Frasi su sognatore

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema sognatore, essere, sogno, mondo.

Frasi su sognatore

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“Potresti dire che sono un sognatore | ma non sono il solo | spero che un giorno ti unirai a noi | e che il mondo sarà una cosa sola.”

John Lennon (1940–1980) musicista, cantautore, poeta, attivista e attore britannico

Imagine

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“Ho visto cose riservate ai sognatori | ed ho bevuto il succo amaro del disprezzo | ed ho commesso tutti gli atti miei più puri.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Tutto l'amore che ho, n. 2
Ora

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“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso.”

Nelson Mandela (1918–2013) politico sudafricano

Origine: Citato in Antonio Gaspari, È morto un grande uomo! http://www.zenit.org/it/articles/e-morto-un-grande-uomo, Zenit.org, 6 dicembre 2013. Citato anche in Gino & Michele e Paolo Borraccetti, Le cicale 2010, Kowalski – Feltrinelli, Milano, 2009, [//books.google.it/books?id=9LpkZInLQLQC&pg=PT49 § 2759]: «Un vincitore è un sognatore che non si è arreso».

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“Non t'assale mai il dubbio, o sognatore, che tutto può essere velo di maya, illusione?”

Sei tu la nuova persona attirata da me?, p. 152
Foglie d'erba, Calamus

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“Dove sono i miei sognatori, oggi e stanotte. Dove sono i miei danzatori, che saltano follemente.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

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“Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico. […] La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti […] C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata […] E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori. Ad esempio Franz.”

L'insostenibile leggerezza dell'essere
Variante: Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altri termini, desidera lo sguardo di un publico. La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. C'è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. E c'è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori.

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“La società spesso perdona il criminale; ma non perdona il sognatore.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Il critico come artista

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“Contro i sognatori. – Il sognatore rinnega la verità di fronte a sé, il bugiardo solo davanti agli altri.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“Quando il sognatore muore, che ne è del sogno?”

A. Bertram Chandler (1912–1984) scrittore di fantascienza australiano

da Appuntamento su un mondo perduto, cap. 16

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“Il cinema appartiene ai sognatori… il cinema è passione.”

Claudia Cardinale (1938) attrice italiana

Origine: Io, Claudia – Tu, Claudia, p. 228

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“Ci sono insulti peggiori che essere definito un sognatore.”

Ronald Reagan (1911–2004) 40º presidente degli Stati Uniti d'America e attore

dal discorso alla Oxford Union Society del 4 dicembre 1992

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“Il pensatore vuole, il sognatore subisce.”

traduzione Di Vittorio Orazi
I lavoratori del mare, Citazioni da altre edizioni

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“Quando muore il sogno, che ne è del sognatore?”

A. Bertram Chandler (1912–1984) scrittore di fantascienza australiano

da Appuntamento su un mondo perduto, traduzione di Mario Galli, Urania n. 619, Mondadori, cap. 1
Origine: Le due frasi, spesso citate insieme, costituiscono il solo testo dei due capitoli, incipit ed explicit dell'opera.

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“E i sogni si allontanano | come i cavalli scossi, | caduti i sognatori.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da I ritorni, lato B, n. 2
La sposa occidentale

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“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

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“L'uomo del Mocambo è nato quando curavo pratiche fallimentari: era l'avventuriero appunto fallito, improbabile, sognatore.”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

Variante: L'uomo del Mocambo è nato quando curavo pratiche fallimentari: era l'avventuriero appunto fallito, improbabile, sognatore.

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“Molti artisti contemporanei, – compreso l'autore di questo articolo – hanno subito crisi simili e confuso l'énorme con il grande, la violenza con l'energia. Ma è generalmente una follia romantica della gioventù e quella d'un tempo in cui il cuore si esalta a caso prima che il gusto abbia scelto. Il fatto strano è che essa si sia verificata in Van Lerberghe all'età di quarant'anni, come un improvviso richiamo delle forze dell'adolescenza in un'anima poco a poco rinnovata. Questo ribollire disordinato non è certo inutile ed il genio di Emile Verhaeren ha potuto trarne soprendenti capolavori. In Van Lerberghe esso si è presto contenuto e si è risolto in lirismo.
No, certo, questo nuovo stato non si è riflesso direttamente nella sua opera, ma senza dubbio è servito a darle una più viva ampiezza. Lui, Charles Van Lerberghe non somigliava più al poeta. Aveva da poco iniziato l'ammirevole Chanson d'Eve, e mi mostrò anche l'abbozzo di una commedia leggendaria in tre atti che nulla doveva allo stoicismo. Era una sorta di satira, di spirito pagano, insieme ironica e veemente. Io terminavo le ultime pagine di Clartés e lavoravo ancora ad alcune Banalités indiscrètes impertinenti e talvolta sbrigliate. Essendoci scambiati i nostri scritti, restammo stupefatti; poiché singolare era il contrasto fra il profondo accordo di tutte le nostre tendenze di artisti e la divergenza del nostro spirito. Ma la trasformazione proseguiva in Charles Van Lerberghe e a sua insaputa. A Firenze, dove vivemmo insieme per molti mesi era improvvisamente ridivenuto il sognatore di un tempo. Non lo stesso, tuttavia; era gioioso, più appassionato di ciò che la vita contiene, più lirico. E, in verità, il lirismo trionfa lungo tutti questi poemi della Chanson d'Eve, molti dei quali furono scritti in un giardino di oleandri, all'ombra della vecchia torre che corona la collina di Arcetri, mentre un immenso paesaggio mostrava in lontananza l'Arno che bagnava i palazzi fiorentini.”

Albert Mockel (1866–1945)
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“Io sono un sognatore, allora non sapevo cosa stavo facendo ma adesso il successo si può facilmente misurare. Come? Ci sono accademie di tennis in ogni angolo del mondo perché la mia ha avuto successo e tutti hanno tentato di copiarla.”

Nick Bollettieri (1931) allenatore di tennis statunitense

Origine: Citato in Bollettieri: "Solo i visionari che non hanno paura fanno cose grandi" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/05/01/881901-bollettieri_solo_visionari_hanno_paura_fanno_cose_grandi.shtml, Ubitennis.com, 1 maggio 2013.

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“Sognatore come un gatto che guarda sul soffitto i raggi luminosi di una lampada.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

16 febbraio 1910; Vergani, p. 281
Diario 1887-1910

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“Il vero sognatore è colui che sogna l'impossibile.”

Elsa Triolet (1896–1970) scrittrice francese

Origine: Da Mille regrets; citato in Tra virgolette: dizionario di citazioni, a cura di Franca Rosti, Zanichelli, 1995.

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“Accanto a questi uomini di passione stavano i sognatori. L'utopia fioriva in tutte le sue forme, da quella bellicosa che giustificava il patibolo, a quella innocente che sosteneva l'abolizione della pena di morte. Spettri per i troni, angeli per il popolo. In faccia a uomini di lotta, spiriti che maturano sogni. Gli uni pensano alla guerra, gli altri invocano la pace; un cervello, Carnot, crea quattro armate; un altro, Jean Derby, medita una federazione democratica universale. […] altri si occupavano di questioni di minor conto e di maggior praticità. Gyuton-Morveau studiava misure per migliorare l'attrezzatura negli ospedali, Maire l'abolizione delle servitù reali, Jean-Bon-Saint-André la soppressione delle pene restrittive per debiti e la detenzione costrittiva. […] L'arte contava fanatici e anche monomaniaci; il 21 gennaio, mentre la testa di un re cadeva sulla piazza della Rivoluzione, Bézard correva ad ammirare una testa dipinta da Rubens, quadro scoperto in un solaio di rue Saint-Lazare. Artisti, orafi, profeti, colossi come Danton e fanciulli come Cloots, gladiatori e filosofi, tutti aspiravano a una sola conquista, quella del progresso. Nulla li intiepidiva. La vera grandezza della Convenzione fu di ricreare il reale nell'impossibile. Agli estremi, Robespierre, fanatico del Diritto e Condorcet, fanatico del dovere.”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

Ninety-Three

“Prima di lasciare l’edificio, Spears fece una piccola deviazione per raggiungere una delle camere delle uova più recenti. Sul pavimento spiccavano solamente dieci, dodici uova deposte al massimo un paio di giorni prima. Grazie ai dispositivi di sor-veglianza installati ovunque, il generale sapeva di non correre alcun pericolo da parte delle creature a quello stadio di sviluppo. Inoltre, aveva dato ordine a un sottoposto di sbarrare le porte che in genere erano lasciate deliberatamente aperte in modo che i fu-chi potessero accudire le uova a loro piacimento. In tal modo, poteva concedersi di rimanere qualche minuto in quella sorta di incubatrice senza essere interrotto dai nervosi alieni addetti alla cura delle nuove generazioni.
Far visita alle uova lo riempiva di soddisfazione. I gusci elastici e carnosi, con i bordi superiori simili a petali ancora fissati strettamente l’uno all’altro per proteggere il loro prezioso contenuto toccavano una corda del suo cuore. Spears non era un uomo molto portato all’introspezione, un sognatore pronto a dispiacersi per un passato impossibile da mutare o un futuro ancora troppo lontano. Al pensiero preferiva l’azione e tuttavia in quel posto riusciva a cogliere una bellezza fredda e spietata. Davanti a sé aveva dei futuri guerrieri, discendenti dei più valorosi combat-tenti che l’uomo avesse mai conosciuto. E lui il combattimento, la lotta, la guerra ce li aveva nel sangue.”

Steve Perry (1947) scrittore statunitense

Origine: Aliens. Incubo, p. 74

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“Mi è capitato da giovane reporter di frequentare i principali personaggi di quella lunga tragedia africana – Lumumba Tschombé, Kasavubu, Mobutu…- e francamente non so se l'avvenire del Congo-Zaire sarebbe stato diverso, migliore, se invece di Mobutu fosse rimasto in sella uno dei perdenti. Ma il ricordo che ho di Lumumba è quello di un uomo che non ebbe il tempo – come ho detto – di corrompersi. Era un ambiziosissimo sognatore. Mobutu era un uomo d'azione. Un uomo di mano.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Mi è capitato da giovane reporter di frequentare i principali personaggi di quella lunga tragedia africana - Lumumba Tschombé, Kasavubu, Mobutu...- e francamente non so se l'avvenire del Congo-Zaire sarebbe stato diverso, migliore, se invece di Mobutu fosse rimasto in sella uno dei perdenti. Ma il ricordo che ho di Lumumba è quello di un uomo che non ebbe il tempo - come ho detto - di corrompersi. Era un ambiziosissimo sognatore. Mobutu era un uomo d'azione. Un uomo di mano.

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“Un artista è un sognatore che acconsente di sognare il mondo reale.”

George Santayana (1863–1952) filosofo, scrittore e poeta spagnolo

Origine: Da The Life of Reason; citato in Dizionario delle citazioni.

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“Saremo Vinti o Vincitori, sogni o sognatori, giochi o giocolieri, Navi o Marinai”

Amedeo Minghi (1947) cantautore e compositore italiano

Origine: “Navi o marinai” brano musicale

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“Noi, instancabili sognatori, abbiamo sempre qualche grande traguardo da raggiungere.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net