Frasi su realismo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema realismo, essere, proprio, arte.

Frasi su realismo

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“La similitudine in Dante, pur nella sua immediatezza e nel suo realismo, si carica sempre di accenti morali.”

Dante Alighieri (1265–1321) poeta italiano autore della Divina Commedia

dalle note curate da Emilio Alessandro Panaitescu a La Divina Commedia, Fabbri, Milano, 1982

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“[Georg Büchner] Un campione ottocentesco del realismo, nella strenua lotta letteraria tra progresso e reazione.”

György Lukács (1885–1971) filosofo e critico letterario ungherese

Origine: Citato in Vladimiro Cajoli, Mi vergogno di essere servo, La Fiera Letteraria, aprile 1973.

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“Realismo e surrealismo, hanno dichiarato credendo di muovermi un rimprovero. Ma la nostra vita non è proprio così? Realismo e surrealismo. Poveri coloro che hanno soltanto del realismo nella loro esistenza. E surrealista io lo fui fin dal mio primo vagito.”

Aldo Palazzeschi (1885–1974) scrittore e poeta italiano

Origine: Dall'intervista di Mario Picchi, Sono nato poeta muoio prosatore, in La Fiera Letteraria, IV, 46, 13 novembre 1949, pp. 1-2.

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“Machiavelli scriveva rivolgendosi solo a un certo numero di iniziati. I dottrinari del realismo politico parlano al pubblico.”

Georges Bernanos (1888–1948) scrittore francese

I grandi cimiteri sotto la luna

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“Il realismo è il tratto obbligatorio di ogni politico.”

Michail Gorbačëv (1931) politico sovietico

Origine: La casa comune europea, p. 273

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“La profondità della sua [di Gesù] vita interiore non ha attenuato il realismo del suo sguardo, né la sua sensibilità.”

Papa Paolo VI (1897–1978) 262° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

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“Bossi è un uomo coriaceo, come sanno tutti, ma è sempre stato un realista: senza il suo realismo, il Polo delle libertà e del buongoverno non sarebbe mai nato.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1994
Origine: Citato in Vittorio Testa, "E chi gioca al massacro ne risponderà al Paese" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/05/chi-gioca-al-massacro-ne-rispondera.html, la Repubblica, 5 novembre 1994.

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“Fu Gino Raya, nel 1926, a porsi per primo in termini spregiudicati il problema del realismo tempiano.”

Origine: Citato in Antonio Aniante, La Fiera Letteraria, n. 17, aprile 1973.

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“Velázquez, che deve molto ai maestri veneziani, alla fine paga il suo debito. Abbandonate le tonalità cupe della primitiva tavolozza, diviene uno dei maggiori coloristi del tempo suo. I suoi limiti erano piuttosto angusti, ma la conoscenza dei valori crebbe con gli anni, e nell'impiego dei bianchi e dei grigi-argento non ebbe rivali. Dove i veneziani avrebbero creato un contrasto stridente con rosso e rosa, con rosa e porpora, Velázquez, con non so quale misteriosa alchimia, li combinava insieme senza dissonanze, creando nuove armonie di colori. Dai veneziani apprese a rompere i rigidi contorni delle figure e a modellarne le forme con la luce, a correre sulla trama della tela con un pennelleggiare rapido, ponendo l'accento là dove era più necessario. Dal realismo degli "interni" all'impressionismo degli ultimi lavori, fu lungo e faticoso il cammino, il costante ostinato progresso di un artigiano, destinato a padroneggiare il proprio mestiere piuttosto che il successo senza fatica di un virtuoso.”

Elizabeth Du Gue Trapier (1893–1974) critica e storica dell'arte statunitense

da Velázquez, 1948
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“I greci sono straordinariamente bravi nell'autoflagellazione. Non per senso di colpa, per realismo. Proprio come voi italiani abbiamo problemi con il senso dello Stato. Se entra in una casa greca la troverà pulitissima. Fuori, le strade sono sporche.”

Yanis Varoufakis (1961) economista e politico greco naturalizzato australiano

Origine: Da un'intervista al Messaggero; citato in Yanis Varoufakis: "In Grecia case pulite e strade sporche. Abbiamo problemi con il senso dello Stato come voi italiani" http://www.huffingtonpost.it/2015/03/15/varoufakis-case-strade_n_6871984.html?1426411990&utm_hp_ref=italy, Huffington Post.it, 15 marzo 2015

“Si è detto qualche volta che il realismo di Velázquez viene "spiritualizzato" in tal modo che l'artista, pur operoso eminentemente nel secolo del barocco, sembra un "classico", e sebbene tanto spagnolo ed immerso nella sua epoca, addirittura un greco dell'età di Pericle. Sicuramente, al di sopra di tendenze estetiche più o meno transitorie e più o meno brillanti e fittizie, la pittura di Velázquez si mantiene, come l'arte greca, su di un elevato piano d'equilibrio, di sobria eleganza, di severa profondità, nel nome di quella bellezza che sgorga, come limpida acqua, dalla sorgente perenne della verità.”

Bernardino De Pantorba (1896–1990)

da Tutta la pittura del Velázquez, 1964
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“Sola la vittoria tramuta a posteriori l'utopia in realismo.”

Piero Gobetti (1901–1926) giornalista, politico e antifascista italiano

La rivoluzione liberale

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“Non so che fine farà il federalismo fiscale, se entrerà davvero in vigore, se gli altri decreti attuativi verranno davvero presentati entro due settimane come annunciato dal Ministro Calderoli o se, invece, ci sarà un ritorno al realismo. Di sicuro, questo federalismo, almeno per quanto riguarda l'agricoltura, è un modello già fallimentare.”

Giuseppe Ruvolo (1951) politico italiano

citato in Federalismo fiscale: Ruvolo (Udc), per agricoltura è già modello fallimentare http://www.giusepperuvolo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=264, Sito ufficiale Giuseppe Ruvolo, 19 giugno 2010

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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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“Lo Zen evita l'errore dell'unilateralità insita sia nel realismo che nell'idealismo.”

Daisetsu Teitarō Suzuki (1870–1966) storico delle religioni giapponese

Origine: Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I, p. 186

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“Avendo parlato di intellettuali e di realismo, sarà bene precisare ancora un punto. Si è accennato al fatto che le simpatie di alcuni intellettuali pel comunismo hanno un certo carattere paradossale, in quanto il comunismo disprezza il tipo dell'intellettuale come tale, tipo che per esso appartiene, essenzialmente al mondo dell'odiata borghesia. Ora, un atteggiamento del genere può venire condiviso anche da chi appartenga al fronte opposto al comunismo, dato quel che nel mondo contemporaneo esse significano, ci si può opporre ad ogni sopravalutazione della cultura e dell'intellettualità. L'avere per esse quasi un culto, il definire con esse uno strato superiore, quasi una aristocrazia – l' "aristocrazia del pensiero" che sarebbe quella vera, legittimamente soppiantante le forze precedenti di élite e di nobiltà – è un pregiudizio caratteristico dell'epoca borghese nei suoi settori umanistico-liberali. La verità è invece che siffatta cultura e intellettualità non sono che dei prodotti di dissociazione e di neutralizzazione rispetto ad una totalità. Pel fatto che ciò è stato avvertito, l'antintelletualismo ha avuto una parte di rilievo negli ultimi tempi, al titolo di una reazione quasi biologica la quale purtuttavia troppo spesso ha seguito direzioni sbagliate o, per lo meno, problematiche. Non ci soffermeremo però su quest'ultimo punto. Ne abbiamo già trattato in altra sede, parlando dell'equivoco dell'antirazionalismo. Qui vi è solo da mettere in rilievo che esiste un terzo possibile termine di riferimento di là sia da intellettualismo che da antintellettualismo, per un superamento della "cultura" d'intonazione borghese. Tale è la visione del mondo – in tedesco Weltanschauung. La visione del mondo non si basa sui libri, ma su una forma interiore e su una sensibilità aventi un carattere non acquisito ma innato.”

Julius Evola (1898–1974) filosofo, pittore e poeta italiano

Intellettualismo e Weltanschauung

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“[Sullo sport] […] la continuazione di quel realismo di guerra che eternamente reca l'impronta di Roma.”

Henry De Montherlant (1895–1972) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Citato in Giorgio Locchi, De Montherlant l'ultimo scrittore aristocratico, Il Tempo, anno XXIX, n. 242, 23 settembre 1972, p. 3.

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“La Tunisia considera con realismo la situazione in Libia e rifiuta ogni intervento militare nel Paese. […] Siamo in contatto con il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ma anche con il governo dell'ovest della Libia, nella speranza di arrivare ad una soluzione.”

Beji Caid Essebsi (1926–2019) politico e avvocato tunisino

Origine: Citato in Libia: Tunisi dice no ad opzione militare http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/africa/2015/05/02/libiatunisi-dice-no-ad-opzione-militare_2ac55124-d71f-46c8-9b35-437674ef8c21.html, Ansa.it, 2 maggio 2015.

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