Frasi su università
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“L'Università ha talora considerato i rapporti con il mondo produttivo se non proprio contaminanti quantomeno rischiosi.”

Giorgio Tecce (1923–2006) biologo italiano

Origine: Da L'università: torti e ragioni, Scienza e Dossier, Giunti, volume 1, marzo 1986, p. 13.

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“Eppure la guerra ha avuto un ruolo determinante nella storia dell'uomo. Sia dal punto di vista politico e sociale che, e forse soprattutto, esistenziale. Soddisfa pulsioni e bisogni profondi, in genere sacrificati nei periodi di pace. La guerra consente di liberare, legittimamente, l'aggressività naturale, e vitale, che è in ciascuno di noi. È evasione dal frustrante tran tran quotidiano, dalla noia, dal senso di inutilità e di vuoto che, soprattutto nelle società opulente, ci prende alla gola. È avventura. La guerra evoca e rafforza la solidarietà di gruppo e di squadra. Ci si sente, e si è, meno soli, in guerra. La guerra attenua le differenze di classe, di ceto, di status economico che perdono importanza. Si è tutti un po' più uguali, in guerra. La guerra, come il servizio militare, l'università, il gioco regolato, ha la qualità del tempo d'attesa, del tempo sospeso, la cui fine non dipende da noi, al quale ci si consegna totalmente e che ci libera da ogni responsabilità personale. La guerra riconduce tutto, a cominciare dai sentimenti, all'essenziale. Ci libera dall'orpello, dal superfluo, dall'inutile. Ci rende tutti, in ogni senso, più magri. La guerra conferisce un enorme valore alla vita. Per la semplice ragione che è la morte a dare valore alla vita. Il rischio concreto, vicino, incombente, della morte rende ogni istante della nostra esistenza, anche il più banale, di un'intensità senza pari. Anche se è doloroso dirlo la guerra è un'occasione irripetibile e inestimabile per imparare ad amare ed apprezzare la vita.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Da Elogio della guerra, Marsilio, 1999.

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“Dell'Utri è un mio amico, lo conosco dai tempi dell'università: è una persona di una bontà, onestà e cultura difficile da trovare in altre persone.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2014
Origine: Dalla trasmissione televisiva Coffee Break, La7; citato in Fi. Berlusconi: Dell'Utri onesto, non gli ho detto di andare in Libano http://archivio.internazionale.it/news/fi/2014/05/15/berlusconi-dellutri-onesto-non-gli-ho-detto-di-andare-in-libano, Internazionale.it, 15 maggio 2014.

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“Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia. Il dialogo euro-arabo ha importato in Europa la tradizione anticristiana e antiebraica dell'islam inscritta nell'ideologia jihadista da tredici secoli. Quando in Europa critici dell'islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia. Le celebri caricature di Flemming Rose, riprese anche da altri giornali, a cui hanno fatto seguito le minacce di morte al filosofo francese Robert Redeker, autore di un articolo, ritenuto blasfemo, apparso su Le Figaro il 19 settembre 2006, hanno esasperato l'opinione pubblica. Quando l'insegnamento nelle università, nella cultura, nell'editoria viene controllato in gran parte dalla Anna Lindh Foundation o dalla Alleanza delle civilizzazioni (strumento dell'Organizzazione della conferenza islamica, ndr), questa è Eurabia. Quando i bambini ebrei non possono frequentare una scuola pubblica senza essere aggrediti e i ragazzi ebrei sono minacciati per strada, o rapiti e uccisi come il francese Ilan Halimi, questa è Eurabia. Quando dimostrazioni islamiche di massa nelle città europee invocano la distruzione di Israele, questa è Eurabia. I nostri multiculturalisti non ci danno le chiavi per conciliare i valori della sharia con quelli della laicità europea, i contenuti della Carta islamica dei diritti umani con quelli della Dichiarazione universale, l'espandersi dell'imperialismo islamico e i principi di libertà e uguaglianza tra i popoli e tra i sessi.”

Bat Ye'or (1933) saggista egiziana

Origine: Citato in Giulio Meotti, L'eurabia è dentro di noi http://www.ilfoglio.it/articoli/2009/07/26/leurabia-e-dentro-di-noi___1-v-114624-rubriche_c154.htm, Il Foglio.it, 26 luglio 2009.

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“Sono trascorsi 5 minuti dalle ore 14 di sabato 5 ottobre. Siamo nel 2002 e i professori Francesco Mazzoleni, Cristiano Dominici, Roberto Bracaglia si riuniscono nei locali del dipartimento di Scienze ortopediche, ricostruttive e del lavoro dell'Università degli studi di Firenze. «Dopo lunga, attenta e approfondita discussione nella quale intervengono ripetutamente tutti i presenti, la commissione delibera all'unanimità vincitore della valutazione comparativa Giulia Lo Russo». Ecco il giudizio: «Ottime le qualità e l'impegno scientifico della candidata: è adatta a ricoprire il ruolo di ricercatore universitario». Alle ore 14,30 termina la seduta. Lunga discussione? Ma come: letto, approvato e sottoscritto in 25 minuti per un posto che durerà tutta la vita? Già perché la concorrente era l'unica a partecipare. Un posto per tutta la vita che fa gola solo ad una persona… Giulia Lo Russo è figlia dell'ordinario Domenico Lo Russo. Entrambi lavorano presso l'università di Firenze nella facoltà di Medicina, in Chirurgia plastica. Quindi la candidata era la figlia del prof ed è stata l'unica a presentarsi, altro che valutazione comparativa come scrivono i commissari. Che fortuna! Alla seconda prova scritta è stato "estratto" il seguente tema: «Il lembo di muscolo grande gluteo». Poteva essere estratto, e già questa è una fortuna, anche il muscolo piccolo oppure quello medio. Eppure è uscito il grande. «Che grande colpo di gluteo!»”

Origine: Parentopoli, p. 144

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“Ma io mi chiedo: ma perché gli architetti fanno 'ste robe qua? Ma ce l'hanno col mondo? Hanno subito dei traumi all'università? Per cinque anni li hanno menati con dei righelli? Cos'è successo? "Appena esco di qua me la pagate tutti, bastardi! Vi progetto una merda davanti a casa, te lo giuro!"”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

da Crozza nel Paese delle Meraviglie, 11 aprile 2014
Origine: In merito alle piramidi di largo Beltrami, all'ingresso principale del Castello Sforzesco di Milano, progettate da Alessandro Scandurra in occasione dell'Expo 2015. Visibile in Crozza: l'Expo 2015 a che punto siamo https://www.youtube.com/watch?v=MHd6JHQtKcY, La7 Intrattenimento, YouTube.com, 11 aprile 2014.

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“L'università è un investimento in sé stessi e resta l'ultimo grande frullatore sociale, capace di mescolare redditi, censo e geografia. Se si ferma, siamo spacciati.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Origine: Citato in Roger Abravanel e Luca D'Agnese, La ricreazione è finita, Rizzoli, 2016, p. 167.

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“Quando divenni cattolico, una delle mie prime domande fu: “Perché noi cattolici non abbiamo un'università?”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

Scritti sull'università

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“Cosa successe il 7 aprile [1979]? Ci fu una grande retata disposta dall'allora sostituto Procuratore di Padova Pietro Calogero, magistrato, che fece arrestare i più importanti leader dell'Autonomia Operaia in tutta Italia, sostenendo che avevano un progetto comune strategico con le Brigate Rosse per cercare di sollecitare un'insurrezione, una rivolta, un fenomeno eversivo nei confronti dello Stato italiano, […] questo è il 7 aprile, Potere Operaio, Autonomia Operaia, Brigate Rosse, connivenze nelle università nei movimenti sindacali, nelle fabbriche, Toni Negri il più famoso tra gli arrestati di quell'operazione. […] Il 7 aprile questi signori di Autonomia Operaia ho detto Toni Negri ma c'erano anche Ibesci, Scalzone, Ferrari Bravo, Piperno, le associazioni sovversive, insurrezione armata contro lo Stato, alcuni vennero accusati di avere a che fare anche con il rapimento di Moro di qualche mese prima, si parlò di teorema Calogero che naturalmente ipotizzava che l'Autonomia fosse una specie di cervello che un'organizzazione molto più ampia, Autonomia Operaia Organizzata che poi si esplicitava in varie forme, […] Toni Negri è stato poi condannato in primo grado a 30 anni e in appello a 17, grazie a Pannella è stato eletto parlamentare così si è sottratto alla giustizia per 14 anni latitante in Francia e poi è rientrato in Italia e ha scontato un pezzettino della pena, Scalzone ha avuto una pena definitiva di 8 anni, altri hanno avuto pene minori, per alcuni le accuse sono cadute, per altri sono rimaste, come sempre nei processi, quindi non era affatto un teorema, era una cosa che poi è stata dimostrata con tanto di sentenze definitive.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Minority Gasparri, 20 dicembre 2010
BeppeGrillo.it
Origine: In realtà la Corte d'Assise d'Appello condannò Negri a 12 anni nel 1987.

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“Marco Pannella era già un mito quando lo conobbi. Erano gli anni '70 e il suo impegno sui diritti civili mi faceva riflettere mentre studiavo medicina all'Università Cattolica e proprio da studente lo incontrai la prima volta. Mi emozionai quando nel 2006, ritornato in Italia, raccontò quel nostro primo incontro a mia figlia che lo guardava come si guarda un saggio da ascoltare con rispetto. La stima per Marco si è accompagnata in questi ultimi anni alla gratitudine per avermi permesso di condividere alcuni progetti e momenti di grande intensità. Come potrei dimenticare quando mi venne a prendere per accompagnarmi a casa di Pier Giorgio Welby, dove incontrai Pier Giorgio e Mina, o quando mi chiuse nel salotto di casa mia per ore per cercare di convincermi a entrare nel Partito Radicale prima delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009. O la marcia per la giustizia nel dicembre 2013, quando Marco si presentò con l'immancabile sigaro e un cappello da babbo natale con scritto sopra "Amnistia". Non eravamo sempre d'accordo ma io gli ho voluto un grandissimo bene e so che ero ricambiato. A volte mi sgridava perché non condivideva alcune mie decisioni. Io non ebbi mai il coraggio di sgridarlo sulle scelte politiche ma, ogni tanto, mi prendevo la libertà di farlo in occasione degli scioperi della sete quando alcuni valori nel sangue, come la creatinina e l'azoto ureico, salivano pericolosamente mettendo a rischio la sua vita. Marco se la rideva e continuava a fumare. Testardo, risoluto, irremovibile, visionario. Ecco Marco siamo in tanti ad aver appreso qualcosa da te. Per quello che mi riguarda non dimenticherò mai che oltre le doti che tutti ti riconoscono avevi anche dolcezza e signorilità e quelle carezze che ogni tanto mi hai dato sul volto sono entrate nel mio cuore e le ricorderò per sempre.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano
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“Il Ministro [Mariastella Gelmini] avrebbe dovuto avere il coraggio di chiudere la metà delle università italiane: servono più a mantenere i baroni che a soddisfare le esigenze degli studenti.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Da un'initervista a Max; citato in Renzi: "Metà delle università dovrebbero essere chiuse" http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/02/03/news/renzi_mat_delle_universit_dovrebbero_essere_chiuse-12010731/, Repubblica.it, sezione Firenze, 3 febbraio 2011

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“Ero un sessantottino che s'infilava nei cortei e occupava le aule dell'università. Frequentavo un comitato del movimento studentesco un po' stalinista dove vecchi partigiani ci incantavano con i loro racconti della resistenza. Il mito dell'azione è il più affascinante che ci possa essere per un ventenne. Rapì anche me. Fino a quando non divenne un ideale settario su cui cominciò ad aleggiare la tentazione della violenza.”

Philippe Daverio (1949) critico d'arte, giornalista e conduttore televisivo francese

Origine: Da un'intervista di Nicola Mirenzi, "La Le Pen è una malattia endemica della Francia". Intervista a Philippe Daverio https://m.huffingtonpost.it/amp/2017/04/23/la-le-pen-e-una-malattia-endemica-della-francia-intervista-a_a_22051838/, Huffington Post, 23 aprile 2017.

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“L'unica cosa che voglio che la storia si ricordi è ciò che il mondo ignora; che dopo aver ottenuto l'indipendenza del mio paese dalla Francia con le mie proprie forze, fui l'unico leader nella Cambogia contemporanea a costruire scuole, università, collegi, ospedali, strade, porti marittimi, ponti, aeroporti, e fabbriche per la sua patria e il suo popolo. Ma il mondo ignora tutto ciò. La storia non lo vuole ricordare, ma l'ho fatto. L'ho fatto.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

The only thing I want history to remember is what the world ignores - that after obtaining by my own efforts my country's independence from France, I was the only leader in contemporary Cambodia who built schools, universities, colleges, hospitals, roads, seaports, bridges, airports, factories for his homeland and for his people. But the world ignores that. History does not want to record that. But I did it, I did it.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: L'unica cosa che voglio che la storia si ricordi è ciò che il mondo ignora; che dopo aver ottenuto l'indipendenza del mio paese dalla Francia con le mie proprie forze, fui l'unico leader nella Cambogia contemporanea a costruire scuole, università, collegi, ospedali, strade, porti marittimi, ponti, aeroporti, e fabbriche per la sua patria e il suo popolo. Ma il mondo ignora tutto ciò. La storia non lo vuole ricordare, ma l'ho fatto. L'ho fatto.

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“Come Stalin nel Cremlino, i Khmer Rossi vedevano nemici ovunque. Gli intellettuali che non erano come loro erano intellettualmente corrotti, e andavano sterminati. Dissero che bisognava uccidere i principi, perché erano gli oppressori del popolo. Io non ho oppresso il popolo. Per esso ho costruito scuole, università e ospedali. Non avevano alcuna ragione per odiare la monarchia, ma questi comunisti cambogiani sapevano che per ottenere il potere avrebbero dovuto uccidere i principi e tutti i capi monarchici. Dopo averli sterminati, hanno ucciso i repubblicani non-monarchici, i borghesi, i contadini ricchi, i mercanti ricchi, gli industriali; tutti coloro che il gruppo di Pol Pot decise erano nemici dei poveri, perché per essere ricchi avevano dovuto sfruttare i poveri. In certi paesi comunisti, li avevano messi in campi di concentramento per rieducarli, ma i comunisti in Cambogia dissero, «No, questa gente non può essere rieducata. Non possiamo cambiarle le loro idee o i loro cuori; devono essere sterminati.»”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

Like Stalin when he was in the Kremlin, the Khmer Rouge saw enemies everywhere. The intellectuals who were not like them were intellectually corrupt and had to be killed. The princes had to be killed, they said, because they were oppressors of the people. I did not oppress my people. I built for them schools, universities, hospitals. They had no reason to hate the monarchy. But those Communist Cambodians knew that in order to take power, they must kill the princes and all the royalist leaders. And after wiping them out, they wiped out the nonroyal republicans, the bourgeoisie, the rich peasants, the rich merchants, the industrialists--all of whom the Pol Pot group decided were enemies of the poor. Because to be rich, they had to have exploited the poor. In some Communist countries, they'd have put them in concentration camps and re-educated them. But the Communists in Cambodia said, "No, these people cannot be re-educated. We cannot change their minds or their hearts. They have to be liquidated."
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Come Stalin nel Cremlino, i Khmer Rossi vedevano nemici ovunque. Gli intellettuali che non erano come loro erano intellettualmente corrotti, e andavano sterminati. Dissero che bisognava uccidere i principi, perché erano gli oppressori del popolo. Io non ho oppresso il popolo. Per esso ho costruito scuole, università e ospedali. Non avevano alcuna ragione per odiare la monarchia, ma questi comunisti cambogiani sapevano che per ottenere il potere avrebbero dovuto uccidere i principi e tutti i capi monarchici. Dopo averli sterminati, hanno ucciso i repubblicani non-monarchici, i borghesi, i contadini ricchi, i mercanti ricchi, gli industriali; tutti coloro che il gruppo di Pol Pot decise erano nemici dei poveri, perché per essere ricchi avevano dovuto sfruttare i poveri. In certi paesi comunisti, li avevano messi in campi di concentramento per rieducarli, ma i comunisti in Cambogia dissero, «No, questa gente non può essere rieducata. Non possiamo cambiarle le loro idee o i loro cuori; devono essere sterminati.»

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“L'Etiopia, come è risaputo, ha una lunga tradizione di storia documentata che arriva indietro fino alle iscrizioni di Aksum. Il paese è stato anche fortunato nella sua scolarizzazione, basata sulle antiche scuole delle nostre chiese (le università del passato) che sono state guardiane della nostra cultura attraverso le epoche.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso di S.M.I. Haile Selassie I sugli studi etiopici, 7 aprile 1966; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

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“Partigiano, sopravvissuto al campo di concentramento, padre costituente, professore e poi rettore dell'università Cattolica, Lazzati è, in politica, un punto di riferimento per i cattolici democratici.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Dal suo blog su Il fattoquotidiano.it
Origine: Da La Milano di Scola: via la Fondazione di Martini, arriva Cl https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/22/la-milano-di-scola-via-la-fondazione-di-martini-arriva-cl/2151220/, 22 ottobre 2015.

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“Vi sono alcuni valori di fondo che ne costituiscono l’ossatura e la chiave di lettura. Uno di questi valori è il pluralismo, che sostiene l’intero impianto della Costituzione, in conseguenza della scelta di porre la persona – ogni persona - al centro dell’azione dello Stato in tutte le sue articolazioni. Pluralismo nell’assetto dell’ordine istituzionale che presenta organi con diverse fonti di legittimazione e che svolgono funzioni differenti in modo autonomo e indipendente. Pluralismo nell’assetto della società civile, nel cui ambito sorgono e si affermano formazioni autonome di diversa natura e, tra queste quelle delle rappresentanze sociali: in queste formazioni, nel rispetto dei principi democratici, si manifesta l’esercizio di diritti inviolabili dei cittadini. Pluralismo nel dovere di assoluto rispetto della libertà dell’arte e della scienza; dell’autonomia delle università e delle altre realtà attraverso cui si esprimono. Pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell’informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione; da salvaguardare perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello Stato democratico. Pluralismo nella libera iniziativa economica che garantisce solidità, innovazione e ulteriore sviluppo al tessuto imprenditoriale che fa, tra l’altro, dell’Italia il secondo Paese manifatturiero d’Europa.”

Sergio Mattarella (1941) 12º Presidente della Repubblica Italiana

2018
Origine: Dall Intervento Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze Politiche e della Società Civile https://www.quirinale.it/elementi/19730. Roma, Palazzo del Quirinale, 19 dicembre 2018.