Frasi su parola
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“La Chiesa è una muraglia salda che nessuna bomba è stata capace di abbattere, perché le parole di Gesù hanno formato dei suoi figli una falange di eroi.”

Dolindo Ruotolo (1882–1970) presbitero italiano

Origine: Commento ai quattro Vangeli, Vangelo di Luca, p. 1318

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“Noi moriamo in proporzione alle parole che spargiamo intorno a noi…”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Sommario di decomposizione

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“La parola e il silenzio. Ci si sente più al sicuro vicino a un pazzo che parla, che a un pazzo incapace di aprire bocca.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Il funesto demiurgo

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“Parole di una bambina inglese di otto anni, nel vedere una stella cadente: «Non mi piacerebbe aggrapparmi a una stella cadente.»”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Origine: Taccuino di Talamanca, p. 39

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“Il materialismo è di per sé una filosofia semplicistica. Ma, deludente in ciò che afferma, è almeno efficace in ciò che nega, dato che ogni negazione è una via verso la liberazione.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Qualche parola su Leopardi [1983], p. 23
Fascinazione della cenere

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“Invidiamo coloro che hanno trovato la liberazione e la pace, ma restiamo con chi non ha incontrato né l'una né l'altra.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Qualche parola su Leopardi [1983], p. 23
Fascinazione della cenere

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“[…] il nichilismo non è affatto una posizione paradossale o mostruosa, ma la conclusione normale alla quale è costretto chiunque abbia perduto il contatto intimo col mistero, parola pudica per designare l'assoluto.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Gabriel Marcel. Ritratto di un filosofo [1969], p. 35
Fascinazione della cenere

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“Ogni carne è una possibilità di piaga. «Carne» è una parola cristiana, visto che ne hanno fatto la sede del peccato.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“Solo le parole valgono a fissare uno stato d'animo; esse sole sono un'arma sicura contro l'oblio.”

Jan Struther (1901–1953) scrittore, poeta

Origine: La signora Miniver, p. 26

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“D: Ma questo mezzo ora sta portando le sue parole nelle case. Stiamo discutendo con molta libertà…”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Intervista a Pier Paolo Pasolini

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“Più d'ogni tua parola a me maestro, | per disperato orgoglio a falsi òmeni, | vecchio, fingevi d'arrenderti. Io | ero lontano da te, coi tuoi versi.”

Franco Fortini (1917–1994) saggista, critico letterario e poeta italiano

Per Noventa; p. 103
L'ospite ingrato

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“La prima parola che mi viene in mente pensando a Rino è "poeta."”

Claudio Santamaria (1974) attore e doppiatore italiano

Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai Tre, 19 novembre 2007. Video http://www.youtube.com/watch?v=9wemH4qg6rQ disponibile su YouTube.com.

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“Per costoro che si pentono pur nelle tribolazioni annunciamo quella parola di liberazione che sarà per loro un'àncora di cui fidarsi perché trae fuori l'anima dagli abissi della perdizione e la guida nel mondo della luce, della speranza e della pace, nel confortevole grembo del pentimento: "Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Mt 12,31). Benedetto è il Dio vivente che ha conosciuto e misurato in anticipo ogni tribolazione che dobbiamo affrontare e ogni guerra escogitata contro di noi. Egli resta con l'orecchio sempre teso a cogliere il primo cenno d'invocazione e di aiuto: "La mia preghiera è giunta fino a te, fino alla tua santa dimora" (Gn 2,9). Quale Dio è simile al nostro Dio così vicino alla nostra preghiera, così attento alla nostra supplica? "Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce" (Sal 46,1).

“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

“La parola è d'oro. Il silenzio è d'argento. Ma è la faccia che si aggiudica il bronzo.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Comix

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“Daria Galateria: A uno specialista della nostra civiltà chiediamo cosa pensa del mondo attuale.
Jean Starobinski: Le civiltà non europee hanno acquisito gli stessi bagagli tecnici dell'Occidente e questo crea un orizzonte nuovo. A inizio secolo era particolarmente conscio della fragilità dell'Occidente il poeta Paul Valéry. […]
Daria Galateria: Veniamo alla sua conferenza. Quando parla del "Campidoglio Baudelaire", in che termini?
Jean Starobinski: Il Campidoglio rappresenta nella poesia romantica francese il simbolo della potenza romana. Quando il poeta Lamartine cerca nell'ode Les Révolutions l'emblema dell'Italia sceglie «l'aquila sanguinante del Campidoglio», evoca cioè la Roma conquistatrice. Quando Baudelaire riprende il tema è per sfigurarlo o per intrattenervi un'ironia funebre. Il Campidoglio compare nella La mort des artistes, che è il sonetto che concludeva la prima edizione delle Fleures du Mal. […] Il protagonista della Morte degli artisti è un'artista che fallisce nella sua opera che pone l'unica speranza nella morte. Ora, per definire la morte Baudelaire usa la parola Capitole – il Campidoglio in cui si incoronavano i poeti. […] È facile capire conoscendo le passioni di Baudelaire che questa morte assomiglia al «sole nuovo» di Edgar Allan Poe.
Daria Galateria: In una nuova edizione italiana dei Fiori del male, nella traduzione di Giorgio Caproni, il curatore Luca Pietromarchi evoca anche l'inizio del poema in prosa Il confiteor dell'artista: «Lo studio del bello è come un duello in cui l'artista lancia un grido di paura prima di cadere sconfitto».
Jean Starobinski: Così Baudelaire si pone in assoluta contraddizione con un altro Campidoglio, quello di Madame de Staël e della sua eroina del 1807 Corinne. Nel romanzo la poetessa appare trionfante al Campidoglio, a ricevere lo stesso omaggio di Petrarca nel 1341. Ci si accorge che Baudelaire ha voltato le spalle alla figura eloquente di Corinne col suo richiamo alla vita superiore del paese. Opponendosi a Napoleone, Madame de Staël diventava la sacerdotessa ispirata di una libertà capace di superare le servitù del momento presente, anche in Italia.”

Jean Starobinski (1920–2019) critico letterario svizzero
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“Mi chiamo Nives, sono nata a Molinella in provincia di Bologna esattamente 83 anni fa, segno zodiacale dello scorpione, ascendente leone, in parole povere, s'at ciap at'ralbalt com'un calzet.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

se ti prendo ti ribalto come un calzino.
La Nives, Citazioni famose della Nives

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“Con Oriana Fallaci scompare una donna straordinaria, oltre che una grande giornalista, che non ha mai rinunciato alla sua libertà di pensiero, anche quando le sue parole rischiavano di apparire scomode o addirittura temerarie.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2006
Origine: Citato in Le reazioni alla scomparsa della grande scrittrice http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/09_Settembre/15/reazioni_oriana.shtml, Corriere.it, 15 settembre 2006.

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“[Parlando dell'ipotetico confronto televisivo con Walter Veltroni] Io sono in grado di stracciare qualunque avversario perché nella vita ho fatto tutto ciò che gli altri non hanno fatto. Io sono un uomo di fatti, gli altri sono uomini di parole, e i fatti vincono sulle parole.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Citato in Veltroni non va a "Porta a Porta". E così salta anche Berlusconi http://www.corriere.it/politica/08_marzo_26/berlusconi_veltroni_porta_vespa_e7d3fe1a-fb5b-11dc-be4d-00144f486ba6.shtml, Corriere.it, 26 marzo 2008.

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“Non ho mai pronunciato la parola tangenti. Sono un reato e va evitato. E quando accade va punito.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2013
Origine: Dall'intervista a Radio Anch'io; citato in Berlusconi: "Inchieste sulle tangenti? Una cortina fumogena ordinata dal Pd" http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/15/news/berlusconi_inchieste_cortina_fumogena-52687113/, Repubblica.it, 15 febbraio 2013.

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“Chi promette nel bosco, deve osservare la parola nella città.”

Le sottilissime astuzie di Bertoldo, Detti sentenziosi di Bertoldo innanzi la sua morte

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“Rimettiamo in discussione il ruolo di Sua Maestà la televisione". Lei, l'imperatrice delle nostre case sempre più vuote di pensieri e parole e sempre più inzuppate di rumori. Lei, appollaiata sul trono delle nostre serate, lei divoratrice dei nostri attimi più privati, così ingorda di scandali, di pochezze e di immagini virtuali, con i suoi flash abbaglianti e le sue sequenze accelerate che inghiottono lo spazio e soffocano il tempo. Lei che non lascia via di scampo. Dalle sue frattaglie non si può sfuggire. Lei, che vomita pattume in quantità industriale, non accetta più di essere un vago sottofondo: ti penetra nell'iride sotto forma di stupefacenti videoclip, di pianti in diretta e altre amenità. Sua Maestà la tv ha decretato che il nostro cervello debba essere soltanto una discarica. E a noi, bravi e diligenti utenti, ha riservato una sola libertà: quella dello zapping da un cassonetto per la plastica ad un contenitore per rifiuti organici. Il saltapicchio da un canale all'altro non è più motivato dalla ricerca di ciò che potrebbe sollecitare maggiormente la nostra intelligenza, il nostro interesse. Quando brandiamo un telecomando, ci trasformiamo in un animalone tecnologico, un tutt'uno con l'apparecchio televisivo. Una schifezza massmediale rassegnata e inconsapevole. E quanto più ciò che vediamo è inquietante, tanto più le nostre facoltà inferiori si sentono gratificate.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Salviamoci dal trash in tv, Liberal, 7 maggio 1998