Frasi su scopo
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“Lo scopo della scienza non è la credenza, ma l'investigazione.”

Camille Flammarion (1842–1925) astronomo, editore e divulgatore scientifico francese

Origine: Per la scienza dell'anima, p. 18

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“Io sono uno… che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato… quindi… io sono assolutamente tranquillo… a me possono dire che scopo… è l'unica cosa che possono dire di me… è chiaro?… Quindi io… mi mettono le spie dove vogliono… mi controllano le telefonate… non me ne fotte niente… io… tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei… da un'altra parte e quindi… vado via da questo paese di merda… di cui… sono nauseato… punto e basta.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2010
Origine: Dall'intercettazione del 13 luglio 2010; citato in «Me ne vado da questo paese di m...» Lo sfogo di Berlusconi con Lavitola http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2011/1-settembre-2011/me-ne-vado-questo-paese-mlo-sfogo-berlusconi-lavitola-1901414961723.shtml, CorrieredelMezzogiorno.it, 1 settembre 2011.

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“I gatti sono stati destinati a insegnarci che in natura non tutto ha uno scopo.”

Garrison Keillor (1942) umorista, musicista, scrittore

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1630.

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“[Canzone dedicata a Madonna] Che cosa ti accadrà bambina quando la luce dei riflettori si spegnerà… Per ora canta e balla, ma ricordati, che un giorno i tuoi seni troveranno uno scopo più terreno da raggiungere.”

Joan Baez (1941) cantautrice e attivista statunitense

Origine: Da Una voce per cantare; citato in La storia di Madonna, Forte Editore, cap. XIII, p. 344.

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“Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d'arme: e l'amicizia che a questo punto è quasi di prammatica citare è quella fra Achille e Patroclo. Un rapporto così forte da far sì che Achille, dopo la morte di Patroclo, dichiari di avere un solo scopo di vita: dopo aver vendicato l'amico, giacere con lui nella stessa fossa, per sempre, unito a lui nella morte come gli era stato in vita. Un rapporto assai diverso da quello che Achille aveva avuto con Briseide, la schiava concubina che Agamennone gli aveva sottratto quando era stato privato della schiava Criseide. Le schiave erano compagne intercambiabili: come dimostra, appunto, il gesto di Agamennone che si consola immediatamente sostituendola con un'altra, della perdita di Criseide. Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell'eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patrocolo, deve prendere moglie "come giusto che sia". Un rimprovero, forse? La prova che Teti riprovava l'amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l'eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l'esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell'amore omosessuale.”

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Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico

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“L'unico scopo che ci tiene insieme sembra essere oramai quello di spartirci il bilancio dello Stato, di dividerci una spoglia.”

Ernesto Galli della Loggia (1942) storico e giornalista italiano

dal Corriere della sera del 20 luglio 2009

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“La formazione del carattere è per il Foerster lo scopo fondamentale dell'educazione; i problemi della cultura fisica e intellettuale non possono esservi che subordinati.”

Mauro Laeng (1926–2004) scrittore, critico, saggista e pedagoga italiano di origine svizzera

F. W. Foerster – pedagogista del carattere

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“Io non sono un musicista, ma ho molto studiato la declamazione. Mi si accorda il talento di recitare assai bene i versi, e specialmente i miei. Venticinque anni or sono, mi venne fatto di pensare che la sola musica conveniente alla poesia drammatica e, soprattutto, all'aria e al dialogo che noi chiamiamo d'azione, sia quella che maggiormente s'accosta alla declamazione naturale, animata, energica; che la declamazione non è essa stessa che una musica imperfetta; che noi potremmo notarla quale essa è, solo quando avessimo escogitato un numero di segni bastevole ad esprimere tanti toni, tante inflessioni, tanti elevamenti, abbassamenti e sfumature d'una verietà pressocché infinita, quanti sono quelli che la voce assume declamando… Io giunsi a Vienna nel 1761 tutto preso da quest'idea. L'anno seguente, Sua Eccellenza il conte Durazzo, allora direttore degli spettacoli della Corte imperiale, ed oggi suo ambasciatore a Venezia, al quale avevo letto il mio Orfeo, mi sollecitò a darlo in teatro. Io vi acconsentii, a condizione che la musica sarebbe stata scritta a mio piacimento, al quale scopo egli mi indirizzò a Gluck, che – mi disse – si presterebbe a tutto. Io gli lessi il mio Orfeo e, declamandogliene ripetutamente alcuni brani, gli indicai le sfumature che mettevo nella mia declamazione, le sospensioni, i rallentamenti, le accelerazioni, i suoni della voce talvolta forzati, tal'altra fievoli e sommessi, di cui intendevo ch'egli si valesse nella composizione. Lo pregai, al tempo stesso, do abolire i passaggi, le cadenze, i ritornelli e tutto quanto si è introdotto di gotico, di barbaro, di stravagante nella nostra musica. Gluck adottò le mie vedute.”

Ranieri de' Calzabigi (1714–1795) poeta e librettista italiano

citato in Clemente Fusero, Mozart

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“[L'università deve essere] focolaio di attività scientifica, vero laboratorio nel quale maestri e scolari collaborano ad indagare nuovi veri e a rivedere questioni già discusse. Così nello studente si educa lo spirito critico e, quel che più importa dato lo scopo speciale che la nostra Università ha, lo spirito di ricerca.”

Agostino Gemelli (1878–1959) religioso, medico e rettore italiano

da una nota del 1919
Origine: Citato in Emanuela Gazzotti, Un traguardo e una partenza http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01042000_p-41_it.html, Tertium Millennium, aprile 2000, www.vatican.va.

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“Kant con la sua sintesi a priori, cioè con l'idea di una forma innata (tempo, spazio, numero, causa, scopo e poche altre cose fondamentali) e di contenuti a posteriori, riuscì a liberarci sia dal dogma che dallo scetticismo. L'invenzione, o piuttosto la scoperta, della sintesi a priori segnò una rivoluzione in filosofia.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Variante: Kant con la sua sintesi a priori, cioè con l’idea di una forma innata (tempo, spazio, numero, causa, scopo e poche altre cose fondamentali) e di contenuti a posteriori, riuscì a liberarci sia dal dogma che dallo scetticismo. L’invenzione, o piuttosto la scoperta, della sintesi a priori segnò una rivoluzione in filosofia.
Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 3, Come si può conoscere il mondo, p. 63

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“Affermare che anche venti materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell'emozione plastica.”

Umberto Boccioni (1882–1916) pittore e scultore italiano

Il concetto del "polimaterico"
n.° 4
Manifesto tecnico della scultura futurista

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“Mi sorpresi a sognare di lavorare nel cinema al solo scopo di frequentare simili creature.”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

Origine: Diario di Rondine, p. 82

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“Il nostro scopo è quello di avere il più grande partito del Paese senza responsabilità di governo.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

Imitazioni, Fausto Bertinotti

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“Per essere divertente un gioco deve essere sempre facile da capire: deve bastare uno sguardo per comprendere immediatamente cosa fare. Deve essere strutturato in modo da intuire lo scopo del gioco a prima vista e poi, se non ce la fai a superare la prova, te la prendi con te stesso e non con il gioco. Inoltre, deve essere divertente anche per chi ti sta intorno e ti guarda giocare.”

Shigeru Miyamoto (1952) autore di videogiochi giapponese

Origine: Dall'intervista di Satoru Iwata, Iwata Chiede: New Super Mario Bros. Wii Vol. 1 http://www.nintendo.it/NOE/it_IT/news/iwata/iwata_chiede_new_super_mario_bros_wii_16795_16846.html, 4. Far capire a tutti che il fungo è buono, Nintendo.it.

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