Frasi su altro
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“Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

dal discorso alla Camera dei Comuni del 13 maggio 1940, replicato alla BBC circa un mese dopo
Origine: Winston Churchill, op. cit., Volume 3° The Fall of France, 1° capitolo The National Coalition, p. 22

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“Il messaggio che io rivolgo al popolo dell'Impero britannico in occasione del quarto anniversario della sua entrata in guerra, è questo: tenete fermo!… Io dico: tenete fermo! perché mai come oggi la prospettiva della vittoria è stata così brillante… Ma la battaglia non è ancora vinta… Avendo intrapreso un compito, dobbiamo continuarlo sino a che non si sia giunti ad una soluzione equa e duratura. In nessun altro modo possiamo assicurare al mondo la liberazione dalla guerra. Tenete fermo!”

David Lloyd George (1863–1945) politico britannico

messaggio del 4 agosto 1918, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 696
The message which I send to the people of the British Empire on the fourth anniversary of their entry into the war is: hold fast!... I say: hold fast!, because our prospects of victory have never been so bright as they are to day... But the battle is not yet won... Having set our hands to the task we must see it through till a just and lasting settlement is achieved. In no other way can we ensure a world set free from war. Hold fast!

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“Quella che chiamiamo verità non è altro che un'eliminazione di errori.”

Georges Clemenceau (1841–1929) politico francese

Origine: Da Aux embuscades de la vie.

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“Si conosce, nelle grandi corti, un altro modo di farsi grandi: curvarsi.”

Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord (1754–1838) vescovo cattolico, politico e diplomatico francese

Citazioni di Talleyrand
Origine: Da Mémoires.

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“Una linea geografica coincidente con un principio morale e politico determinato, una volta concepita e conservata a prezzo di passioni esacerbate, non potrà mai venir cancellata. Qualsiasi nuova irritazione non farebbe altro che approfondirla.”

Thomas Jefferson (1743–1826) 3º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in Maurice Denuzière, Louisiana, traduzione di Augusto Donaudy, Rizzoli, Milano, 1980.

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“L'America apparirà in piena luce quando tutti sapranno che essa pone i diritti umani sopra ogni altro diritto e che la sua bandiera non è solo dell'America ma dell'umanità.”

Woodrow Wilson (1856–1924) 28º presidente degli Stati Uniti d'America

da un discorso del 1914; citato in Di Nolfo 2007

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“Quando la guerra sarà finita, li costringeremo a pensare come noi, anche perché, fra l'altro, in quel momento saranno finanziariamente nelle nostre mani.”

Woodrow Wilson (1856–1924) 28º presidente degli Stati Uniti d'America

rivolto agli alleati ostici nei suoi confronti, nel 1917; citato in Di Nolfo 2007

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“Per completare la mia esposizione precedente devo aggiunger che fin dall'inizio ho esercitato l'ipnosi per uno scopo che nulla aveva a che fare con la suggestione ipnotica. Mi sono avvalso dell'ipnosi per interrogare il malato sulla genesi dei suoi sintomi, genesi sulla quale nello stato di veglia egli non era spesso in grado di dire alcunché, o comunque troppo poco. Questo procedimento non solo si rivelò più efficace del mero comando o divieto, ma aveva inoltre il vantaggio di offrire soddisfazione alla brama di sapere del medico, che dopo tutto aveva il diritto di apprendere qualcosa circa l'origine di quel fenomeno che cercava di eliminare mediante il monotono procedimento della suggestione. A quest'altro modo di usare l'ipnosi ero giunto per la via seguente. Quando ancora lavoravo nel laboratorio di Brücke avevo conosciuto il dottor Josef Breuer, uno dei medici di famiglia più stimati di Vienna … Già prima del mio viaggio a Parigi, Breuer mi aveva parlato di un caso d'isteria da lui sottoposto, dal 1880 al 1882, a un trattamento particolare, per mezzo del quale era riuscito a penetrare profondamente nella motivazione e nel significato dei sintomi isterici … Quando era ricorsa alle cure di Breuer la paziente offriva un quadro sintomatico complesso e variopinto: paralisi con contratture, inibizioni e stati di confusione psichica. Un'osservazione casuale permise al medico di scoprire che la malata poteva essere liberata da tali turbamenti della sua coscienza se e quando veniva indotta a dare espressione verbale alle fantasie affettive che in quel momento la dominavano. Breuer trasse da questa scoperta un metodo terapeutico. Ripetutamente, dopo aver sottoposto la paziente a ipnosi profonda, la invitò a raccontare ciò da cui l'animo suo si sentiva oppresso. Dominati in tal modo gli accessi di ottenebramento depressivo, fece uso di questo stesso procedimento per eliminare le inibizioni e i disturbi somatici. Durante lo stato di veglia la giovinetta, al pari di qualsiasi altro malato, non sapeva dir nulla sull'origine dei suoi sintomi né ravvisava alcun legame fra questi ultimi e le impressioni della sua vita … Quando dunque la malata rammentava allucinatoriamente in ipnosi una di queste situazioni e portava finalmente a compimento l'atto psichico a suo tempo represso, dando libero sfogo ai propri affetti, ecco che il sintomo scompariva per sempre.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 87 e s.

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“Il mio lavoro con pazienti affetti da malattie nervose in genere ebbe un esito ulteriore: il mutamento della tecnica catartica. Abbandonai l'ipnosi e cercai di sostituirla con un altro metodo nell'intento di andar oltre il trattamento riservato alle forme morbose di tipo isterico; tra l'altro, man mano che la mia esperienza si arricchiva ogni giorno di nuovi elementi, sorsero in me gravi dubbi relativi all'impiego dell'ipnosi nella stessa catarsi. Il primo riguardava il fatto che perfino i risultati più brillanti svanivano improvvisamente nel nulla allorché il rapporto personale del medico col malato veniva in qualche modo turbato […]. L'ipnosi, tuttavia, aveva reso al trattamento catartico servizi notevolissimi, ampliando il campo della coscienza dei pazienti e mettendo a loro disposizione conoscenze di cui nella vita vigile non disponevano. Sostituire l'ipnosi, sotto questo profilo, non era certo cosa facile. In questo frangente imbarazzante mi venne in aiuto un ricordo, il ricordo di un esperimento cui avevo assistito sovente durante il mio soggiorno presso Bernheim … Presi la risoluzione di fare altrettanto. Anche i miei pazienti non potevano non "sapere" tutte le cose che normalmente erano rese loro accessibili solo mediante l'ipnosi, e le mie assicurazioni e insistenze, con magari in più la pressione delle mani, dovevano pure avere il potere di spingere nella loro coscienza gli eventi e i nessi dimenticati … Abbandonai dunque l'ipnosi, di cui mantenni solo la posizione del paziente, posto a giacere supino su un divano, mentre io stavo seduto dietro di lui, in modo da vederlo senza esser visto. Le mie speranze si realizzarono, mi liberai dell'ipnosi; tuttavia tale mutamento tecnico implicò un mutamento del lavoro catartico nel suo insieme. L'ipnosi aveva nascosto un giuoco di forze che ora veniva messo allo scoperto, e la cui conoscenza dava alla nostra teoria un fondamento sicuro.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 94 e ss.

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“Rifiutare i premi… è un altro modo di accettarli con più rumore del solito.”

Peter Ustinov (1921–2004) attore britannico

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“Io non sono contro la Hollywood dell'intrattenimento e dei film di forte spettacolarità. A patto che ci sia la libertà di produrre, dirigere, interpretare ben altro.”

George Clooney (1961) attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Grassi Giovanna, George Clooney: «Oscar, la mia sfida politica Per gli amici resto un clown» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/febbraio/05/GEORGE_CLOONEY_Oscar_mia_sfida_co_9_060205089.shtml, Corriere della Sera, 5 febbraio 2006, p. 33.

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“Non esiste un altro punto di partenza per l'imitazione di Cristo fuori della risurrezione.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Nella preghiera di Dio

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“La storia è qualcosa di qualitativamente altro dalla pura natura.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

L'azione

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“I filosofi sono in qualche modo pittori e poeti, i poeti sono pittori e filosofi, i pittori sono filosofi e poeti. Donde i veri poeti, i veri pittori e i veri filosofi si prediligono l'un con l'altro e si ammirano vicendevolmente.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Origine: Da De imaginum, signorum et idearum compositione; citato in Ubaldo Nicola, Giordano Bruno pittore, in Bruno 2005, p. 7.

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“Cicada: Da qua si vede che l'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale; e questa medesima è l'orto del paradiso de gli animali; come si fa chiaro nelli dialogi de la Cabala del cavallo Pegaseo e per quel che dice il sapiente Salomone: chi aumenta sapienza, aumenta dolore.
Tansillo: Da qua avviene che l'amore eroico è un tormento, perché non gode del presente, come il brutale amore; ma e del futuro e de l'absente, e del contrario sente l'ambizione, emulazione, suspetto e timore. Indi dicendo una sera dopo cena un certo de nostri vicini: – Giamai fui tanto allegro quanto sono adesso; – gli rispose Gioan Bruno, padre del Nolano: – Mai fuste piú pazzo che adesso. –
Cicada: Volete dunque, che colui che è triste, sia savio, e quell'altro ch'è piú triste, sia piú savio?
Tansillo: Non, anzi intendo in questi essere un'altra specie di pazzia, ed oltre peggiore.
Cicada: Chi dunque sarà savio, se pazzo è colui ch'è contento, e pazzo è colui ch'è triste?
Tansillo: Quel che non è contento, né triste.
Cicada: Chi? quel che dorme? quel ch'è privo di sentimento? quel ch'è morto?
Tansillo: No; ma quel ch'è vivo, vegghia ed intende; il quale considerando il male ed il bene, stimando l'uno e l'altro come cosa variabile e consistente in moto, mutazione e vicissitudine (di sorte ch'il fine d'un contrario è principio de l'altro, e l'estremo de l'uno è cominciamento de l'altro), non si dismette, né si gonfia di spirito, vien continente nell'inclinazioni e temperato nelle voluptadi; stante ch'a lui il piacere non è piacere, per aver come presente il suo fine. Parimente la pena non gli è pena, perché con la forza della considerazione ha presente il termine di quella. Cossí il sapiente ha tutte le cose mutabili come cose che non sono, ed afferma quelle non esser altro che vanità ed un niente; perché il tempo a l'eternità ha proporzione come il punto a la linea.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

parte prima, dialogo II

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“Ci sono due fraintendimenti alla base della narrativa di fantascienza. Il primo fraintendimento è che la sf […] si occupi del futuro, che essa sia, fondamentalmente, profetica. […] Il secondo fraintendimento, una sorta di fraintendimento al quadrato, facile da credere una volta che si sia dato per scontato che 'la sf si occupa di prevedere il futuro', è questo: la sf riguarda un presente che non c'è più. In particolare, la sf riguarda solo il periodo in cui è stata scritta. […] Questo è vero, in linea generale, ma è lo è sia per la sf che per ogni altro genere narrativo: i nostri racconti sono sempre il frutto dei nostri tempi. La sf, così come ogni altra forma d'arte, è un prodotto della sua epoca, che riflette o reagisce o illumina i pregiudizi, le paure e i presupposti del periodo in cui è stata scritta. Ma la sf è qualcosa di più […] La cosa importante nella buona sf, quella che produce la fantascienza destinata a durare, è il modo in cui essa ci parla del nostro presente. Cos'è che adesso ci dice? E, ancora più importante, cosa ci dirà sempre? Poiché la sf diventa una pratica di scrittura significativa e ricca di implicazioni quando tratta di qualcosa di più grande e più importante dello zeitgeist, che fosse o meno intenzione dell'autore”

Neil Gaiman (1960) fumettista, scrittore e giornalista britannico

dalla prefazione a Samuel R. Delany, Una favolosa tenebra informe, Fanucci Editore, 2004. pp. 7-8

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“L'invidia […] non è altro che un odio per la superiorità altrui.”

Paolo Mantegazza (1831–1910) fisiologo, antropologo e patriota italiano

da Fisiologia del piacere

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