Frasi sulla storia
pagina 45

“Prima che sulla coppia, Eyes wide shut è né più né meno che un film sulla borghesia - ieri e oggi, dopo Barry Lyndon e l'89 di duecento e passa anni fa - e dunque, visto che il potere è sempre saldo nelle mani di questa classe, assistita o appena contrastata, oggi come oggi, solo da poteri più esoticamente criminali di essa, è un film sul potere, […] il Potere Borghese e Maschile sul corpo della donna e del ricco sul corpo del povero. […] Che cos'è questo film, in definitiva, se non una classica storia di "presa di coscienza", che a metà pone il protagonista di fronte a una crisi e lo costringe a cominciare a vedere? Con procedimenti non immemori di Hitchcock e di Lang, Bill è ora mosso nelle sue azioni dal senso di colpa, che però non è "cattolico" come nei due maestri, o metafisico alla Kafka, o psicoanalitico-edipico-freudiano, bensì precisamente e chiaramente sociale. E il clou ne sarà la conversazione con Ziegler (Pollack), il borghese cinico che sa e che ha scelto e che è "dentro" la grande rete nascosta del potere. Quello che prima era tutto freddezza di professionista acciuffadenari che esorcizza la morte e il male con il censo e il sesso, cambierà, sarà un'altra persona e un altro medico. […] È poco? È tantissimo almeno da dentro il mondo borghese di cui Kubrick parla e da cui proviene e in cui si era nevroticamente installato. Se i Bill e Alice del mondo lo capissero tutti, il mondo sarebbe diverso. […] A fine secolo, Kubrick non rinuncia quindi a "farci la morale" e noi gliene siamo grati, anche perché ci lascia qualcosa in cui credere. Di fronte a questo, che la prima lettura del film sia per i Bill e Alice del mondo meno godibile… affari loro. Chi ha occhi per vedere veda, sia pure tra sonno e veglia, e gli altri dormano pure l'immenso meschino complice doppio sogno del consumo e del consenso.”

Goffredo Fofi (1937) saggista, attivista e giornalista italiano
Henry De Montherlant photo
Papa Francesco photo
Michele Ainis photo
Norodom Sihanouk photo

“Ho degli idoli; De Gaulle di Francia, Tito di Jugoslavia, Mao Tse-tung e Chou En-lai di Cina. Erano grandi patrioti, eroi delle loro nazioni, guerrieri della liberta, liberatori delle loro patrie. In secondo luogo, erano molto, molto umani. Erano amati dai loro popoli. De Gaulle fu criticato mentre era in vita, perché ai francesi non piace amare un leader ancora in vita. Ma il De Gaulle morto è amato da tutta la nazione francese. Infine, erano amici fedeli. Capivano me e le mie motivazioni. Non sono come quei critici che credono che sono disonesto, machiavellico, e così via. No, non l'hanno mai creduto. Erano veramente fra i più grandi della storia dell'umanità.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

I have heroes - De Gaulle of France, Tito of Yugoslavia, Mao Tse-tung and Chou En-lai of China. They were great patriots, heroes of their nation, freedom fighters, liberators of their homeland. Second, they were very, very human. They were loved by their people. De Gaulle was criticized when he was alive, because the French don't like to love a leader who is alive. But the dead De Gaulle is loved by the whole French nation. And third, because they were faithful friends. They understood me, my motivations. They are not like those critics who believe I am dishonest, Machiavellian, and so on. No, they never believed that. Really, they are among the greatest in mankind's history.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Ho degli idoli; De Gaulle di Francia, Tito di Jugoslavia, Mao Tse-tung e Chou En-lai di Cina. Erano grandi patrioti, eroi delle loro nazioni, guerrieri della liberta, liberatori delle loro patrie. In secondo luogo, erano molto, molto umani. Erano amati dai loro popoli. De Gaulle fu criticato mentre era in vita, perché ai francesi non piace amare un leader ancora in vita. Ma il De Gaulle morto è amato da tutta la nazione francese. Infine, erano amici fedeli. Capivano me e le mie motivazioni. Non sono come quei critici che credono che sono disonesto, machiavelliano, e così via. No, non l'hanno mai creduto. Erano veramente fra i più grandi della storia dell' umanità.

Carlo Zannetti photo
Saddam Hussein photo

“Sapete che le donne prima della Rivoluzione [del 17 luglio 1968] erano in una situazione sociale ed economica simile a quella delle donne nel Terzo Mondo in generale. Ma la posizione delle donne è cambiata notevolmente, non in termini di progresso graduale e relativo, ma il cambiamento è stato sbalorditivo. Lungo la sua lunga storia, il Partito Ba'th Socialista Arabo si è sforzato a istruire le donne riguardo l'importanza della loro integrazione con gli uomini in tutti gli aspetti umani, politici e sociali.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

Variante: Sapete che le donne prima della Rivoluzione [del 17 luglio 1968] erano in una situazione sociale ed economica pressoché simile a quella delle donne nel Terzo Mondo in generale. Ma la condizione delle donne è cambiata notevolmente, non in termini di progresso graduale e relativo, ma piuttosto il cambiamento è stato tangibile. Nel corso della sua lunga storia, il Partito Ba'th Socialista Arabo si è sforzato di illuminare le donne sull'importanza della loro integrazione con gli uomini in tutti gli aspetti umani, politici e sociali.

Robert Katz photo
Mohammad Reza Pahlavi photo
Enver Hoxha photo
Jean-Jacques Servan-Schreiber photo
Kim Il-sung photo
Vasilij Semënovič Grossman photo
Kwame Nkrumah photo

“[…] il paese nativo della famiglia Bocchini da secoli si chiamava San Giorgio alla montagna, ma siccome i suoi colleghi ed amici solevano canzonarlo dicendogli: «Senti uomo della montagna… Vieni qua, montanaro…», Don Arturo fece fare un Decreto con cui quel nome veniva cambiato in quello più ambito e meno equivoco di San Giorgio del Sannio. (Arturo Bocchini, il superdittatore giocondo, ovvero la storia della polizia fascista. Le oneste origini familiari, p. 209)”

Cesare Rossi (1887–1967) politico e sindacalista italiano

Personaggi di ieri e di oggi
Variante: [... ] il paese nativo della famiglia Bocchini da secoli si chiamava San Giorgio alla montagna, ma siccome i suoi colleghi ed amici solevano canzonarlo dicendogli: «Senti uomo della montagna... Vieni qua, montanaro...», Don Arturo fece fare un Decreto con cui quel nome veniva cambiato in quello più ambito e meno equivoco di San Giorgio del Sannio. (Arturo Bocchini, il superdittatore giocondo, ovvero la storia della polizia fascista. Le oneste origini familiari. p. 209)

Franco Battiato photo
Jerome Klapka Jerome photo
Paul Feyerabend photo

“In sintesi: dovunque guardiamo, qualsiasi esempio consideriamo, vediamo che i princípi del razionalismo critico (prendere sul serio le falsificazioni; aumentare il contenuto; evitare ipotesi ad hoc; "essere onesti" qualsiasi cosa ciò significhi ecc.) e, a fortiori, i princípi dell'empirismo logico (sii esatto; fonda le tue teorie su misurazioni; evita idee vaghe e instabili; ecc.) ci danno un quadro inadeguato dello sviluppo anteriore della scienza e sono probabilmente destinati a ostacolare la scienza nel futuro. Essi ci danno un quadro inadeguato della scienza perché la scienza è molto piu "trascurata" e "irrazionale" della sua immagine metodologica. E sono destinati a ostacolarla perché il tentativo di rendere la scienza più "razionale" e più precisa ha, come abbiamo visto, la conseguenza di spazzarla via. La differenza fra scienza e metodologia, che è un fatto così evidente della storia, indica perciò una debolezza della seconda, e forse anche delle "leggi della ragione". Quei caratteri che ci si presentano come "sciatteria", "caos" o "opportunismo", quando vengono messi a confronto con tali leggi, hanno infatti una funzione molto importante nello sviluppo di quelle stesse teorie che oggi consideriamo parti essenziali della nostra conoscenza della natura. Queste "deviazioni", questi "errori" sono presupposti del progresso. Essi consentono alla conoscenza di sopravvivere nel mondo complesso e difficile in cui viviamo, ci consentono di rimanere liberi e felici. Senza "caos" non c'è conoscenza. Senza una frequente rinuncia alla ragione non c'è progresso. Idee che oggi formano la base stessa della scienza esistono solo perché ci furono cose come il pregiudizio, l'opinione, la passione; perché queste cose si opposero alla ragione; e perché fu loro permesso di operare a modo loro. Dobbiamo quindi concludere che, anche all'interno della scienza, la ragione non può e non dovrebbe dominare tutto e che spesso dev'essere sconfitta, o eliminata, a favore di altre istanze. Non esiste neppure una regola che rimanga valida in tutte le circostanze e non c'è nulla a cui si possa far sempre appello.”

XV; pp. 146-147
Contro il metodo

Richard Adams photo

“El-ahrairà ha scoperto laggiù
la fonte segreta dell'eterna gioventù. (zigolo giallo; La storia delle Tre Mucche, p. 52)”

Richard Adams (1920–2016) scrittore e glottoteta britannico

La collina dei ricordi

Caparezza photo
Daniele Rugani photo

“In un club come la Juve, con grandi campioni che scrivono la storia del calcio, bisogna entrare in punta di piedi. Io ho fatto così.”

Daniele Rugani (1994) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a Sky; citato in Il momento di Daniele http://www.juventus.com/it/news/news/2016/rugani-intervista.php, Juventus.com, 14 aprile 2016.

“Le città non hanno un'energia propria. Deriva dalla densità della loro storia, dal potere della loro letteratura e delle loro arti, dalla ricchezza emozionale degli eventi umani che vi hanno luogo. Spero che il racconto visivo provocherà emozioni autentiche, sentimenti complessi e anche contraddittori. Questo è ciò che ci fa innamorare delle città.”

Elena Ferrante (1943) pseudonimo di una scrittrice

Origine: Citato in Silvia Fumarola, Ferrante: "Spero che 'L'amica geniale' in tv dia emozioni vere" http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2017/05/28/news/elena_ferrante_spero_che_l_amica_geniale_in_tv_dia_emozioni_vere_-166660014/?ref=RHPPBT-VV-I0-C4-P10-S1.4-T1, Repubblica.it, 28 maggio 2017

Christian Rocca photo
Fiorella Mannoia photo
Alexandre Astruc photo

“[Su Alfred Hitchcock] Quando un uomo da trent'anni, e attraverso cinquanta film, racconta grossomodo sempre la stessa storia – quella di un'anima alle prese con il male – e mantiene lungo questa linea unica lo stesso stile fatto essenzialmente di un modo esemplare di spogliare i personaggi e immergerli nell’universo astratto delle loro passioni, mi sembra difficile non ammettere che ci si trova per una volta di fronte a ciò che appare sempre più raro in questa industria: un autore di film.”

Alexandre Astruc (1923–2016) regista, sceneggiatore e critico cinematografico francese

da AA.VV., Alfred Hitchcock, Cahiers du Cinéma, hors série 8, 1958, p. 59.
Origine: Citato in Giulia Carluccio, Il cinema americano classico, 1930-1960 in Paolo Bertetto (a cura di), Introduzione alla storia del cinema, 3ª ed., Torino, Utet, 2012, p. 135, ISBN 9788860083623.

Kim Jong-il photo
Ryszard Kapuściński photo
Papa Francesco photo
Massimo D'Azeglio photo
Richard Adams photo
Richard Adams photo
György Pálfi photo
Kim Jong-il photo
Louis de Bonald photo

“Molte persone leggono nella storia e scrivono sulla storia; troppo poche leggono e scrivono la storia.”

Louis de Bonald (1754–1840) politico e scrittore francese

Citato in Joseph François Gabriel Hennequin, Dictionnaire de maximes

Norodom Sihanouk photo

“Eh già, sono molto shakespeariano, un eroe tragico con un destino tragico e un paese in una situazione tragica. I francesi hanno già scritto un dramma su di me: La terribile ma inconclusa storia di Norodom Sihanouk, re di Cambogia. Ha molto successo, come Il re ed io, solo che quella è una storia molto allegra, mentre la mia è triste, molto triste.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

Oh, yes, I am very Shakespearean, a tragic hero with a tragic destiny and a country in a tragic situation. The French already have a play about me: The Terrible but Unfinished History of Norodom Sihanouk, King of Cambodia. It is very successful, like The King and I, only The King and I is a very happy story and my story is dark, very dark.
Citazioni tratte dalle interviste

Haile Selassie photo

“L'Etiopia, come è risaputo, ha una lunga tradizione di storia documentata che arriva indietro fino alle iscrizioni di Aksum. Il paese è stato anche fortunato nella sua scolarizzazione, basata sulle antiche scuole delle nostre chiese (le università del passato) che sono state guardiane della nostra cultura attraverso le epoche.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso di S.M.I. Haile Selassie I sugli studi etiopici, 7 aprile 1966; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

Haile Selassie photo
Henry De Montherlant photo
Ernst Hans Josef Gombrich photo
Richard Adams photo
Alessio Tacchinardi photo
Norodom Sihanouk photo

“I vietnamiti hanno riscritto la storia di Cambogia. Nelle scuole, quello che ora insegnano ai bambini è questo: Sihanouk era un pessimo leader, Lon Nol era peggio di Sihanouk, e Pol Pot era peggio di Lon Nol. Il Vietnam aiutò il popolo cambogiano e, grazie a questo, la Cambogia è ora felice.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

The Vietnamese have rewritten the history of Cambodia. What they now teach the students and children is this: Sihanouk was a bad leader; Lon Nol was worse than Sihanouk; and Pol Pot was worse than Lon Nol. Vietnam helped the Cambodian people and, because of this, Cambodia is now happy.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: I vietnamiti hanno riscritto la storia di Cambogia. Nelle scuole, quello che ora insegnano ai bambini è questo: Sihanouk era un pessimo leader, Lon Nol era peggio di Sihanouk, e Pol Pot era peggio di Lon Nol. Il Vietnam aiutò il popolo cambogiano e, grazie a questo, la Cambogia è ora felice.

“Shinji è un ragazzo normale, il tipo di ragazzo che potresti trovare ovunque. Come avrebbe potuto reagire venendo catapultato improvvisamente in una situazione anomala? Come avrebbero tremato per la paura il suo cuore e la sua anima? Provai a immaginare queste cose come faccio per tutti i miei ruoli, ma poi mi fermai. E decisi che mi sarei semplicemente immersa nella storia.”

Megumi Ogata (1965) doppiatrice e cantante giapponese

Origine: シンジは普通の男の子。どこにでもいる、普通の男の子。それが普通でないシチュエーションの中に投じられる時……どういう風に動くんだろう。心が、体が、どういう風に震えるんだろう。いつもの役作りの時のように探ろうとしかけて、やめました。そして決めました。物語の中を、泳ごうと (citato in The End of Evangelion Theatrical Pamphlet, a cura della Gainax, Koganei, 1997)

Franco Battiato photo
Leonard Maltin photo
Marino Marini photo

“C’è tutta la storia dell’umanità e della natura nella figura del cavallo e del cavaliere.”

Marino Marini (1901–1980) artista, scultore e pittore italiano

Origine: Citato in Rachele Ferrario, L’uomo che amava la vita e lo esprimeva con il bronzo, Corriere della Sera, 13 settembre 2017, p. 43.

Giovanni Fava photo

“L’agricoltura è anche una questione di cultura, è presidio del territorio ed è una sua declinazione in termini di storia e di tradizione”

Giovanni Fava (1968) politico italiano

Origine: Citato in L’agricoltura è anche cultura ma serve redditività per le imprese.. http://www.terredilombardia.info/lagricoltura-e-anche-cultura-ma-serve-redditivita-per-le-imprese/

Carlo Ancelotti photo
Mohammad Reza Pahlavi photo

“Noi siamo un Paese antichissimo: la storia della Persia si perde nella notte dei tempi.”

Mohammad Reza Pahlavi (1919–1980)

Origine: Risposta alla storia, p. 11

Emily Dickinson photo
Samia Nkrumah photo
Pol Pot photo

“Il Partito, il popolo, e l'intrepido Esercito Rivoluzionario di Kampuchea amano la loro patria più delle loro stesse vite, e hanno inflitto una sconfitta pesante e ignominiosa, senza precedenti nella storia, agli aggressori imperialisti statunitensi e ai loro lacchè.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Il Partito, il popolo, e l'impavido Esercito Rivoluzionario di Kampuchea amano la loro patria più delle loro stesse vite, e hanno inflitto una sconfitta pesante e ignobile senza precedenti sugli aggressori imperialisti statunitensi e i loro seguaci.

Richard Adams photo
Mohammad Reza Pahlavi photo
Haile Selassie photo
Donald Trump photo
Kwame Nkrumah photo
Louis de Bonald photo

“La storia troppo spesso non è che l'orazione funebre dei popoli morti, e la satira o il panegirico dei popoli vivi.”

Louis de Bonald (1754–1840) politico e scrittore francese

Citato in Joseph François Gabriel Hennequin, Dictionnaire de maximes

Donald Trump photo
Bruno Migliorini photo
Mohammad Reza Pahlavi photo
Haile Selassie photo

“Il colonialismo e la politica di razzismo impongono un esame di coscienza riguardo il tema dei diritti umani, che pesa ugualmente sulla coscienza di tutti gli uomini e di tutte le nazioni di buona volontà. La storia dimostra ampiamente che la libertà goduta da molti diventa fragile quando viene tollerata la negazione, anche solo a pochi, dei diritti umani basilari.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Da un discorso alla sessione inaugurale africana del consiglio di sicurezza delle nazioni unite, 29 gennaio 1972; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

Kim Il-sung photo
Tiziano Ferro photo
Tiziano Ferro photo
Hermann Hesse photo
Hermann Hesse photo
Hermann Hesse photo
José Saramago photo
Italo Svevo photo
Fidel Castro photo
Noam Chomsky photo

“"Populismo", un concetto con una storia mista, spesso piuttosto rispettabile.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense

Origine: https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/noam-chomsky-il-popolo-si-sta-rivoltando-contro-le-elite-che-lo-hanno-ingannato-il-populismo-non-centra-e-ha-anche-una-storia-rispettabile_a_23520785/

Anna Louise Strong photo

“In tutti i paesi, sia che essi fossero con lui che contro di lui, Stalin fece la storia.”

Anna Louise Strong (1885–1970) scrittrice statunitense

Origine: Da L'era di Stalin, Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 195.

Giorgio Gaslini photo

“Cage arrivò e sconvolse tutto e tutti riponendo sul tavolo il caso, l’aleatorietà, un diverso ruolo del compositore rispetto alla musica. Ora è storia e John Cage ne è uno dei grandi innovatori. Di fronte alla certezza lui introdusse il dubbio.”

Giorgio Gaslini (1929–2014) compositore, direttore d'orchestra e pianista italiano

Origine: Citato nell' interno http://www.diaforia.org/diaforiablog/files/2012/04/nc2b08_aprile_2012_cage_interno_ita.pdf della rivista diaforia n. 8, 10 aprile 2012

Giacomo Durando photo

“Era il frutto della manipolazione genetica compiuta in quel continente con l'innesto della storia occidentale sulla società africana. Nel momento di maggior gloria, Bokassa chiamava papà il generale de Gaulle, fratello il presidente Giscard d'Estaing, e cugino Amin Dada, allora sanguinario dittatore in Uganda. Questa era la composita, eterogenea famiglia cui sentiva di appartenere.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Era il frutto della manipolazione genetica compiuta in quel continente con l' innesto della storia occidentale sulla società africana. Nel momento di maggior gloria, Bokassa chiamava papà il generale de Gaulle, fratello il presidente Giscard d'Estaing, e cugino Amin Dada, allora sanguinario dittatore in Uganda. Questa era la composita, eterogenea famiglia cui sentiva di appartenere.

Adolfo Venturi (storico dell'arte) photo

“Ci fu un tempo, non tanto lontano, in Occidente, in cui il carattere laico e moderno del presidente iracheno era apprezzato, se non proprio esaltato. Il confronto con Khomeini concedeva un notevole vantaggio a Saddam Hussein. Di fronte alla rivoluzione islamica di Teheran, esportatrice di un oscurantismo inquietante, la classica dittatura di Bagdad, senza propositi missionari, sembrava un argine non solo accettabile ma provvidenziale. È capitato a molti di noi di scrivere o di pensare qualcosa del genere durante la guerra Iran-Iraq. L'Iraq non era proprio una diga democratica, questo no, questo nessuno ha osato dirlo: ma un utile sbarramento laico e moderno, ossia efficiente, sì: un argine, appunto, in grado di contenere un fanatismo come quello iraniano ansioso di ricondurre le società musulmane ai secoli più bui della loro storia, e di aggredire attraverso il terrorismo gli infedeli dell'Occidente europeo e americano. Al contrario degli ayatollah iraniani, i dirigenti del partito Baas iracheno non erano considerati una minaccia alla stabilità del Golfo, vale a dire del mercato del petrolio. Khomeini costruiva moschee, Saddam Hussein scuole e ospedali e caserme. Egli dedicava, è vero, una particolare attenzione a quest'ultime ed anche alle prigioni, come del resto faceva Khomeini, ma, al contrario di Khomeini, era al tempo stesso favorevole all'emancipazione delle donne, alle quali a Bagdad non veniva imposto il ciador. Quando negli acquitrini della Mesopotamia meridionale, dove si incontrano il Tigri e l'Eufrate, furono scoperti nel 1984 migliaia di giovani iraniani uccisi dai gas iracheni, la nostra morale non fu affatto scossa. L'utilità di Saddam Hussein, in quanto diga del fondamentalismo musulmano, placava le nostre coscienze. Soltanto quattro anni dopo, quando i gas furono usati per mattare la città curda di Halabja, ci furono alcune reazioni.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Ci fu un tempo, non tanto lontano, in Occidente, in cui il carattere laico e moderno del presidente iracheno era apprezzato, se non proprio esaltato. Il confronto con Khomeini concedeva un notevole vantaggio a Saddam Hussein. Di fronte alla rivoluzione islamica di Teheran, esportatrice di un oscurantismo inquietante, la classica dittatura di Bagdad, senza propositi missionari, sembrava un argine non solo accettabile ma provvidenziale. E' capitato a molti di noi di scrivere o di pensare qualcosa del genere durante la guerra Iran-Iraq. L'Iraq non era proprio una diga democratica, questo no, questo nessuno ha osato dirlo: ma un utile sbarramento laico e moderno, ossia efficiente, sì: un argine, appunto, in grado di contenere un fanatismo come quello iraniano ansioso di ricondurre le società musulmane ai secoli più bui della loro storia, e di aggredire attraverso il terrorismo gli infedeli dell' Occidente europeo e americano. Al contrario degli ayatollah iraniani, i dirigenti del partito Baas iracheno non erano considerati una minaccia alla stabilità del Golfo, vale a dire del mercato del petrolio. Khomeini costruiva moschee, Saddam Hussein scuole e ospedali e caserme. Egli dedicava, è vero, una particolare attenzione a quest' ultime ed anche alle prigioni, come del resto faceva Khomeini, ma, al contrario di Khomeini, era al tempo stesso favorevole all'emancipazione delle donne, alle quali a Bagdad non veniva imposto il ciador. Quando negli acquitrini della Mesopotamia meridionale, dove si incontrano il Tigri e l'Eufrate, furono scoperti nel 1984 migliaia di giovani iraniani uccisi dai gas iracheni, la nostra morale non fu affatto scossa. L' utilità di Saddam Hussein, in quanto diga del fondamentalismo musulmano, placava le nostre coscienze. Soltanto quattro anni dopo, quando i gas furono usati per mattare la città curda di Halabja, ci furono alcune reazioni.

Enrico Corradini photo

“Si parla molto di più del cinquantenario dell'indipendenza indiana a Londra che a Nuova Delhi o a Bombay. Là si ricorda l'inizio della ritirata imperiale, cominciata nell'agosto del '47 a Nuova Delhi e conclusasi neppure due mesi fa, il 1 luglio del '97, mezzo secolo dopo, a Hong Kong. Una lunga cavalcata nostalgica a ritroso. La Gran Bretagna ha la rievocazione facile. Non deve fare bilanci. Li ha già fatti. Se qualcuno, a Londra, vuol proprio tirare le somme, non gli riesce certo difficile sottolineare i risultati negativi di questi cinquant'anni postcoloniali dell'India. Così facendo, si può implicitamente rivalutare il tempo del Britsh Raj. È però un esercizio rischioso: è ridicolo giocare con la storia. La storia consente invece qualche considerazione su ciò che accadde realmente nell'estate del '47. Si può ricordare che l'impero britannico, seguendo un'abitudine (non solo) coloniale consolidata, si prodigò nell'accentuare l'ostilità tra indù e musulmani. Divise per governare. Si può altresì rammentare che gli inglesi se ne andarono (in anticipo sulla data prevista) come da una nave che affonda. Fu esemplare la decisione di decolonizzare, ma non certo il calendario precipitoso, dopo due secoli di dominio. Il 15 agosto '47 resta una data importante non solo perché ha visto nascere la 'più grande democrazia del mondo', ma perché ha dato il via al processo di decolonizzazione, che ha cambiato la faccia del mondo. Winston Churchill detestava l'India e gli indiani, e non lo nascondeva.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
Alessandro Della Seta photo