Frasi su numero
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“Sale sul palco il numero 24 della lista | che per far presa sulla folla continua a ripetere: | "è ora di finirla, adesso basta".”

Edoardo Bennato (1946) cantautore, chitarrista e armonicista italiano

da Feste di piazza
Io che non sono l'imperatore

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“[Su Federer] È il migliore e non perché è qui a Genova. È l'eleganza fatta sport, il numero uno ideale per il tennis.”

Omar Milanetto (1975) calciatore italiano

Origine: Citato in Luca Palmieri, Re Federer conquista il Genoa numero 15 sulla maglia rossoblù http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/19/re-federer-conquista-il-genoa-numero-15.html, la Repubblica, 19 settembre 2009

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“La sconfitta è sempre una delusione, ma se penso che ho chiuso la stagione al numero uno del mondo, non posso che essere orgogliosa. Posso andare in vacanza col sorriso stampato in volto.”

Jelena Janković (1985) tennista serba

Origine: Citata in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/11/15/132811-citazioni_bordo_campo_novembre.shtml, Ubitennis.com, novembre 2008

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“[Su Amedeo Nazzari] Negli ultimi anni affronta i ruoli di carattere con lo stesso impegno e con gli stessi risultati di quando era il numero uno.”

Massimo Scaglione (1931–2015) regista teatrale italiano

Origine: I Divi del Ventennio. Per vincere ci vogliono i leoni..., p. 160

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“Sono contento di indossarla [la maglia numero 23]: Marco smetteva e io in questo modo potevo far rivivere le sue giocate. L'anno scorso non mi è riuscito molto ma quest'anno ce la sto mettendo tutta.”

Andrea Ranocchia (1988) calciatore italiano

Origine: Citato in Inter, tutto un altro Ranocchia "E se fossi cattivo come Matrix..." http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/21-09-2012/inter-tutto-altro-ranocchia-se-fossi-cattivo-come-matrix-912673536872.shtml, Gazzetta.it, 21 settembre 2012.

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“La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più.”

Fabien Barthez (1971) calciatore francese

Origine: Citato in Buffon: "Non mi perdono l'errore". E la Juve difende il suo numero 1 http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quijuve/articolo/lstp/452744/, La Stampa, 4 maggio 2012.

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“[Su Marcelo Ríos, numero 1 nel marzo 1998] Come puoi essere il numero 1 senza nemmeno aver vinto uno Slam?”

Pete Sampras (1971) tennista statunitense

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/07/116570-citazioni_bordo_campo_agosto.shtml, Ubitennis.com, agosto 2008.

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“Cerco sempre di fare un numero di Rat-Man come se fosse l'ultimo. Per questo ci metto tanto, ho una mano continuamente attaccata ai testicoli.”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Da Uomini & Topi, Rat-Man Collection, n. 53, Panini Comics, febbraio 2006, pp. 62-63.

“Vi sono delle ore nella storia dei popoli in cui si sente che tutto, l'avvenire, la vita stessa, sono in gioco. Vi sono delle ore in cui è necessario saper guardare in faccia alla realtà, tralasciando ogni preoccupazione od interesse personale per adeguarsi alle responsabilità imposte dalla situazione, ed agire sapendo che i propri atti contribuiranno ad influire sulle sorti collettive. Per la prima volta dopo un ventennio di schiavitù e d'abbiezione gli italiani si trovano sul banco di prova della storia, non più come un gregge negoziato da un tiranno, ma come un popolo libero di scegliersi il proprio destino.”

Massenzio Masia (1902–1944) scrittore e partigiano italiano

"Presentazione", editoriale di Massenzio Masia sul primo numero di "Rinascita", periodico del Fronte per la pace e la libertà
Origine: Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945) di Nazario Sauro Onofri, Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, a cura del Comune di Bologna, ISREBO, 1995, Bologna http://www.iperbole.bologna.it/iperbole/isrebo/strumenti/M4.pdf

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“Io non sono un musicista, ma ho molto studiato la declamazione. Mi si accorda il talento di recitare assai bene i versi, e specialmente i miei. Venticinque anni or sono, mi venne fatto di pensare che la sola musica conveniente alla poesia drammatica e, soprattutto, all'aria e al dialogo che noi chiamiamo d'azione, sia quella che maggiormente s'accosta alla declamazione naturale, animata, energica; che la declamazione non è essa stessa che una musica imperfetta; che noi potremmo notarla quale essa è, solo quando avessimo escogitato un numero di segni bastevole ad esprimere tanti toni, tante inflessioni, tanti elevamenti, abbassamenti e sfumature d'una verietà pressocché infinita, quanti sono quelli che la voce assume declamando… Io giunsi a Vienna nel 1761 tutto preso da quest'idea. L'anno seguente, Sua Eccellenza il conte Durazzo, allora direttore degli spettacoli della Corte imperiale, ed oggi suo ambasciatore a Venezia, al quale avevo letto il mio Orfeo, mi sollecitò a darlo in teatro. Io vi acconsentii, a condizione che la musica sarebbe stata scritta a mio piacimento, al quale scopo egli mi indirizzò a Gluck, che – mi disse – si presterebbe a tutto. Io gli lessi il mio Orfeo e, declamandogliene ripetutamente alcuni brani, gli indicai le sfumature che mettevo nella mia declamazione, le sospensioni, i rallentamenti, le accelerazioni, i suoni della voce talvolta forzati, tal'altra fievoli e sommessi, di cui intendevo ch'egli si valesse nella composizione. Lo pregai, al tempo stesso, do abolire i passaggi, le cadenze, i ritornelli e tutto quanto si è introdotto di gotico, di barbaro, di stravagante nella nostra musica. Gluck adottò le mie vedute.”

Ranieri de' Calzabigi (1714–1795) poeta e librettista italiano

citato in Clemente Fusero, Mozart

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“Duecentomila spettatori per le regate nonostante le avverse condizioni meteo, senza dimenticare il mezzo milione di persone a Pasquetta: questi sono numeri che mi rendono orgoglioso. La città ha dato una bella immagine al mondo e ha rappresentato l'Italia in maniera entusiasmante.”

Luigi de Magistris (1967) politico ed ex magistrato italiano

citato in Bruno De Santis, America's Cup, De Magistris: "Un successo per Napoli" http://www.vesuvius.it/americas-cup-de-magistris-un-successo-per-napoli-14806.html, vesuvius.it, 15 aprile 2012

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“[Su del Potro] È durissima contro di lui, è più alto di me, si muove bene, è più costante di me ed ha una potenza almeno uguale alla mia. Per batterlo bisogna anticiparlo perché è come una macchina. Se non si fosse fatto male al polso, adesso sarebbe numero 2 o 3 mondiale.”

Jo-Wilfried Tsonga (1985) tennista francese

Origine: Citato in Davide Zarone, Del Potro è tornato? http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/05/04/707040-potro_tornato.shtml, Ubitennis.com, 4 maggio 2012.

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“Non mi piacciono le immoralità di gruppo. Le orge vanno bene solo nei film di Fellini. Il rapporto tra cucina e sesso esige che non si superi il numero di tre. Quattro equivale a propiziare due coppie. E cinque è già una massa.”

Manuel Vázquez Montalbán (1939–2003) scrittore, saggista e poeta spagnolo

Origine: Dall'intervista di Elisabetta Pintor, Peccati di gola. Montalban: "Viva l'immoralità, purché di coppia" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/04/peccati_gola_Montalban_viva_immoralita_co_0_9210043380.shtml, Corriere della Sera, 4 ottobre 1992.

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“[Nel 2012 sul numero di campionati vinti dalla Juventus] Per me sono… 31! Perché? C'è compreso quello del campionato di Serie B… L'ha vinto, no?”

Massimiliano Allegri (1967) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Allegri attacca la Juve: «Gli scudetti sono 31!» http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/milan/2012/07/11-251452/Allegri+attacca+la+Juve%3A+%C2%ABGli+scudetti+sono+31!%C2%BB, Corrieredellosport.it, 11 luglio 2012.

“Mi sembra sia dotato di intelligenza ciò che gli uomini chiamano aria, che tutti siano da esso governati e che tutto esso domini. Ciò stesso mi sembra che sia dio e giunga dovunque e tutto disponga e in tutto sia. E non c'è niente che non ne partecipi: però niente ne partecipa in maniera uguale, questo come quello, ma molti sono i modi e dell'aria e dell'intelligenza. Essa è poliforme, più calda e più fredda, più asciutta e più umida, più ferma o dotata di più rapido movimento: e vi sono in essa molte altre differenziazioni e un numero infinito di sapori e di odori. E di tutti i viventi l'anima è la stessa cosa, aria più calda di quella esterna in cui viviamo, ma molto più fredda di quella che sta presso il sole. Tuttavia questo calore non è uguale in nessun essere vivente (come neppure in un uomo rispetto all'altro) e differisce non molto, ma in modo che rimangano simili. Però nessuna delle cose che si differenziano può divenire perfettamente uguale all'altra, senza diventare la stessa. Poiché la differenziazione è multiforme, multiformi debbono essere anche gli esseri viventi e molti e, dato il grande numero delle differenziazioni, non simili l'uno all'altro né per forma né per condotta di vita né per intelligenza. Eppure tutti per la stessa cosa vivono e vedono e odono, e dalla stessa cosa tutti hanno intelligenza differente.”

Diogene di Apollonia (-460) filosofo greco antico

frammento 5
Frammenti di Sulla natura

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“In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di disperazione è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un uomo, privato di tutto tranne che della speranza, incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo silenzio si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la Provvidenza: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la libertà, tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'umiltà si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato.”

Gustaw Herling-Grudziński (1919–2000) scrittore polacco

cap. III, p. 48
Un mondo a parte

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“L'intento di Ščeglov è spiegare l'impressione comune, contraddittoria, che il mondo ovidiano lascia nel lettore: grande varietà e ricchezza, ma insieme grande unità, e parentela fra tutte le cose. Cercando di individuare i fattori che suscitano questa duplice impressione, Ščeglov – eccellente filologo – considera la strana insistenza con cui nel poema vengono usati epiteti che a prima vista possono apparire superflui o ornamentali (lungo serpente, umide paludi ecc.), e nota come questi abbinamenti abbiano invece la precisa funzione di isolare proprietà oggettive, di fissare tratti distintivi mediante concetti geometrici e fisici; e passando alla tecnica delle descrizioni ovidiane, in prima linea quelle delle trasformazioni, ci mostra come la riduzione di ogni fenomeno a un ristretto numero di elementi fondamentali (le proprietà, i tratti distintivi) abbia tutta una catena di effetti: da un lato Ovidio caratterizza non singole cose, ma classi di cose; dall'altro, dato che i concetti geometrici e fisici sono applicabili alle cose piú disparate, tutto diventa commensurabile e quindi riducibile ad altro: e qui appunto è riposto il segreto della facilità con cui le trasformazioni avvengono nel poema e sono da noi accettate, e il mondo per le infinite combinazioni possibili si allarga, e al tempo stesso, però, riportato a un livello unico, ci si presenta come un sistema.”

Piero Bernardini Marzolla
Metamorfosi, Citazioni sulle Metamorfosi

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“[Su Pietro Mennea] Ha dimostrato che il muscolo numero uno si chiama cervello e che quando quello funziona si arriva anche dove neppure gli scienziati sanno spiegare. È stato un atleta straordinario, complesso, per certi versi spigoloso, ma estremamente generoso. È stato un uomo a 360 gradi.”

Novella Calligaris (1954) nuotatrice e giornalista italiana

Origine: Citata in Morte Mennea, Berruti: "Asceta dello sport". Simeoni: "Un pezzo della mia vita" http://www.gazzetta.it/Atletica/21-03-2013/morte-mennea-berruti-asceta-sport-pescante-il-piu-grande-92593450722.shtml, Gazzetta.it, 21 marzo 2013.

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“Amo l'Inter perché c'è Cordoba, perché c'è l'azzurro che è il mio colore preferito, per l'importanza del club, perché da qui sono passati i migliori giocatori del mondo fra cui un altro mio idolo, Vieira, quello per il quale ho la maglia numero 14.”

Fredy Guarín (1986) calciatore colombiano

Origine: Citato in Guarin: "L'Inter il mio sogno, voglio restare". Su Champions, Juve e 14... http://www.fcinternews.it/?action=read&idnotizia=79446, Fcinternews.it, 12 maggio 2012.

“La Russia è un paese con un passato imprevedibile.”

citato in John D. Barrow, I numeri dell'universo, Mondadori, 2004

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“[Riferendosi alla decisione della RAI di non trasmettere Miss Italia] Credo che ci si debba rallegrare di una scelta moderna e civile e spero che le ragazze italiane per farsi apprezzare possano avere altre possibilità che non quella di sfilare con un numero. Le ragazze italiane hanno altri talenti.”

Laura Boldrini (1961) giornalista e politica italiana

Origine: Citata in Laura Boldrini su Miss Italia: "Il no della Rai è una scelta moderna e civile" http://www.huffingtonpost.it/2013/07/15/boldrini-miss-italia-no-rai-scelta-moderna-civile_n_3599001.html?utm_hp_ref=italy, L'Huffington Post, 15 luglio 2013.

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“Egli è il numero finito e perfetto, la somma tratta, una conclusione, non un principio.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“Non so quanto la tv australiana avesse investito sul mondiale 2006, né come abbia reagito a un'eliminazione all'ultimo secondo dell'ottavo di finale, per un calcio regalato da un arbitro spagnolo a un terzino italiano colto da svenimento. Ma scommetterei in maniera più elegante, e più sportiva, di quella che la Rai scelse di cavalcare nell'infausto 2002 coreano. […] Durò un paio di giorni, per la verità, anche lo scarico di responsabilità da parte della squadra, sotto forma di tiro al bersaglio dell'arbitro Moreno. Ma poi, salvo qualche eccezione, il comune senso del pudore, prima ancora del fair play, riprese il sopravvento e si cominciò a riconoscere che se gli arbitraggi rassicuranti, oltre che davvero imparziali, sono oggettivamente diversi, ancor più diverse sono le congiure. Quando una squadra deve perdere, secondo quanto cercarono di farci credere [I giornalisti RAI], non arriva a giocarsi due match-ball come quelli di Vieri e Gattuso a pochi minuti dalla fine. La fermano prima, alla maniera di Aston in Cile. La Rai invece, impavida, andò avanti per settimane. E più passavano i giorni, più grosse le sparava. Sino a quella, davvero memorabile, dell'azione per danni alla Fifa. Il presupposto era, ovviamente, che Byron Moreno fosse il braccio armato di Blatter, investito della missione di far andare avanti, a qualunque costo, la squadra di casa. In buona sostanza, tuonò con supremo sprezo del ridicolo un avvocato dell'ufficio legale della Rai, chiederemo a Zurigo il rimborso totale di quanto è stato pagato per i diritti, cioè settanta milioni di euro, il rimborso delle spese di produzione per la trasferta in Corea e Giappone, e i danni derivati dalla caduta negativa della pubblicità. Mancavano giusto un paio di divisioni da ammassare al confine di Chiasso. I programmi sportivi dedicati al mondiale, che ovviamente continuava, amplificarono i toni, e più di un quotidiano cadde in tentazione. Si arrivò a leggere che la causa avrebbe fatto giurisprudenza a livello mondiale, al pari della sentenza Bosman: quando l'unico rimando possibile era, con tutta evidenza, a capitan Fracassa. […] La sera del 9 gennaio 2003, Raidue portò nei propri studi in esclusiva mondiale nientemeno che il famigerato Byron Moreno. E a chi affidare la faccia? A Enzo Biagi no, perché era già in vigore l'editto di Sofia, a Minoli nemmeno, Tosatti forse aveva un impegno. Sicché prese in prestito da Sky, senza alcun diritto di riscatto, l'intramontabile José Altafini. Civile la conversazione. Ma inserita nell'ambito di uno show dal titolo Stupido Hotel, mai come in quel caso un nome una garanzia. Così l'arbitro ecuadoregno entrò in scena dalla porta girevole con una valigetta piena di soldi, rispose punto per punto alle domande non proprio asfissianti dell'intervistatore, concluse argomentando sottilmente che quella sera a Daejon era stata l'Italia, non lui, a sbagliare la partita, e fu congedato da un simpatico gavettone sulle note del coro del Nabucco: che per una rete in quota Lega rappresentava, con tutta evidenza, l'inno nazionale. Una serie di interpellanze parlamentari non riuscirono a chiarire né la ragione di quella straordinaria partecipazione, né l'entità del compenso ricevuto da Moreno, dall'ordine comunque di alcune decine di migliaia di dollari. Fatto sta che, grazie alla sportività della Rai, l'ex nemico pubblico numero uno ebbe l'opportunità di dimostrare che i buffoni, semmai, erano altrove. E il cerchio finalmente si chiuse.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. La cultura della sconfitta

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“Nella guerra dei numeri | che speranze hanno i deboli?”

Renato Zero (1950) cantautore e showman italiano

da L'impossibile vivere, n. 6
Amore dopo amore

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“Ormai mi muovevo come un uomo braccato – dall'orologio e dall'orrido avanzare del numero.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

cap. 2

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“Kant con la sua sintesi a priori, cioè con l'idea di una forma innata (tempo, spazio, numero, causa, scopo e poche altre cose fondamentali) e di contenuti a posteriori, riuscì a liberarci sia dal dogma che dallo scetticismo. L'invenzione, o piuttosto la scoperta, della sintesi a priori segnò una rivoluzione in filosofia.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Variante: Kant con la sua sintesi a priori, cioè con l’idea di una forma innata (tempo, spazio, numero, causa, scopo e poche altre cose fondamentali) e di contenuti a posteriori, riuscì a liberarci sia dal dogma che dallo scetticismo. L’invenzione, o piuttosto la scoperta, della sintesi a priori segnò una rivoluzione in filosofia.
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 3, Come si può conoscere il mondo, p. 63

“Approccio. "Mi scusi signorina. Sto scrivendo un elenco del telefono: posso avere il suo numero?"”

Origine: Citazione n.° 665 da Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, edizione completa 2004

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