Frasi su fondo
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“Ho pedalato tanto, in gioventù. E questo mi ha permesso di capire fino in fondo cosa significasse fare fatica in sella ad una bicicletta.”

Adriano De Zan (1932–2001) giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano

Gentili signore e signori buongiorno

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“[La morte] Mi incuriosisce. Prevedo delle sorprese. La vita in fondo non è questa grande trovata”

Dino Risi (1916–2008) regista italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Abdellah Taïa si è esiliato in Europa per timore di essere aggredito fisicamente da qualche fanatico. Sua madre aveva appreso con sgomento che il figlio non si sarebbe mai sposato, né mai le avrebbe dato dei nipotini; era affranta per la vergogna e il timore dei commenti di parenti e vicini. Ma Abdellah Taia aveva scelto, come ha detto lui stesso, «la via della libertà» e doveva «percorrerla fino in fondo.»”

Tahar Ben Jelloun (1944) scrittore marocchino

Origine: Da La difficile condizione degli omosessuali arabi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/08/21/la-difficile-condizione-degli-omosessuali-arabi.html, traduzione di Elisabetta Horvat, la Repubblica, 21 agosto 2007, p. 20.

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“Guardando alla vicenda di Seveso, quello che emerge è che un danno all'ambiente può essere riparato, che chi inquina ogni tanto paga, che un deserto di diossina può diventare un parco naturale e che un disastro può rivelarsi, in prospettiva, un'opportunità per aprire gli occhi sull'importanza dell'ambiente come bene da difendere, favorendo localmente l'affermarsi di politiche più attente al territorio.
La lezione di Seveso ci dice al tempo stesso che una collettività può decidere di non voler conoscere fino in fondo gli effetti di un danno ambientale, che la scienza non necessariamente è dotata degli strumenti più adatti per rilevarlo, che perciò il diritto non dà garanzie di risarcirlo. Ancora, che una multinazionale può causare un disastro e semplicemente metterlo in bilancio. […]
Il Bosco delle Querce è oggi un luogo in cui è visibile e collettivamente riconoscibile la riparazione del danno da diossina a Seveso. Ciò non toglie che il significato e la portata di questa riparazione restino per il momento ancora chiusi all'interno della comunità sevesina, restino cioè largamente ancorati all'interpretazione del danno come «disgrazia» e «prova» per la comunità. In tutto questo processo c'è stato un grande assente, la cui presenza è però necessaria perché si possa parlare a pieno titolo di riparazione: l'offensore, la multinazionale Roche.”

Laura Centemeri sociologa economica e saggista italiana

cap. 4.3, p. 184
Ritorno a Seveso

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“Forest Hills, poteva essere il mio torneo del grande slam. Perché in America ho sempre giocato alla grande. Come in Francia… strano: solo nei tornei italiani non rendevo a quel livello. E poi perché negli Usa c'era quella terra più rapida, grigio-verde, un po' il mio fondo ideale. Dunque, arrivo in crescita a New York e con queste condizioni ideali – superficie e palline, Penn se non ricordo male – vado avanti come un treno.”

Corrado Barazzutti (1953) tennista italiano

Origine: Gli US Open prima del 1978 si giocavano a Forest Hills.
Origine: Citato in Giovanni Marino, Barazzutti, moschettiere e top ten "Connors e quel furto agli Us Open" http://www.repubblica.it/2009/05/rubriche/la-storia/barazzutti-connors/barazzutti-connors.html, la Repubblica, 28 novembre 2009

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“Può trarre ancora qualcosa da ogni calice, perché non ne ha mai vuotato alcuno sino in fondo.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“Tutti ballano come se fossero sul Titanic. Dicono: "Non è possibile che vada a fondo…". E intanto hanno l'acqua alle palle.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Tutto il grillo che conta

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“In trent'anni di storia il movimento del fair trade ha innestato, sul nucleo culturale originario, altri contributi provenienti dal movimento ambientalista e dal movimento per i diritti umani. […] Resta comunque forte il «focus primario» che ha fatto nascere il movimento per un commercio equo: la libera associazione dei produttori e dei consumatori per la ricerca di un prezzo dei prodotti del lavoro umano che risponda di più ai bisogni vitali e meno alle cosiddette leggi di mercato.
Questo obiettivo di fondo avvicina il movimento del fair trade ad alcune istanze che furono patrimonio del «socialismo utopistico», in particolare al pensiero proudhoniano che metteva al centro del suo programma la libera associazione tra piccoli produttori. Cambia però la strategia per arrivare a questo obiettivo comune. Per Proudhon, come per altri esponenti del «socialismo utopistico», bisognava eliminare la proprietà e abbattere lo Stato per realizzare l'anarchia positiva, cioè una società a economia decentralizzata e non autoritaria, in cui i lavoratori sarebbero stati i soli padroni della loro produzione, nonché i soli padroni di tutta la società. Diversamente, il movimento del fair trade punta a incidere sia sul mercato capitalistico, sia sulle istituzioni, attraverso un meccanismo di campagne di sensibilizzazione e lobbying, e, nello stesso tempo, costruendo hic et nunc delle alternative concrete.”

Tonino Perna (1947)

cap. IV, 2, p. 86
Fair trade

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“La natura non ha più niente da dirci, è soltanto un fondo da sfruttare.”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

Mistica della carne

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“Io sono, ti amo, in fondo un uomo | che non ha freddo nel cuore, nel letto comando io | ma tremo davanti al tuo seno.”

Umberto Tozzi (1952) cantautore e chitarrista italiano

da Ti amo, in È nell'aria... ti amo, 1977

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“Il cane c'entra moltissimo! Il nuovo LP si chiama Mio fratello è figlio unico, e penso che niente esprima meglio di un cane il concetto di emarginato, di escluso. Cioè, il cane è la solitudine per eccellenza. Il discorso è in fondo sui poveri cani che siamo tutti quanti noi, abbastanza avulsi dall'incontro umano e abbastanza soli… Cioè, praticamente siamo abbastanza messi da parte, l'uno con l'altro.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

Origine: Nel 1976 comparve nel programma televisivo Adesso Musica per l'uscita del suo secondo album "Mio fratello è figlio unico". Gaetano fece ingresso nello studio con un cane (un cocker per la precisione), motivando il gesto proprio con queste parole. Il cane appare anche in veste simbolica sulla copertina dell'album.
Origine: Da Adesso musica 1976; citato in Andrea Scoppetta, Sereno su gran parte del paese, p. 7.

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“Ci si attacca anche ai posti peggiori. Proprio come il grasso si attacca sul fondo della padella.”

Joël Egloff (1970) scrittore e sceneggiatore francese

Lo stordimento

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“Baby don't cry, make it funky! | Pane e vino io ti porterò | Miele e Venere su dai campi | che c'ho l'anima nel fondo del Po!”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Bacco perbacco, n. 1
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“Ho sempre un po' | di blues in fondo | agli occhi c'è sempre | un po' di blu | in questo cielo.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Origine: Musiche Per Viole &... altri Organi D'Amore, p. 8

“Solo, seduto sulla panchina del porto guardo le navi partir… | A volte resto e a volte parto, e vado via di qui | Perché mi sento preso nella rete e sono in fondo al mare | Trafitto solo da un raggio di luce, che scalda più del sol… | TU.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

da Solo, seduto sulla panchina del porto, p. 50
Musiche Per Viole &... altri Organi D'Amore

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“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

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