Frasi su linguaggio
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“La gente deve capire il mio carattere. Io parlo con il mio linguaggio del corpo, non ho maltrattato nessuno. Se vogliono mandarmi fuori ad ogni partita, niente problema. Vincerò questo campionato perché la mia squadra è una squadra forte.”

Paolo Di Canio (1968) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

People have to understand my character. I speak with my body language, I didn't abuse anybody. If they want to send me off every game, no problem. I will win this league anyway because my team is a strong team.
Origine: Dall' intervista http://www.bbc.co.uk/sport/0/football/16559842 dopo la partita Swindon 1-0 Macclesfield, BBC.co.uk, 21 gennaio 2012.

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“Trapattoni è un grande tecnico perché parla il linguaggio dei calciatori.”

Lothar Matthäus (1961) allenatore di calcio e calciatore tedesco

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 31, ISBN 88-8598-826-2

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“Il pregiudizio non ha colore, come non lo ha il più squallido maschilismo, tanto più insopportabili quando provengono da forze politiche che delle questioni di genere e della lotta al razzismo fanno una loro bandiera. La politica non potrà ritrovare ruolo e credibilità finché non saprà recuperare sobrietà e liberare il suo linguaggio da questi eccessi, sempre più intollerabili.”

Laura Boldrini (1961) giornalista e politica italiana

Origine: Citata in Kyenge, caso Valandro: consigliere Sel "mollatela ai negri". Boldrini: "Grave e squallido" http://www.repubblica.it/politica/2013/07/20/news/garbin-boldrini_kyenge-63374104/, Repubblica.it, 20 luglio 2013.

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“Solo in un Paese ammorbato dalla pseudocultura della sinistra si sta ad almanaccare se persone come Quattrocchi siano eroi o mercenari. Parlare di mercenari significa sposare lo stesso linguaggio di chi inneggia alla resistenza irachena. Quattrocchi ha dimostrato a tutti il suo vero sentimento. E con quella frase gridata non si può negare che sia morto da eroe.”

Sandro Bondi (1959) politico italiano

Origine: Citato in Lorenzo Fuccaro, Striscioni allo stadio, email americane: «Quattrocchi eroe» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/19/Striscioni_allo_stadio_email_americane_co_9_040419031.shtml, Corriere della Sera, 19 aprile 2004.

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“Un esempio deteriore di impiego gratuito di stilemi ex-colti è dato dalla prosa del cronista sportivo Gianni Brera, che rappresenta un esempio di "gaddismo spiegato al popolo", là dove il "popolo" avrebbe bisogno solo di un linguaggio appropriato alla materia trattata.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Origine: Sintetizzata in «Brera è Gadda spiegato al popolo» (Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 42, ISBN 88-8598-826-2), tale etichetta irritò non poco Brera: «Umberto smemora, e parla di Gadda spiegato al popolo» (Gianni Brera, L'arcimatto. 1960-1966, Dalai editore, 1993); e ancora, su Gadda: «Lo detesto. È anche lui uno scapigliato che non racconta nulla, fa degli arpeggi da cui non escono melodie. Butirro! Ma andiamo... Nel Pasticciaccio fa due pagine sulla cagata della gallina o sul peto di un carabiniere che si china per vedere una moto. È un insieme di bozzetti. Il signor Eco Umberto, prima di diventare un grande botanico, era un professore pieno di spocchia che pretendeva di giudicare i miei articoli di sette o otto cartelle scritti in un'ora e mezzo. Diceva che ero un Gadda spiegato al popolo: non teneva conto che il giro mentale era diverso.» (dall'intervista di Paolo Di Stefano, Brera, le parole in campo, Corriere della Sera, 10 giugno 1992, p. 8)
Origine: Da Apocalittici e integrati.

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“Il denaro parla in un linguaggio che tutte le nazioni comprendono.”

Aphra Behn (1640–1689) scrittrice, poetessa e drammaturga inglese

da The Rover

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“Non c'è concetto o pensiero che non possa fare a meno del linguaggio; tutta la conoscenza è illuminata in quanto è penetrata dalla parola.”

Bhartṛhari (570) poeta, scrittore e grammatico indiano

da Vākyapadīya, I.123
Origine: Citato in Kamalakar Mishra, Tantra. Lo Śivaismo del Kaśmīr, traduzione di P. Zanoni, Lakṣmī, Savona 2012, p. 197.

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“La disgregazione genera sempre il desiderio di capi carismatici, che è l'altra faccia dell'insicurezza. Ma è un mulinare a vuoto, destinato a cadere nel nulla. Nel nulla della volgarità imperante del linguaggio televisivo, o di quello politico, spesso da avanspettacolo.”

Gian Enrico Rusconi (1938) storico e politologo italiano

da «L'Italia non c'è più. La violenza nasce dalla fine della società» http://www.unita.it/news/81025/litalia_non_c_pi_la_violenza_nasce_dalla_fine_della_societ, l'Unità, 3 febbraio 2009

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“Io voglio un linguaggio crudo, da strada, un po' cannibale.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Citazioni di Zucchero

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“Sara: QUESTO È TROPPO!
Ozzy (voce narrante): La scena è questa: la finestra di cucina è aperta, con le tendine a ciliegine svolazzanti. La mamma strilla come un'ossessa aggrappata allo stivale di un vecchio che se ne sta a cavalcioni sul davanzale. No, non è un vecchio. È solo uno coi capelli così biondi che sembrano bianchi, come quelli di un albino.
Sara: ADESSO BASTA! SCENDI!
Ozzy (voce narrante): La cosa più assurda è che più lei strilla, più l'Albino si sganascia dalle risate. Eppure, uno in bilico sulla finestra di un settimo piano avrebbe più da piangere che da ridere. Il tizio allarga le braccia, mentre il vento gli scarruffa i ciuffi bianchi sulla capoccia.
Roddy: Guarda Sara, senza mani!
Ozzy (voce narrante): Grida l'Albino con uno spiccato accento americano. Ho detto uno spiccato accento… Cavolo, l'Albino è lui! In un attimo realizzo che il Californiano sta per buttarsi dalla finestra. Farà a tempo a sganciare l'assegno prima di spiaccicarsi sul cortiletto condominiale? Non farà a tempo: tira che ti tira, la mamma è rimasta col suo stivale in mano inorridita. In un balzo il pazzo scavalca il davanzale e piomba giù… Un istante dopo riappare sghignazzando, issandosi sul davanzale. Poi tonfa sul pavimento di cucina, facendo un bel rutto.
Roddy: Visto? Sono appena planato sul cornicione e non sono caduto di sotto. Prova che non sono affatto sbronzo come dici!
Ozzy (voce narrante): La mamma gli scaglia addosso lo stivale, ma lui si abbassa prontamente e io, che mi sono sporto un po' più del dovuto dalla porta, mi becco in piena faccia tacco e sperone (il Californiano ha in realtà stivali da Texano). Al mio grido soffocato i due si voltano di scatto.
Roddy: Porca zozza!
Ozzy (pensiero: "Che razza di linguaggio…")
Sara: Ozzy! Dio mio, stai sanguinando! Ozzy (voce narrante): Io mi passo la mano sulla bocca e la ritiro piena di sangue.
Ozzy (voce narrante): "Non è niente" faccio, accasciandomi svenuto sul pavimento. La vista del sangue non è per noi Loffi.”

Domenica Luciani (1962) scrittrice italiana

Tostissimo!, Dialoghi

“[…] il raccontare è antico come il poetare. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo.”

Vintilă Horia (1915–1992) scrittore rumeno

da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 34
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“I signori erano tutti iscritti al Partito, anche quei pochi, come il dottor Milillo, che la pensavano diversamente, soltanto perché il Partito era il Governo, era lo Stato, era il Potere, ed essi si sentivano naturalmente partecipi di questo potere. Nessuno dei contadini, per la ragione opposta, era iscritto, come del resto non sarebbero stati iscritti a nessun altro partito politico che potesse, per avventura, esistere. Non erano fascisti, come non sarebbero stati liberali o socialisti o che so io, perché queste faccende non li riguardavano, appartenevano a un altro mondo, e non avevano senso. Che cosa avevano essi a che fare con il Governo, con il Potere, con lo Stato? Lo Stato, qualunque sia, sono «quelli di Roma», e quelli di Roma, si sa, non vogliono che noi si viva da cristiani. C'è la grandine, le frane, la siccità, la malaria, e c'è lo Stato. Sono dei mali inevitabili, ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Ci fanno ammazzare le capre, ci portano via i mobili di casa, e adesso ci manderanno a fare la guerra. Pazienza!
Per i contadini, lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte. Non importa quali siano le sue formule politiche, la sua struttura, i suoi programmi. I contadini non li capiscono, perché è un altro linguaggio dal loro, e non c'è davvero nessuna ragione perché li vogliano capire. La sola possibile difesa, contro lo Stato e contro la propaganda, è la rassegnazione, la stessa cupa rassegnazione, senza speranza di paradiso, che curva le loro schiene sotto i mali della natura.”

1990, pp. 67-68
Cristo si è fermato a Eboli

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“Il linguaggio è una voce proveniente dal pensiero che designa le cose.”

Diogene di Babilonia (-240–-150 a.C.) filosofo greco antico

fr. 20; citato in La Stoa, p. 64

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