Frasi su fine
pagina 33

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“E adesso, alla fine, la Terra era morta. L’ultimo patetico superstite era morto. Tutti i bilioni di anni, i lenti millenni, gli imperi e le civiltà dell’umanità, erano riassunti in quell’ultima, povera forma contorta… e quanto titanicamente privo di significato era stato tutto quello! Ora tutti gli sforzi dell’umanità erano arrivati davvero alla fine… quant’era mostruosa e incredibile la conclusione agli occhi di quei poveri sciocchi, felici per i loro giorni gloriosi! Ma il pianeta non avrebbe mai più conosciuto il calpestio delle centinaia di milioni di uomini… e neppure lo strisciare delle lucertole e il ronzio degli insetti, perché anche questi erano per sempre scomparsi. Adesso era venuto il regno degli arbusti spinosi e degli infiniti prati di erba secca. La Terra, come la sua fredda luna imperturbabile, era stata sommersa per sempre dal silenzio e dall’oscurità. Le stelle splendevano… l’intero pianeta avrebbe proseguito verso sconosciute infinità. Questo sciocco finale di un episodio insignificante non importava nulla alle nebulose lontane, ai soli appena nati, a quelli splendenti o morenti. La razza dell’uomo, troppo infinitesimale ed effimera per avere una vera funzione o uno scopo, era come se non fosse mai esistita. A tale conclusione erano pervenuti i millenni della sua farsesca e tormentata evoluzione. Quando i primi raggi del sole morente dardeggiarono la vallata, una luce illuminò la faccia stanca di una figura contorta sommersa dal fango.”

Howard Phillips Lovecraft (1890–1937) scrittore statunitense

explicit di Finché tutti i mari..., 1935

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“Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.”

H. G. Wells (1866–1946) scrittore britannico

Origine: Citato in Call of Duty 2 e all'inizio del videoclip This Is War dei 30 Seconds To Mars.

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“Per anni la gente mi ha regalato statue di fenicotteri rosa. Alla fine me ne sono liberato, perché le odiavo.”

Divine (1945–1988) attore e cantante statunitense

1982
Origine: Da un'intervista condotta da Vito Zagarrio durante le riprese del documentario Divine Waters, 1982; citato in Vito Zagarrio, John Waters, Il Castoro, Milano, 2005, p. 43. ISBN 978-8880333265.

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“Quante volte – e nei nostri riguardi ancor più spesso che nei riguardi degli altri – riteniamo forza di carattere ciò che alla fine è soltanto debolezza di sentimento.”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

da Motti brevi, n. 4, ne Il libro dei motti e delle riflessioni

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“Rat-Man finirà, ma non avrà mai fine. E non ho bevuto.”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Dall intervista a Leo Ortolani papà del non supereroe Rat-Man http://www.cartoonmag.it/news/intervista-a-leo-ortolani-papa-del-non-supereroe-rat-man.html di Nicola Garofano, CartoonMag.it, 11 maggio 2015.

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“Mi si chiede di John Cage. Penso sia stato, un rivoluzionario che ha contribuito a riportare la Musica Contemporanea su una strada storicamente accettabile chiudendo definitivamente con i tentativi assurdi e, a volte, dilettanteschi un passaggio storico di una sperimentazione fine a se stessa.”

Ennio Morricone (1928–2020) compositore, musicista e direttore d'orchestra italiano

Origine: Citato nell' interno http://www.diaforia.org/diaforiablog/files/2012/04/nc2b08_aprile_2012_cage_interno_ita.pdf della rivista diaforia n. 8, 10 aprile 2012

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“Alla Juve è come andare in fabbrica, ognuno rispetta il suo ruolo e il clima è rigido. Alla fine però nel calcio conta vincere e lì lo fanno. In altre piazze ho riscontrato più passione.”

Marco Borriello (1982) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata a Radio Marte; citato in Borriello: "Alla Juventus come in fabbrica. Avrei voluto finire al Napoli" https://www.foxsports.it/2018/10/12/borriello-juventus-come-fabbrica-avrei-voluto-finire-napoli/, FoxSports.it, 12 ottobre 2018.

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“E poi andammo a girare Vacanze in America, io facevo il prete burino, Don Buro. Andammo con Jerry Calà e Paolo Villaggio da Los Angeles a Las Vegas, al Caesar Palace, e stemmo lì una notte. Ci facemmo un sacco di risate e poi alla fine chi pagò il conto fu Carlo Vanzina perché nessuno di noi aveva più una lira, avevamo perso tutti i soldi. E toccò a lui pagare cena e albergo.”

Christian De Sica (1951) attore italiano

Origine: Da intervista di Arianna Finos, Christian De Sica: “Carlo era più bravo di tanti autori che non hanno lasciato il segno” https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/07/08/news/christian_de_sica_vanzina-201234462/, Rep.repubblica.it, 8 luglio 2018.

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“Valentino, il brillante giornalista, il fine intellettuale, il forte economista.”

Norma Rangeri (1951) giornalista italiana

Origine: Da Con Valentino, compagno di tutti https://ilmanifesto.it/con-valentino-compagno-di-tutti/, Ilmanifesto.it, 1° maggio 2018.

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“La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.”

Giovanni Falcone (1939–1992) magistrato italiano

Origine: Da un'intervista di Gianfranco D’Anna a Giovanni Falcone, RaiTre, 30 agosto 1991. Il testo è citato dalle seguenti fonti secondarie: internazionale.it http://archive.is/wip/67VMy, libreriamo.it http://archive.is/SobPd e dal libro di Vincenzo Pilato La Mafia, la Chiesa, lo Stato https://books.google.it/books?id=KM5GiGoRknAC&pg=PA23, Effata Editrice, 1 gennaio 2009, p. 23, ISBN 9788874025305.

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La consueta salsa di pane del lieto fine.”

Henry James (1843–1916) scrittore e critico letterario statunitense
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“Conobbi un uomo interessante: non aveva principi. Un uomo, un vero uomo, non ha principio né fine.
Come Dio.”

Vicente Huidobro (1893–1948) poeta cileno

http://guide.supereva.it/letteratura_sudamericana/interventi/2004/10/179924.shtml

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“Amanti Noi

Lene il suo giuncare
la mia pelle
con le sue trepidazioni
come drappi di luce d'estasi
sparsi dappertutto su di me
a tinteggiarmi d'ambra,
oro pregiato per i suoi occhi
all'imbrunire della sera!
E una florida carezza madreperlacea
su cui adagiare il suo cuore
accanto al mio
cinse l'incanto che
il tempo sprigionava
senza una clessidra
a suggerirci una fine!
Flamine era l'immensità
della voce del suo sguardo
quando mi parlava
a suon di liuto al chiarore
delle stelle nascenti nell'indaco
di quel turbamento
che desiderava agghindarmi
di sol di porpora
e coralli da accostare
tra i petali di rose e i diamanti con cui adularmi
in quei suoi baci d'amore, brillantini sulle mie labbra timide nella bramosia!
Ove far scivolare
ogni desiderio
delicato quanto profondo
in fondo alla mia anima
come gocce di glicine
in grappoli penduli
ad addolcire i miei occhi,
per dissetare i miei sensi rapiti dal suo culto imperante!
E come farfalle bianche
che si librano in ogni direzione nel mio essere
ammaliato in quell'incontro
sublime in piena di letizia
e di sussulti in quei sussurri
luminosi e incandescenti
vibravo armoniosamente, mentre pervadevano
nelle nostre sensazioni
e nelle nostre parole
quelle non dette,
ma dettate dalle nostre mani
intrecciate pronte
per accogliere e allacciare
un unico abbraccio eterno
ove fermare il tempo,
il dolce sentire
delle nostre pelli,
I nostri corpi recitare poemi
intrisi di passione
nella danza della dolce voluttà!
Amanti noi…
In una notte già vissuta,
cadde una stella,
sotto lo sguardo pallido
della luna piena di miele,
un desiderio in
un unico destino,
nasce l'amore etereo nell'eterna atmosfera!
E quella fresca folata
di venticello che disegnava
le nostre pelli scoperte
senza arrossire al pudore,
adagiate sulla calda
terra della natura
sotto le folte chiome
degli antichi ulivi,
mi spogliava dai
miei ultimi petali multicolori
di quei fiori che coltivavi
unicamente per me,
affinché il tuo calore d'amore
mi coprisse il cuore
fin quando l'alba
non ci guardasse
sorpresa coi suoi
primi raggi di sole
alla luce di questo mondo
non giudicandoci
amanti segreti di un ardore,
che si consuma
con l'eccitazione
di una piccola eternità
in un momento fra tanti
che decanta
passione al firmamento,
ma semplicemente chiamandoci urlandoci,
Amore! E non…
Amanti noi
in questo nostro amore,
un amore che vive e
che ama solo per amore!”

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Illusione

Come un irrisolto
l'enigma mistero
spazia confini
nell'interstizio dei due cuori,
verticali assonanze
intersecati nei respiri flebili
dischiusi come ombrelli
a riparare dall'illusione cieca,
mentre suona mélo
il celtico cantico antico dell'universo astratto velleitario
nel fato di quegli occhi,
strade intrecciate
nello sguardo magnetico
dalle radici recise dal fuoco
della verace verità
che parla la lingua
della vita reale viscerale
a separare mani protese
l'uno per l'altra,
proteste al disincanto amore.
Come fumo liberatorio
che si libra in aria
quell'incenso del candelabro a quattro posti a evocare
aria e acqua, terra e fuoco,
così i loro olezzi dell'essere
si palesano ai loro petti
riscoprendo diversi
i loro pulsanti spiriti,
spiagge nel deserto del cuore
inviolate e inesplorate
ove ideare zattere dell'addio
che accarezza e materializza
la fine dell'illusione effimera
che plana verso il fango
della sua fasulla magia
nel palustre dell'inganno.
Esaltando le proprie ragioni
che slegano il nastro
del legame indissolubile
in due parti uguali…
Lui l'essenza della chimera
nell'etere fanatismo nel viaggio spazio temporale.
Lei l'equilibrio della ragione illuminata dalla fede
che vivifica la vita
nel tangibile reale
coi piedi in marcia sulla terra.
Ellittiche visioni personali
occludono il fluido sentire
dal manoscritto di quel amore
che destatosi dalla sua fulgore eccitazione,
ne firma il capolinea dell'illusione!

© Laura Lapietra”

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“Il tuo sogno non avrà mai fine finché non smetterai di crederci.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

“Oltretutto Oltremondo

E mi manchi ancora
carezza d'estate
di seta a fiori variopinti
di sussulti e bisbigli d'amore sulla mia rosea bocca
orfana di rugiada
del tuo ardore,
orfana di alacrità
nelle tue movenze,
orfana di quei fondali
nei tuoi occhi colmi
di buriana tinta di porpora,
vento caldo che incendia
il dolce miele
sulla pallida pelle mia
arsa di candore!
Ma il rancore
è un sandolino acredine
che mi porta in alto mare come vogatore vagabondo,
e possiedo un solo remo disuso arrugginito
di salsedine lacrime,
di quei sentimenti crisoberilli
da disperdere
nell'infinito azzurro
dove non puoi sentire
le urla disperate
dei miei lamenti,
non puoi percepire
quanto soffro la tua assenza, non puoi immaginare
quanto mi manchi ancora, oltre la tetra fine
di un tramonto dipinto
col guanto senza indulgenza sul cencio insensato
del nostro fato!
Oh no, caro amor
che il seno del mio livore
ho coperto di timide illusioni tra le frecce ammorbate d'ira. Oh no caro amore mio
non te lo dirò mai più
che ti amo ancor più del sole quando illumina
tutte le sue stelle
per farle sfavillare
al suo sguardo,
come le mie rosse gote
al tuo tenero sguardo
di predilezione!
E mi lascio perdere così,
tra scontrosi fluttui
e forse un'altra onda
mi travolgerà inghiottendomi nelle sue viscere
per assaporare la consistenza del mio essere
come hai fatto tu,
dopo aver rubato lene
a corde di arpa
e canto di musa
le perle della mia gioia
di cui mi cibavo per amarti! Oltremodo, oltretutto, oltremondo.

©Laura Lapietra”

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La fine delle nostre vite ha inizio il giorno in cui iniziamo a tacere riguardo le cose che contano.”

Martin Luther King (1929–1968) pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili

“Rugiada Aeriforme

Poserò le mie labbra
col bacio più dolce
sui petali di crocus
ai primi raggi di sole,
e tu coglierai con baldanza
l'estratto d'emozione
del cuore accogliendolo
nel buon giorno che svecchia
il fato tra le nostre radici d'amore estasiandoti, annusando l'essenza
del karma che trascrive
nuove formule per noi
sul leggio della vita
nella carezza del vento
sulle spighe di grano
già recise nel celebrare
quel tramonto d'autunno senza fine che verrà,
dove la dolce rugiada
non consuma tempo
nel pianto di quel che sarà,
aeriforme ma consapevole respira il momento
che si interrompe solo
al risveglio della lenta
e lunga accorata cupidigia
accanto al bianco delle pietre dei muretti a secco dei trulli, ove si fanno testimoni origliando nel segreto
di quel che i nostri nembostrati sveleranno coartamente sui petali
del sogno quando
rinnegando nel disgregare completamente un punzone, che effige la speme
mentre fugge sbigottito
dalla sua falce di luna calante per finire poi anche noi
col palmo della pece fine preannunciata con scroscio,
e poi guazzi sul terreno noi disarmi sparsi coi viola petali calpestati dal cruccio
nel dissolverci sfiniti
evaporando con essi,
anche quell'ultima goccia
che bacerai sul ciglio di fiore
che nascerà nella mite aura
come germoglio per vivere
di luce d'anima ubbia,
riluttante nel combattere
l'amor che non si vuole,
ma tutto è disposto a dare
per poter vivere
davvero d'amore,
ma d'amore davvero
si ha solo timore
di sentir decantare il cuore
quel cuore che non crede più,
ma in cibrei parole
d'amore vuol cantar
come sole scottante
a mezzodì d'estate accesa.

©Laura Lapietra”

“Amore Aeriforme

Poserò le mie labbra
col bacio più dolce
sui petali di crocus
ai primi raggi di sole,
e tu coglierai con baldanza
l'estratto d'emozione
del cuore accogliendolo
nel buon giorno che svecchia
il fato tra le nostre radici d'amore estasiandoti, annusando l'essenza
del karma che trascrive
nuove formule per noi
sul leggio della vita
nella carezza del vento
sulle spighe di grano
già recise nel celebrare
quel tramonto d'autunno senza fine che verrà,
dove la dolce rugiada
non consuma tempo
nel pianto di quel che sarà,
aeriforme ma consapevole respira il momento
che si interrompe solo
al risveglio della lenta
e lunga accorata cupidigia
accanto al bianco delle pietre dei muretti a secco dei trulli, ove si fanno testimoni origliando nel segreto
di quel che i nostri nembostrati sveleranno coartamente sui petali
del sogno quando
rinnegando nel disgregare completamente un punzone, che effige la speme
mentre fugge sbigottito
dalla sua falce di luna calante per finire poi anche noi
col palmo della pece fine preannunciata con scroscio,
e poi guazzi sul terreno noi disarmi sparsi coi viola petali calpestati dal cruccio
nel dissolverci sfiniti
evaporando con essi,
anche quell'ultima goccia
che bacerai sul ciglio di fiore
che nascerà nella mite aura
come germoglio per vivere
di luce d'anima ubbia,
riluttante nel combattere
l'amor che non si vuole,
ma tutto è disposto a dare
per poter vivere
davvero d'amore,
ma d'amore davvero
si ha solo timore
di sentir decantare il cuore
quel cuore che non crede più,
ma in cibrei parole
d'amore vuol cantar
come sole scottante
a mezzodì d'estate accesa.

©Laura Lapietra”

“Il Mastio

Edificherò
un mastio di crisoberillo
più esimio
che sia mai esistito
sul volto della terra
di alessandrite
su berillo dorato,
pietra dopo pietra
solo per vederti
andar via,
come erinni in foga
sul phaeton della ritrosia
invitto nella remora
dei tuoi gesti incongrui
tra il pietrisco
dei tuoi scipiti errori!
Esultando
come una baiadera
in avanspettacolo
che precorre
il lungometraggio
del mio destino
volto come un infinito
inno al cielo,
leggiadra volteggerò!
Al fine giuliva
di respirare pace
che un dì passato
ho smarrito nell'incrociare
i miei batticuori nei tuoi,
per farne brace
al primo fatuo
sonno d'amore
senza risveglio
per orgoglio,
al primo bacio dell'alba
che sfiora il cuor,
ove ormai nello sfiorire
delle ore nel disamore
che gela ogni velleità
mai intonate per un noi,
si erge irto il distacco
tra il bene e il passato
che ha fossato
e inabissato nella dispnea
che finalmente
porti via con te,
lasciandomi fausta
rediviva di affacciarmi
da quel mastio
in fiore colorato
ove in olezzi
di nuovo amore
in cui daccapo
finalmente mi disseterò,
per divergermi lesta
dal tuo ricordo lestofante!
Rinascerò nell'idillio
di una nuova stagione
di me stessa
nelle schiette braccia
del fato amico
a tinteggiare di cobalto
albe nuove prive
di fumo da mal bruciato,
a causa della tua
mal deferenza,
io rinasceró
come raggio di sole
in mezzo all'universo
a sfolgorante sul buio
di cui mi hai cinto
quando a metà vivevo,
io rinasceró e per te
rimorso sarò.

©Laura Lapietra”

“Radiosa Speme

E mi incammino mero scalzo
nei versi cinerei del tempo
tra le pigre piaghe dei solchi
degli eventi sordi e ostili,
ai riarsi gemiti
in quella ambascia
che m'investe monsonico
nel recinto spinato
prominente di cespugli
di rose assenti
al sorriso della lucente vita
nei miei limiti,
al confine della mia
intrinseca fede
volta alla radiosa speme
di quell'albore che mi veste
di lene intrepidezza
nell'oltrepassare l'acre sentito
del mio lungometraggio,
senza fine ai minuti
del mio irresoluto
destino ricamato
a punto ermellino
sulla pelle di seta del cuore
similare a pioggia di stelle!
Oh cuore mio sei dunque
foce di fiducia nell'avvenire?
Oh caro cuore mio
confidarmi flebile quanto ancor dovrò camminare
per non morire d'emblée
da greve manrovescio,
quando ostile vuol effigermi
sul viso mio riflesso
al propizio astro celeste
senza nebulose che offuschi
a rendermi buona sorte.
Cuor mio terso e impavido
nel cobalto respiro persuaso
da fulgida sterminata fiducia,
sussurrarmi ancora ti prego
quel segreto antico
che ancora e ancora
ti lascia risorgere
da torbide acque
lindo e cheto senza
fronzoli penduli d'incertezze,
a serrarti il sorriso
nella intima pozzanghera
che inghiottire ti vorrebbe!
Ragguagliami inarrestabile
all'invocarti del giorno
e sulle fauci della notte,
affinché di radiosa speme
al sapor di vaniglia
io viva chiara nell'amore
in serbo in grembo alla vita
che a sé mi intreccia,
per non lasciarmi sdrucciolare via
negli arroventati fondali
dai spigolosi enigmi
che inghiottirmi mi vorrebbe,
ed io per sempre ti loderò
come un dio d'oro
originato nel mio petto
unicamente per rendermi
libra nell'essenza d'anima
che designa il mio folklore.
©Laura Lapietra”

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“Prima o poi verrà la fine della punizione, l'espiazione dei peccati; quindi vivi peccando e non fare il buono: non serve a un cazzo.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

“Patrimonio Marino

Nel profondo abisso dell'immensurabile liquido
dove il sole astrale
in superficie
ilare si riflette,
le creature marine placide
volteggiano in sinfonia
in un mondo intricato
e affascinante
sconfinando con le pinne
in eleganti dichiarazioni
di abili cacciatori,
sfoggiando la loro bellezza!
Immergiti
nella profondità del mare
e scoprirai un universo
di colorate meraviglie
dove le stelle marine adornano il fondale,
come sottili gioielli scintillanti.
Coralli artigianali
si ergono maestosi
formando l'habitat
per molte specie,
le loro ramificazioni intricatamente intrecciate
sono un mosaico
di colori e fantasie.
Le alghe fluttuanti,
come lunghe vesti di seta,
s'ondulano al ritmo
della marea,
le loro sfumature di verde smeraldo e blu profondo
risplendono
con una bellezza senza fine!
Oh quelle creature
strane e affascinanti popolano le azzurre acque,
come i cavallucci marini
con il loro
movimento sinuoso,
e le meduse che fluttuano come ombre eleganti
i loro tentacoli danzano
con grazia nella corrente,
per poi nascondersi
tra gli anfratti delle rocce.
Gli astri marini
aprono i loro raggi di luce,
come fiori sotto il sole
si schiudono al mondo,
con colori vivaci
e innumerevoli dettagli!
In questo regno acquatico
di vita e meraviglia,
il valore della biodiversità
si rivela strabiliante
agli occhi di noi uomini,
e la fragilità di questo ecosistema straordinario
ci ricorda l'importanza
di proteggere e preservare
in ogni sfumatura del tempo
questo prezioso
patrimonio marino
dalla sinistra mano maldestra
di chi vuol infettare
le sue viscere.
Lasciati trasportare
dal suo antico sapore
e troverai paradiso di casa
per il tuo altrove.

©Laura Lapietra”

“Velleità D'Amore

Candore sinfonico
di foriero del giorno
mormora al cuor note d'oriente,
nenie diuturne che euritmicano
riecheggiando dentro
celando trepidazioni proscritte
in danzanti strofe
nei meandri d'eternità,
lasciandomi incerti trasogni
in minuscole poesie connesse
come intrecci di fili d'oro
in mille metafore come fiori sparsi nel turchese prato
di questo immenso mare
dallo sguardo ondulato!
Un panorama intenso
nella sua estesa di fine Agosto,
e come lieve brezza accarezza
la mia anima in fuga e persa
nel mistero del suo effluvio,
disegna ricordi da vivere
nel futuro che non vuol avanzare!
Oh incanto di luce sei, amor mio,
dove sei o vibrazione divina?!
Oggidì che pigramente scorri
tra le linee del mio destino
per poi traboccare nei colori
del tramonto sfumato d'amore,
colori l'orizzonte di sussulti
in quei sbuffi di nugoli gridellini,
suvvia raccontami una favola
sulle sue labbra come rose
in fiammelle di passione
sulle mie altrettanto infuocate,
e del suo respiro nel mio
che come musica ci sospinge
nel più alto dei cieli,
raccontami ti prego oggidì,
ancor chimera per i miei occhi
sarà il suo cuore per me?!
Ancora la sogno ad occhi aperti
sulle ali del destino
che ancor mi seppellisce
nel profondo delle mie lacrime
di questa realtà che triste
si spegne lenta disperdendo
ogni velleità d'amore,
come scuri coriandoli al vento!
Io chiudo il mio viso tra le mani
nel disincanto di poterla
un giorno veder arrivare,
poterla venerare
e godere d'amore al suo fianco,
fino all'estremo del mio
veemente ardente sentimento
che non si esaurisce
alla fine della notte
senza luna che sorride,
mentre io disteso
sullo scoglio mi assopisco
nel più bel sogno
che lei possa esser qui
mia per sempre,
esprimo desideri alle stelle
che brillanti sorridono
facendomi da trapunta
scaldandomi il cuor
morente d'amore per lei,
che ancor mistero è per me!



© Laura Lapietra”

“Instabile Clima

Nel vasto politeama del mondo
il clima pavonesco danza
come orchestra di vento,
che incanta nello sgomento!
La terra,
palcoscenico mutevole
ospita quel cambiamento,
come musical commedy,
una tranche di tormento.
L'oceano,
come un pittore abile
ma distratto
dipinge ornamenti di frastagli
contro imprudenti scogli
a inabissarli nelle sue acque
col suo nuovo stile,
ameni sfide!
Le correnti,
come tersicoree in scena
avvicendano ritmo
e movimenti senza pena,
pericolosa avanscena!
Il sole,
come signore dorato
un altero regale
dirige il suo calore,
senza uguale!
Mentre la pioggia,
spruzza e crea a catinelle
come folle artista
i suoi schizzi bagnati
dal petricore che affonda,
nel volume che esonda!
L'aria,
come compositore
di flauto traverso,
senza una fine
scrive nuove note
nel suo vasto confine!
E le verdi montagne,
come giganti imponenti
scolpiscono il paesaggio
con gesti possenti.
Ma l'uomo,
come un intruso smemorato
altera questo equilibrio
tutto sconcertato!
Col suo sregolato progresso, inarrestabile
lascia il pianeta
in uno stato instabile!
Così il clima,
come un'opera bizzarra
si trasforma per noi
in un nuovo dramma dato in arra!
E mentre la natura
cerca di resistere,
l'uomo dovrebbe
agire per non disperdere!
Oh, al bivio di questa storia,
una scelta memorabile
dobbiamo affrontare
e ritrovare saggezza
che ci ha abbandonato,
dobbiamo ammantare!
Oh, per salvare questa Terra
bisogna agire con coscienza
con la mente e con il cuore,
bisogna liberarla dall'anteguerra
che poi scivola in guerra!
Rispettare la natura
che ci ha generato,
affinché possa ancora
regalare quel futuro ben sperato!
Dare voce alle voci
di chi è stato oppresso,
per proteggere gli esseri
che sono stati messi
a rischio espresso!
Perché il clima
come fiore delicato,
ha bisogno di cure
per non soccombere abbagliato!
E come sinfonia, uniti,
dobbiamo suonare,
per onorare la bellezza
che il mondo sa creare!
Il finale è nelle nostre mani.
Noi siamo gli autori,
dovremo scrivere una storia
che cancelli gli orrori!
Rinveniamo in armonia
la vera essenza della vita
senza quella sporca ipocrisia,
in questo marasma consunto
del consumismo esaltato
alterando quel clima ammalato,
in questo vasto politeama
del mondo,
dove il clima pavonesco
danza in discordanza
una fievole baldanza
che pian piano sbiadisce
la sua dolce fragranza.

©Laura Lapietra”

“Eterno Amore

Oh tenero eterno amore,
dipinge acquiescente senza posa 
che rifiati la mia bianca anima,
come seta mulberry 
nelle piaghe dei pallidi sorrisi 
nei refoli di vento primaverili,
con tocchi gentili agli occhi 
ad accarezzare dolcemente
le mie gracili gote
trasognanti delle tue dita 
a percepire con oro rosa e brunito
le antiche reminiscenze 
sui melliflui versanti
del mio veemente cuore,
ancora drudo e perso di te! 
Con la malleabile pennellessa
del miraggio che riflette
leggiadre giravolte rarefatte 
di atone caterve fiorite
in aliti d'amore mai eclissati, 
e drappi di brezza d'albore! 
Dipinge ancor originando etra 
intinta nel fato dei singulti
della danzante nostalgia 
sul lapideo suolo cinereo,
l'anima mia intrisa in colori 
di spente tacite lacrime
sgretolate sul trabucco 
ove lo sciabordio di risacca
inerme mi riconducono 
nei desueti e giulivi momenti,
tra le tue braccia olezzanti 
di porpora amore vero
e amaranto impeto puro, 
mentre lentamente spira
la speme del mio gouaches 
nel non dissolverti
tra i tenui colori senza fine 
dei miei pigri amorfi giorni,
senza liridi nel blu della notte 
come fulgide sorelle amiche
a darmi sguardi di luce 
come boccioli di rose rosse. 
Dove le mie cupidità
si traducono in realtà
solo nell'infinito dei miei sogni… 
Ove l'inesorabile realtà
non può strapparti più via il respiro 
dei tuoi lieti sogni,
e dei tuoi lemmi più profondi, 
ove il tuo riposo eterno
si perpetua sol col mio, 
nel dolce sonno di questo eterno amore, senza più sole. 

Laura Lapietra ©”