Frasi su cuore
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“La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Udienze, Si è fatto uomo, 9 gennaio 2013

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“I Magi hanno seguito la stella. Attraverso il linguaggio della creazione hanno trovato il Dio della storia. Certo, il linguaggio della creazione da solo non basta. Solo la Parola di Dio che incontriamo nella Sacra Scrittura poteva indicare loro definitivamente la strada. Creazione e Scrittura, ragione e fede devono stare insieme per condurci al Dio vivente. Si è molto discusso su che genere di stella fosse quella che guidò i Magi. Si pensa ad una congiunzione di pianeti, ad una Super nova, cioè ad una di quelle stelle inizialmente molto deboli in cui un'esplosione interna sprigiona per un certo tempo un immenso splendore, ad una cometa, e così via. Continuino pure gli scienziati questa discussione. La grande stella, la vera Super nova che ci guida è Cristo stesso. Egli è, per così dire, l'esplosione dell'amore di Dio, che fa splendere sul mondo il grande fulgore del suo cuore. E possiamo aggiungere: i Magi d'Oriente di cui parla il Vangelo di oggi, così come generalmente i Santi, sono diventati a poco a poco loro stessi costellazioni di Dio, che ci indicano la strada. In tutte queste persone il contatto con la Parola di Dio ha, per così dire, provocato un'esplosione di luce, mediante la quale lo splendore di Dio illumina questo nostro mondo e ci indica la strada. I Santi sono stelle di Dio, dalle quali ci lasciamo guidare verso Colui al quale anela il nostro essere.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Omelia sull'Epifania, 6 gennaio 2012 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2012/documents/hf_ben-xvi_hom_20120106_epifania_it.html
Omelie

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“Quando recitiamo la corona, Maria ci offre il suo cuore e il suo sguardo per contemplare la vita del Figlio suo, Cristo Gesù.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

13 settembre 2008
Omelie

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“Coscienza è capacità di verità e obbedienza nei confronti della verità, che si mostra all'uomo che cerca col cuore aperto.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso alla Curia http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2010/december/documents/hf_ben-xvi_spe_20101220_curia-auguri_it.html 20 dicembre 2010
Discorsi

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“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Comunicazione di rinuncia al Ministero Petrino, 11 Febbraio 2013
Discorsi

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“Il "Logos" non è solo una ragione matematica: il "Logos" ha un cuore, il "Logos" è anche amore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Discorsi, Discorso a conclusione degli Esercizi Spirituali, 23 febbraio 2013

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“Riflettendo su questi testi biblici [il Vangelo proposto dalla liturgia in quella domenica, Mt 21, 28-32], ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas. Una sola parola che sintetizza l'essenziale della vita cristiana e indica l'indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell'autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l'altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore… Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili". E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L'umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. È stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro. "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

28 settembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080928_it.html
Angelus, Regina Coeli

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“Chi non avverte, oggi, il bisogno di dare più spazio alle «ragioni del cuore»? In un mondo come l'attuale dominato dalla tecnica, si sente bisogno di questa complementarietà della donna, affinché l'essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20090322_promozione-donna_it.html del 22 marzo 2009

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“È venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l'inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Visita pastorale alla parrocchia romana di santa Felicita e figli martiri http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2007/documents/hf_ben-xvi_hom_20070325_visita-parrocchia_it.html 25 marzo 2007

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“Fare guerra a Dio per estirparlo dal cuore degli uomini porta l'umanità, impaurita e impoverita, verso scelte che non hanno futuro.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2006

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“La mistica non crea distanza dall'altro, non crea una vita astratta, ma piuttosto avvicina all'altro, perché si inizia a vedere e ad agire con gli occhi, con il cuore di Dio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall' udienza generale http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2011/documents/hf_ben-xvi_aud_20110112_it.html del 12 gennaio 2011

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“Il bisogno di mettersi a nudo è il cuore del carisma di Agassi.”

Origine: Da un articolo sul New York Times, 27 agosto 1995; Citato in Agassi story: l'essenza e la forma http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/04/29/880750-agassi_story_essenza_forma.shtml, Ubitennis.com, 29 aprile 2013.

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“Tale l'atmosfera di Roma, nella quale Lucrezia Borgia viveva, senza essere essa stessa migliore né peggiore delle donne del tempo suo. Ebbe spirito gaio e leggiero. Non sappiamo se abbia mai avuto a sostenere lotte morali; se siasi mai trovata in uno stato di contradizione interiore con le azioni della sua vita o con coloro che l'attorniavano. Teneva una corte, che il padre avrà trattata con larghezza e profusione; ed era in frequentissime relazioni con le corti de' fratelli suoi. Rssa era la compagna e l'ornamento delle loro feste; essa la confidente degli intrighi nel Vaticano, rivolti a crescere la grandezza de' Borgia. E in tal scopo dovevasi ben presto concentrar tutto quanto potesse più vivamente starle a cuore.
In verità, non mai, neanche nel tempo posteriore, si mostra donna di genio straordinario. In lei non una delle qualità atte a farne una Virago, come Caterina Sforza o Ginevra Bentivoglio. E non possedeva neppure quello spirito dell'intrigo proprio di una Isotta da Rimini, ovvero la potenza intellettuale di una Isabella Gonzaga. Non fosse stata figliuola di Alessandro VI e sorella di Cesare, difficilmente sarebbe stata notata nella storia del tempo suo, ovvero sarebbe ita perduta nella moltitudine, come donna seducente e assai corteggiata. Pure, nelle mani di suo padre e suo fratello, diventò istrumento e vittima altresì di calcoli politici, a' quali ella non ebbe forza alcuna di oppor resistenza.”

Ferdinand Gregorovius (1821–1891) storico e medievista tedesco

da Lucrezia Borgia, 1990, p. 93
Lucrezia Borgia

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“Essere discepoli non è mai un volo in solitaria ma piuttosto un'avventura da vivere insieme. E al cuore di questa avventura c'è il banchetto eucaristico dove il Calvario e l'Ultima Cena diventano parte delle nostre vite e della nostra storia.”

Sean Patrick O'Malley (1944) cardinale e arcivescovo cattolico statunitense

Ricordati di santificare le feste: la Famiglia nel Giorno del Signore http://www.zenit.org/it/articles/santificare-la-festa-la-famiglia-nel-giorno-del-signore, Congresso Internazionale Teologico Pastorale di Milano, 1 giugno 2012

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“Il saggio comanderà al proprio cuore, lo stolto ne sarà schiavo!”
Animo imperabit sapiens, stultus serviet.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“[Su Rino Gaetano] E tra questi ragazzi che gestivamo la domenica pomeriggio comparve questo tizio magro magro, un po' coi denti rotti, il male in arnese co 'sta chitarrina. […] Seppe come entrarmi nel cuore subito tant'è vero che Cesaroni che l'aveva sentito suonare e "zappare" la chitarra, come diceva, non era del parere di farlo cantare neanche la domenica pomeriggio e io invece modestamente, avendo riscontrato delle cose molto carine, molto naïf, molto veraci anche in lui, aspettavo il momento in cui Giancarlo, il cosiddetto "boss", Cesaroni andava magari in giro per Trastevere a bersi un wisketto con De Gregori e lo buttavo sopra. E ricordo bene queste due canzoni che ha fatto per qualche domenica di seguito, una che era dedicata a un amico, che, guardate un po' il destino, mi sembra avesse avuto un incidente in macchina, che era morto così e l'altra dedicata a un ferroviere, Agapito Malteni ed è una canzone che mi è rimasta impressa, ancora adesso la canticchio delle volte. C'era questa bellissima immagine di un treno che lungo il Tavoliere continuava a correre. Ecco così l'ho conosciuto.”

Ernesto Bassignano (1946) cantautore, giornalista e conduttore radiofonico italiano

Origine: Bassignano si riferisce a La Ballata di Renzo, un brano inedito di Rino Gaetano.
Origine: Bassignano si riferisce alla canzone Agapito Malteni il ferroviere, la settima del primo album di Gaetano, Ingresso Libero, una ballata ironica sul tema dell'emigrazione.
Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai Tre, 19 novembre 2007. ( Link Youtube Parte 3 http://www.youtube.com/watch?v=8Mwnw4l6Bp4)

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“Segni degli errori di ieri sulle braccia e sul cuore forse ancora ne ho.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Svegliarsi un anno fa
Svegliarsi un anno fa

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“Il cuore si situa molto più profondamente in noi, è il germe più segreto del nostro essere, la radice della nostra esistenza, e, se si vuole, al contrario il suo culmine.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Lo Spirito prega in noi

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“La Parola di Dio e il cuore dell'uomo sono, l'una nell'altro, a casa propria.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Lo Spirito prega in noi

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“Noi stessi dovremmo cercare di abitare costantemente nel nostro cuore.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Lo Spirito prega in noi

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“È nel cuore del monaco che si deve edificare una cella, una casa, un tempio, un Santo dei santi, un altare, dal quale la preghiera finirà per innalzarsi ininterrottamente.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Tradizioni esicastiche d'oriente ed occidente

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“Il cuore parla al cuore.”

Francesco di Sales (1567–1622) vescovo cattolico francese

Cor ad cor loquitur.
Origine: Citato in La beatificazione di Newman per far risorgere l'Europa cristiana http://www.zenit.org/article-19047?l=italian di Paolo Gulisano, Zenit, 22 luglio 2009

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“Il cuore umano tende a Dio per inclinazione naturale, senza sapere veramente chi sia.”

Francesco di Sales (1567–1622) vescovo cattolico francese

Trattato dell'amor di Dio

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“Non è tanto l'asprezza del cuore, non sono le malvage intenzioni a guidare all'ateismo gli uomini pensanti, quanto piuttosto una scrupolosa onestà e rigore intellettuale.”

Steve Allen (1921–2000) musicista, attore e personaggio televisivo statunitense

da Sulla religione della Bibbia e sulla moralità, 1990

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“Spendi sempre un soldo meno di quel che guadagni.”

Cesare Cantù (1804–1895) storico, letterato e politico italiano

da Buon senso e buon cuore

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“Chi nutre nel cuore un amore festoso verso la Madonna ottiene in cambio un gaudio eccellente.”

Edward Poppe (1890–1924) presbitero belga

Origine: citato in Natale Ginelli, La tua via, Edizioni Paoline, Milano 1957

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“Potessi mai essere certo ch'essi' | han contezza del cuore che possiedono! || E il mio cuore potesse mai sapere | che valichi montani essi han varcato! || Tu pensi che sian vivi, | o credi che sian morti? || Gli amanti nell'amore, | smarriscono la strada e se medesimi.”

Ibn Arabi (1165–1240) filosofo, mistico e poeta arabo

I, ss.1-4; 2008
L'interprete delle passioni
Origine: Le Idee divine, di cui i cuori di coloro che sanno sono appassionatamente innamorati, da cui gli spiriti sono turbati, e grazie alle quali le opere di devozione vengono compiute. [...] [Queste note fanno parte del commentario dell'autore stesso.]

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“Ella' assale ogni cuore appassionato | che ama la bellezza | con sguardi come frecce e spade indiane. || Ella prende con mano | soffice e lieve, come seta pura, | profumata con nadd e muschio in briciole. || Quando guarda, con gli occhi fondi scruta | di una gazzella giovane, | ed al suo sguardo è proprio | dell'antimonio il nero. || Le adornan gli occhi seduzione | ed un mortale incanto; | circondano i suoi fianchi lo stupore | e una bellezza senza paragoni. || È snella ma non ama ciò che amo, | e con sincerità | i patti non rispetta.”

Ibn Arabi (1165–1240) filosofo, mistico e poeta arabo

XXII, ss. 5-9; 2008
L'interprete delle passioni
Origine: Si tratta di Niẓām ʿAyn al-Shams waʾl-bahāʾ, giovane donna che il poeta afferma di aver conosciuto durante un pellegrinaggio alla Mecca. Niẓām vuol dire Armonia; ʿAyn al-Shams waʾl-bahāʾ invece Occhio del Sole e dello Splendore, molti critici sostengono che la donna sia una finzione del poeta.

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“Per il mio cuore, o pena! | Per la mia mente, o gioia! || In cuore m'arde il fuoco della brama, | in mente mi tramonta | la luna piena dell'oscurità. || O muschio!' O luna piena!' | O fronda della duna!' | Com'è verde la fronda,' | come sfavilla il fuoco, | com'è fragrante il muschio! || O bocca sorridente le cui bolle | ho così tanto amato! | O sapida saliva,' | in cui ho assaporato miele bianco!”

Ibn Arabi (1165–1240) filosofo, mistico e poeta arabo

XXV, ss. 1-4; 2008
L'interprete delle passioni
Origine: Spirante dalla pietà divina.
Origine: Poiché la sua luce proviene da quella di Dio, e poiché essa è uno specchio per Lui, che manifesta Se stesso in lei.
Origine: Si riferisce alla qualità dell'autosussistenza.
Origine: In quanto rivestita dei Nomi divini
Origine: Sono le scienza della comunicazione, del colloquio e del dialogo che lasciano nel cuore un delizioso sapore.

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“[La cresima è] Lo Spirito viene a prendere possesso del nostro cuore.”

Bruno Forte (1949) arcivescovo cattolico e teologo italiano

Cresimarsi perché

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“Come tutto ciò che esiste non esiste che per amore, così tutto è bello, perché la suprema Bellezza si partecipa in ogni suo oggetto d'amore, anche quando occhi deboli o un cuore ferito sono incapaci di coglierne la trama misteriosa e feconda…”

Bruno Forte (1949) arcivescovo cattolico e teologo italiano

da Il volto dei volti Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 55

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“Il re Pietro, risaputa in Randazzo la partenza dell'esercito francese, andò a Milazzo, costrinse quel presidio ad arrendersi, e di là mosse verso Messina. Era con lui Macalda di Scaletta, seconda moglie di Alaimo di Lentini. Ell'era vedova di un conte Guglielmo d'Amico, esule al tempo degli Svevi : avea vagato per diversi paesi in veste di frate minore : poi soggiornò in Napoli ed in Messina con non buona riputazione di onestà; riebbe da Carlo i beni che l'erano stati confiscati, e si rimaritò con Alaimo. Nel vespro stando in Catania, tradì i Francesi, che a lei eransi affidati, tolse loro le robe e li consegnò al popolo; ed ella governò quella città in nome del marito occupato nella guerra di Messina. Macalda si presentò a re Pietro in Randazzo: andava coperta di piastre e di maglie di ferro, portava in mano una grossa mazza di argento; ed avvegnaché toccasse già i quarantanni, nondimeno, come scrisse il D'Esclot «ella era molto bella e gentile, e valente del cuore e del corpo, larga nel donare, e, quando ne era luogo e tempo, valea nell'arme al pari di un cavaliero». Il re l'accolse con molta cortesia, la ricondusse egli stesso all'albergo, ma i desiderj della donna o non intese, o dissimulò. Giunti a Santa Lucia, sulla via da Milazzo a Messina, Macalda viene al re, dice non aver trovato ove passar la notte, gli chiede voglia albergarla. Il re le cede le sue stanze e si ritira in altro luogo. Lo siegue Macalda; ed allora il re chiama i suoi cavalieri, s'intrattiene in discorsi senza costrutto, come suole chi annoiasi o voglia prender tempo, e da ultimo si addormenta; offesa che risentì profondamente Macalda, la quale più tardi, per vendicarsene, rovinò sé ed il marito, come a suo luogo sarà discorso.”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. XLVII – Continuazione delle cose di Sicilia, p. 274
Storia d'Italia narrata al popolo italiano
Origine: Cronaca Catalana, c. 96
Origine: l D'Esclot, che in tutto il racconto si mostra favorevole a Macalda, dice : Quando la donna vide il re, ne rimase innamorata come di colui ch'era valente e piacevole signore, non già per cattiva intenzione». Ma Bartolommeo di Neocastro concittadino di Macalda la descrive come una Messalina.

“Lo Stato è un ente che può avere tutto, eccetto il cuore.”

Aristide Gabelli (1830–1891) pedagogista italiano

da Discussioni della Camera dei deputati, sess. 1869-70, vol. IV, pag. 3754, col. I

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“Il tuo cuore a spatola | spalma amore a rotoli”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

da Anna Pannocchia, Il tuo cuore a spatola in Mariottide personal collection
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“Ho visto la sua finale in tv da Ginevra tutta, dal primo punto fino al trionfo. D'ora in poi sarà il nostro simbolo. Quattro anni fa dissi che ci saremmo ispirati all'oro olimpico del Setterosa, oggi a entusiasmarci è la Schiavone: lo leggo come simbolo per l'Italia. Grinta, passione, classe e cuore. D'ora in avanti è lei l'immagine del nostro Mondiale!”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in Italia, Lippi: "Noi come la Schiavone" http://www.ilsole24ore.com/art/dossier/2010-06-09/italia-lippi-come-schiavone-131200.shtml?uuid=AYPksDxB, Il Sole 24 Ore, 9 giugno 2010.

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“Ogni uomo in fondo al cuore crede di essere un investigatore nato.”

John Buchan (1875–1940) romanziere e politico scozzese

da La casa del potere, 1916, cap. 2

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