Frasi su svelta

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema svelta, tempo, essere, vita.

Frasi su svelta

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“O dimostri alla svelta il tuo valore, o soccombi.”

Rick Riordan (1964) scrittore statunitense

libro Eroi dell'Olimpo- L'eroe perduto

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“Non ho lavato i piatti con lo Svelto e questa è la mia libertà.”

Calcutta (1989) cantautore e compositore italiano

da Frosinone, n. 6
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“Odia il parlare svelto.”

Biante (-600–-530 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia greca. I Presocratici, Mondadori, 2005, p. 18.

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“[…] al posto delle elette gentildonne favolatrici, Pampinea, Fiammetta, Neifile, qui troviamo Zeza sciancata, Cecca storta, Meneca gozzuta, Tolla nasuta, Popa gobba, Antonella bavosa, Ciulla musuta, Paola scerpellata, Ciommetella tignosa e Iacova squarquoia: un vero e proprio congresso di lamie. È vero che costoro, scelte dal re di Vallepelosa come le migliori della città, essendo le più svelte e linguacciute, favoleggiano nei giardini reali. Ma che giardini reali son questi! Invece di alberi solenni, una semplice pergola d'uva: il giardino reale si riduce alle proporzioni d'un modesto orto suburbano. E che re son quelli dei «cunti» del Basile! Che cosa inventa uno di essi per distrarre la figlia che non sapeva ridere? Niente di meglio che schizzare con una fontana d'olio le persone che passano dinanzi alla reggia. Trovata allegra degna di quello che doveva essere un re napoletano, il re Lazzarone, che per mettere il buonumore addosso alla delicata sua sposa, le toglieva di sotto la sedia facendola cadere. (Il che dimostra che Ferdinando I fu un prodotto inevitabile di quello stesso ambiente che produsse le fiabe del Basile.) Un altro re deve abitare in un ben curioso palazzo, se non può fare uno sbadiglio senza irritare due vecchiacce che vivono in un giardino su cui guardano le sue finestre. Un altro se ne sta affacciato alla finestra per trovar marito alla figlia; e v'è un principe che rapisce la bella non già su un cavallo alato, ma su un modesto asino, e ve n'è un altro che fa alle sassate coi monelli di strada.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

da Il «Cunto de li cunti» di G.B.Basile, p. 170
Bellezza e bizzarria

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“A mia volta invecchio alla svelta perché non rinuncio a una certa illusione.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da La Linea Sottile, n. 2
Arrivederci, mostro!

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“Grazie dissi. Questi posti li conosco molto bene e a Camandona ho delle armi. A te serve di più. Poi mi avviai sulla mulattiera a passo svelto. In meno di due ore potevo essere a casa.”

Edgardo Sogno (1915–2000) diplomatico, scrittore e politico italiano

da Guerra senza Bandiera, Il Mulino, Bologna, 1995, pag. 124

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“Pur ieri beveva la terra, | con sete di giovane ardore, | la pioggia d'autunno: una sposa | che trepida attende l'amore. | Ma or che, d'aiole dorate | fiorita la candida vesta, | per lei primavera è venuta, | somiglia a una sposa ridesta | che rida sui pinti tappeti, | che goda dei lini preziosi, | che al collo ammirando rinnovi | di gemme i monili vezzosi. | La gonna distende vivace | di occhi gemmanti variata: | qui rossi, là verdi, là gialli | la bocca le suggono ambrata. | Da dove i colori e la luce | commisti ha rapiti e i tepori? | Scintillano gocce di stelle, | raggianti, cangianti fulgori, | Scendiamo col vin nel verziere! | Ei brilla nel calice schietto, | in mano riluce e scintilla, | rifulge e fiammeggia nel petto. | È il sole che sprizza dai vetri! | L'acchiappino svelti i bicchieri! | Del bosco pei freschi meandri | perdiamoci e i verdi sentieri! | Andiam! ci! ridenti | la terra c'impregna gioiosa | di freschi profumi, di gocce | di pioggia, la più rugiadosa. | Le lacrime della rugiada | l'allegran di pianto glorioso, | son veli di perle lucenti | che adornano un petto vezzoso.”

Yehuda Ha-Levi (1079–1141) rabbino di origine sefardita, fu filosofo, teologo, medico e poeta

Origine: Canto dedicato all'amico Ischaq ben Yalton. Storia della letteratura ebraica biblica e postbiblica, p. 302.
Origine: Citato in Antonio Belli, Storia della letteratura ebraica biblica e postbiblica, pp. 302-303

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“[Ultime parole famose sulla Juventus nel 2015] La squadra che ha vinto lo Scudetto, ha cambiato 3-4 giocatori importanti e avrà bisogno di un po' di tempo per tornare a certi livelli. Lo farà alla svelta perché la squadra del futuro è già stata costruita, però credo che quest'anno la Juventus non possa vincere lo Scudetto.”

Gianluca Vialli (1964) allenatore di calcio, ex calciatore e commentatore televisivo italiano

Origine: Da un'intervista a Sky Sport; citato in Vialli: "La Juve non può vincere lo Scudetto" https://www.tuttojuve.com/calciomercato/vialli-la-juve-non-puo-vincere-lo-scudetto-250751, Tuttojuve.com, 30 agosto 2015.

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“L'autocritica che mi piace è svelta, secca, volta subito pagina.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

La coda di paglia

“Secondo me, il piede di Deinonychus rappresenta forse l'evidenza anatomica più importante, tra quelle ravvisate in tanti decenni, in merito alle abitudini e alle capacità dei dinosauri. Naturalmente, le dichiarazioni pompose di questo tipo vengono di solito respinte con facilità, ma le implicazioni funzionali del piede di Deinonychus non possono essere confutate con la medesima facilità, specialmente quando si prendono in considerazione le altre caratteristiche di questo animale. Deinonychus non poteva essere affatto "rettiliano" nel suo comportamento, nei suoi riflessi e nel suo stile di vita. Deve essere stato un animale estremamente rapace dai passi leggeri, estremamente agile e molto attivo, sensibile a tanti stimoli e svelto nelle sue reazioni. Queste caratteristiche, pertanto, denotano un livello d'attività e un indice metabolico alto inusuali per un rettile.”

John Ostrom (1928–2005) scienziato e paleontologo statunitense

In my opinion, the foot of Deinonychus is perhaps the most revealing bit of anatomical evidence pertaining to dinosaurian habits and capabilities to be discovered in many decades. Grandiose statements of this kind are, of course, easily rejected, but the functional implications of the pes of Deinonychus are not so easily discarded – especially in view of the other remarkable adaptations of this animal. Deinonychus must have been anything but "reptilian" in its behavior, responses and way of life. It must have been a fleet-footed, highly predaceous, extremely agile and very active animal, sensitive to many stimuli and quick in its responses. These in turn indicate and unusual level of activity from a reptile and suggest an unusually high metabolic rate.
Osteology of Deinonychus antirrhopus...

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“Eccola dunque col pensiero laggiù.
Le par d’essere ancora fanciulla, arrampicata sul belvedere del prete, in una sera di maggio. Una grande luna di rame sorge dal mare, e tutto il mondo pare d’oro e di perla. La fisarmonica riempie coi suoi gridi lamentosi il cortile illuminato da un fuoco d’alaterni il cui chiarore rossastro fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta e bruna del suonatore, i visi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo. Le ombre si muovono fantastiche sull’erba calpestata e sui muri della chiesa; brillano i bottoni d’oro, i galloni argentei dei costumi, i tasti della fisarmonica: il resto si perde nella penombra perlacea della notte lunare. Noemi ricordava di non aver mai preso parte diretta alla festa, mentre le sorelle maggiori ridevano e si divertivano, e Lia accovacciata come una lepre in un angolo erboso del cortile forse fin da quel tempo meditava la fuga.
La festa durava nove giorni di cui gli ultimi tre diventavano un ballo tondo continuo accompagnato da suoni e canti: Noemi stava sempre sul belvedere, tra gli avanzi del banchetto; intorno a lei scintillavano le bottiglie vuote, i piatti rotti, qualche mela d’un verde ghiacciato, un vassoio e un cucchiaino dimenticati; anche le stelle oscillavano sopra il cortile come scosse dal ritmo della danza. No, ella non ballava, non rideva, ma le bastava veder la gente a divertirsi perché sperava di poter anche lei prender parte alla festa della vita.
Ma gli anni eran passati e la festa della vita s’era svolta lontana dal paesetto, e per poterne prender parte sua sorella Lia era fuggita di casa…
Lei, Noemi, era rimasta sul balcone cadente della vecchia dimora come un tempo sul belvedere del prete.”

Grazia Deledda (1871–1936) scrittrice italiana

Reeds in the Wind

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“L'uomo che guida gli iracheni dev'essere d'un passo svelto e agile, altrimenti gli altri gli calpesteranno i talloni, poi la schiena, per poi calpestargli la testa e avanzare oltre.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

The man who leads the Iraqis must be of a quick and nimble pace so the others will not step on his heels, then his back, then step on his head and pass him over.
Variante: L'uomo che guida gli iracheni dev'essere d'un passo svelto e agile, altrimenti gli altri lo calpesteranno i talloni, poi la schiena, per poi calpestargli la testa e avanzare oltre.

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“[Sulla situazione attuale del doppiaggio] Oggi lo vedo, per certi versi, non dico decaduto, ma… Molti dicono, per esempio, che i film vanno visti in originale, non doppiati. Ora, questo potrebbe anche andar bene, però dovremmo presumere che tutti conoscano le lingue, ma in Italia sappiamo benissimo che non tutti le conoscono. Allora cosa succede, che si dovrebbero mettere i sottotitoli, cosa che secondo me è negativa, perché non ti permette di guardare l'attore, le azioni, perché devi leggere. E in linea di massima, il doppiaggio sta diventando un lavoro che si deve fare alla svelta, con un certo numero di turni, di righe, quindi si è perso un po' quella caratteristica che c'era quando ero più giovane, che i film si facevano con calma, avendo la possibilità di studiare di più i caratteri, il proprio e quello degli altri attori. E infatti se vediamo  dei vecchi film, sono doppiati benissimo. Oggi ci sono bravi doppiatori con una grandissima tecnica, ma secondo me poco creativi dal punto di vista artistico. Anche perché non c'è la possibilità. Perché il tempo è poco, bisogna correre, fare tutto alla svelta, e quindi il risultato è quello che è, purtroppo.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: Oggi lo vedo, per certi versi, non dico decaduto, ma… Molti dicono, per esempio, che i film vanno visti in originale, non doppiati. Ora, questo potrebbe anche andar bene, però dovremmo presumere che tutti conoscano le lingue, ma in Italia sappiamo benissimo che non tutti le conoscono. Allora cosa succede, che si dovrebbero mettere i sottotitoli, cosa che secondo me è negativa, perché non ti permette di guardare l'attore, le azioni, perché devi leggere. E in linea di massima, il doppiaggio sta diventando un lavoro che si deve fare alla svelta, con un certo numero di turni, di righe, quindi si è perso un po' quella caratteristica che c'era quando ero più giovane, che i film si facevano con calma, avendo la possibilità di studiare di più i caratteri, il proprio e quello degli altri attori. E infatti se vediamo  dei vecchi film, sono doppiati benissimo. Oggi ci sono bravi doppiatori con una grandissima tecnica, ma secondo me poco creativi dal punto di vista artistico. Anche perché non c'è la possibilità. Perché il tempo è poco, bisogna correre, fare tutto alla svelta, e quindi il risultato è quello che è, purtroppo.

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