Frasi su potere
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“In fondo morire sarebbe niente. Quel che non sopporto è il non poter sapere come andrà a finire.”

Antonio Amurri (1925–1992) scrittore e paroliere italiano

Qui lo dico e qui lo nego

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“[Su Andrea Pirlo] Si pensava che potesse essere un po' troppo vecchio per poter ancora dare molto alla squadra italiana, ma è un eccellente giocatore di calcio, un geniale stratega, uno che tocca molti palloni e che li sa distribuire pericolosamente. Un grandissimo giocatore.”

Joachim Löw (1960) allenatore di calcio e calciatore tedesco

Origine: Citato in Loew: "Il passato non conta, Pirlo geniale, ma niente marcatura" http://www.gazzetta.it/Europei/2012/26-06-2012/loew-nessuna-rivincita-ma-pirlo-impressionante-911647259540.shtml, Gazzetta.it, 26 giugno 2012.

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“Nessuno sa come il concetto di democrazia potrebbe mutare attraverso un'ideologia globale dei social network.”

Roberto Cotroneo (1961) giornalista, scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da Oggi il Potere viaggia sulla rete, Sette, 14 dicembre 2012.

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“Aveva il potere.”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

Voce Narrante

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“[Su Mariottide canta Shakira] Penso che Shakira si voglia ammazzare per poter rivoltarsi nella tomba”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

Gialappa's band, da Mai dire martedì, episodio 7

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“È destino dello spirito umano di non poter risolvere da sé le più alte questioni, e non si riesce a nulla di buono, quando si vuol fare contro questa legge.”

Friedrich Julius Stahl (1802–1861) giurista tedesco

in introduzione alla prima edizione, p. XXVIII
Storia della filosofia del diritto

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“Ogni uomo in fondo al cuore crede di essere un investigatore nato.”

John Buchan (1875–1940) romanziere e politico scozzese

da La casa del potere, 1916, cap. 2

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“La civiltà è cospirazione… La vita moderna è il patto segreto della gente benestante per mantenere le apparenze.”

John Buchan (1875–1940) romanziere e politico scozzese

da La casa del potere, 1916, cap. 3

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“No, la segreta coscienza del potere è assai piú piacevole dell'aperto dominio.”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

I, III, I; 1957, p. 43

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“Mentre la maggior parte dei teorici sociali sembrava non avere sufficiente consapevolezza del potere della gente di creare le proprie istituzioni e le proprie forme di organizzazione, ci sono molti esempi di questo potere che mi incoraggiano. Uno dei miei favoriti ha avuto luogo a New York negli ultimi anni '70. Questa esperienza si chiamava il "Movimento della undicesima strada est". Inizialmente il movimento era un'organizzazione di quartiere di portoricani, una delle tante del Lower East Side di Manhattan, che aveva formato un'alleanza con alcuni giovani ecologisti radicali per riabilitare un palazzo abbandonato che era stato completamente distrutto da un incendio. L'isolato stesso, uno dei peggiori nel ghetto ispanico, sarebbe divenuto un ritrovo per tossicodipendenti, ladri di auto, rapinatori e piromani. Dopo essere stato occupato illegalmente da una comunità di squatter, l'edificio fu completamente ricostruito dagli operai di una cooperativa, composti per la maggioranza da portoricani, una manciata di neri e qualche bianco. Il tentativo del movimento di acquistare la proprietà dell'edificio per finanziare la sua riabilitazione e allargare le sue attività ad altre strutture abbandonate, sarebbe divenuta una cause célèbre che ispirò imprese simili nel Lower East Side e in altri quartieri. […] Alla fine, l'edificio stesso fu non solo ricostruito, ma fu "ristrutturato ecologicamente" con dispositivi salva-energia, isolanti, pannelli solari per scaldare l'acqua e un generatore eolico per fornire una parte dell'energia elettrica. Si parlò di giardini pensili, riciclo dei rifiuti e di trasformare i terreni abbandonati nei paraggi in piccoli parchi di quartiere. Sarebbe troppo lungo fare un resoconto completo delle lotte del "Movimento della undicesima strada est". Tuttavia, sono felice di dire che alcune persone dell'Institute for Social Ecology giocarono un ruolo ispiratore e tecnico in questi progetti. Questo è, penso, un esempio poco conosciuto, ma notevole di come giovani ecologisti sociali bianchi hanno lavorato mano nella mano con persone ispaniche oppresse per ottenere un ambiente umano in maniera autenticamente ecologica. […] È stato un meraviglioso esempio della pratica dell'ecologia sociale che contrasta marcatamente con le carattaristiche bellicose, autoindulgenti e a volte misantropiche che trovo spesso nell'ecologia profonda e nell'ambientalismo della classe media.”

Murray Bookchin (1921–2006) scrittore statunitense

da Aa. Vv., Defending the Earth, A debate between Murray Bookchin and Dave Foreman, Black Rose Books, Montreal/New York, 1991, pp. 101-102
Origine: Citato in Ermanno Castanò, Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin, p. 114, Mimesis, Milano, 2011. ISBN 88-57-50501-4

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“Quando ero giovane credevo in tre cose. Il Marxismo, il potere redentore del cinema e la dinamite. Oggi credo solo nella dinamite.”

Sergio Leone (1929–1989) regista italiano

Origine: Citato in Nöel Simsolo, Conversations avec Sergio Leone. ISBN 2234020492

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“No, voglio dire che quando parliamo di catastrofi ambientali (così come dei rischio del terrorismo) parliamo di ipotesi future, presentate invece come certezze dell'avvenire. Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano. […] Perché mentre una volta le cose erano date per sicure fino all'intervento di un guasto o di un incidente, oggi qualcosa vale come insicuro solo perché potrebbe diventarlo. […] a partire da quelle esplosioni nucleari [Hiroshima e Černobyl'] i fondamenti della vita si sono rivelati come un terno al lotto. E la stessa aureola di infallibilità e sicurezza basata sui fondamenti delle scienze si è disintegrata. Chi si fida oggi delle decisioni degli scienziati in campi così fatali come il Dna, l'embrione o le biotecnologie? Il nostro secolo è quello della sfiducia dei cittadini nelle agenzie dei potere.. dai partiti alle chiese fino ai marchi industriali.”

Ulrich Beck (1944–2015) sociologo e scrittore tedesco

Origine: Dall'intervista a Stefano Vastano in L'espresso n. 28 anno LIII, 19 luglio 2007, p. 107.

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“I giudici americani litigavano per beghe di potere spiandosi dalla finestra, gli innamoramenti di ciascuno di noi, lontano da casa, i valzer nei week end, l'interprete sovietica che rifiutava di guardare le foto con i corpi nudi dei prigionieri nei lager. Era drammatico e ti veniva da ridere.”

Telford Taylor (1908–1998)

da "Quel nazista non dovevamo impiccarlo" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/31/Quel_nazista_non_dovevamo_impiccarlo_co_0_9210319337.shtml, Corriere della sera, 31 ottobre 1992

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“[Su Francesco Renda] Il suo pensiero storico ha offerto un contributo fondamentale allo studio del movimento contadino siciliano e alla ricostruzione delle ragioni e delle dinamiche di una riscossa che ha minato alle radici il latifondo siciliano e il potere baronale, presupposti di quell'oscurantismo sociale e culturale senza il quale la mafia non potrebbe esistere.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Seduta n. 25 del 21 maggio 2013 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/700739.pdf – Resoconto stenografico – Commemorazione di Francesco Renda. Roma, 21 maggio 2013.

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“Il Natale è una verità: la verità di Dio che sorprendentemente ci ama ed è venuto a farsi uno di noi. Dio ormai non ci lascia più; per questo oggi esplode la gioia, che dalla capanna di Betlemme raggiunge gli estremi confini dell'universo. Non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare. Ma il Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, unito personalmente per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, alla nostra inquietudine, al nostro peccato. Non è una fiaba, è una notizia, cioè l'informazione su un fatto avvenuto; non è un bel sogno, è una realtà ancora più bella di ciò che desidereremmo sognare. Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi. Ti inganni, se credi di poter schivare sino alla fine il Signore che è venuto a cercarti. Egli non ti darà pace; ti tormenterà, per portarti a essere sul serio felice; forse disporrà sulla tua via le sconfitte e le delusioni, per farti partecipe della sua definitiva vittoria. Questa è la verità del Natale. Capirlo, inebriarcene, lasciarci trovare da colui che è venuto a cercarci sino a farsi uomo: è l'augurio natalizio più genuino e più bello.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Da La meraviglia dell'evento cristiano, pp. 269-270; citato in Il settimanale di Padre Pio, anno V, n. 51, p. 19.

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“Non so cosa mi spaventa di più… Il potere che ci schiaccia o la nostra infinita capacità di sopportarlo.”

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Variante: Non so cosa mi spaventa di più: il potere che ci schiaccia o la nostra infinita capacità di sopportarlo.

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“La possibilità che esistano uomini capaci di “muovere” il mercato è largamente riconosciuta nel dibattito accademico. Tuttavia occorre un chiarimento: ammettere che possano esistere trame e accordi in grado di condizionare i movimenti dei mercati finanziari e gli stessi destini dell’euro non fornisce alcun supporto all’idea che vi sia una sorta di “piano segreto” all’origine della crisi. Questa precisazione è doverosa, considerato il successo di cui oggigiorno gode quella strana miscela di ipotesi fantasiose e di populismo ingenuo che va sotto il nome di “cospirazionismo”. L’errore fondamentale dei cospirazionisti verte sul fatto che essi concepiscono la Storia come una pianificata sequenza di complotti orditi da singoli o da gruppi, con tanto di nomi e cognomi, provenienze, affinità elettive e talvolta persino etnie e preferenze sessuali. Per questi pedestri interpreti del nostro tempo, il corso degli eventi seguirebbe un unico filo rosso che va dal Protocollo dei Savi di Sion alla Trilaterale, naturalmente passando per l’immancabile gruppo Bilderberg. Al di là delle invenzioni, delle imprecisioni e del razzismo strisciante che spesso caratterizza tali chiavi di lettura, il loro limite di fondo è che esse sono assolutamente banali. La meccanica del potere, infatti, è in ultima istanza sempre riconducibile a trame, accordi, coalizioni e a “movimenti di truppe”. Tuttavia, occorre comprendere che le azioni individuali o di gruppo che possono dirsi vincenti, che cioè realmente incidono sul processo storico, sono soltanto quelle che si muovono lungo il solco tracciato da forze gigantesche di tipo impersonale. La lezione di Althusser è in tal senso più che mai attuale: il movimento della storia dovrebbe in generale esser considerato “un processo senza soggetto”, che sceglie i suoi protagonisti solo tra coloro che riescono ad assecondarne il corso e magari ad intercettare i suoi snodi, le sue congiunture, le sue contraddizioni interne, prima e meglio di altri. La speculazione può fungere in tal senso da amplificatore dell’instabilità, da potente acceleratore della crisi, ma per avere successo deve sempre muoversi in simbiosi con le forze del processo storico. Attribuire dunque ai commensali di Manhattan il ruolo di “grandi orologiai” è al tempo stesso scontato e fuorviante, e non ci fa compiere un passo verso la comprensione delle determinanti della crisi europea. Piuttosto, occorre capire quali siano le soverchianti forze impersonali che possono rendere vincente la scommessa degli speculatori contro l’euro. A tale scopo, bisognerà comprendere perché, date le sue caratteristiche originarie, l’Unione monetaria europea è sempre stata esposta al rischio che forze centrifughe potentissime la facessero a un certo punto esplodere.”

Emiliano Brancaccio (1971) economista italiano

dal capitolo Banalità del cospirazionismo

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“Lei sa tutto onorevole Forgione, sa troppe cose. Anche quelle che noi non sappiamo e che normali cittadini non sanno. Sa anche quello che non si dovrebbe sapere. E credo che questo non sia giusto, e vorremmo capire perché lei sa tutto questo. Questa nostra Sicilia è una terra difficile, contradditoria e complessa. Ma è una terra che merita di essere amata. Respingendo la mozione di sfiducia, vi chiedo di consentirmi di poter continuare a servirla.”

Salvatore Cuffaro (1958) politico e medico italiano

Origine: Dal discorso all'Assemblea regionale siciliana in occasione del voto per la mozione di sfiducia, proposta dall'onorevole Forgione, per via delle vicende giudiziarie che vedevano coinvolto il presidente Cuffaro; citato in La mafia è bianca.

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“Essere ingenuo vuol dire aver serbato una qualche purezza di vita; ancora significa poter godere qualche ora più chiara per le strade del mondo.”

Antonio Beltramelli (1879–1930) poeta e giornalista italiano

Origine: I tre tempi, Le novelle della vita gaia e triste, p. 152

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“Io sono nato il 23 giugno 1923. Dal 28 ottobre 1922, da otto mesi, poco meno, Benito Mussolini era salito al potere con la sua solita ridicola marcia su Roma, fatta in vagone letto. Penso Mussolini in pigiama, o forse in camicia (non nera, speriamo!) farsi la barba la mattina del 27 ottobre all'arrivo a Roma, dopo la sveglia del conduttore, con il giornale ed il caffè! Otto mesi dopo, in Piazza Calderini sono nato: e debbo quindi arguire di essere stato concepito un po' prima di quei fatidici giorni, in una Bologna ormai attesa al destino, ormai quasi pacificata, in vista di un futuro finalmente pieno di promesse. Alla fine di settembre del 1922, mio padre [Aldo Valori] era ancora al Resto del Carlino, il giornale degli agrari emiliani e romagnoli, il giornale liberal-massonico-conservatore che Missiroli aveva diretto e Monicelli spinto verso il fascismo alla fine di un processo di evoluzione incerto e prudente, ma senza speranza di liberazione dell'ormai decisiva rivoluzione reazionaria. Mio padre si trovò coinvolto in quella vicenda. Mi sono chiesto spesso negli ultimi anni dopo la seconda guerra mondiale, perché il babbo aderisse al fascismo. Se ripenso a tutta la vicenda, durata in fondo pochi anni, debbo concludere che noi non comprenderemo mai completamente questo dramma. Il babbo, per educazione e carattere, per formazione culturale e morale, non poteva essere fascista nel senso che ha acquistato in seguito questa parola. Estraneo ad ogni violenza, mansueto di carattere e di modi, anche se molto passionale ed impulsivo, (specialmente negli anni della giovinezza e della maturità), non poteva trovare la sua adesione al Fascismo squadrista. Né poteva trovare, romantico e liberale com'era affinità con il Mussolinismo (culto puerile e comodo della personalità).”

Michele Valori (1923–1979) urbanista e architetto italiano

Posta fatta in casa

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