Frasi su parola
pagina 27

Emanuele Severino photo

“Ma io da quando c'ho memoria non so far altro che aspettare una parola che non è arrivata mai.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da Quattro quarti n. 6
Non vale tutto

Angelo di Costanzo photo
Antonio Fogazzaro photo
Antonio Fogazzaro photo
Antonio Fogazzaro photo
Antonio Fogazzaro photo

“La possibilità di rimanere alla Lazio c'era, mi ricordo che per tutto l'anno Lotito ci aveva garantito il rinnovo di contratto. "Siete i miei leoni", ci diceva. Poi ci siamo salvati e lui si è rimangiato la parola.”

Antonio Filippini (1973) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Livorno: Giannichedda e i Filippini ex con Lazio http://web.archive.org/web/20080725232653/http://it.eurosport.yahoo.com/18102007/8/livorno-giannichedda-i-filippini-ex-lazio.html, Eurosport.com, 18 ottobre 2007.

John Garland Pollard photo

“Il telegramma è l'unico posto dove contano le parole, invece che le azioni.”

John Garland Pollard (1871–1937) politico statunitense

A Connotary

Franco Basaglia photo
Gregorio Palamas photo
Jean Leclercq photo
Philip K. Dick photo
Cesare Lombroso photo
Emilio Bossi photo
Rafael Benítez photo
Claudia Cardinale photo
Michaela Biancofiore photo
Gilles Jacob photo
Gilles Jacob photo
Gilles Jacob photo
Hugh Latimer photo
Jean Cardonnel photo
Georges Marie Martin Cottier photo

“Obama è un capo di governo chiamato a fare i conti con una società pluralista. Questo è un dato da tener presente se si vogliono davvero capire le sue parole.”

Georges Marie Martin Cottier (1922–2016) cardinale, arcivescovo cattolico e teologo svizzero

La politica, la morale e il peccato originale

Jean Carrère photo
Anna Banti photo

“Nello smantellamento dei suoi libri Agnese impiegò parecchio tempo fra volere e disvolere. Lavorava soffrendo. Le tre mogli infelici, vittime di mariti crudeli e mai contente di narrarne scrupolosamente i misfatti, furono agevolmente convertite in isteriche maniache, calunniatrici di uomini un po' strambi, come, del resto, gran parte degli uomini. Fra loro una matura nubile pronunciava ogni tanto parole ragionavoli, umane. I fatti narrati erano se non proprio autentici, probabili, ma ripensandoli, Agnese si sentiva coinvolta in un partito preso, in un'ira soffocata che aveva conosciuto in gioventù nel comportamento delle sue coetanee: lei che dal presente aveva sempre voluto astrarsi. Dunque avevano ragione quelli che l'avevano accusata di femminismo, la parola che lei detestava. E qui, immergendosi in una intensa riflessione, si scavava a fondo, volta a volta deplorandosi o giustificandosi. No, lei non aveva reclamato altro che la parità della mente e la libertà del lavoro, ciò che tuttora, da anziana contestatrice, la tormentava. Aveva amato pochi uomini, anzi un uomo solo, ma pochissime donne, e quelle poche, riunite in una favola, sempre la stessa: il mito dell'eccezione contro la norma del conformismo. E poiché l'eccezione s'era resa inafferrabile, l'aveva inventata lei, per donarla malinconicamente a una ragazza antica senza volto, che voleva suonare la propria musica e glielo proibivano. Ecco, questa ragazza lei non aveva il coraggio di distruggerla: l'aveva mandata lontano, al di là del mare o in fondo al mare.”

Origine: Un grido lacerante, pp. 112-113

Ciro Ferrara photo
Marco Tardelli photo
Iván Córdoba photo

“Lucio è stato un nostro compagno e sarà sempre nei nostri ricordi per quello che abbiamo fatto insieme. Per questo ha il nostro affetto. Ma lo conosco, le parole che ha detto non sono uscite dal suo profondo e so che non le pensa. Se ha voluto farsi subito amici i tifosi bianconeri? Questo non ci interessa, noi l'abbiamo conosciuto bene in tre anni e si prenderà le responsabilità di quello che ha detto perché non credo che nessuno l'abbia obbligato.”

Iván Córdoba (1976) dirigente sportivo ed ex calciatore colombiano naturalizzato italiano

Origine: Riferendosi alle dichiarazioni di Lucio, il quale, arrivato da poco alla Juventus dopo essersi svincolato dall'Inter, si pronunciò in favore dei bianconeri riguardo alla questione degli scudetti revocati alla Juve in seguito allo scandalo di Calciopoli, «Se la Juve ha 28 o 30 scudetti? La cosa giusta l'ha detta il presidente...»
Origine: Citato in Lucio subito juventino dentro? All'Inter non ci credono, qualcuno deve averlo imbeccato: "Le parole che ha detto non le pensa, si vede che siamo molto importanti per loro..." http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2012/07/16/3244483/lucio-subito-juventino-dentro-allinter-non-ci-credono, Goal.com, 16 luglio 2012.

Battista Farina photo
Florence Devouard photo
Claudio Baglioni photo
Carl August Schneegans photo
Carl August Schneegans photo
Salvatore Fisichella photo
Robert Erskine Childers photo
Michele Ciliberto photo
Max Brod photo
Leo Baeck photo

“Una buona parola è spesso più utile d'una medicina.”

Leo Baeck (1873–1956) rabbino, filosofo e educatore tedesco
Arno Holz photo

“No, solo in mezzo al brulichio della folla, | In vista delle grandi città, | Al suono dei fili del telegrafo, | Si effonde in parole il mio sentimento.”

Arno Holz (1863–1929) scrittore tedesco

Origine: Da Das Buchder Zeit, Il libro del tempo, in Das Werk, Vol. I, p. 7, Berlin 1925; citato in François Orsini, Drammaturgia europea dell'avanguardia storica: Pirandello, Rosso di San Secondo, Strindberg, Wedekind, p. 33, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2005.

Giovanni Pugliese Carratelli photo
Janine Jansen photo
Mathias Malzieu photo
Mathias Malzieu photo
Chiara Civello photo
Chiara Civello photo

“Di parole incerte che se mai, inutili direi che rivelano intenzioni che non hai.”

Chiara Civello (1975) cantautrice italiana

da Parole incerte
Last Quarter Moon

Chiara Civello photo
Chiara Civello photo
Nicola Cusano photo

“La ragione è la parola dell'intelligenza che in essa si specchia come in un'immagine.”

Nicola Cusano (1401–1464) cardinale, teologo e filosofo tedesco

Origine: Da Sulle congetture.

Maurizio Ferraris photo

“Nel costruzionista osserviamo […] una strategia […] che esalta la funzione del professore nella costruzione della realtà: il suo testo fondamentale è Le parole e le cose di Foucault, dove si legge che l'uomo è costruito dalle scienze umane, e che potrebbe scomparire con loro.”

Maurizio Ferraris (1956) filosofo e accademico italiano

Origine: In nota Ferraris richiama un brano di Michel Foucault: «L'uomo è un'invenzione di cui l'archeologia del nostro pensiero mostra agevolmente la data recente. E forse la fine prossima.» Michel Foucault, Le parole e le cose, Rizzoli, Milano, 1967 (1966), p. , ma in realtà 414.
Origine: Manifesto del nuovo realismo, pp. 43-44

Gerard Rancinan photo
Niels Henrik Abel photo
Massimo D'Azeglio photo

“[…] si deve dire la verità e mantenere la parola data, a tutti… persino alle donne!”

Massimo D'Azeglio (1798–1866) politico italiano

cap. XV; vol. I, p. 301
I miei ricordi

“Abbiamo poi appreso che la cultura di sinistra, una parte della cultura di sinistra, che dalla nascita della repubblica è andata a senso unico tutte giuste le guerre comuniste, le rivoluzioni comuniste, sempre sbagliate le guerre dell'Occidente massime degli Stati Uniti ora non avendo più la sponda dell'Unione sovietica e del sol dell'avvenir su cui far rimbalzare la sua propaganda e trovare uno zoccolo duro alle sue parole, passa a un pacifismo totale e indiscriminato per cui, pur di contrastare una guerra votata dalle Nazioni unite, si sostiene che non esistono guerre giuste. E se quell'uomo serio, prima che un grande intellettuale, che è Norberto Bobbio si permette di ricordare che le guerre giuste esistono, che combattere il nazismo nella Resistenza fu una guerra giusta come lo sono le guerre in corso dei baltici o dei negri sudafricani o di chiunque si difenda da una ingiusta oppressione lo si attacca come un cattivo maestro. Il filosofo Vattimo, bontà sua, ci ha fatto sapere che forse la Resistenza l'avrebbe fatta anche lui, ma tutti gli altri firmatari del manifesto contro Bobbio non hanno mezzi termini, tutte le guerre per loro sono ingiuste, sono diventati tutti gandhiani, evangelici, se li schiaffeggiano su una guancia porgono l'altra. Ora se il pacifismo e il neutralismo cattolici hanno una giustificazione storica, hanno alle spalle una dottrina coerente, salvo qualche piccola eccezione come la guerra di Spagna con benedizione papale delle truppe franchiste, quelli del filone comunista o come chiamarlo, neo comunista o nostalgico comunista o comunista desiderante? Ci sembrano francamente poco decenti se ritroviamo fra i suoi esponenti degli stalinisti come il professor Gian Mario Bravo catafratto laudatore dei carri armati di Krusciov e di Breznev. Quanto allo squadrismo rosso del Manifesto meglio sorvolare, si sarebbero trovati bene anche a Salò.”

Giorgio Bocca (1920–2011) giornalista italiano
L'Aura photo
Neffa photo

“E se l'uomo viene dall'uomo, grande madre, | che hanno fatto a tuo figlio? Ripeto: che hanno fatto a tuo figlio?”

Neffa (1967) cantautore e rapper italiano

da Parole liquide, n. 20
107 Elementi

Luciano Ligabue photo

“Ho perso le parole vorrei che ti bastasse solo quello che ho.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Ho perso le parole, n. 2
Radiofreccia (Cd 1)

Lenin photo

“In una guerra effettivamente nazionale, le parole "difesa della patria" non sono affatto un inganno, e noi non siamo contrari a questa guerra.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Origine: Da Opere complete, Editori Riuniti, Roma, 1955-70, vol. 23; p. 28.

Elisabetta Sgarbi photo
Matteo apostolo ed evangelista photo
Donato Carrisi photo
Nico Perrone photo
Nico Perrone photo
Nico Perrone photo
Maria de' Medici photo

“Figlia mia, mentre voi vi separate da me, io non riesco a separarmi da voi; vi conservo nel mio cuore, nel mio seno, nel mio ricordo e voglio che questa lettera vi resti a memoria perpetua di ciò che sono per voi…
Verso Dio. Sulla terra voi non avete più che Dio per padre, che lo sarà per sempre, perché egli è eterno; è da lui che traete l'essere e la vita; è lui che, avendovi fatto nascere da un grande re, vi mette oggi una corona sul capo… Dio vi ha tenuto al mondo per colmarvi in esso di benefici… Ricordatevi che siete figlia della Chiesa e che il primo e il principale titolo che avete e che mai avrete… Voi siete nipote di San Luigi, e voglio che riceviate da me, in quest'ultimo saluto, la medesima istruzione che egli ricevette da sua madre, che gli diceve avrebbe preferito vederlo morto che offendere Dio, vostro tutto e vostra vita. Siate ferma e zelante nella religione, secondo il suo esempio… Non permettete in nessun caso che in vostra presenza si dica mai nulla di contrario alla vostra fede e alla vostra religione… frequentate i sacramenti che sono il vero nutrimento della nostra anima.
Abbiate cura di proteggere i cattolici nei confronti di vostro marito, affinché non ricadano più nella miseria da cui sono usciti grazie alla fortuna del vostro matrimonio; siate verso di loro come Ester… Non intendo che dimentichiate nella vostra carità e nei vostri favori quelli che sono di un'altra religione…
Verso il re. L'amore che dovete al re vostro marito vi obbliga ad amare i suoi sudditi… Diventate la loro madre. Il vostro titolo di regina vi lega all'Inghilterra e, partendo, dovete ormai considerarne gli interessi…
Verso i vostri domestici. Potete tranquillamente credere che se servono bene Dio, serviranno bene anche voi… Trattate bene i vostri servitori e vogliate loro anche bene.
Verso di voi. Siate esempio d'onore, di virtù e di modestia… Abbiate una dolcezza accompagnata da una regale gravità… Siate cortese e rispettosa con tutti, non offendete mai nessuno con parole o azioni… Bandite dalla vostra presenza la maldicenza e la canzonatura, vizi comuni nella corte dei Grandi.
Addio, figlia mia, vi lascio e vi affido alla custodia di Dio e del suo angelo, e vi dò Gesù Cristo suo unico Figlio, vostro Signore e Redentore… Addio, ancora una e molte volte; siete di Dio, di Dio, restate fedele a Dio per me, è ciò che desidero dal più profondo del mio cuore.”

Maria de' Medici (1575–1642)

Lettera d'addio alla figlia Enrichetta Maria regina d'Inghilterra
Origine: Citato in Maria de' Medici. Un'italiana alla corte di Francia, pp. 171-172.

Henri Desgrange photo
Marc Gicquel photo

“Amo la competizione e detesto perdere. Dopo una sconfitta, ancora oggi è meglio aspettare un po' prima di rivolgermi la parola. Adoro correre, respirare l'atmosfera di un torneo importante, esibirmi su un prestigioso palcoscenico e magari fare uno scherzetto a un avversario più quotato di me. Cosa c'è di meglio?”

Marc Gicquel (1977) tennista francese

Origine: Citato in Alberto Giorni, Tennis, sport per vecchi? http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/05/31/721429-tennis_sport_vecchi.shtml, Ubitennis.com, 1 giugno 2012.

Arrigo Levi photo
Arrigo Levi photo
Bertrando Spaventa photo