Frasi su collezione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema collezione, mondo, vita, libri.

Frasi su collezione

Heinrich Böll photo

“Io sono un clown, e faccio collezione di attimi.”

Opinioni di un clown

Phil Brooks photo

“John Cena, mentre te ne stai sdraiato lì, e spero che tu sia scomodo come non mai, voglio che tu mi ascolti. Voglio che tu assimili bene il mio discorso, perché prima che me ne vada, tra 3 settimane, con il tuo titolo WWE, ho parecchi sassolini che voglio togliermi dalle scarpe. Io non ti odio, John e nemmeno ti disprezzo. In realtà io ti apprezzo, ti apprezzo nettamente di più di quanto non apprezzi gran parte dei nostri colleghi. Io odio l'idea che tu sia il migliore. Perché non lo sei! Io sono il migliore. Io sono il migliore del mondo! C'è solo una cosa in cui tu sei migliore di me, ed è leccare il culo a Vince McMahon. Sei bravo a leccare il culo a Vince McMahon tanto quanto lo era Hulk Hogan. Non so se sei bravo quanto Dwayne, però. Lui è un leccaculo coi fiocchi. Lo è sempre stato e lo è ancora. Oops… sto uscendo dal personaggio! [cita la rottura della quarta parete] Io sono il miglior WRESTLER del mondo. Sono sempre stato il migliore, fin dal primo giorno. Quando sono approdato in questa federazione e sono stato svilito e odiato fin da allora, perché Paul Heyman vide qualcosa in me che nessun altro voleva ammettere. Esatto, io sono un pupillo di Paul Heyman. E sapete chi altri era un pupillo di Paul Heyman? Brock Lesnar! E lui ha salutato la compagnia, proprio come sto per fare io. Ma la più grande differenza tra me e Brock è che io me ne andrò con il titolo WWE. Ho conquistato così tanti degli immaginari allori di Vincent K. McMahon, che finalmente mi è chiaro: è proprio questo il punto, sono totalmente immaginari! L'unica cosa reale sono io, e il fatto che giorno dopo giorno, da quasi 6 anni, dimostro a tutto il mondo che io sono il migliore al microfono, sul ring e persino al commento! Nessuno sfiora il mio livello! Eppure, non importa quante volte lo dimostri. Non sono su quelle splendide tazze da collezione, non sono sulla copertina del programma, a malapena mi pubblicizzano, non mi fanno partecipare ai film, ovviamente non andrò mai su quei programmi merdosi sulle tv americane. Non sono sul poster di WrestleMania, non sono sulla sigla che viene prodotta a inizio show. Non vado da Conan O'Brien, non vado da Jimmy Fallon, ma la verità dei fatti è che non me ne frega niente. E fidati, non è la storia della volpe e l'uva. Ma il fatto che Dwayne sia nel main event di WrestleMania dell'anno prossimo e io no, mi fa schifo! Ah, ehi! Lasciatemi mettere in chiaro una cosa: voi che mi state acclamando adesso, voi siete il motivo principale per cui me ne vado! Perché siete voi quelli che bevono da quelle tazze da collezione, siete voi quelli che comprano le riviste sulla cui copertina non c'è il mio volto, e poi alle 5 del mattino in aeroporto cercate di sbattermele in faccia per farvele autografare e poi provare a rivenderle su E-bay, perché siete troppo pigri per trovarvi un vero lavoro! Io me ne andrò con il titolo WWE il 17 luglio e chissà, forse andrò a difenderlo alla New Japan Pro Wrestling, forse tornerò alla Ring Of Honor! Ehi, Colt Cabana! Come stai? Il motivo per cui me ne vado siete voi, perché dopo che me ne sarò andato voi continuerete a buttare soldi in questa azienda. Io sono soltanto un granello nell'ingranaggio. L'ingranaggio continuerà a girare e questo lo capisco. Ma Vince McMahon continuerà a fare soldi nonostante i suoi errori. È un milionario che dovrebbe essere un miliardario. E sapete perché non è un miliardario? Perché si circonda di sottomessi, insulsi e rincoglioniti yes-man, come John Laurinaitis, che gli dicono tutto quello che vuole sentirsi dire. E vorrei poter pensare che dopo la morte di Vince McMahon questa azienda andrà meglio, ma la realtà è che le redini saranno prese da quell'idiota di sua figlia [Stephanie McMahon] e da quel minchione del suo genero [Triple H] e dal resto della sua stupida famiglia! Lasciate che vi racconti un aneddoto privato su Vince McMahon. Noi facciamo tutta questa campagna contro il bullismo…”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

gli spengono il microfono

Emily Brontë photo
Antoine de Saint-Exupéry photo
Ernst Jünger photo
John Deacon photo
Mathias Malzieu photo
Filippo Tommaso Marinetti photo
David Hume photo
Italo Calvino photo
Italo Calvino photo
Pëtr Alekseevič Kropotkin photo

“Ma la Bibbia non è che una collezione di tradizioni babiloniche e giudaiche.”

Pëtr Alekseevič Kropotkin (1842–1921) filosofo, geografo, zoologo e anarchico russo

La morale anarchica

Marcel Proust photo
Reinhold Messner photo

“Quello di Moro e Urubko è un alpinismo classico, lontano sia dalle spedizioni commerciali che dalle collezioni di ottomila. Un alpinismo di esplorazione che punta all'essenziale.”

Reinhold Messner (1944) alpinista italiano

Origine: Citato in Moro verso il Nanga Parbat. Messner: «È vero alpinismo» http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/256802_moro_verso_il_nanga_parbat_messner__vero_alpinismo/, Ecodibergamo.it, 21 dicembre 2011.

Carlo Ginzburg photo
Roque Dalton photo
Vittorio Emanuele II d'Italia photo
Caparezza photo
Azar Nafisi photo
Paolo Mantegazza photo
Albert Einstein photo
Aldous Huxley photo
Marcel Proust photo
Voltaire photo

“[La teologia è] una collezione di risposte incomprensibili a domande senza senso.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Origine: Citato in Indro Montanelli, Là dove comincia il grande mistero di Dio https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/dove_comincia_grande_mistero_Dio_co_0_9605235872.shtml, Corriere della Sera, 23 maggio 1996.

Joseph Roth photo
William Beckford photo

“Temo che non sarò mai buono a nulla in questo mondo, se non per comporre arie, erigere torri, progettare giardini, far collezione di mobili in stile giapponese, e scrivere resoconti di viaggi in Cina o alla Luna.”

William Beckford (1760–1844) scrittore, critico d'arte e politico britannico

dalla lettera a Lady Hamilton a Napoli del 1781; citato in Malcolm Skey, postfazione a Vathek, 1989, p. 125

Albert Vanhoye photo
Alberto Manguel photo
Robert Laughlin photo
Giuseppe Marotta (scrittore) photo

“Ma io recensisco film o colleziono nemici?”

Giuseppe Marotta (scrittore) (1902–1963) scrittore e sceneggiatore italiano

Citazioni di Giuseppe Marotta
Origine: Citato in Fernando Palazzi, Dizionario degli aneddoti, Baldini Castoldi Dalai, 2000.

Fred Uhlman photo
René Lacoste photo

“Per vincere, mi servono soprattutto due cose che ciascuno può procurarsi: una collezione completa di libri sul tennis, e un muro in cemento, che logoro a forza di giocarci, e devo far intonacare ogni anno.”

René Lacoste (1904–1996) tennista e stilista francese

Origine: Citato in Gianni Clerici, 500 anni di tennis, Mondadori, 2007, p. 192. ISBN 88-370-5469-4

Giorgio Bassani photo
Fritjof Capra photo
Stella McCartney photo
Luigi Capuana photo
Guido Ceronetti photo

“[…] così come in quasi tutte le opere della Valduga, il rigido schema metrico, costituito dall'alternarsi obbligato di rime e misure sillabiche, serve all'autrice per poter incanalare la piena sensuale che traspare dalle sue composizioni poetiche e per attenuare il suo lessico estremamente crudo ed erotico.”

Luigi Baldacci (1930–2002) critico letterario italiano

in Nota introduttiva a Patrizia Valduga, Medicamenta e altri Medicamenta, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 1989 ISBN 8806116185
Citazioni di Luigi Balducci

“Sgonnellavi orgogliosa delle tue | terga. Riuscii | a spillarti farfalla ancora | ad ali tese nella mia bacheca | da collezione contro i poligami knock- | down cui sono votato.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

da Serena, in Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

Erri De Luca photo
Raimon Panikkar photo
Carl Gustaf Tessin photo

“[…] la scuola veneziana risulta trovarsi in una situazione eccellente, assai quotata in Italia; ma tra tutti quei "virtuosi", ce ne son pochi o punti che ci convincono. Passiamo in rassegna, se volete, questi signori. 1° Canaletti, Pittore di Vedute, lunatico, intrattabile, "Baptistisé", che vende un quadro da collezione (giacché non ne esegue d'altro genere) fino a 120 zecchini, e che s'è impegnato per quattro anni a non lavorare che per un mercante inglese, chiamato Smitt. Da scartare.”

Carl Gustaf Tessin (1695–1770) politico, collezionista d'arte e mecenate svedese

dalla Lettera a C. Horleman, 16 giugno 1736
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

Dino Risi photo
Nadine Gordimer photo

“Tale fede religiosa ha un carattere segnatamente pragmatista, poiché le manifestazioni di essa nei riti e nelle cerimonie rivelano una preoccupazione per assicurare alla vita umana una base solida di continuità. Il Norito, collezione di preghiere per le diverse festività, è orientato nel suo insieme a rivolgersi alle divinità per assicurarsi una vita migliore. Le parole usate nelle preghiere sono parole umane, ma possono anche essere chiamate "parole divine", nel senso che le divinità stesse le hanno trasmesse indirettamente, attraverso uomini specialmente dotati di spirito divino; e dunque in tal modo si stabilisce un dialogo tra le divinità e gli uomini, grazie al quale si ottiene il grande beneficio di una vita felice.
Ma la vita felice non era, per i giapponesi antichi come poi, e ancora, per lo shintoismo, una vita di oltre la tomba, bensì una vita presente, attualmente esistente. La felicità consiste nella sufficienza dei mezzi necessari per la vita, garantita, soprattutto nei tempi antichi, da abbondanti raccolti agricoli; ma, e ciò è alquanto sorprendente, anche dalla purezza del cuore. In ambedue gli aspetti, l'uno materiale e l'altro spirituale, si insiste molto nelle preghiere contenute nel Norito. Non si parla di peccati contro la divinità, tuttavia si accentua la purezza dei costumi come mezzo per placare gli dèi e ottenere i loro favori.”

da Shintoismo, cap. III.1c, p. 50

Mario Praz photo
Anthony Kiedis photo
Mordecai Richler photo
Fabrizio Mazzotta photo
Isabel Allende photo
Roberto Casati photo

“Invitare i lettori a non leggere gli articoli di Wikipedia e a preferire loro la Treccani, la Britannica o un’altra enciclopedia, cartacea o online, ma comunque provvista di un comitato editoriale è una cosa; convincerli davvero a farlo è un’altra. Di fatto, il problema dell’autorevolezza si pone a chiunque cerchi un’informazione. E dato che chiunque cerchi un’informazione ha molte probabilità di farlo usando Google, se un articolo di Wikipedia si trova in cima alla pagina di risposta di Google, come spesso capita, allora è inevitabile che si vada poi a guardare l’articolo di Wikipedia. La battaglia da combattere quindi non è invitare a non consultare Wikipedia o cercare di convincere che sarebbe meglio non guardare Wikipedia, quanto cercare di migliorare la qualità di quello che vi si trova, dato che è lì e non altrove che è probabile che i vostri amici, figli, colleghi e studenti finiranno per guardare, e dato che Wikipedia può venir editata.
Invitare ad intervenire su Wikipedia non è certo esente da rischi; innumerevoli possibilità di inquinamento si profilano all’orizzonte: persone che scrivono elogi ai propri beniamini (inclusi se stessi) e filippiche contro i propri nemici, interventi pubblicitari, vandalismo tribale o religioso, incapacità di mettere due parole in croce, impertinenza, dilettantismo e via dicendo. Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole. L’aneddotica invita a una certa cautela anche nel caso di enciclopedie cartacee di vecchio pelo. L’impareggiabile Edwards, luminosa enciclopedia di filosofia degli anni ’60 dello scorso secolo, avendo subappaltato le voci sulla filosofia italiana, offre al lettore una voce sull’assai marginale ‘Gallarate movement’ che tradisce la volontà del subappaltatore di dar lustro alle sue amicizie. Il Lexicon der Renaissance pubblicato nella ex Germania Orientale poco prima del crollo del Muro di Berlino può servire per un corso sulla cultura di regime della ddr e molto meno per ottenere informazioni sul Rinascimento. Più banalmente le enciclopedie, capitolazioni al tentativo di mettere ordine nel sapere imponendo l’unico registro classificatorio su cui nessuno ha obiezioni, ovvero l’ordine alfabetico, sono inevitabili specchi del loro tempo; non esistono enciclopedie perfette né metodi consensuali per generarle; non esiste un loro lettore da cima a fondo – e quando esiste, è un po’ eccentrico; sono collezioni di frammenti, legati a logiche decisionali che muovono da piani grandiosi e producono compilazioni di liste della spesa. E se servono, come servono, più a chi le scrive che a chi le legge, in quanto aiutano a mettere in forma semplice e concisa un sapere, o in quanto creano o cristallizzano identità culturali; allora la funzione addizionale di Wikipedia è che aiuta molti a chiarirsi le idee; non leggendo, ma scrivendo.”

Roberto Casati (1961) filosofo italiano

cap. Ha senso fare la guerra a Wikipedia?
Contro il colonialismo digitale

Enzo Biagi photo
Vittorio Imbriani photo
Vittorio Imbriani photo

“Perciò ha usato una di quelle frasi fatte apposta per rimanere nel personale Wikiquote, la collezione delle citazioni memorabili che ciascuno di noi si porta dietro per la vita. Come un patrimonio e un fardello al tempo medesimo.”

Pippo Russo (1965) sociologo, saggista e giornalista italiano

Origine: Da Il nucleare emotivo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/24/il-nucleare-emotivo.html, la Repubblica, 24 aprile 2011.

Arturo Pérez-Reverte photo
Mordecai Richler photo
Gustave Flaubert photo
Marco Malvaldi photo
Jung Chang photo
Don Was photo
Eugène Vermersch photo

“Ivi, in quel vasto salone così armonicamente grandioso, vediamo rispecchiarsi l'universalità e la varietà dello scibile riunito e classificato giusta gli antichi ideali, oggi smarriti per la necessità delle cose. Oggi perché possa conservarsi a una biblioteca il suo carattere generale occorrono mezzi di cui solo due o tre biblioteche al mondo possono disporre. Né è più possibile, per la mancanza di spazio, dare ai libri una classificazione materiale, e le stesse classificazioni ideali sono state surrogate da metodi più pratici e più comodi. La nostra Biblioteca Nazionale, la scarsezza della sua dote, ha serbato come ha potuto l'indole sua generale.
Essa da quando fu aperta al pubblico, è già quasi un secolo, e per molti anni dopo, fu annoverata tra le principali di Europa: non contava allora la Nazionale di Parigi i suoi due milioni e mezzo di volumi, né quella del Museo Britannico un milione e mezzo, né le altre di Pietroburgo, di Monaco, di Berlino, di Firenze avevano raggiunto o sorpassato il milione. Ora la Nazionale nostra, che possiede un 500,000 e più tra volumi ed opuscoli, mentre ha ancora innanzi a sé, sotto il rispetto del numero, parecchie biblioteche, oltre le già nominate, non ha poi nemmeno perduta quella rinomanza mondiale che le fu un giorno riconosciuta. Ciò si deve al grandissimo pregio dei suoi antichi fondi, alla rarità dei suoi bibliografici e paleografici, alla varietà e ricchezza delle sue collezioni speciali. Questa sua parte antica va diventando ogni dì più preziosa e ricercata, e basta per sé sola a mantenere a un grado elevato una biblioteca che ne è fornita, malgrado l'esser rimasta indietro, come questa nostra, negli acquisti delle cose moderne.”

Alfonso Miola (1844–1934)

da Le biblioteche, p. 267
In Napoli ieri
Origine: Tutti i dati riferiti da A. Miola sono relativi agli inizi del XX° secolo. Il saggio Le biblioteche, fu pubblicato nel volume collettaneo Napoli d'oggi, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1900.

Jeff Kinney photo

“Noi abbiamo qualche puro disegnatore che nulla ha da invidiare a certi acclamati francesi. Basterebbe nominare tre nomi: Cesare Pascarella, Luigi Arnaldo Vassallo e Pietro Scoppetta, i quali farebbero con una collezione dei loro disegni patetici o ironici, mollemente sensuali o rudemente sintetici, la fama di qualunque esposizione.”

Ugo Ojetti (1871–1946) scrittore, critico d'arte e giornalista italiano

Origine: da L'arte moderna a Venezia. [Esposizione mondiale del 1897 https://archive.org/details/lartemodernavene00ojet/page/214], Enrico Voghera Editore, Roma, 1897, p. 214.

Prevale photo

“C'è chi colleziona e chi seleziona.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net