Frasi su violenza
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“[Durante la guerra civile siriana] In Siria la brutale repressione del regime di Assad ha portato il Paese sull'orlo del baratro. La drammatica situazione umanitaria, l'afflusso di profughi nei Paesi vicini, gli scontri lungo la frontiera con la Turchia, i rischi di derive estremistiche richiedono una risposta determinata e coesa della comunità internazionale. L'Italia chiede fermamente che il regime siriano cessi le violenze e avvii la transizione politica.”

Giulio Terzi di Sant'Agata (1946) diplomatico e ambasciatore italiano

Origine: Citato in Intervento del Ministro Terzi alla Terza Commissione Mista Italia-Iraq http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Interventi/2012/10/20121018_Intervento_TerzaCommissioneMista.htm?LANG=IT, Esteri.it, Roma, 18 ottobre 2012.

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“Se ti hanno umiliato, insultato, fatto cornuto… | Beh, se ti hanno portato al limite tu resta muto!”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Fuck the violenza, n. 7
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“Prendi esempio da tanti uomini grandi, come il mahatma Gandhi, | da tanti non violenti diventati Santi.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Fuck the violenza, n. 7
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“Il prossimo è facile odiarlo, | se sei forte amalo | che a fare stragi siamo tutti Capaci.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Fuck the violenza, n. 7
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“La violenza è stata in passato la cancrena della politica romagnola.”

Chino Alessi (1919–1996) giornalista e scrittore italiano

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“Le libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte.”

Filippo Turati (1857–1932) politico e giornalista italiano

dal discorso alla Camera dei Deputati, Roma, 15 luglio 1923

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“Violenza, sesso, umorismo, tragedia sono tutte componenti di un film. L'importante è non esagerare. E non farsi imprigionare in stereotipi. Per esempio, io credo di avere doti comiche, ma i registi vedono in me più l'aspetto drammatico.”

Uma Thurman (1970) attrice statunitense

Origine: Citato in Manin Giuseppina, Uma: Richard, mi spiace di averti messo nei guai https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/settembre/07/Uma_Richard_spiace_averti_messo_co_0_9409079780.shtml, Corriere della Sera, 7 settembre 1994, p. 29.

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“Non di forza e di violenza c'è bisogno, ma il primo per conoscenza sarà re.”

citato in Joseph L. Mankiewicz, a cura di Alberto Morsiani, Il Castoro Cinema, 1991. Ed. 2005.
Prometeo incatenato

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“Quando la situazione è a noi favorevole, non si deve agire contro qualcuno con arroganza o violenza.”

Lucio Emilio Paolo Macedonico (-229–-160 a.C.) politico romano

citato in Tito Livio, XLV, 8; 1997
Ideo in secundis rebus nihil in quemquam superbe ac violenter consulere decet.
Citazioni di Lucio Emilio Paolo, Attribuite
Origine: Dopo una vittoria non si deve infierire violentemente sul nemico, ma – secondo il concetto di clemenza – si deve cercare di tendere alla pace.
Origine: Questa espressione ha la funzione di exemplum, cioè di una "morale" riguardo la guerra.

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“Questa Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall'Italia. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore, ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l'aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato, ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio. Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti. Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l'intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile.”

Laura Boldrini (1961) giornalista e politica italiana
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“Ali Eteraz – che significava ""Nobile Protesta"" – era la mia ultima incarnazione, una nuova fase del mio tentativo di soddisfare il patto congenito con l'Islam. Ali Eteraz era la forza che infrangeva l'incantesimo del silenzio che mi aveva avvolto come un bozzolo dopo che le Torri erano crollate a New York, e che aveva fatto da cuscinetto tra me e la realtà durante i molti anni alla facoltà di legge a Philadelphia. Ali Eteraz era colui che mi aveva fatto alzare la testa e affrontare il mondo in un periodo in cui mi accontentavo semplicemente di giocare ai videogame, guadagnare soldi e tentare di mettere su famiglia. Era Ali Eteraz che mi aveva fatto appassionare alla riforma dell'Islam – un movimento sommerso di milioni di musulmani in tutto il mondo, che sfidavano i teocrati e i terroristi che si erano impossessati della religione.
Ali aveva cominciato a manifestarsi ancor prima della sua nascita. Poco dopo l'undici settembre, c'era stato qualche fugace istante – alla notizia di un attentato suicida a Madrid, per esempio, o di una decapitazione in Iraq, o di una scuola femminile fatta esplodere in Pakistan – in cui la mia coscienza aveva minacciato di infiammarsi. La combustione però, non si era mai alimentata a sufficienza.
La situazione era cambiata nel gennaio del 2006 con il disastro delle vignette satiriche danesi. […] Che questa assurdità potesse produrre tale violenza fu l'ultima goccia. «Basta!», disse a quel punto Ali Eteraz. «L'Islam non appartiene agli idioti.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano
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“Jihad non ha mai significato "guerra santa" o "violenza". Ci sono altre parole in arabo che stanno a significare più direttamente "combattere”

Tamim Ansary (1948)

e sono usate con questo significato nel Corano). Una traduzione migliore di jihad sarebbe "lotta", con le stesse connotazioni che la parola ha nella retorica dei movimenti per la giustizia sociale tanto cari all'Occidente: la lotta è considerata nobile quando è combattuta per una giusta causa e se la cause implica la "lotta armata", va bene; essa è santificata dalla causa.

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“La cosa più irritante di questi giorni insanguinati sono le facce dei capi della destra che sfilano in tv con cupi sorrisi e una soddisfazione implosa che irrigidisce i loro sguardi, tipo: lo sapevamo che sarebbe finita così. Quel loro pattinare sui nervi scoperti del Paese per annettersi qualche voto, qualche consenso, qualche maledizione. Gianfranco Fini in impermeabile bianco che sfila, insieme al suo manipolo di colonnelli, tra le sterpaglie di Tor Di Quinto, dove è stata uccisa Giovanna Reggiani. Fuma, si guarda in giro, vede tutto per la prima volta, ma la racconta come se fosse l'ultima: è copla del governo, è colpa di Veltroni. Silvio Berlusconi che passa la serata al Bagaglino, sale sul palco, racconta barzellette, se la spassa, poi esce e davanti ai cronisti ritorna in parte: sono davvero addolorato per la vittima. Ma è tutta colpa del governo, è colpa di Veltroni. Pierferdinando Casini che torna, come un figliol prodigo, tra gli applausi, nei saloni bianchi di Palazzo Grazioli all'ultimissimo vertice della destra, convocato sul tema "sicurezza", per dire che finalmente sì "siamo tornati tutti insieme, perche gli italiani non meritano divisioni". E che per il resto è tutta colpa del governo, è colpa di Veltroni. Ma se era tutto risaputo, se la violenza del giorno per giorno, vittima per vittima, stava già chiarissima davanti ai loro fiammeggianti occhi, come mai in cinque anni di governo non hanno varato niente di niente, a parte cancellare il falso in bilancio, tagliare i tempi delle prescrizioni, ideare le migliori modalità per inceppare rogatorie e processi, difendere Previti, occupare la Rai, scalare il Corriere, scassare i conti pubblici?”

Pino Corrias (1955) giornalista e scrittore italiano

da Destra http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/, 6 novembre 2007

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“Il primo buco l'ho fatto una sera a casa di un amico così per provare | e mi ricordo che avevo un po' paura, c'è molta violenza in un ago nelle vene | ma in un attimo una fitta di dolore un secondo ad aspettare | poi un onda dolce di calore quasi come nell'amore | e poi mi son lasciato andare completamente rilassato | in un benessere artificiale come mai avevo provato.”

Eugenio Finardi (1952) cantautore italiano

da Scimmia, n. 9
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Origine: Riferito alla dipendenza da eroina. Giulia Cavaliere, La scimmia sulla schiena: 11 canzoni italiane che raccontano l'eroina http://www.rockit.it/articolo/quasi-eroina-musica-italiana-scimmia-schiena, Rockit.it, 2 aprile 2014.

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“Le sette altrui meritano tutte rispetto per una ragione o per l'altra.”

Ashoka (-304–-232 a.C.) Sovrano dell'impero Maurya

Origine: Citato in Amartya Sen, Identità e violenza, III, p. 52.

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“Il genio della violenza è fuggito dalla bottiglia.”

Alex Zanotelli (1938) religioso, presbitero e missionario italiano

da Senza ritorno, il manifesto, 10 dicembre 2002

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“Che Federer sia unico, lo si vede dal modo in cui colpisce la palla, dal cambio di ritmo, dalle soluzioni tecniche e tattiche che decide di adottare. Colpisce la palla con violenza, ma lo fa sempre nella maniera giusta. In un modo classico, ma nello stesso tempo moderno.”

Adriano Panatta (1950) tennista italiano

Origine: Citato in Antonio Gaito, Laver-Federer, evoluzione della specie http://www.pianetatennis.com/?action=read&idnotizia=716, Pianetatennis.com, 9 giugno 2009.

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“La disgregazione genera sempre il desiderio di capi carismatici, che è l'altra faccia dell'insicurezza. Ma è un mulinare a vuoto, destinato a cadere nel nulla. Nel nulla della volgarità imperante del linguaggio televisivo, o di quello politico, spesso da avanspettacolo.”

Gian Enrico Rusconi (1938) storico e politologo italiano

da «L'Italia non c'è più. La violenza nasce dalla fine della società» http://www.unita.it/news/81025/litalia_non_c_pi_la_violenza_nasce_dalla_fine_della_societ, l'Unità, 3 febbraio 2009

“Non esiste, e da tempo, alcuna forza morale capace di tenere insieme un paese che non c'è più.”

Gian Enrico Rusconi (1938) storico e politologo italiano

da «L'Italia non c'è più. La violenza nasce dalla fine della società» http://www.unita.it/news/81025/litalia_non_c_pi_la_violenza_nasce_dalla_fine_della_societ, l'Unità, 3 febbraio 2009

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“Basta con armi, con le sparatorie benché irrealistiche e pirotecniche come quelle dei miei film. Anche se in forma di videogame, sempre violenza è. E nel mondo ce n'è davvero troppa per aggiungerne ancora. Nella mia seconda vita cinematografica voglio parlare d' altro: di bellezza, di pace, di donne.”

Takeshi Kitano (1947) regista, sceneggiatore e attore giapponese

da Kitano si celebra in stile felliniano «Ma non capisco il vostro regista» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/settembre/03/Kitano_celebra_stile_felliniano_non_co_9_050903032.shtml, Corriere della sera, 3 settembre 2005

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“[I Catari] spinsero l'orrore della forza fino alla pratica della non violenza e fino alla dottrina che fa procedere dal male tutto ciò che è sottoposto alla forza, cioè tutto ciò che è carnale e tutto ciò che è sociale.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

Origine: Citato in Claudio Bonvecchio, Teresa Tonchia, Gli arconti di questo mondo. Gnosi: politica e diritto, Università di Trieste, Trieste, 2000, p. 149. ISBN 88-8303-033-8

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