Frasi sulla luce
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“Per giorni questa luce lo ha illuso, mettendogli a dura prova i nervi.”

Georgina Harding (1955) scrittrice britannica

La solitudine di Thomas Cave

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“Tutti morimmo a stento | ingoiando l'ultima voce | tirando calci al vento | vedemmo sfumar la luce.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Ballata degli impiccati, n.° 5

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“Anche la luce sembra morire | nell'ombra incerta di un divenire.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Inverno, n.° 6

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“Per me Dio è Verità e Amore; Dio è etica e moralità; Dio è assenza di paura. Dio è la fonte della Luce e della Vita e tuttavia Egli è al di sopra e al di là di queste. Dio è coscienza. È lo stesso ateismo degli atei. Perché, nel Suo infinito amore, Dio permette all'ateo di esistere. Egli è il cercatore di cuori. È colui che trascende il discorso e la ragione. Egli conosce noi e i nostri cuori meglio di noi stessi. Non ci prende in parola, perché sa che, spesso, non parliamo sul serio, alcuni consapevolmente, altri inconsapevolmente.
È un Dio personale per quelli che hanno bisogno della Sua personale presenza. È un Dio in carne ed ossa per quelli che hanno bisogno della Sua carezza. È la più pura essenza. Egli semplicemente è per quelli che hanno fede. È tutte le cose per tutti gli uomini. È in noi e tuttavia al di sopra e al di là di noi…
Non può cessare di essere solo perché in Suo nome vengono commesse orribili immoralità o brutalità inumane. È tollerante. È paziente, ma anche terribile. È l'essere più esigente del mondo e del mondo che verrà. Adotta con noi lo stesso metro che noi usiamo con il nostro prossimo, uomini e bestie.
Per lui l'ignoranza non è una scusa. E al tempo stesso Egli ci perdona sempre, perché ci dà sempre la possibilità di pentirci.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, pp. 75-76

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“Ora la mia disposizione è questa: benché io ammiri molto il Cristianesimo, nondimeno non riesco a formare nel mio animo la persuasione del Cristianesimo ortodosso. Devo dirvi con tutta umiltà che l'induismo, come lo conosco, soddisfa interamente l'anima mia, riempie tutto il mio essere, ed io trovo nella Bhagavad Gita e nelle Upanishadi una consolazione che non riesco a sentire nemmeno nel Sermone del Monte. Non perché io non apprezzi l'ideale e gli insegnamenti di quel Sermone, ma perché, quando io mi sento nel dubbio e nella delusione e non vedo nessun raggio di luce all'orizzonte, io mi volgo alla Bhagavad Gita, e vi trovo un versetto che mi conforta, e subito comincio a sorridere in mezzo all'opprimente tristezza. La mia vita è stata piena di tragedie esteriori, e se esse non hanno lasciato nessun effetto visibile ed indelebile in me, lo devo agli insegnamenti della Bhagavad Gita.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

da una conferenza del 28 luglio 1925, pubblicata in Young India, 6 agosto 1925
Origine: Citato in La religiosità di Gandhi, Civiltà Cattolica, Quaderno n. 1960, anno 1932, vol. I, pp. 335-350 http://www.traditio.it/SANPIETRO/2011/agosto/22/Gandhi%20%20il%20suo%20anticattolicesimo%20e%20indifferentismo%20religioso.%20La%20Civilt_.pdf. Nel testo originale http://www.hinduwisdom.info/quotes1_20.htm "induismo" è scritto con l'iniziale maisucola.

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“Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l'aborto sarebbe un crimine.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Antiche come le montagne

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“Ciò che è portato alla luce dall'intelletto, non può accondiscendere alla falsità.”

Matteo Ricci (1552–1610) gesuita, matematico e cartografo italiano

Il vero significato del "Signore del Cielo"

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“[rispondendo "a una signora che, guardando un incisione di una casa, la definì una brutta cosa] Non c'è niente che sia brutto; non ho mai visto una cosa brutta in tutta la mia vita: bisogna lasciare le forme di un oggetto come esse possono, — luce, ombra, e prospettiva lo renderanno sempre bello. *Non vediamo nessuna cosa veramente fino a che non la capiamo.”

John Constable (1776–1837) pittore inglese

Origine: C. R. Leslie, Memoirs of the Life of John Constable, Composed Chiefly of His Letters (1843), (Phaidon, London, 1951), p. 280.
Origine: "The History of Landscape Painting," terza lettura, Royal Institution (09 giugno 1836)

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“I suoi paesaggi dell'Estaque trasformano questa adorabile località d'oro e di zaffiro in un lugubre pantano color piombo, dove mai la luce ha potuto sorridere. Il nome di Cézanne resterà unito alla più memorabile burla d'arte degli ultimi quindici anni.”

Camille Mauclair (1872–1945)

da La Revue Bleue, 21 ottobre 1904
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“[Sul Palio di Siena] Il resto è una serie di immagini che non sembrano aver nesso tra loro, ordinate in rapida sequenza, come i passaggi improvvisi delle scene in un film. La luce del sole è ancora forte. Una fanfara di trombe e di tamburi che fa sporgere la gente avanti avidamente. Sessantamila persone. […] Il suono del campanone, ossessivo, un suono cupo, lugubre, da quando un fulmine ne ha modificato il timbro. […] Il resto è l'animale che striscia la testa per terra quasi rovesciandola, emettendo un gemito pietoso che pare di vedere uscire dalla bocca, i denti digrignanti; ed è come accorgersi all'improvviso che anche le bestie possano esprimere tensione, sofferenza, voglia di libertà in un palio fatto da loro ma non per loro. […] Il resto sono le finestre di una stessa casa che ti indicano: se nasci a destra sei di una contrada, se a sinistra di un'altra. I vestiti da mezzo quintale […]; le stanze che ti vengono aperte quando il sole si è abbassato e ricche di asgalani, bandiere ricamate a mano e una storia che non è cresciuta nei musei ma a Piazza del Campo, una conchiglia di nove spicchi a ricordo del governo dei Noverchi. Il resto è la storia con la maiuscola che si incrocia con la minuscola: le banche, gli uffici che avanzano e occupano il centro, il popolo che se ne va, costretto, fuori le mure, ma dentro di sé porta la vecchia contrada.”

Emanuela Audisio (1953) giornalista e scrittrice italiana

la Repubblica

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“Sono contrario a trasformare i prigionieri del Fidelio nei relitti di Auschwitz o nei desaparecidos argentini, non bisogna confondere i simulacri della modernità con i segni dell'arte. All'arte si risponde con l'arte, non con la cronaca.”

Toni Servillo (1959) attore italiano

Origine: Citato in Valerio Cappelli, Servillo: un dramma in nero che va alla ricerca della luce https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/03/Servillo_dramma_nero_che_alla_co_9_051203001.shtml, Corriere della Sera, 3 dicembre 2005, p. 61.

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“L'antropologia è dunque oggi anche un modo di pensare noi stessi come altri, è un modo di leggere momenti importanti delle nostre esistenze alla luce di segni e di credenze complessi.”

Paolo Apolito (1947)

dall'incontro con gli studenti del liceo "Cartesio" di Giugliano, 7 dicembre 2001, trasmesso nella trasmissione Il Grillo, Rai Uno, 23 gennaio 2002

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“Il buio è soltanto la luce che è un po' ignorante che non sa che il buio non esiste.. è soltanto poca luce.”

Luca Laurenti (1963) personaggio televisivo, comico e cantante italiano

dalla trasmissione Il Senso della vita, 8 giungno 2008

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“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

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“La dolcezza di prima della nascita, la luce della pura anteriorità.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Il funesto demiurgo

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“Per costoro che si pentono pur nelle tribolazioni annunciamo quella parola di liberazione che sarà per loro un'àncora di cui fidarsi perché trae fuori l'anima dagli abissi della perdizione e la guida nel mondo della luce, della speranza e della pace, nel confortevole grembo del pentimento: "Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Mt 12,31). Benedetto è il Dio vivente che ha conosciuto e misurato in anticipo ogni tribolazione che dobbiamo affrontare e ogni guerra escogitata contro di noi. Egli resta con l'orecchio sempre teso a cogliere il primo cenno d'invocazione e di aiuto: "La mia preghiera è giunta fino a te, fino alla tua santa dimora" (Gn 2,9). Quale Dio è simile al nostro Dio così vicino alla nostra preghiera, così attento alla nostra supplica? "Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce" (Sal 46,1).

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“Nel Canaletto non c'è scenografia: egli si profonda tutto nel paese, e lì tra acque, pietre e cieli, ritrova la sua pittura, fresca come le cose nate allora. Legato alla tradizione dei suoi vecchi, costretto alla "veduta", che il pellegrino innamorato vuol portare con sé, il fondo della sua concezione è indubbiamente di prospettiva lineare. […] Ma troppo intorno a lui tutta Venezia gridava colore: ed egli, sopra a quella prospettiva scritta e lineata, non plasticata come negli scenografi, versa e tramezza l'atmosfera lagunare. Del colore questa fu la rivincita. Trovò in essa un ammorbidimento alle secchezze di spigoli e un addolcimento di fusioni al troppo rigido delle parallele di linee, e vi trovò il veicolo della luce, che a volte ristagna nell'aria, fatta prigioniera dei vapori umidi, come un velario tra noi e la veduta delle cose. La vita delle pietre bionde, nella luce, su la distesa dell'acque, tra salsedini di mare e fiati di laguna, fu il tema dominante della sua pittura. Le sue paste sottilizzate come un'epidermide, e com'essa porose e piene di raggricci, com'essa setacee anche nelle rugosità striate lievissimamente dal pennello, riempirono come tessuti viventi i riquadri dei telai disegnativi. Ma per le cose minute che la prospettiva non inquadra nei suoi ranghi, una gondola che guizza, un pitocco su uno scalino, un palone che pencola, una vela che s'affloscia, un pontile crollato, trova accenti di una disinvoltura briosa che meraviglia se uno non ha posto mente a quel che c'è di vivido e di compresso nella spianatura e appiattimento dei suoi scenari di case.”

Luigi Dami (1882–1926) critico e storico dell'arte italiano

da La pittura italiana del Seicento e Settecento, 1924
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“[Canzone dedicata a Madonna] Che cosa ti accadrà bambina quando la luce dei riflettori si spegnerà… Per ora canta e balla, ma ricordati, che un giorno i tuoi seni troveranno uno scopo più terreno da raggiungere.”

Joan Baez (1941) cantautrice e attivista statunitense

Origine: Da Una voce per cantare; citato in La storia di Madonna, Forte Editore, cap. XIII, p. 344.