesima, ancora una volta a confronto con l'America. Questa volta per rispondere alla domanda: chi davvero noi siamo, che cosa davvero ci distingue, sempre che si voglia essere qualcuno e qualcosa, e non una semplice propaggine.”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano

cap. 17, p. 148
Contro l'etica della verità

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“Rossi ha riconosciuto di aver sbagliato e fermo restando che questo episodio non ci voleva, perché determina un'immagine negativa di tutto il sistema calcio, non si diventa mostri o persone da isolare perché si commette un errore. Rossi merita rispetto perché è stato sempre un professionista esemplare. Quindi bisogna avere la logica di prendere atto di un errore, di scontare una sanzione e di ripartire, così come avviene per tutti noi.”

Giancarlo Abete (1950) imprenditore, politico e dirigente sportivo italiano

Origine: Il riferimento è all'aggressione verbale e fisica da parte di Delio Rossi ad Adem Ljajić, dopo che il giocatore ha applaudito sarcasticamente all'allenatore. Si veda Fiorentina: Delio Rossi aggredisce Ljaic http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2012/05/02/Delio-Rossi-aggredisce-Ljaic-immagini_6807048.html Ansa.it
Origine: Citato in Giuseppe Clabrese Ho sbagliato e chiedo scusa è stata toccata la mia famiglia http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2012/05/04/news/rossi_scuse-34432087/, la Repubblica, 4 maggio 2012.

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“Tra i vari movimenti di pensiero che in questi ultimi decenni hanno proposto al mondo civile nuove concezioni morali e sociali, uno dei più incisivi è certamente quello che sostiene un rapporto diverso tra uomo e natura. L'obiettivo finale consiste nel convertire la tradizionale cultura antropocentrica, che vede la natura asservita incondizionatamente ai bisogni della specie umana, in una cultura che potrebbe essere definita ecocentrica o naturocentrica o solidaristica. L'uomo è collocato nel contesto naturale come una delle tante componenti e la natura è la grande madre da cui uomini, piante e animali sono stati generati. Pertanto l'amore per l'ambiente non dovrebbe essere solo quello, sottilmente egoistico, che mira a valorizzarlo e a migliorarlo per rendere la vita più piacevole e più sana, ma è un dovere, un imperativo morale di rispetto quasi sacrale per madre natura che crea e nutre tutte le specie, quella umana compresa.
In questo contesto si pone la corrente filosofica che estende molti principi etici consolidati per la specie umana (per esempio «non uccidere») anche al mondo animale. Si tratta di un'operazione molto ardita che ha già riscosso innumerevoli consensi e che ha condotto, tra l'altro, alla nuova definizione di «specismo» per descrivere quegli atteggiamenti di sopraffazione che caratterizzano il tradizionale comportamento dell'uomo nei confronti degli animali, un atteggiamento non dissimile da quello tipico del razzismo nei riguardi delle altre razze umane. Basti pensare che nella morale schiavistica vigente centocinquant'anni fa era un fatto complessivamente accettabile l'uccisione senza motivo di un nero da parte di un bianco.
Allo stesso modo, oggi, uccidere o far soffrire senza motivo un animale non scandalizza più di tanto. Qualche anno fa, in Italia, non sarebbe nemmeno stato oggetto di attenzione, e solo dal 2003 una legge punisce le sevizie agli animali e il loro abbandono. Così come la sopraffazione della razza bianca sulla nera è diventata, sia pur lentamente, un atteggiamento moralmente condannabile dalla coscienza civile, anche per gli animali, secondo questa nuova corrente di pensiero, non è lontano il giorno in cui la sopraffazione della specie umana sulle altre specie apparirà come un'inaccettabile forma di ingiustizia.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

pp. 187-188

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