Frasi su veneto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema veneto, italiano, grande, lombardo.

Frasi su veneto

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“Siamo tutti figli della Serenissima, fondata sull'idea della sua autonomia.”

Luca Zaia (1968) politico italiano

citato in Prima il Veneto. Sito ufficiale di Luca Zaia http://www.lucazaia.it/it/index.php?s=storia

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“I Veneti si inginocchiano solo per pregare”

Prof. Gianluigi Pasquale

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“[Dopo la battaglia di Vittorio Veneto] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.”

Armando Diaz (1861–1928) generale italiano

dal "Bollettino della Vittoria", 4 novembre 1918, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 615
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“[Dopo la nomina a segretario federale della Lega Nord] Riuniremo in settimana il consiglio federale, e in settimana, e in settimana lo dico solo adesso, non l'ho detto prima per scaramanzia, nominerò la squadra che mi affiancherà in questo difficile, complicato, affascinante e meraviglioso nuovo incarico. Tre vice segretari con un vice, il vicario, il numero due, che sarà naturalmente del Veneto. Cominciamo a lavorare subito, non c'è tempo da perdere. Io sono uno di voi, voglio che mi consideriate uno di voi. La mia porta sarà sempre aperta. Sono a disposizione dei militanti: ho cominciato come militante e voglio che mi consideriate un semplice militante della Lega momentaneamente incaricato di un compito che fa tremare le vene ai polsi, dopo tanto tempo di Umberto Bossi. Per me è mio fratello, lo porterò sempre nel cuore. Ma oggi inizia una fase nuova: stiamo tutti insieme, statemi vicino, statemi vicino perché ho bisogno di sentire il calore e la passione dei militanti, i nostri meravigliosi militanti: non c'è niente che valga di più nella Lega, voi siete i nostri diamanti, voi siete la nostra ricchezza, voi siete la nostra forza e il nostro futuro. Grazie a tutti amici, grazie! Viva la grande Lega Nord!”

Roberto Maroni (1955) politico italiano

Origine: Dal Finale del discorso di Roberto Maroni, V congresso federale http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Finale_del_discorso_di_Roberto_Maroni,_V_congresso_federale,_Milano_2012.webm, Milano, 1º luglio 2012.

“[…] a destare la vera e feconda scintilla dell'arte quattrocentista in Venezia giunse il soave pittore Gentile da Fabriano il quale dipinse nel palazzo pubblico di Venezia, per ordine del Senato, una grande battaglia navale. Quel bell'affresco andò poi distrutto, forse nel famoso incendio del 1577; ma l'influenza del delicato pittore umbro fu feconda ed ispirò il primo vero periodo dell'arte Veneta; […].”

Evelyn Franceschi Marini (1855–1920) storica dell'arte, giornalista e scrittrice italiana

Origine: Gentile, pur se attivo in varie regioni italiane, tra cui l'Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana e il Lazio, era nato nella marchigiana Fabriano.
Origine: Antichi pittori italiani, p. 492

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“Io vivo una vita così solitaria, e la mia solitudine m'è sì dolce, che non cerco né soffro distrazioni.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

da una lettera del 20 dicembre 1820; citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, p. 9 http://www.archive.org/stream/ateneoveneto129veneuoft#page/8/mode/2up

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“Le fornaie son use proverbiarsi, e non le sacre muse.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, p. 10

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“Silenzio d'amico è delitto di traditore.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, p. 12

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“Uscir di se medesimo, e parlare al maggior numero possibile di uomini, egli è il più dolce, il più proficuo, il più sacro dovere e del buon poeta e d'ogni vero scrittore.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

da L'Antologia, agosto 1831; citato in Dizionario estetico; citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, pp. 20-21

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“Nel Veneto si dice: il baccalà l'è come la dona, più la se bastona più la diventa bona.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

Origine: Quando siamo a tavola, p. 11

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“Il presente mi affascina più del passato e mi interessa. Lo registro e lo godo, spesso in solitudine.”

Cesare De Michelis (1943–2018) editore italiano

da Identità veneta, Marsilio, 1999

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“[Canaletto] Insieme alle prospettive per impianti diagonali o a cannocchiale, queste tutte [composizioni che sono impostate e condotte secondo grandi e semplici compassi con vertice laterale, e prospettive proiettate verso l'avanti o verso il fondo] sono però soluzioni più o meno personalizzate di un fondo storico, sia italiano e veneto (vedutismo), che olandese. Né deve meravigliare in alcun modo la presenza di una problematica formale così rigorosa e ricca di flessioni e d'invenzioni, perché lo sviluppo delle tematiche prospettiche di fondazione ed elaborazione rinascimentale si avvera con grande estensione teorica e artistica nella pittura olandese secentesca di paesaggio, di edifici e d'interni, con modalità assai differenti dal paesaggio eroico e storico di eredità compositiva cinquecentesca e veneta, qual è elaborato specialmente da Annibale Carracci e dal Poussin. Senza considerare questa linea di cultura sulla quale si pone Canaletto, si intende meno bene o si rischia di non intendere un valore essenziale della sua arte, assai più profonda e diramata di quel che non lo mostri l'abituale considerazione dell'artista come petit-maître. Chi, avvertito, riguardi così le opere, dovrà accertarsi che l'analisi di questo aspetto, del resto così evidentemente accusato, dell'arte canalettiana dimostra la marcata consapevolezza dell'artista circa la manovra della composizione: perciò è necessario isolare e meditare anche le altre modalità di composizione, che realizzano diverse esigenze estetiche, ed unendosi alla complessità e mutevolezza delle precedenti, finiscono per dare di Canaletto un'immagine meno quieta e serena e contemplativa di quel che si dica, anzi molto più intensamente drammatica proprio in confronto alla relativa parcità dei temi e delle vedute. Ci sono, insomma, più crisi e dibattiti fantastici nel Canaletto di quanto normalmente non si veda.”

Carlo Ludovico Ragghianti (1910–1987) politico italiano

da Procedimento di Canaletto, in SeleArte, 1959
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Ah sì! la vita passa, la fama s'irrugginisce, e non ne accompagna oltre il sepolcro che quel poco di bene, che avremo fatto quaggiù.”

Luigi Carrer (1801–1850) giornalista, scrittore e poeta italiano

da una lettera a Niccolò Tommaseo, 13 agosto 1829; citato in Giovanni Gambarin, De infirma amicitia, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, p. 17 http://www.archive.org/stream/ateneoveneto129veneuoft#page/16/mode/2up

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“Quando la catastrofe distrugge abitazioni coltivazioni e fabbriche e piomba nella inattività popolazioni lavoratrici, essa indubbiamente distrugge una ricchezza. Ma non è possibile rimediarvi con un prelievo sulla ricchezza altrove esistente, come con la miserabile operazione di razzolare in giro pastrani vecchi, quando la propaganda, raccolta e trasporto costano assai più del valore del logoro indumento.
Quella ricchezza sparita era accumulo di lavoro passato, secolare. Per eliminare l'effetto della catastrofe occorre una massa enorme di lavoro attuale, vivente. Se quindi della ricchezza diamo la definizione non astratta, ma concreta e sociale, essa ci appare come il diritto in certi individui formanti la classe dominante di prelevare sul lavoro vivo e contemporaneo. Nella nuova mobilitazione di lavoro si formeranno nuovi redditi e nuova ricchezza privilegiata; e l'economia capitalista non offre nessun mezzo di «spostare» ricchezza altrove accumulata per sanare il vuoto fatto in quella sarda o veneta, come non si potrebbe pigliar pari pari gli argini del Tevere per ristabilire quelli inghiottiti dal Po.
Ecco perché è una cretinata l'idea di fare un prelievo patrimoniale contro i titolari di campi e case e officine intatti, per ripristinare quelli sconvolti.
Centro del capitalismo non è la titolarità su tali immobili, ma un tipo di economia che consente prelievo e profitto su quanto in cicli incessanti crea il lavoro dell'uomo, e subordina a quel prelievo l'impiego di questo lavoro.”

Amadeo Bordiga (1889–1970) politico italiano

Omicidio dei morti, Sul filo del tempo LXXXIV, da Battaglia Comunista, n. 24 del 19-31 dicembre 1951

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“[Sempre guardando la rubrica]…ho un veneto, qua. Un tale Putin.”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

Citazioni dal programma radiofonico Viva Radio 2, Imitazioni e personaggi, Lo Smemorato di Cologno (Silvio Berlusconi)

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“È una questione di parole e di sostanza. Il «Vaffa day» rimandava a una volgarità reazionaria ma tutto sommato inoffensiva. Il «certificato di trasparenza» suona decisamente sinistro, da piccolo Grande Fratello. Quanto alla sostanza, siamo alla solita attraente sintesi di astratti furori, buonsensismo e inutilità, già sperimentata con successo nel «Vaffa». Le due principali proposte di legge di Grillo erano, lo ricordiamo, il divieto di candidare alle elezioni condannati in primo grado e il limite di due mandati per i parlamentari. La prima proposta, oltre che incostituzionale, ove interessasse, rappresenta una resa avvilente della democrazia. In una democrazia non c'è bisogno di leggi per impedire ai criminali di essere eletti. Dovrebbe bastare la libera volontà del popolo. Questo giornale, prima di Grillo, ha denunciato la presenza di venticinque condannati in via definitiva in parlamento e di due pregiudicati, gli onorevoli Cirino Pomicino e Alfredo Vito, nella commissione antimafia. Ma a quel punto la parola spetta al giudizio di lettori ed elettori. Se gli italiani continuano a eleggere certa gente, la colpa non può essere sempre dei partiti. È soltanto dell'effetto di una pessima legge elettorale, il «porcellum», dice Grillo. Sarà. Ma quando c'erano le preferenze o i collegi spesso ha vinto Barabba e i pregiudicati in Parlamento erano il doppio e il triplo. Il limite del secondo mandato è un'altra ricetta facile quanto inutile, se non cambia il costume etico, il seggio tolto all'originale andrebbe ai figli, nipoti e portaborse del medesimo, con dubbio vantaggio. Il «Grillo Doc» sulle liste civiche composte da non iscritti ai partiti e incensurati è un'altra parola d'ordine vecchia come il cucco, la stessa usata, per dire, dai protoleghisti veneti negli anni Ottanta, i padri del Gentilini sindaco sceriffo di Treviso.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da la Repubblica del 17 settembre 2007

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“[…] la parola Nord-Est fu inventata da me, per indicare, […], il Friuli, che in effetti è il Nord-Est più Nord-Est che ci sia.”

Carlo Sgorlon (1930–2009) scrittore italiano

Origine: Da Il Messaggero Veneto, 17 maggio 1998.

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“Maestà, vi porto l'Italia di Vittorio Veneto.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

30 ottobre 1922
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“Se c'è stato uno scrittore del secondo Novecento esemplarmente non ideologico e conseguentemente niente affatto «novecentesco» questo fu Giuseppe Berto di Mogliano Veneto.”

Cesare De Michelis (1943–2018) editore italiano

da Una storia esemplare, prefazione a Giuseppe Berto, Le opere di Dio, Rizzoli, Milano, 2014, p. 2

“Ai signori Vichy e Lenorme era sufficiente ottenere tutti i permessi per perlustrare il terreno presso il santuario del Marzale; e il parigino, che s'era previdentemente messo in società con uno stimanto cittadino piemontese, anzi italiano ormai, sperava che la questione romana, il pontefice, Roma capitale d'Italia, tutti problemi sui quali fra le due potenze non c'era accordo, non interferissero nei suoi affari, guastassero i buoni rapporti con le autorità. Anche le relazioni fra le autorità politiche e quelle religiose non erano tranquille. Sul principio del 1863, il ministro Pisanelli aveva proposto la legge per l'abolizione delle congregazioni ecclesiastiche e per l'ordinamento dell'asse ecclesiastico. in Francia era uscita, in quei mesi, la Vita di Gesù di Renan. L'8 dicembre di quell'anno, noi sappiamo, che il pontefice avrebbe pubblicato l'enciclica Quanta cura e il Sillabo. E fra due anni, nel 1866, si avrebbe avuta «l'infausta campagna» del 1866, con la donazione del Veneto da parte dei francesi, anche se: «Questa mostra di guerra consumò 144 milioni per gli apparecchi e armamenti: 141 milioni per la flotta; poi 91 milioni e mezzo per indennità pagate all'Austria, sicché la Venezia costava al regno quasi un miliardo». Il governo dei moderati durò, sappiamo ancora, sedici anni, fornendo al regno ben quindici ministeri.”

Alberico Sala (1923–1991) scrittore, poeta e critico d'arte italiano

Origine: I vizi naturali, p. 36

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“[Diego Velázquez] Nelle opere giovanili che di lui rimangono, lo scopo era di raffigurare una realtà assoluta. Le sue nature morte sono pitture realistiche che rivelano la maestria del pittore nei valori tattili. Egli probabilmente conobbe qualche opera del Caravaggio e di alcuni suoi seguaci: in ogni caso, utilizzò in parecchi quadri ciò che chiamiamo "tenebrismo", anche se se ne servì alla propria maniera. Per tutta la vita le sue composizioni seguirono gli schemi dei pittori manieristici; mai compose secondo linee diagonali nello spazio, fatta eccezione per qualche ritratto equestre. Ma quando Velázquez si stabilì a Madrid e poté studiare i grandi veneti, lo stile mutò. La sua tavolozza passò dal bruno ai grigi e ai neri; l'artista si fece più sicuro di sé, arrivando a raffigurare il movimento. […] Più tardi Velázquez andò in Italia e prese contatto con gli artisti di quel paese, non solo del passato, ma anche con quelli allora vivi e operosi. La tavolozza si fece così più ricca di colore, secondo un'inclinazione che doveva farsi sempre più sentita per il resto della vita. Il pennelleggiare sulla tela divenne sempre più libero ed eloquente in ogni opera, raggiungendo in breve un'esattezza unica nella pittura europea. Le sue ardite pennellat e degli anni maturi possono essere paragonate per l'eloquenza a quelle dei pittori orientali.”

Xavier de Salas (1907–1982) storico dell'arte spagnolo

da Velázquez, 1962
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“[Sui veneti] Un popolo di ubriaconi e alcolizzati. Poveretti, non è colpa loro se nascono in Veneto. […] I veneti sono un popolo di ubriaconi. Alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri. Poveretti i veneti non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l'accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino.”

Oliviero Toscani (1942) pubblicitario, fotografo

Origine: Dalla trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24; citato in Oliviero Toscani: "Veneti? Popolo di ubriaconi". Scoppia la polemica. Zaia: "Ora chieda scusa" http://www.lastampa.it/2015/02/02/italia/cronache/oliviero-toscani-veneti-popolo-di-ubriaconi-scoppia-la-polemica-zaia-ora-chieda-scusa-8jCOvuN1jHmIQjYoVTNdkM/pagina.html, La Stampa.it, 2 febbraio 2015.

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“Bertinotti, già segretario della Federazione operai tessili, già segretario della Cgil Piemonte, per 2 anni presidente della Camera e tuttora presidente della Fondazione Camera dei Deputati, già segretario di Rifondazione Comunista per 13 anni, già deputato per quattro legislature, già ospite dello yacht di Vittorio Cecchi Gori per le vacanze estive a Salina con Valeria Marini […], già primatista mondiale delle ospitate a Porta a Porta nel salotto dell'amico Bruno, già ospite fisso del salotto della signora Maria Angiolillo, già protagonista della caduta del governo Prodi I (in nome della leggendaria battaglia sulle 35 ore) e coprotagonista della caduta del Prodi II, dunque due volte corresponsabile e del ritorno di Al Tappone a Palazzo Chigi, […] già protagonista della disfatta della sinistra ridotta ai minimi storici alle ultime elezioni (memorabile la conferenza stampa-funerale convocata all'Hard Rock Cafè di Via Veneto in Roma, affollatissimo di operai delle presse), già teorizzatore dell'abolizione della proprietà privata, già seguace dello psicoguru Massimo Fagioli, già titolare del quarto più alto reddito di Montecitorio con 213.195 euro nel 2006, ha scritto che Romano Prodi – cioè l'unico esponente del centrosinistra che sia riuscito a battere Berlusconi due volte su due, nonostante Bertinotti – è «uno spregiudicato uomo di potere», simbolo dello «smacco complessivo del centrosinistra». Prodi.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Bertinotte http://voglioscendere.go.ilcannocchiale.it.ilcannocchiale.it/?TAG=fausto%20bertinotti, maggio 2009

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“Non voglio più vedere queste genie che girano per le strade di giorno e di notte. Questo è un primo compito, e io sono convinto che il nostro governo, i nostri parlamentari saranno in grado di dare una risposta al popolo padano, al popolo veneto e al popolo leghista.”

Giancarlo Gentilini (1929) politico italiano

da La Procura di Venezia indaga su Gentilini http://tribunatreviso.repubblica.it/dettaglio/articolo/1521850, La Tribuna di Treviso; Video su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=_WCZNQJkV3E, 14 settembre 2008

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“È un accordo che mi soddisfa molto, perché con quest'accordo posso ragionevolmente affermare che in Lombardia si vince. Andare da soli sarebbe una inevitabile sconfitta. Capisco qualche mal di pancia, ma ricordo a tutti quanti che se non ci fosse stato l'accordo con il Pdl allora, più di 400 Comuni sarebbero a rischio con i sindaci che dovrebbero dimettersi. Ci sono quindi tutte le ragioni per considerare l'accordo utile, positivo e coerente con il disegno illustrato nell'ultimo congresso. Non temo malumori territoriali, c'è qualcuno che non era d'accordo, in Veneto, come in Piemonte, ma a questi ricordo che, nel Veneto siamo al governo della Regione con il Pdl". Cosi' Roberto Maroni ha risposto a chi gli chiedeva se teme i mal di pancia dei veneti sull'accordo raggiunto tra Pdl e Lega. Ci sono tutte le ragioni per aver stretto questo accordo che e' utile, positivo e soprattutto coerente col disegno che ho fatto approvare al congresso federale. L'accordo con il Pdl serve per vincere in Lombradia. Con questo accordo vincerò in Lombardia con buona pace dei miei avversari. Albertini mi sembra destinato ad un modesto piazzamento. Aveva detto che se avessi vinto mi avrebbe regalato una Ferrari. Bene, allora gli dico di prenotarla. L'accordo per le politiche è conseguenza dell'accordo per la Regione, ma funzionale all'accordo per la Regione. Per questo nell'accordo si dice esplicitamente che Berlusconi non sarà il premier. È un fatto rilevante ed esprimo riconoscenza per questo gesto a Silvio Berlusconi. Ho sentito che Silvio Berlusconi ha indicato Angelino Alfano come candidato premier. È una persona che stimo, con cui ho lavorato, non mi dispiace. Ma io mi permetto di indicare Giulio Tremonti.”

Roberto Maroni (1955) politico italiano

giorno. it http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/01/07/826460-Maroni-Candidato-Governatore-Lombardia.shtml, 7 gennaio 2013

“Vecchioni? Sulla Sicilia ha fatto benissimo, io l'ho detto non so quante volte che odio la Sicilia. Che sentimento vuoi provare quando vedi l'assemblea regionale? E poi è chiaro che Vecchioni ha pronunciato quelle parole perché prova un sentimento di amore-odio. Leonardo Sciascia diceva: mi alzo delle mattine e penso della Sicilia ciò che ne pensa la Liga Veneta. La Sicilia è la terra dove è sepolta mia madre, io dico che la odio. Ma si deve capire l'intensità di questo sentimento. Guardate l'assemblea regionale siciliana, che sentimenti puoi provare?”

Giampiero Mughini (1941) scrittore e opinionista italiano

Origine: Dal programma radiofonico La Zanzara, Radio 24; citato in Il siciliano Mughini dà manforte a Vecchioni: «Le frasi sulla Sicilia? Ha fatto bene, io la odio» http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/cronaca/15_dicembre_11/siciliano-mughini-da-manforte-vecchioni-le-frasi-sicilia-ha-fatto-bene-io-odio-ede57dae-a037-11e5-8a29-067d1ea8259f.shtml?cmpid=SF020103COR, Corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 11 dicembre 2015.

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“Ho una dichiarazione sola da farvi: che non vi faccio dichiarazioni.”

Giacomo Matteotti (1885–1924) politico e antifascista italiano

frase ironica rivolta a fascisti che lo minacciavano in un paesino del Veneto; da Discorsi parlamentari, Stabilimenti tipografici C. Colombo

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“Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il veneto, il napoletano e il siciliano. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare.”

Toni Servillo (1959) attore italiano

Origine: Dall'intervista di Felice Cavallaro, Toni Servillo. La grande bellezza della Sicilia http://www.malgradotuttoweb.it/toni-servillo-la-grande-bellezza-della-sicilia/, Malgradotuttoweb.it, 23 luglio 2017.

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“Il Veneto con le sue scelte di condivisione e non di coercizione, è più favorevole ai vaccini di tante altre Regioni perché l’informazione e la condivisione aumentano le adesioni, l’obbligatorietà le farà calare.”

Luca Zaia (1968) politico italiano

Origine: Citato in Annalisa Grandi, Vaccini, Salvini: «Sto con Zaia, no a obblighi sovietici. L'Italia non sia cavia di aziende» http://www.corriere.it/salute/17_settembre_06/vaccini-salvini-sto-zaia-forza-italia-si-occupi-altro-9936eab4-9314-11e7-a8ea-58c09844946a.shtml, Corriere.it, 6 settembre 2017

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