Frasi su incrocio

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema incrocio, essere, strada, cosa.

Frasi su incrocio

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“La bella vita quella che auguro ai miei amici | A chi si perde tra mille incroci. (da La bella vita”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

La belle vie), n. 8
Ora

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“Se tu lo domandi domani ci troviamo all'incrocio delle tue braccia grandi per correre a gridarci t'amo.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Stai su
Viaggiatore sulla coda del tempo

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“Basil Grant ed io stavamo discorrendo un giorno in quello che forse è il più bel posto del mondo per discorrere: la piattaforma superiore di un tram discretamente deserto. Conversare sulla sommità di un colle è una cosa superba, ma conversare su di una collina volante è una cosa da fiaba. La vasta e scialba estensione della parte nord di Londra spariva; la buona anatura ci dava il senso della sua immensità e della sua bassezza. Era, se fosse possibile esprimersi così, una ignobile infinità, una squallida eternità, e noi sentivamo il reale orrore dei quartieri poveri di Londra, l'orrore che è interamente svisato e frainteso dai romanzi sensazionali che li dipingono come un ammasso di vie strette, di case sporche, una tana di delinquenti e di pazzi, una bolgia del vizio. In un vicolo stretto, in un covo di vizi voi non dovete cercare la civiltà, non dovete cercare l'ordine. Ma la cosa orribile di quei quartieri era il fatto che la civiltà c'era, che l'ordine c'era, ma la civiltà vi appariva solo nel suo lato morboso, e l'ordine solo nella sua monotonia. Nessuno direbbe passando per un quartiere di delinquenti: "Non vedo monumenti, non rilevo traccia di cattedrali". Ma là c'erano degli edifici pubblici, solo che si trattava per lo più di manicomi; c'erano anche delle statue, ma si trattava generalmente di monumento di ingegneri ferroviari e di filantropi, due brtte genìe d'uomini unite dal loro comune disprezzo per il popolo. C'erano delle chiese, ma erano le chiese di sette oscure ed errabonde, come gli Agapemoniti o gli Irvingiti. C'erano, oltre a ciò, grandi strade, e vasti incroci, e linee tranviarie, e tutti i segni reali della civiltà!”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Il Club dei Mestieri Stravaganti, p. 51

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“[Famosa gaffe] Incrocio le dite.”

Aldo Biscardi (1930–2017) conduttore televisivo italiano

Origine: Da un collegamento con il TG4 ritrasmesso in Mai dire TV ( Link Youtube http://www.youtube.com/watch?v=L5PpEVeoQSc , minuto 4:11).

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“L'esistenza è fatta così, di incroci. Scegli se andare a sinistra o a destra e ti trovi su una strada diversa da quella che avevi sperato di imboccare.”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

Chourmo Il cuore di Marsiglia

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“[Sul Palio di Siena] Il resto è una serie di immagini che non sembrano aver nesso tra loro, ordinate in rapida sequenza, come i passaggi improvvisi delle scene in un film. La luce del sole è ancora forte. Una fanfara di trombe e di tamburi che fa sporgere la gente avanti avidamente. Sessantamila persone. […] Il suono del campanone, ossessivo, un suono cupo, lugubre, da quando un fulmine ne ha modificato il timbro. […] Il resto è l'animale che striscia la testa per terra quasi rovesciandola, emettendo un gemito pietoso che pare di vedere uscire dalla bocca, i denti digrignanti; ed è come accorgersi all'improvviso che anche le bestie possano esprimere tensione, sofferenza, voglia di libertà in un palio fatto da loro ma non per loro. […] Il resto sono le finestre di una stessa casa che ti indicano: se nasci a destra sei di una contrada, se a sinistra di un'altra. I vestiti da mezzo quintale […]; le stanze che ti vengono aperte quando il sole si è abbassato e ricche di asgalani, bandiere ricamate a mano e una storia che non è cresciuta nei musei ma a Piazza del Campo, una conchiglia di nove spicchi a ricordo del governo dei Noverchi. Il resto è la storia con la maiuscola che si incrocia con la minuscola: le banche, gli uffici che avanzano e occupano il centro, il popolo che se ne va, costretto, fuori le mure, ma dentro di sé porta la vecchia contrada.”

Emanuela Audisio (1953) giornalista e scrittrice italiana

la Repubblica

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“Incrocio versi | vi do il meglio è naturale | non è rap, è eugenetica lessicale.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da IntroVerso, n. 1
C.A.L.M.A

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“Stavo pensando alle squadre di calcio.»
«E?»
«E allora, ci pensi. Guardi, per esempio, cosa fa una squadra di calcio per raggiungere migliori risultati?»
«Si allena?» azzardò Rocco.
«Non solo. Compra i giocatori. Stranieri. Ne conviene?»
«Sì. Vero, basta dare un'occhiata all'Inter».
«Appunto. Si forma la squadra con le eccellenze internazionali e si vincono coppe e scudetti. Mi dica se sbaglio.»
«Non sbaglia.»
«Bene, Schiavone. Ora trasferisca questo concetto al nostro paese».
Rocco incrociò le gambe. «Non la seguo».
«Faccia conto che per raggiungere risultati noi, l'Italia, ce ne andiamo in giro a comprare i giocatori migliori.»
«E no mi scusi, ma la Nazionale di calcio italiana deve essere formata tutta da giocatori italiani» obiettò Rocco.
«Non mi riferisco più al calcio. Il calcio è solo una metafora. Mi riferisco alla politica. Allora che farei? Si compra un bel primo ministro svedese, un Reinfeldt, poi all'economia ci mettiamo un tedesco, un Bruederle, poi alla cultura un francese, la Albanel, alla giustizia un danese, insomma! Pensi che squadra della Madonna! E finalmente 'sto paese la smetterà di essere il paese di pulcinella. Ha capito?»
La probabilità che il magistrato fosse affetto da una forma di patologia ciclotomatica si affacciò prepotente nella mente di Rocco Schiavone. «Chiaro e tondo. Una bella campagna acquisti» rispose, perché dargli ragione era la strada migliore.
«Esatto!» e il magistrato mollò un pugno sul tavolo. «Esatto, Schiavone. Sarebbe bello, non trova?»
«Sì»
«Scherzo, è ovvio. Lei mica mi avrà preso sul serio, no?”

«Un po' sì».
«No. anche perché non basta cambiare le teste di serie. qui c'è mezza classe politica da mandare al confino. Ma non si stia a preoccupare, sono solo un po' schifato da quello che vedo e leggo sui giornali ogni giorno. Mi stia bene e mi tenga informato.»
Pista nera

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“Io credo che riscoprire la radici culturali in un momento storico come questo sia fondamentale per un territorio come Palermo. Ogni tanto immagino che si possa dar vita ad una sorta di neo Garibaldi al contrario che parta con le camicie rosse da qui per conquistare non Roma ma Bruxelles, per spiegare che l'Europa non è un fatto solo legato alla monetina ma che è un legata a incroci e stratificazioni culturali dove Palermo gioca un luogo da protagonista.”

Philippe Daverio (1949) critico d'arte, giornalista e conduttore televisivo francese

Origine: Citato in Manlio Viola, Ripartire dalla Palermo arabo-normanna, l’idea di Daverio allo Steri http://palermo.blogsicilia.it/ripartire-dalla-palermo-arabo-normanna-lidea-di-daverio-allo-steri/330898/, BlogSicilia.it, 23 marzo 2016.

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“La letteratura s'incrocia col diritto, perché entrambi hanno a che fare con il male, con lo scontro, con la colpa, con la vischiosa complessità della vita e con gli abusi del cuore umano, con la contraddizione insita in un'azione giuridicamente e penalmente punibile ma eticamente lodevole o addirittura necessaria.”

Claudio Magris (1939) scrittore italiano

Origine: Da Paolo Cendon, il diritto dei deboli ispira la letteratura http://www.corriere.it/cultura/17_febbraio_27/dialogo-magris-cendon-diritto-letteratura-41dd28d8-fd1d-11e6-8717-6cdb036394a5.shtml, Corriere.it, 28 febbraio 2017.

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“Donald Trump non è un fascista. Anzi, è una delle persone più democratiche che io conosca. Ha un dono. Sa che cosa vuol sentirsi dire la gente in un determinato momento. E lo dice. È un incrocio perfetto tra Silvio Berlusconi e Beppe Grillo.”

Flavio Briatore (1950) imprenditore italiano

Origine: Citato in Tommaso Labate, «Trumpisti d'Italia»: da Santanché a Briatore tutti i fan del candidato http://www.corriere.it/politica/16_marzo_03/trumpisti-italia-santanche-trump-brunetta-briatore-salvini-primarie-repubblicani-ferrara-gasparri-5699c782-e0b2-11e5-86bb-b40835b4a5ca.shtml, Corriere.it, 2 marzo 2016.

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“Il valore straordinario di Palermo sta nell'incrocio di strade e tradizioni, nell'incrocio di civiltà. Palermo è la città della complessità anche nel racconto esterno.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Citato in Anno accademico, Renzi:”C’è un Matteo che mi toglie il sonno” http://www.siciliainformazioni.com/redazione/444507/444507, Siciliainformazioni. com, 22 ottobre 2016.

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“All'inizio dell'anno scolastico, mi capita di chiedere ai miei studenti di descrivermi una biblioteca. Non una biblioteca pubblica. No, il mobile, quello dove si mettono i libri. E loro mi descrivono un muro. Una scogliera di sapere, rigorosamente ordinata, assolutamente impenetrabile, una parete contro la quale non si può fare altro che rimbalzare.
- E un lettore? Descrivetemi un lettore.-
- Un vero lettore?-
- Se volete, anche se non so cosa intendete per vero lettore.-
I più - rispettosi- fra loro mi descrivono il Padreterno in persona, una specie di eremita antidiluviano, seduto da sempre su una montagna di libri dei quali avrebbe succhiato il senso fino a capire il perché di tutte le cose. Altri mi abbozzano il ritratto di un individuo affetto da autismo profondo, talmente assorbito nei libri da andare a sbattere contro tutte le porte della vita. Altri ancora mi fanno un ritratto in negativo, applicandosi a enumerare tutto ciò che un lettore non è: non è sportivo, non è vivace, non è simpatico, non gli piace né il mangiare, né il vestirsi, né le auto, né la tivù, né la musica, né gli amici… altri, infine, più - strateghi- erigono davanti al professore la statua accademica del lettore consapevole dei mezzi messi a disposizione dai libri per accrescere le sue conoscenze e affinare le sue facoltà intellettuali. Alcuni mescolano questi diversi registri, ma non ce n'è uno, uno solo che descriva se stesso, o un membro della sua famiglia o uno degli innumerevoli lettori che incrocia tutti i giorni sulla metropolitana.”

Comme un roman

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“In lui [Reinhard Heydrich] le capacità intellettuali si accompagnarono ai caratteri somatici, per cui egli poteva apparire la conferma della teoria della «stretta relazione tra psiche e razza»: l'anticipazione di quel nuovo tipo d'uomo che avrebbe dovuto essere distillato dal torbido materiale biologico del popolo tedesco attraverso «una serie d'incroci obbligati» e allevato in scuole speciali; «il tipo d'uomo», come Hitler dichiarò, «padrone della vita e della morte, che comanda sulla paura e sulla superstizione, che ha imparato a dominare il suo corpo, i suoi muscoli e i suoi nervi… ma che non si lascia vincere dalle tentazioni dello spirito e da una sedicente libertà scientifica.»”

Joachim Fest (1926–2006) storico, giornalista e saggista tedesco

Parte seconda: Tecnici e realizzatori del regime autoritario, Capitolo 3 Reinhard Heydrich: il successore, p. 162
Il volto del Terzo Reich
Variante: In lui le capacità intellettuali si accompagnarono ai caratteri somatici, per cui egli poteva apparire la conferma della teoria della «stretta relazione tra psiche e razza»: l'anticipazione di quel nuovo tipo d'uomo che avrebbe dovuto essere distillato dal torbido materiale biologico del popolo tedesco attraverso «una serie d'incroci obbligati» e allevato in scuole speciali; «il tipo d'uomo», come Hitler dichiarò, «padrone della vita e della morte, che comanda sulla paura e sulla superstizione, che ha imparato a dominare il suo corpo, i suoi muscoli e i suoi nervi... ma che non si lascia vincere dalle tentazioni dello spirito e da una sedicente libertà scientifica». (Parte seconda: Tecnici e realizzatori del regime autoritario, Capitolo 3 Reinhard Heydrich: il successore», p. 162)

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“Andrews incrociò le dita sul ventre. — Vediamo se ho capito bene, tenente. Lei mi sta dicendo che abbiamo qui un insetto carnivoro alto più di due metri che schizza acido corrosivo e che è arrivato qui con il suo veicolo.
— Non sappiamo se è un insetto, — lo corresse Ripley. — Si tratta solo di un’analogia di comodo, ma nessuno lo sa con certezza. Non sono così mansueti da lasciarsi studiare. È difficile analizzare qualcosa che da morto ti fonde gli strumenti e da vivo fa di tutto per mangiarti o per riempirti di uova. Gli esperti della colonia su Acheron hanno fatto il possibile per studiare queste creature. Non è servito a niente. Sono stati sterminati ancora prima che potessero cominciare a capirci qualcosa. Purtroppo, gli esiti delle loro ricerche sono andati distrutti assieme alla base. Sappiamo ben poco su queste creature, giusto quanto basta per trarre delle conclusioni generiche.
«Tutto quello che possiamo affermare con un certo margine di sicurezza è che hanno un sistema biosociale grosso modo analogo a quello degli insetti sociali sulla terra, le formiche, le api e così via. A parte questo, non si sa altro. Il loro livello di intelligenza è certamente superiore a quello di qualunque insetto sociale, anche se è difficile stabilire se siano o meno in grado di ragionare. Sono quasi certa che possono comunicare con l’odore. Potrebbero avere altre capacità percettive di cui non sappiamo nulla.
«Sono incredibilmente veloci e forti. Ho visto con i miei occhi uno di quei mostri sopravvivere nel vuoto interstellare finché non l’ho arrostito con uno dei motori del VE.
— Un essere disgustoso che uccide a vista, per lo meno stando a quel che dice, — commentò Andrews.”

Alan Dean Foster (1946) scrittore statunitense

E naturalmente lei pretende che io creda a questo fantasioso racconto basandomi soltanto sulla sua parola. (p. 72)
Alien<sup>3</sup>