Frasi su discorso
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“La nostra guerra è una guerra santa.”

Antonio Salandra (1853–1931) politico italiano

dal discorso del Presidente del Consiglio al Campidoglio, 2 giugno 1915; da La nostra guerra è santa, Tipografia del Senato, Roma 1915

“Le Barbare sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi… E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle Odi barbare: quella quasi nostalgica adorazione di rovine…”

Eugenio Donadoni (1870–1924) critico letterario italiano

da Commemorazione di Giosuè Carducci, in Scritti e discorsi letterari, Firenze, 1921, pp. 251-290
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. II, da Vico a D'Annunzio, La Nuova Italia, Firenze, 1973, p. 570.

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“Il fascismo è tutto il popolo italiano.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Palazzo Municipale di Vercelli, 28 settembre 1925; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 136
Citazioni tratte dai discorsi

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“Fare politica andando contro qualcuno è molto facile, fare politica per qualcosa è più bello, è più difficile ma più bello. E siate orgogliosi di questa bellezza. Non smettete mai di pensare che si fa politica pensando ai propri figli e non alle alchimie dei gruppi dirigenti.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Dal discorso durante il quale ha annunciato l'intenzione di rassegnare le dimissioni dopo l'esito del referendum costituzionale, Palazzo Chigi, 5 dicembre 2016. Visibile al minuto 03:20 di Referendum, Renzi si dimette: il discorso integrale da Palazzo Chigi http://video.corriere.it/referendum-trionfa-no-discorso-renzi/5dc37392-ba7c-11e6-99a2-8ca865283c9e, Video.Corriere.it, 5 dicembre 2016.

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“Nel 1970 in Parlamento furono votate leggi riguardanti le calamità naturali. Vengo a sapere adesso che non sono stati attuati i regolamenti di esecuzione di queste leggi. E mi chiedo: se questi centri di soccorso immediati sono stati istituiti, perché non hanno funzionato? Perché a distanza di 48 ore non si è fatta sentire la loro presenza in queste zone devastate? Non bastano adesso. Vi è anche questo episodio che devo ricordare, che mette in evidenza la mancanza di aiuti immediati. Cittadini superstiti di un paese dell'Irpinia mi hanno avvicinato e mi hanno detto: "Vede, i soldati ed i carabinieri che si stanno prodigando in un modo ammirevole e commovente per aiutarci, oggi ci hanno dato la loro razione di viveri perché noi non abbiamo di che mangiare". Non erano arrivate a quelle popolazioni razioni di viveri. Quindi questi centri di soccorso immediato, se sono stati fatti, ripeto, non hanno funzionato. Vi sono state delle mancanze gravi, non vi è dubbio, e quindi chi ha mancato deve essere colpito, come è stato colpito il prefetto di Avellino, che è stato rimosso giustamente dalla sua carica. Adesso non si può pensare soltanto ad inviare tende in quelle zone. Sta piovendo, si avvicina l'inverno, e con l'inverno il freddo. E quindi è assurdo pensare di ricoverarli, pensare di far passare l'inverno ai superstiti sotto queste tende. Bisogna pensare a ricoverarli in alloggi questi superstiti. E poi bisogna pensare a una casa per loro. Su questo punto io voglio soffermarmi, sia pure brevemente. Non deve ripetersi quello che è avvenuto nel Belice.”

Sandro Pertini (1896–1990) 7º Presidente della Repubblica Italiana

Dal discorso agli italiani https://www.youtube.com/watch?v=o1WChq0gQcA, TG2 Studio Aperto, 26 novembre 1980

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“Niente è duraturo come il mutamento.”

Karl Ludwig Borne (1786–1837) scrittore

da Discorso su Jean Paul; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013

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“[Parlando di Antonio Tatò] La sua vita, lo stile, le azioni e i risultati del lavoro di Tonino, in tutti questi anni, sono un esempio della politica vissuta come passione. Come attenzione alle cose della vita, alle sofferenze e alle ingiustizie della vita, e come volontà di incidere su di esse, di cambiare realmente, di intervenire in ogni momento negli aspetti più minuti della vita politica. Era anche attenzione nel valutare la realtà per quel che è, le relazioni, i rapporti di forza, anche, per quel che sono, e la convinzione che non ci si possa, però, limitare a registrarli, ma che la politica ha invece senso solo se su di essi si interviene, appunto per modificarli, per introdurre la novità. La sua casa era diventata, per i segretari del Pci prima e del Pds dopo, centro di incontri politici ad alto livello, incontri nei quali si respirava la volontà della politica – di quella politica che aveva fatto questa Repubblica – di ritrovare il respiro antico del progetto democratico. Ma ciò avveniva sempre in rapporto alle masse, avremmo detto un tempo, agli interessi, ai bisogni delle donne e degli uomini in carne ed ossa. Perché fuori di questo riferimento, di questo ancoraggio, non vi è reale creatività politica. Questa intuizione dell'agire politico, ne sono convinto, è il filo rosso che unisce l'esperienza di Tonino partigiano, militante nella Sinistra cristiana, nel sindacato, nel Pci, nel Pds.”

Achille Occhetto (1936) politico italiano

Origine: Dal discorso riportato dall'Agenzia DIRE, supplemento al n. 218/21, novembre 1992, p. 5.

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“Su Avvakum non si possono fare tanti discorsi: su di sé ha già detto tutto lui, si è ficcato come un orso nella sua tana e l'ha riempita tutta.”

Andrej Donatovič Sinjavskij (1925–1997) scrittore e critico letterario sovietico

Origine: Da Avvakum, Vita dell'Arciprete Avvakum scritta da lui stesso, traduzione di Pia Pera, Adelphi, 1986, p. 49. ISBN 978-88-459-0208-0

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“No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello - questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede… «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». […] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano… (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone - che chi non la conosce chiama avventura - se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco… Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno…”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42
La Via dei Re

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“Mourinho come me? Lui è uno dei pochi che dice quello che pensa e io ho sempre cercato di dire quello che pensavo. Forse poi lui se lo può permettere, e io no: ma questo è un discorso diverso.”

Zdeněk Zeman (1947) allenatore di calcio ceco

Origine: Citato in Zeman, anima da Mourinho: "Diciamo ciò che pensiamo" http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/Primo_Piano/2008/12/03/zeman.shtml, Gazzetta.it, 3 dicembre 2008.

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“Socrate diceva che è più facile trattenere sulla lingua un carbone ardente, piuttosto che un discorso che non deve essere pronunciato.”

Giovanni Stobeo scrittore bizantino

libro III, cap. 41
Anthologion
Origine: Citato in Alessandro Ravera e Francesco Adorno, Socrate: vita, pensiero, testimonianze, a cura di Armando Massarenti e Gabriele Giannantoni, Il Sole 24 Ore, 2006.

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“[…] la natura degli animali osservata da un occhio straordinariamente acuto: infinite sfumature d'esperienza umana espresse nel materiale del regno animale: questo sono le favole di La Fontaine.”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

da Discorso in casa di un collezionista d'arte, p. 131
L'ignoto che appare

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“Ragazzo, ai tuoi discorsi manca una sola cosa: un buon esercito che li sostenga.”

Agesilao II di Sparta (-444–-360 a.C.) re di Sparta

212 E
Citazioni di Agesilao

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“[Plutarco] forse più precisamente d'ogni altro accennò i danni del vitto animale ne' suoi precetti di sanità, e ne' suoi discorsi del mangiare le carni.”

Antonio Cocchi (1695–1758) medico, naturalista e scrittore italiano

Del vitto pitagorico per uso della medicina

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“E forse, un giorno, ricorderemo che qui, oggi, in una bellissima domenica italiana, tutto è cominciato.”

Walter Veltroni (1955) politico italiano

dal Discorso per l'Italia http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=44547, Spello, 10 febbraio 2008

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“Bene, eccoci qui sulla soglia di un disastro finanziario e sociale e in questa sala, oggi, abbiamo i quattro uomini che dovrebbero ritenersi responsabili. Eppure abbiamo ascoltato i discorsi più tediosi e tecnocratici che io abbia mai sentito e continuate a negare, a dispetto di ogni considerazione obiettiva, che l'euro sia un fallimento. E chi è il vero responsabile? Chi è il responsabile tra di voi? Ovviamente la risposta è "nessuno di voi", perché nessuno di voi è stato eletto, nessuno di voi ha in effetti qualsivoglia legittimità democratica per i ruoli di cui siete attualmente incaricati all'interno di questa crisi. E in questo vuoto stato di cose, non certo con riluttanza, è entrata Angela Merkel. E stiamo ora vivendo in un'Europa dominata dalla Germania – qualcosa a cui il progetto europeo avrebbe dovuto, in effetti, prevenire. Qualcosa per cui coloro che ci hanno preceduto hanno pagato caro, con il loro sangue, al fine di evitarla. Io non voglio vivere in un'Europa dominata dalla Germania, né lo vogliono i cittadini europei. […] E non soddisfatti di ciò, avete deciso che anche Berlusconi doveva andare; così lui è stato sostituito dal Signor Monti, un ex-commissario europeo, uno degli architetti di questo euro-disastro e un uomo che non era nemmeno un membro del Parlamento. Sta diventando come un racconto di Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi sarà la prossima persona ad essere fatta fuori. La differenza è che sappiamo chi sono i criminali. Voi dovete essere tutti ritenuti responsabili per ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati. E devo dire, Signor Van Rompuy, 18 mesi fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta, mi sono sbagliato sul suo conto. Avevo detto che sarebbe stato l'assassino silenzioso della democrazia degli stati nazionali, ma non più, lei è piuttosto rumoroso a proposito, non è così? Lei, un uomo non eletto, si è recato in Italia dicendo: "L'Italia ha bisogno di riforme, non di elezioni". Cosa, in nome di Dio, Le dà il diritto di dire questo al popolo italiano?”

Nigel Farage (1964) politico britannico
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“Canaletto, mettendo in scena aspetti della Venezia monumentale e di quella minore, scopre una nuova concezione della realtà, poeticamente ottimistica, sganciandosi da ogni decorativismo scenografico e barocco. Da questa posizione dell'artista di fronte alla realtà, non più mitizzata ma in sintonia col pensiero illuminista del suo tempo, scaturisce una nuova volontà di espressione poetica. Non si può dimenticare che a metà Settecento Diderot, nel discorso preliminare dell'Enciclopedia, tendeva a "dare il nome di arte a ogni sistema di conoscenza che si può ridurre a regole positive, invariabili ed indipendenti dal capriccio e dall'opinione". Canaletto si avvale persino della camera ottica, per fissare i punti di fuga di un determinato taglio vedutistico. Il telaio prospettico diviene per lui un docile mezzo per creare valori spaziali vibranti di contrappunti pittorici. Come è stato osservato, in questa dimensione spaziale ottenuta per passaggi e gradazioni cromatiche, figure e oggetti acquistano una loro evidenza stereometrica. L'ombra in Canaletto è sempre di una trasparenza cristallina, che non incide mai come macchia, ma come cesura di esaltanti effetti di luce. […] Nella sua tematica vedutistica Canaletto diviene al tempo stesso poeta e storico di Venezia. Dietro quei monumenti e quei siti, rappresentati con tanta evidenza visiva, avverti l'orgoglio di chi intende che cosa sia stato il miracolo d'una città, padrona nei secoli del suo destino. Passeranno poche decine d'anni e Francesco Guardi non avrà più la stessa fede: è imminente la caduta della Repubblica.”

Rodolfo Pallucchini (1908–1989) storico dell'arte italiano

da I vedutisti veneziani del Settecento, 1967
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“L'aggettivo è la buccia di banana delle parti del discorso.”

Clifton Fadiman (1904–1999) editore

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“La poesia, essendo una manifestazione della lingua, e perciò per sua essenza dialogica, può essere un messaggio nella bottiglia, lanciato nella fiducia, certo non sorretta da ferma speranza, che la corrente la spinga comunque in qualche luogo, ad una terra; terra del cuore forse. Le poesie si dirigono verso qualcosa. Che cosa? Qualcosa di aperto, occupabile, il tu a cui si può parlare, forse una realtà a cui si può rivolgersi.”

Paul Celan (1920–1970) poeta rumeno

dal discorso pronunciato per il conferimento del Premio di Letteratura di Brema
Origine: Citato in Poesia tedesca contemporanea, a cura di Giacomo Cacciapaglia, Newton Compton Editori, Roma, 1980, p. 69.
Origine: Con diversa traduzione a pp. 35-36 de La verità della poesia.

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“Dante rivive intero nell'opera sua. Perciò la Divina Commedia è molto più che lIliade. Omero è assente dall'opera sua, non è che un nome, un'ombra vana; e la Commedia è invece la grande, l'immortale voce di Dante: os magna sonaturum.
Chi ha messo alla pari Dante e Shakespeare, ha discorso da esteta; ma ha mostrato di non comprendere la ragione complessa dell'eccellenza di Dante uomo-poeta, a cui s'inchinano, con così stupendo consenso, tutte le nazioni colte del mondo, gareggiando nel tributargli onore i vinti e i vincitori di ieri, i potenti di oggi e quelli di domani, dal Belgio e dalla Francia alla Germania, dall'Inghilterra al Giappone e agli Stati Uniti.
Dante è esso medesimo un'affascinante opera d'arte, e la Commedia non è che la sua espressione vocale. Egli è, come con l'usata felicità disse il De Sanctis, nello stesso tempo l'Omero e l'Achille del suo mondo poetico. Nessuno dei personaggi del gran dramma oltramondano riesce a interessarci a sé così lungamente come la persona del poeta, attore e narratore insieme. (da Dante”

Michele Scherillo (1860–1930) docente e politico italiano

Commemorazione secentenaria), Emporium, Vol. LIII, n.º 315, marzo 1921, p. 128 https://archive.org/stream/emporium5354berguoft#page/n153/mode/2up
Origine: Gli stessi concetti, a volte con frasi uguali o simili, erano già apparsi in Michele Scherillo, Le origini e lo svolgimento della letteratura italiana. Vol. I, Ulrico Hoepli, Milano, 1919, pp. 80 sgg. https://archive.org/stream/leoriginielosvol01sche#page/80/mode/2up

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“La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

dal discorso al Parlamento, 26 maggio 1934; da Scritti e discorsi, vol. IX, p. 98
Citazioni tratte dai discorsi

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“È dunque sognando a occhi aperti, io credo, che vivi intensamente; ed è ancora con l'immaginazione che puoi trovarti a competere persino con l'inattuabile. E qualche volta ne esci anche vincitore.”

Walter Bonatti (1930–2011) alpinista italiano

da Discorso tenuto alla Società Geografica Spagnola (2008), p. 456
Un mondo perduto. Viaggio a ritroso nel tempo

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“[…] uno di quei [Joseph P. Kennedy] dilettanti e diplomatici temporanei [che] prendono molto sul serio i propri discorsi. Gli ambasciatori di questo genere tendono a trasformarsi in piccoli Dipartimenti di Stato che conducono una loro piccola politica estera.”

Walter Lippmann (1889–1974) giornalista statunitense

Origine: A proposito del discorso tenuto da Joseph P. Kennedy agli alti ufficiali della Marina britannica il Trafalgar Day del 1938; citato in citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 130.

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“La logica non trionfa sempre nel mondo, e rare volte nelle assemblee legislative.”

Marco Minghetti (1818–1886) politico italiano

Origine: Da un discorso alla Camera dei Deputati, 28 aprile 1878; citato in Claudio Magni, Marco Minghetti, uomo di stato, L. Roux, 1894

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“Fini mi ha deluso perché ha paura delle donne, perché non crede nella meritocrazia e ti fa sentire come se l'unico intelligente in giro fosse lui.”

Daniela Santanchè (1961) politica e imprenditrice italiana

dal discorso all'assemblea costituente del partito La Destra dell'11 novembre 2007 a Roma
Origine: Citato in Paola Di Caro, Santanchè e la Destra: «Avremo la bava alla bocca» http://www.corriere.it/politica/07_novembre_12/santanche_destra_storace.shtml, Corriere della Sera (Roma), 12 novembre 2007.

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“Se le masse lavoratrici rimangono in uno stato di miseria e di abbrutimento, non v'è grandezza di popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

da Discorso da ascoltare, Il Popolo d'Italia, 1° maggio 1919

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“I muri durano e si trasmettono di generazione in generazione. Io credo che il discorso di Francesco sulla cultura dell'incontro sia aprire delle falle in questi muri o evitare che crescano.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da un'intervista per Radio Vaticana; citato in Andrea Riccardi: attenti che risorgono muri da guerra fredda http://www.contattonews.it/2014/11/07/1727-andrea-riccardi-attenti-che-risorgono-muri-da-guerra-fredda/291042/, ContattoNews.it 16 novembre 2014.

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“È probabile, se il discorso del presidente del Consiglio confermerà questi segnali.”

Marco Follini (1954) politico e giornalista italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Noi non siamo un partito moderato, siamo un partito incazzato e con la bava alla bocca, che non darà tregua a chi tradisce i propri valori.”

Daniela Santanchè (1961) politica e imprenditrice italiana

dal discorso all'assemblea costituente del partito La Destra dell'11 novembre 2007 a Roma
Origine: Citato in Giap, Storace vuole anche la Fiamma: «Fini la dia a noi e vada nel PPE» http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071112/g6nej.tif, il Giornale, 12 novembre 2007, p. 9.

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“Arringa (s. f.). Il discorso di un nostro avversario, detto in tal caso «arringoutang.»”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 29
Dizionario del diavolo

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“Vado verso il popolo e sono col popolo per comunione di intenti e di spirito.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

da Scritti e discorsi, vol. V, p. 132

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“[Bush] Ha venduto 160 aerei da combattimento alla Corea e poi 240 carri armati al Kuwait. E poi va in giro a fare discorsi sul perché dovrebbe essere il "comandante in capo", perché; "Viviamo ancora in un mondo pericoloso."”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

Grazie a te, bastardo!
Sold 160 fighter jets to Korea and then 240 tanks to Kuwait. And then goes around making speeches why he should be Commander-in-Chief, because; "We still live in a dangerous world." Thanks to you, you fucker!
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“[Parlando del Movimento 5 Stelle] Quello che sta succedendo oggi in Italia non è mai successo prima nella storia delle democrazie moderne. Una rivoluzione democratica, non violenta, che sradica i poteri, che rovescia le piramidi. Il cittadino che si fa Stato ed entra in Parlamento in soli tre anni.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

dal discorso del 22 febbraio 2013 in piazza San Giovanni, Roma
Origine: Citato in Parole guerriere http://www.beppegrillo.it/2013/02/parole_guerrier.html, BeppeGrillo.it, 23 febbraio 2013.

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“Ho una dichiarazione sola da farvi: che non vi faccio dichiarazioni.”

Giacomo Matteotti (1885–1924) politico e antifascista italiano

frase ironica rivolta a fascisti che lo minacciavano in un paesino del Veneto; da Discorsi parlamentari, Stabilimenti tipografici C. Colombo

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