Frasi sulla scienza
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“L'Io puro oppone nell'Io ad un io divisibile un non-io divisibile.”

Johann Gottlieb Fichte (1762–1814) filosofo tedesco

dalla Dottrina della scienza, 1794

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“La scienza è un cerchio chiuso su se stesso, un cerchio di cerchi.”

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770–1831) filosofo tedesco

Origine: Da La scienza della logica.

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“Scienza è credere nell'ignoranza degli esperti.”

The Pleasure of Finding Things Out : The Best Short Works of Richard Feynman, curato da Jeffery Robbins, ISBN 0-14-029034-6, alle pagine 186-187. Basato sulla trascrizione di un'intervista del 1981

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“Il vero spirito filosofico è quello che con le alte aspirazioni feconda la scienza e la spinge a ricercare verità ancora sconosciute.”

Claude Bernard (1813–1878) fisiologo francese

Introduzione allo studio della medicina sperimentale

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“La vera scienza non sopprime nulla, ma cerca sempre e guarda in faccia senza scomporsi le cose che non comprende ancora.”

Claude Bernard (1813–1878) fisiologo francese

Introduzione allo studio della medicina sperimentale

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“La scienza non libera che un ben piccolo numero di spiriti fatti per lei, predestinati. Gli altri li asservisce.”

Georges Bernanos (1888–1948) scrittore francese

da La Grande Paura dei benpensanti; citato in Tra virgolette: dizionario di citazioni, a cura di Franca Rosti, Zanichelli, 1995

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“[…] si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti […]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?' […]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? 'Tota mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre. Tutti sono d'accordo nel riconoscere che nella specie umana sono comprese le femmine, le quali costituiscono oggi come in passato circa mezza umanità del genere umano; e tuttavia ci dicono 'la femminilità è in pericolo'; ci esortano: 'siate donne, restate donne, divenite donne'. Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana per farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito dal vocabolario delle veggenti. […] le scienze biologiche e sociali non credono nell'esistenza di entità fisse e immutabili che definiscano dati caratteri, come quelli della donna, dell'Ebreo o del Negro; esse considerano il carattere una reazione secondaria a una situazione. Se oggi la femminilità è scomparsa è perché non è mai esistita. […] il fatto è che ogni essere umano concreto ha sempre la sua particolare situazione. Respingere le nozioni di eterno femminino, di anima negra, di carattere giudaico non significa negare che vi siano, oggi Ebrei, Negri e donne: questa negazione non ha per gli interessati un significato di libertà ma una fuga dall'autenticità.”

dall'introduzione; Il saggiatore, 1949, p. 13
Il secondo sesso

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“Il mio scopo […] è diverso da quello dell'uomo di scienza, il corso del mio pensiero è diverso dal suo.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

1930
Pensieri diversi

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“Devo partire dalla scienza o dalla bellezza?”

Laurie Anderson (1947) performance artist, musicista e scrittrice statunitense

The End of the Moon

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“Se qualcosa non può essere espresso in numeri non è scienza: è opinione.”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“L'etica è più una questione di opinioni che una scienza. La morale è una consuetudine più che una legge naturale.”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

da A noi vivi

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“Verrà un tempo in cui il mondo guarderà alla moderna vivisezione in nome della Scienza come adesso si guarda ai roghi in nome della Religione.”

Henry Jacob Bigelow (1818–1890) chirurgo statunitense

Origine: Da Surgical Anaesthesia: Addresses and Other Papers (1894); citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Il maiale che cantava alla luna: la vita emotiva degli animali da fattoria, traduzione di Giuditta Ghio, il Saggiatore, Milano, 2009, p. 29. ISBN 978-885650133-9

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“La psicologia può essere una scienza della mente?”

Burrhus Skinner (1904–1990) psicologo statunitense

Origine: Da Can a psychology be a science of mind?, in American Psychologist, 1990.

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“Non si può invertire il giro della ruota e tornare a credere per forza ciò «di cui si sa che non è». Ma si può provare a render conto del significato dei simboli.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

citato in Piergiorgio Odifreddi, Il Vangelo secondo la Scienza. Le religioni alla prova del nove, Einaudi, 2008.

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“Non mi dava più conforto la religione, che sentivo ipocrita […] né la scienza e la ragione che erano state il mio conforto nel passato.”

Patch Adams (1945) medico statunitense

Origine: Salute! Ovvero come un medico clown cura gratuitamente i pazienti con l'allegria e con l'amore, p. 5

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“La scienza non è il valore più alto.”

Robert Spaemann (1927–2018) filosofo e teologo tedesco
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“Allargai il raggio delle mie osservazioni, esaminai la vita di enormi masse di uomini, sia di quelli passati sia di quelli contemporanei. E di uomini che avevano capito il senso della vita, che avevano saputo vivere e morire io ne vedevo non due, tre, dieci, bensì centinaia, migliaia, milioni. E tutti loro, infinitamente diversi per indole, intelligenza, educazione, condizione, tutti allo stesso modo e in completa contrapposizione alla mia ignoranza conoscevano il senso della vita e della morte, sopportavano privazioni e sofferenze, vivevano e morivano vedendo in ciò non la vanità, ma il bene.
Ed io fui preso da amore per quegli uomini. Quanto più penetravo nella loro vita di uomini viventi e nella vita degli uomini che erano già morti, dei quali leggevo o sentivo raccontare, tanto più io li amavo, e tanto più mi diventava facile vivere. Vissi così circa due anni e in me si verificò quel rivolgimento che da tempo già si preparava e del quale erano sempre esistite dentro di me le premesse. Mi accadde che la vita della nostra cerchia – dei ricchi, delle persone istruite non solo mi disgustò, ma perse qualsiasi senso. Tutto quello che noi facevamo, i nostri ragionamenti, la nostra scienza, le nostre arti, tutto ciò mi apparve come un trastullo da ragazzi. Io capii che non si doveva cercare un senso in tutto ciò. E invece quel che faceva il popolo lavoratore, il quale costruisce la vita, mi appariva come l'unica occupazione degna di rispetto. E capii che il senso che veniva attribuito a quella vita era la verità, e l'accettai.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

cap. X

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“A quattordici anni, dato il mio desiderio di scienza, il buon Dio giudicò necessario unire alla «pura farina», «miele ed olio in abbondanza.»”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

Storia di un'anima, Manoscritto autobiografico A

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“Nella sua profonda opera Della vita, che era anche il libro preferito di mia madre, Tolstoj parla della ragione come fonte stessa della nostra vita. Questo testo fu scritto con un vigore e un fervore eccezionali. In quel periodo si videro rinascere di nuovo in mio padre allegria e buon umore. Il suo lavoro lo appassionava ed era il segno più evidente della sua riuscita. Infatti questo libro di Tolstoj, poco noto alla massa dei lettori, è una delle più notevoli tra le sue opere filosofiche e religiose.
«La vera vita inizia solo nel momento in cui si manifesta la ragione.» La ragione è l'unica forza che riveli in noi l'amore.
Ed è ancora una nuova forma di fede che Tolstoj scopre all'interno della sua anima e che ci espone in quest'opera. A mio giudizio, Della vita e Il regno di Dio è in voi sono le opere religiose capitali di mio padre.
In quest'ultima opera di una chiarezza sorprendente e perfettamente armoniosa, Tolstoj esprime al meglio la propria dottrina, rivolgendosi direttamente agli uomini dalle professioni più disparate e predicando le sue idee. Zar, generali, ministri, giudici, preti, uomini di scienza, ognuno trova in questo sermone una parola che lo tocca personalmente e che lo invita a cambiare vita.
Fu l'ultima grande opera prettamente religiosa di mio padre e tutte quelle che scrisse in seguito non sono altro che ripetizioni.”

Lev L'vovič Tolstoj (1869–1945) scrittore russo

Origine: La verità su mio padre, pp. 123-124

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“È curioso constatare – ed insisto su questo punto, perché mi sembra di importanza capitale, e perché, pur essendo noto, non mi sembra abbastanza sottolineato – è curioso constatare l'indifferenza pressoché totale del mondo romano per la scienza e la filosofia. Il cittadino romano si interessa alle cose pratiche. L'agricoltura, l'architettura, l'arte della guerra, la politica, il diritto, la morale.
Ma si cerchi in tutta la letteratura latina classica un'opera scientifica degna di questo nome, e non si troverà; un'opera filosofica, ancor meno. Si troverà Plinio, cioè un insieme di aneddoti e racconti da comare; Seneca, cioè un'esposizione coscienziosa della morale e della fisica stoiche, adattate – il che significa semplificate – ad uso del pubblico romano; Cicerone, cioè i tentativi filosofici di un letterato dilettante; o Macrobio, un manuale di scuola elementare.
È veramente stupefacente, se vi si presta attenzione, che i Romani, non producendo nulla essi stessi, non abbiano nemmeno mai sentito il bisogno di procurarsi delle traduzioni. In effetti, al di fuori di due o tre dialoghi platonici (tra cui il Timeo) tradotti da Cicerone – trasduzione di cui non ci è pervenuto nulla – né Platone, né Aristotele, né Euclide, né Archimede sono mai stati tradotti in latino. Almeno nell'età classica. Perché se è vero che lOrganon di Aristotele e le Enneadi di Plotino lo furono, è parimenti vero che in fin dei conti ciò avvenne molto tardi e per opera di cristiani.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

Origine: Scritti su Spinoza e l'averroismo, pp. 63-64

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