Frasi su missionario
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema missionario, vita, dio, essere.
Frasi su missionario

Origine: Citato in Enver Hoxha, Con Stalin. Ricordi, traduzione conforme alla pubblicazione in albanese della Casa Editrice «8 Nëntori», seconda edizione Tirana 1982, Roma 1984, p. 160.

Origine: Citato in AA.VV., Don Pino Puglisi. Prete e martire. Atti del Convegno, Il pozzo di Giacobbe, 2000.
La vita spirituale

Raccogliere i frammenti. Dalla teologia missionaria alla teologia contestuale, Antarem, Roma 1996, pag. 51

Ai missionari, 6 dicembre 1658, pp. 416-17
Conferenze

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2012 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/missions/documents/hf_ben-xvi_mes_20120106_world-mission-day-2012_it.html
Messaggi

dai Dialoghi platonici, 3 novembre 2007
Decameron (programma tv)

Origine: Da Lettere inedite, in Opere complete di s. Leonardo da Porto Maurizio, vol. IV, Tipografia emiliana, Venezia, 1868, pp. 557 https://books.google.it/books?id=v0sNlvkqkGwC&pg=PA557-558.

da Mr. Amazon: «Sono un missionario», intervista di Beppe Severgnini, Sette, 25 novembre 2010

Origine: 2 gennaio 1972: da Oevres de Maximilien Robespierre, Phénix Éditions, Ivry, 2000, t. VIII, pp. 81-83.

Citazioni tratte da discorsi, Udienza a tutti i Cardinali http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/march/documents/papa-francesco_20130315_cardinali_it.html, Sala Clementina, 15 marzo 2013

Al Vescovo di Beziers, ottobre 1635, vol. I, p. 235
Epistolario

Ai missionari, 14 febbraio 1659, p. 437
Conferenze
“L'importanza dell'opera dei missionari cristiani, specie per l'educazione, è stata incalcolabile.”
Origine: Africa, p. 15-16

da La vita che verrà: p. 107
La vita che verrà

citato in Mario Monti, Gli esploratori
La vita spirituale
“[Ai suoi missionari] Ciò che nel mondo tanti fanno per necessità voi dovete farlo per amore.”
La vita spirituale
“Dovete essere missionari nella testa, nella bocca, nella bocca, nel cuore.”
La vita spirituale
“Il paradiso del missionario è il più bello.”
La vita spirituale
La vita spirituale
La vita spirituale
“Solo nell'eternità comprenderemo il dono della vocazione missionaria.”
La vita spirituale
“Tutti i santi desiderano essere missionari.”
La vita spirituale

in Zenit, 3 febbraio 2011

Messaggio Missionario Mondiale 2009 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/missions/documents/hf_ben-xvi_mes_20090629_world-mission-day-2009_it.html
Messaggi

Origine: Il dottor Divago, L'osso sacro, p. 56
I nuovi giacobinismi: da Robespierre a Bin Laden
Origine: Gesù sotterra un chicco di grano, p. 22
da una predica http://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20010220_sartori_it.html per la consacrazione della missione a Maria, 6 agosto 1962

“Il borghese è scarsamente missionario: la gente faccia quel che vuole, purché non dia fastidio.”
Origine: Straborghese, p. 17

Origine: Citato in Agostino Cacciavillan, Luigi Borriello, Falco Thuis, Voi siete «figli dei santi, Graphe.it Edizioni, 2008.
Origine: L'antica via della seta, p. 46-47
Origine: L'antica via della seta, p. 81
Origine: I peccati del Vaticano, p. 219-220

“Andiamo in tutta Europa, come missionari, proponendo la tv commerciale.”
1988
Origine: Citato in Berlusconi: "Siamo i missionari che vendono tv in tutta Europa" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/01/17/berlusconi-siamo-missionari-che-vendono-tv-in.html, la Repubblica, 17 gennaio 1988.

citato in Berlusconi: "Siamo i missionari che vendono tv in tutta Europa", la Repubblica, 17 gennaio 1988
1988

1995
Origine: Citato in Il Messaggero, 4 aprile 1995; citato in Felice Froio, Il cavaliere incantatore: chi è veramente Berlusconi, Edizioni Dedalo, 2003, p. 53 https://books.google.it/books?id=Ok8jmHHjW78C&pg=PA53. ISBN 8822062663.
“La mia vocazione missionaria credo che sia nata… insieme a me.”
Il padrone dell'impossibile
Origine: Delle onde e del mare, p. 76
da Messis, Napoli 1953
da Messis, Napoli 1958

“La prima cosa che un missionario insegna al selvaggio è l'indecenza.”
Imprecazioni d'autore

Origine: Udienza al pellegrinaggio di Benevento, 10 agosto 1983 http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/g4n.htm

Pretacci: Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede
Gesù. L'invenzione del Dio cristiano
Variante: Ci fu un tempo, non tanto lontano, in Occidente, in cui il carattere laico e moderno del presidente iracheno era apprezzato, se non proprio esaltato. Il confronto con Khomeini concedeva un notevole vantaggio a Saddam Hussein. Di fronte alla rivoluzione islamica di Teheran, esportatrice di un oscurantismo inquietante, la classica dittatura di Bagdad, senza propositi missionari, sembrava un argine non solo accettabile ma provvidenziale. E' capitato a molti di noi di scrivere o di pensare qualcosa del genere durante la guerra Iran-Iraq. L'Iraq non era proprio una diga democratica, questo no, questo nessuno ha osato dirlo: ma un utile sbarramento laico e moderno, ossia efficiente, sì: un argine, appunto, in grado di contenere un fanatismo come quello iraniano ansioso di ricondurre le società musulmane ai secoli più bui della loro storia, e di aggredire attraverso il terrorismo gli infedeli dell' Occidente europeo e americano. Al contrario degli ayatollah iraniani, i dirigenti del partito Baas iracheno non erano considerati una minaccia alla stabilità del Golfo, vale a dire del mercato del petrolio. Khomeini costruiva moschee, Saddam Hussein scuole e ospedali e caserme. Egli dedicava, è vero, una particolare attenzione a quest' ultime ed anche alle prigioni, come del resto faceva Khomeini, ma, al contrario di Khomeini, era al tempo stesso favorevole all'emancipazione delle donne, alle quali a Bagdad non veniva imposto il ciador. Quando negli acquitrini della Mesopotamia meridionale, dove si incontrano il Tigri e l'Eufrate, furono scoperti nel 1984 migliaia di giovani iraniani uccisi dai gas iracheni, la nostra morale non fu affatto scossa. L' utilità di Saddam Hussein, in quanto diga del fondamentalismo musulmano, placava le nostre coscienze. Soltanto quattro anni dopo, quando i gas furono usati per mattare la città curda di Halabja, ci furono alcune reazioni.
Ed anche "senza storia", perché, appunto, la si tramandava per via orale. Partendo da questo principio, coloni e (spesso) missionari hanno creato una storia africana con un calco occidentale e hanno imposto la loro cultura come se prima ci fosse stato il vuoto. Ne sono uscite delle mostruosità.
Variante: La posta in gioco sono centinaia di migliaia di profughi hutu, fuggiti dal Ruanda nel timore di una rappresaglia, dopo il genocidio dei '94. Una massa umana in bilico sul confine, respinta dai tutsi: e di cui si servono invece, come di un ariete, i superstiti dell'ex regime di Kigali, autore del massacro, ora alla ricerca di una rivincita, con l'aiuto dello Zaire. Là il dramma ruandese può essere il detonatore che fa saltare quell'autentica polveriera tribale che è l'ex Congo belga. Un paese disegnato sulle frontiere coloniali, senza tener conto della storia – non scritta – di quelle regioni: e che adesso rischia, come già accadde al momento dell'indipendenza, di andare in frantumi e di destabilizzare l'intera Africa centrale. È al tempo stesso allucinante ed esemplare. A conclusione di un secolo che ha conosciuto la morte del colonialismo, e che ora, arrivato alla fine, assiste alla non tanto lenta rovina del continente nero, questo dramma ruandese è in definitiva il risultato di quello che gli scrittori africani riuniti a Roma, nella primavera del '59, denunciarono come uno dei più gravi peccati occidentali: l'avere accettato, senza discutere, e diffuso, la nozione di un popolo, quello africano, "senza cultura". Ed anche "senza storia", perché, appunto, la si tramandava per via orale. Partendo da questo principio, coloni e (spesso) missionari hanno creato una storia africana con un calco occidentale e hanno imposto la loro cultura come se prima ci fosse stato il vuoto. Ne sono uscite delle mostruosità.
Variante: Gli hutu, che, nel '94, furono in gran parte gli assassini (e che ora rischiano di essere le vittime), sono, in generale, di statura più bassa. Più tozzi. Si dice che fossero invidiosi, al punto da segare talvolta le gambe di quei compatrioti tanto più alti di loro. Ma ci sono anche hutu più grandi e affilati dei tutsi. Dipende dalle regioni. Le diversità etniche possono essere un'invenzione. Un incubo. Sono tuttora un'ossessione. Un'eredità, si dice, lasciata dai colonizzatori bianchi, antropologi da strapazzo, ispirati da quell' antenato dei razzisti del nostro secolo che fu l'ottocentesco conte di Gobineau; e quindi inclini come lui a dissertare sulla "disuguglianza delle razze umane" fondata su una base fisica. E furono loro, coloni e missionari, a supporre e poi a raccontare, fino a costruirci attorno la "storia" del Ruanda, che i tutsi arrivavano dalle valli del Nilo e discendevano dai bianchi, dunque erano di origine straniera, dei conquistatori, insomma usurpatori, e di una razza superiore agli hutu, volgari bantù africani. Nel bailamme continentale delle tribù la fantasia europea poteva scatenarsi a piacere.