Frasi su discepolo
pagina 2

“Ai tuffi | del sangue sempre più rari, | si alternano fulminei | capricci del vizio presto | mutati in affetto | sublustre, in malinconica | ma mai tetra saggezza.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

Eloisa, da Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

“L'ultimo nostro orgasmo | unanime esplose | al dire | epistemologia.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

da Sara, in Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

“Sgonnellavi orgogliosa delle tue | terga. Riuscii | a spillarti farfalla ancora | ad ali tese nella mia bacheca | da collezione contro i poligami knock- | down cui sono votato.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

da Serena, in Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

“Un'ombra di | smarrimento e di resa velava | i tuoi occhi mentre | mi cavalcavi selvaggia | e maliziosa, | ma solo in apparenza | vittoriosa.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

da Domitilla, in Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

“Vorrei | lasciare alla tua esatta | generosità, alla tua calma | tensione, non orme | di gratitudine ma il dono d'una trepida | erezione.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

da Floriana, in Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

Eusebio di Cesarea photo
Randolph Bourne photo
Manlio Sgalambro photo
Umberto Galimberti photo

“Dal luogo in cui era stato rinchiuso in attesa della condanna, Socrate è invitato dai discepoli a fuggire. Ma la sua risposta è perentoria: "Vi ho insegnato per tutta la vita a ubbidire alle leggi e voi mi invitate a trasgredirle al termine della mia esistenza. Quello che avevo da insegnarvi ve l'ho comunicato. Il mio ciclo si è concluso". Non c'è traccia d'angoscia, senso di disperazione, malinconia per una vita giunta alla fine, c'è solo coerenza tra un insegnamento e una vita. Anche la drammaticità del momento viene asservita alle esigenze dell'insegnamento per renderlo più persuasivo, più efficace. E se il momento è vigilia di morte, lo si affronti in tutta dignità. "Ma infine, Socrate, dicci in quale modo dobbiamo seppellirti?", incalzano i discepoli. "Come volete", rispose. E, ridendo tranquillamente, proseguì: "O amici, io non riesco a convincere Critone che il vero Socrate è quello che ora qui discute con voi e non quello che, da qui a poco, egli vedrà morto”

Umberto Galimberti (1942) filosofo e psicoanalista italiano

Fedone 115 e). I discepoli lo pregano di attendere, come altri avevano fatto, il tramonto del sole. Ma Socrate vuole evitare di rendersi ridicolo aggrappandosi alla vita quando ormai non ce n'è più. Beve d'un fiato il veleno "senza temere, senza alterare il colore né l'espressione del viso, ma, guardando com'era solito i discepoli con i suoi occhi da toro, disse: 'Che ne pensi? Con questa bevanda è lecito fare libagione a qualcuno o no?'" (Fedone 117 b). Indi riprese a passeggiare finché non sentì le gambe pesanti, allora si sdraiò, e quando le parti del corpo cominciarono a farsi fredde disse: "'Critone, dobbiamo un gallo ad Esculapio; dateglielo e non dimenticatevené. 'Sarà fatto', rispose Critone, 'ma vedi se hai qualcos'altro da dire'. A questa domanda Socrate non rispose più nulla" (Fedone 118 a).

Fabrice Hadjadj photo
Eratostene di Cirene photo
Tat'jana L'vovna Tolstaja photo
Mauro Leonardi photo
Papa Benedetto XVI photo
San Girolamo photo

“Il suo discepolo più famoso [di Antistene] fu Diogene, il quale riuscì a spuntarla su Alessandro e vinse sulla natura umana.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

II, 14
Adversus Iovinianum
Origine: Traduzione di Roberto Pomelli, in Aa. Vv., L'anima degli animali, Einaudi, Torino, 2015, p. 417. ISBN 978-88-06-21101-1

Anthony de Mello photo
Stefan Zweig photo
Paolo Curtaz photo
Paolo Curtaz photo

“Con la sua Trasfigurazione Gesù voleva confermare la fede dei suoi discepoli.”

Adalbert Rebić (1937–2014)

Gesù, la legge ed i Profeti

Nazir di Agra photo
Anthony de Mello photo
Diogene Laerzio photo

“Poi mentre si accingeva Da allora, dicono, – e aveva vent'anni – fu discepolo di Socrate […].”

Diogene Laerzio (180–240) storico greco antico

III, 5; 2009, p. 102
Vite dei filosofi

Giacomo Leopardi photo
Anthony de Mello photo
Umberto Eco photo

“Recentemente un discepolo pensoso (tale Critone) mi ha chiesto: "Maestro, come si può bene appressarsi alla morte?" Ho risposto che l'unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni.
[…] cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, coglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abandonare questa valle di coglioni?"
Critone mi ha allora domandato: "Maestro, ma quando devo incominciare a pensare così?" Gli ho risposto che non lo si deve fare molto presto, perché qualcuno che a venti o anche trent'anni pensa che tutti siano dei coglioni è un coglione e non raggiungerà mai la saggezza. Bisogna incominciare pensando che tutti gli altri siano migliori di noi, poi evolvere poco a poco, avere i primi dubbi verso i quaranta, iniziare la revisione tra i cinquanta e i sessanta, e raggiungere la certezza mentre si marcia verso i cento, ma pronti a chiudere in pari non appena giunga il telegramma di convocazione.
Convincersi che tutti gli altri che ci stanno attorno (sei miliardi) siano coglioni, è effetto di un'arte sottile e accorta, non è disposizione del primo Cebete con l'anellino all'orecchio (o al naso). Richiede studio e fatica. Non bisogna accelerare i tempi. Bisogna arrivarci dolcemente, giusto in tempo per morire serenamente. Ma il giorno prima occorre ancora pensare che qualcuno, che amiamo e ammiriamo, proprio coglione non sia. La saggezza consiste nel riconoscere proprio al momento giusto (non prima) che era coglione anche lui. Solo allora si può morire.
[…] È naturale, è umano, è proprio della nostra specie rifiutare la persuasione che gli altri siano tutti indistintamente coglioni, altrimenti perché varrebbe la pena di vivere? Ma quando, alla fine, saprai, avrai compreso perché vale la pena”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

anzi, è splendido) morire.
Critone mi ha allora detto: "Maestro, non vorrei prendere decisioni precipitose, ma nutro il sospetto che Lei sia un coglione". "Vedi", gli ho detto, "sei già sulla buona strada."
Origine: Da Come prepararsi serenamente alla morte. Sommesse istruzioni a un eventuale discepolo, La bustina di Minerva, L'Espresso, 12 giugno 1997; citato in Umberto Eco: "Come prepararsi serenamente alla morte. Sommesse istruzioni a un eventuale discepolo" http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/02/20/news/umberto-eco-come-prepararsi-serenamente-alla-morte-sommesse-istruzioni-a-un-eventuale-discepolo-1.251268, Espresso.repubblica.it, 20 febbraio 2016.

Giamblico photo
Alfonso Reyes photo
Papa Francesco photo
Mario Andrea Rigoni photo
Musō Soseki photo
Anthony de Mello photo
Papa Benedetto XVI photo
Diogene Laerzio photo

“Fu un uomo [Pitagora] tanto prodigioso che i suoi discepoli erano detti voci molteplici del dio […].”

Diogene Laerzio (180–240) storico greco antico

VIII, 14; 2009, p. 325
Vite dei filosofi

“La gloria del maestro sono i discepoli, nei quali si rispecchia e sopravvive.”

Vergilio Gamboso (1929–2011)

Origine: Vita di Sant'Antonio, p. 174

David Friedrich Strauß photo

“La formidabile sterzata (der ungeheure Umschwung), che dalla profonda depressione e totale disperazione causata dalla morte di Gesù portò alla forza della fede e all'entusiasmo con cui i discepoli lo annunciarono come Messia, non si potrebbe spiegare se nel frattempo non si fosse prodotto un avvenimento eccezionalmente incoraggiante.”

David Friedrich Strauß (1808–1874) teologo, filosofo e biografo tedesco

Origine: Da Das Leben Jesu kritisch bearbeitet; citato in Romano Penna, I fondamenti della cristologia neotestamentaria, PATH, n. 2, anno 2003 http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_academies/theologica/pdf/PATH%20n.%202%20-%202003.pdf, p. 318.

Daisetsu Teitarō Suzuki photo
Karl Raimund Popper photo
Jean Jacques Rousseau photo

“Il discepolo deve stare accanto al Maestro. Questi deve applicare, per la trafissione, bocca a bocca, forma a forma, sino a non fondersi perfettamente cogli oggetti (di tali sue operazioni). Fusosi perfettamente il mentale, discepolo e maestro vengono a trovarsi nel cosiddetto stato transmentale, grazie a cui il discepolo è immediatamente iniziato. Unitosi sole e luna, il vivente si identifica (con lo stato unitivo venuto a verificarsi).”

2013, 273-275
Tantrāloka, Capitolo XXIX
Origine: La citazione fa riferimento al rito di iniziazione detto "per trafissione", destinato a chi aspira a "fruizioni". Con tale termine si intende la possibilità, per l'adepto, di fruire dei piaceri mondani della vita e di ottenere la liberazione soltanto in punto di morte. Rinunciando invece alle fruizioni si può aspirare alla liberazione in vita.

Edoardo Sanguineti photo

“Sarei tentato di dire che non esistono cattivi maestri, ma solo cattivi discepoli.”

Edoardo Sanguineti (1930–2010) poeta italiano

dall'intervista di Paolo Stefano, Da dimenticare? Io ci metto anche D'Annunzio e Sciascia, Corriere della sera, 10 maggio 1993

Gesualdo Bufalino photo

“Il miglior maestro non ha discepoli, insegna soltanto ipotesi.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Giugno, p. 70

John Patrick Foley photo
Vittorio Messori photo
Saˁdi photo
Vittorio Messori photo

“Fatima, in effetti, è il nome della figlia prediletta di Maometto […] Tutto intero l'Islàm, al di là di ogni scuola, non ha dimenticato un hadit di Maometto, un detto, cioè, tramandato dalla tradizione orale dei primi discepoli e considerato fonte di rivelazione accanto al Corano. Quellhadit ha conservato una parola del profeta dell'Islàm rivolta a Fatima: «Tu sarai la padrona delle donne nel Paradiso, dopo Màryam». Una superiorità, dunque, nello stesso Cielo musulmano, di quella che i cristiani chiamano Regina Coeli. E, al contempo, un diretto legame con Fatima. Le due esercitano insieme (pur se Maria è al vertice) una sorta di signoria nel Paradiso. Non stupisce, dunque, che Louis Massignon […] abbia visto non una coincidenza casuale, bensì un segno eloquente nel fatto che Maria, «Padrona delle donne» nel Paradiso musulmano, abbia scelto di apparire in una località sino ad allora sconosciuta a molti degli stessi portoghesi, ma che portava il nome proprio di chi, per Maometto, è subito sotto di lei nel regno dei beati. […] così che i pellegrini islamici, seppur non organizzati, non sono mai mancati a Fatima e ora vanno sempre crescendo. […] È singolare che, in tanto parlare di ecumenismo, Maria è il «luogo» dove musulmani e cristiani (quelli, almeno, cattolici e quelli ortodossi) sono vicini più che ovunque altrove.”

Origine: Ipotesi su Maria, pp. 187-191

Hélène Carrère d'Encausse photo
Diogene Laerzio photo
Pierre Louis Moreau de Maupertuis photo
Eugenio Montale photo
Lev Isaakovič Šestov photo
Anthony de Mello photo

“Sei così fiero della tua intelligenza», disse il maestro a un discepolo. «Sei come il condannato che è fiero della vastità della sua cella.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

Un minuto di saggezza nelle grandi religioni

“Sovente gli uomini cattivi creano, a loro danno, discepoli che li superano.”

Jean Puget de la Serre (1594–1665) scrittore, drammaturgo e storico francese

n. 16
Lo spirito di Seneca

Stefano Benni photo
Emil Cioran photo

“[…] Egli fu per il suo tempo quello che lo psicanalista è per il nostro: a suo modo non denunciava anche lui «il disagio della civiltà»? (In tutte le epoche confuse e raffinate, un Freud tenta di alleggerire le anime). Più che con Socrate, è con Epicuro che la filosofia scivolò verso la terapeutica. Guarire e soprattutto guarirsi, questa era la sua ambizione: benché volesse liberare gli uomini dalla paura della morte e da quella degli dèi, provava egli stesso sia l'una che l'altra. L'atarassia di cui si fregiava non costituiva la sua esperienza ordinaria: la sua «sensibilità» era notoria. Quanto al disprezzo per le scienze, disprezzo che gli è stato in seguito rimproverato, sappiamo come sovente sia proprio dei «cuori feriti». Questo teorico della felicità era un malato: vomitava, a quanto pare, due volte al giorno. In mezzo a quali miserie doveva dibattersi per aver tanto odiato i «turbamenti dell'anima»! Quel poco di serenità che riuscì a conquistare, senza dubbio la riservò ai suoi discepoli, i quali, riconoscenti e ingenui, gli crearono una reputazione da saggio. Siccome le nostre illusioni sono ben più deboli di quelle dei suoi contemporanei, intravediamo agevolmente il rovescio del suo Giardino…”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

La tentazione di esistere
Variante: [... ] Egli fu per il suo tempo quello che lo psicanalista è per il nostro: a suo modo non denunciava anche lui « il disagio della civiltà»? (In tutte le epoche confuse e raffinate, un Freud tenta di alleggerire le anime). Più che con Socrate, è con Epicuro che la filosofia scivolò verso la terapeutica. Guarire e soprattutto guarirsi, questa era la sua ambizione: benché volesse liberare gli uomini dalla paura della morte e da quella degli dèi, provava egli stesso sia l'una che l'altra. L'atarassia di cui si fregiava non costituiva la sua esperienza ordinaria: la sua «sensibilità» era notoria. Quanto al disprezzo per le scienze, disprezzo che gli è stato in seguito rimproverato, sappiamo come sovente sia proprio dei «cuori feriti». Questo teorico della felicità era un malato: vomitava, a quanto pare, due volte al giorno. In mezzo a quali miserie doveva dibattersi per aver tanto odiato i «turbamenti dell'anima»! Quel poco di serenità che riuscì a conquistare, senza dubbio la riservò ai suoi discepoli, i quali, riconoscenti e ingenui, gli crearono una reputazione da saggio. Siccome le nostre illusioni sono ben più deboli di quelle dei suoi contemporanei, intravediamo agevolmente il rovescio del suo Giardino...

Gautama Buddha photo
Woody Allen photo
Dina Cocea photo

“Si recitavano classici e moderni, stranieri e rumeni: dal Tartuffe di Molière, al Desiderio sotto gli olmi di O'Neill, o Il discepolo del diavolo di Shaw; da Canalia di N. Cocea alla Ricetta della felicità di Mircea Stefanescu o l' Idolo e Ion Anapoda di Victor Ion Popa.”

Dina Cocea (1912–2008) attrice, critica teatrale giornalista rumena

Se jucau clasici şi moderni, străini şi români: de la "Tartuffe" al lui Molière, la "Patima de sub ulmi" a lui O’Neill sau "Discipolul diavolului" al lui Shaw; de la "Canalia" lui N. D. Cocea, la "Reţeta fericirii" a lui Mircea Ştefănescu sau "Idolul şi Ion Anapoda" al lui Victor Ion Popa
Origine: Citato in http://enciclopediaromaniei.ro/wiki/Dina_Cocea, Enciclopedia Romaniei

Franz Camille Overbeck photo
Massimo Scaligero photo
Francesco Granata photo

“oggi uno de li due Casali più belli, più ricchi e ben culti tra li che abbia la nostra Città di Capua (atteso l'altro è Santa Maria Maggiore,) popolato di ben cinque mila persone, e più centinaia, buona parte di natali assai civili, di molti Dottori di Legge, di più Medici, e Notaj, di un Clero assai dotto, e ben costumato: le strade sono ben lastricate di pietra viva, ed è tutto il Paese adorno di molti, e vaghi palagi. Per mezzo di esso passava l'antichissima strada Atellana, che da Capua nell'antica Atella conduceva; ed ha tal pago il bel pregio di farsi in esso ogni Venerdì un pingue mercato, col concorso di gente di tutti i paesi convicini.
Finalmente Marcianesi si è reso famoso per le bellissime Chiese, che vi sono, e per le rare pitture della celebre scola del Marchese Francesco Solimena, di cui è principal discepolo Paolo de Majo, naturale di tal luogo, che ave adornato le Chiese suddette, specialmente quella dell'Arcangelo San Michele, dove è la Collegiata, e l'altra della Santissima Annunciata, delle più fine, e maravigliose pitture. Questo Villaggio per lo temporale alla Città di Capua, per lo spirituale poi nella maggior parte alla Chiesa di Capua, in a quella di Caserta si appartiene.”

Francesco Granata (1701–1771) vescovo cattolico italiano

Origine: Da Storia civile della fedelissima città di Capua, Libro I e II, Napoli, Stamperia Muziana, 1752, pp. 23-24 https://books.google.it/books?id=vKE5PJJ8doIC&hl=it&pg=PA23#v=onepage&q&f=false,.

Piero Camporesi photo
Emil Cioran photo

“Montaigne, un saggio, non ha avuto posterità; Rousseau, un isterico odioso, continua ad avere discepoli.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

Angelo Bagnasco photo
Anthony de Mello photo

“Se non odiate vostro padre e vostra madre, i vostri fratelli e le vostre sorelle, se non rinunciate per sempre a tutto ciò che possedete, non potete essere miei discepoli.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

Dovete abbandonare tutto. Non è una rinuncia fisica, lo capite: sarebbe facile. Quando cadono le vostre illusioni, finalmente siete in contatto con la realtà, e credetemi, non sarete mai più soli, mai più. La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà.
Messaggio per un'aquila che si crede pollo

“Noi siamo discepoli e Maestri di noi stessi”

Tratta dal libro Pensieri di Luce