Frasi su contesto
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“Non mi si portino i soliti argomenti astratti, tipo la sacralità della vita: nessuno contesta il diritto di ognuno a disporre della sua vita, non vedo perché gli si debba contestare il diritto a scegliere la propria morte.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Citato in Enrico Bonerandi, Montanelli: pronto a morire http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/12/13/montanelli-pronto-morire.html, la Repubblica, 13 dicembre 2000, p. 36.

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“[Sulla frase di Berlusconi sull'abolizione di alcune festività per aumentare la produttività] È stata solo una battuta in un contesto più ampio, per essere capita va accompagnata dalla consapevolezza che chi l'ha pronunciata lavora 24 ore, domenica compresa, e non sa cosa sono le ferie e le vacanze.”

Isabella Bertolini (1963) politica italiana

citata in Meno festività per lavorare di più Al premier una valanga di critiche http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/politica/campagna1/hannodetto/hannodetto.html, la Repubblica, 29 marzo 2004

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“È sempre necessario misurare le proprie parole con il contesto (fatto di spazio e di tempo) nel quale queste parole vengono dette.”

Luca Doninelli (1956) scrittore e giornalista italiano

citato in Corriere della sera, 28 gennaio 2006

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“Tra i vari movimenti di pensiero che in questi ultimi decenni hanno proposto al mondo civile nuove concezioni morali e sociali, uno dei più incisivi è certamente quello che sostiene un rapporto diverso tra uomo e natura. L'obiettivo finale consiste nel convertire la tradizionale cultura antropocentrica, che vede la natura asservita incondizionatamente ai bisogni della specie umana, in una cultura che potrebbe essere definita ecocentrica o naturocentrica o solidaristica. L'uomo è collocato nel contesto naturale come una delle tante componenti e la natura è la grande madre da cui uomini, piante e animali sono stati generati. Pertanto l'amore per l'ambiente non dovrebbe essere solo quello, sottilmente egoistico, che mira a valorizzarlo e a migliorarlo per rendere la vita più piacevole e più sana, ma è un dovere, un imperativo morale di rispetto quasi sacrale per madre natura che crea e nutre tutte le specie, quella umana compresa.
In questo contesto si pone la corrente filosofica che estende molti principi etici consolidati per la specie umana (per esempio «non uccidere») anche al mondo animale. Si tratta di un'operazione molto ardita che ha già riscosso innumerevoli consensi e che ha condotto, tra l'altro, alla nuova definizione di «specismo» per descrivere quegli atteggiamenti di sopraffazione che caratterizzano il tradizionale comportamento dell'uomo nei confronti degli animali, un atteggiamento non dissimile da quello tipico del razzismo nei riguardi delle altre razze umane. Basti pensare che nella morale schiavistica vigente centocinquant'anni fa era un fatto complessivamente accettabile l'uccisione senza motivo di un nero da parte di un bianco.
Allo stesso modo, oggi, uccidere o far soffrire senza motivo un animale non scandalizza più di tanto. Qualche anno fa, in Italia, non sarebbe nemmeno stato oggetto di attenzione, e solo dal 2003 una legge punisce le sevizie agli animali e il loro abbandono. Così come la sopraffazione della razza bianca sulla nera è diventata, sia pur lentamente, un atteggiamento moralmente condannabile dalla coscienza civile, anche per gli animali, secondo questa nuova corrente di pensiero, non è lontano il giorno in cui la sopraffazione della specie umana sulle altre specie apparirà come un'inaccettabile forma di ingiustizia.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

pp. 187-188

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“Il testo scritto non è vincolato al contesto ed è interamente sottoposto al potere decisionale dell'individuo.”

Derrick de Kerckhove (1944) filosofo, sociologo e accademico belga

Dopo la democrazia?

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“[Su Federer] È una brava persona, ma troppo neutrale per i miei gusti. È troppo svizzero. Vuole tenere le brutte faccende lontano da sé. Quando i giocatori vogliono cambiare qualcosa lui sembra troppo passivo perché può danneggiare la sua immagine. In quel contesto rispetto di più Nadal che supporta apertamente gli interessi dei giocatori.”

Serhij Stachovs'kyj (1986) tennista ucraino

Origine: Dall'intervista "Roger è troppo neutrale" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/04/07/693970-stakhovsky_federer_troppo_neutrale.shtml, traduzione di Daniele Valotto, Ubitennis.com, 8 aprile 2012.

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“Non andrete da nessuna parte mettendo in moto piccoli plotoni di esecuzione che a nome del partito unico tirano randellate a Berlusconi.”

Fabrizio Cicchitto (1940) politico italiano

dall'intervento al convegno di AN ad Assisi, Il tempo delle scelte, del 18 novembre 2007; citato in Mario Stanganelli, AN fischia e contesta Cicchitto Casini: i gazebo aiutano Prodi http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071119/g9f21.tif, Il Messaggero, 19 novembre 2007, p. 4

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“[…] prendo atto che Papa Francesco, insignito come «Uomo dell'anno» da Time Magazine, Vanity Fair e The Advocate, la più antica rivista della comunità gay americana, è più preoccupato della sorte dei clandestini di Lampedusa, più in generale dei poveri e degli emarginati nelle periferie del mondo globalizzato, che dedito sia a contrastare il genocidio dei cristiani d'Oriente sia a salvare il cristianesimo dal relativismo religioso e dall'invasione islamica all'interno stesso dell'Europa. Il fatto che anche il settimanale L'Espresso abbia scelto come «Uomo dell'anno» Costantino Baratta, cittadino di Lampedusa, per aver salvato la vita a 12 clandestini dopo il naufragio di un barcone lo scorso 3 ottobre culminato nella morte di 366 persone, sottolinea come in quest'Occidente, ma anche in questa Chiesa di Bergoglio, prevalgano l'ideologia del buonismo, immigrazionismo, multiculturalismo e globalismo, che ci impongono di assecondare il prossimo a prescindere dalle conseguenze per il nostro vissuto, permeati dall'ideologia del relativismo valoriale e del pauperismo che finiscono per inculcare in noi l'accettazione e la rassegnazione nei confronti di tutto e di tutti. Per contro la difesa dei cristiani d'Oriente e la guerra ad oltranza al radicalismo e al terrorismo islamico, si collocano nel contesto della salvaguardia delle nostre radici, della nostra fede, dell'identità nazionale, dei valori tradizionali a partire dalla centralità della famiglia naturale, come attesta l'opposizione ferma di Putin al matrimonio omosessuale proprio mentre quest'Unione Europea l'ha legittimato concependolo come l'apice della civiltà. Ecco perché, anche a costo di sfidare l'impopolarità, sostenete il Premio «Uomo dell'anno» a Putin, al-Sisi e Assad: significa dire no all'ideologia del globalismo e del relativismo, e dire sì al localismo nel contesto degli Stati nazionali e alla civiltà fondata sulla certezza di chi siamo.”

Magdi Allam (1952) giornalista e politico egiziano naturalizzato italiano

Origine: Da Putin e Assad sono i veri uomini dell'anno anti-terrore http://www.ilgiornale.it/news/interni/putin-e-assad-sono-i-veri-uomini-dellanno-anti-terrore-979249.html, Il Giornale.it, 31 dicembre 2013.

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“Mourinho? Sì è inserito bene e subito nel nostro contesto, e sì, mi sta simpatico, perché parla diretto, chiaro.”

Luciano Spalletti (1959) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Matteo Dalla Vite e Maurizio Nicita, Toto Inter-Juve fra tecnici Nerazzurri al fotofinish http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/11/18/versointerjuve.shtml, Gazzetta.it, 18 novembre 2008.

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“[Cosa puoi dirmi della componente estetica dei Bluvertigo?»] Parlando di estetica mi vengono in mente più che altro immagini letterarie, e quindi direi che i Bluvertigo potrebbero stare al rock come Flaubert alla letteratura: lui aveva un'enorme raffinatezza di stile senza che ciò andasse a danno di una sostanziale crudezza di fondo, e poi era uno scrittore inserito nel mercato e perciò moderno, Arte radicata in un contesto.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Citazioni di Morgan
Origine: Dall'intervista di Federico Guglielmi tratta da Il Mucchio Selvaggio n. 319 del 16 settembre 1998; riportata in Bluvertigo – Morgan https://www.google.it/amp/s/lultimathule.wordpress.com/2013/07/03/bluvertigo-morgan/amp/?client=safari, Lultimathule.wordpress.com, 3 luglio 2013

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“"Grazie alla scienza abbiamo imparato a calibrare numeri, dosi e funzioni, evitando ogni sofferenza all'animale… bisogna evitare di manipolare la realtà inventandosi la pratica (inesistente) della vivisezione" asserisce Elena Cattaneo […] Ma l'esistenza stessa delle deroghe, sempre più di frequente accordate, per testare senza anestesia, proprio affinché l'animale provi dolore, contrasta irrimediabilmente con tali affermazioni, e, più in generale, l'intera sperimentazione animale si basa su interventi che impongono atroci sofferenze fisiche e psicologiche […] La realtà di laboratorio descritta dall'onorevole Cattaneo parla di pochi animali trattati magnificamente in contesti ameni […] Purtroppo però video, immagini, testimonianze dirette e le stesse pubblicazioni scientifiche ci descrivono una realtà opposta. Come credere, allora, al resto? Quale senso e valore attribuire all'esortazione, rivolta agli "animalisti", ad accettare una diagnosi ineluttabile (la vivisezione non può tramontare) da parte di una scienza che, contraddizione in termini, rifiuta il progresso? È come se l'imprenditoria contemporanea perorasse l'utilizzo degli schiavi, prendendo a modello il Colosseo o le piramidi.”

Margherita D'Amico (1967) scrittrice e giornalista italiana

Origine: Da La scienza che vuol rimanere all'era degli schiavi http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2016/02/11/la-scienza-che-vuol-rimanere-allera-degli-schiavi/, richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it, 11 febbraio 2016.

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“Una cosa è certa sul tifo: non è un piacere parassita, anche se tutto farebbe pensare il contrario, e chi dice che preferirebbe fare piuttosto che guardare non capisce il concetto fondamentale. Il calcio è un contesto in cui guardare diventa fare – non in senso aerobico, perché guardare una partita con il fumo che esce dalle orecchie, e poi bere e mangiare patatine per tutta la strada del ritorno è assai improbabile che ti faccia del gran bene, nel senso in cui te ne fa la ginnastica di Jane Fonda o lo sbuffare su e giù per il campo. Ma nel momento del trionfo il piacere non si irradia dai giocatori verso l'esterno fino ad arrivare ormai smorzato e fiacco a quelli come noi in cima alle gradinate; il nostro divertimento non è una versione annacquata del divertimento della squadra, anche se sono loro che segnano i gol e che salgono i gradini per incontrare la principessa Diana. La gioia che proviamo in queste occasioni non nasce dalla celebrazione delle fortune altrui, ma dalla celebrazione delle nostre; e quando veniamo disastrosamente sconfitti il dolore che ci inabissa, in realtà, è autocommiserazione, e chiunque desideri capire come si consuma il calcio deve rendersi conto prima di tutto di questo. I giocatori sono semplicemente i nostri rappresentanti, e certe volte, se guardi bene, riesci a vedere anche le barre metalliche su cui sono fissati, e le manopole alle estremità delle barre che ti permettono di muoverli. Io sono parte del club, come il club è parte di me; e dico questo perfettamente consapevole del fatto che il club mi sfrutta, non tiene in considerazione le mie opinioni, e talvolta mi tratta male, quindi la mia sensazione di unione organica non si basa su un fraintendimento confuso e romantico di come funziona il calcio professionistico.”

Nick Hornby (1957) scrittore inglese

Origine: Febbre a 90, pp. 184-185

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“Un altro esempio di menzogna che si sta diffondendo è quello di chiamare cattolici "integralisti" coloro che coraggiosamente si pongono al servizio della verità e in tutti i modi si adoperano per la difesa della vita proponendo iniziative che prevengano o distolgano dall'"abominevole delitto" dell'aborto […]. A loro dico: non preoccupatevi! In questo contesto essere chiamati integralisti equivale a essere chiamati cristiani.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Durante la Giornata per la Vita del 1989; citato in Alfredo Mantovano, Da Avvenire, 5-2-1989. Citato in Aborto anno undecimo: dal "caso Mangiagalli" a "Provvedimenti in difesa della maternità", Cristianità, n. 177, 1990 (riportato in AlleanzaCattolica.org http://www.alleanzacattolica.org/indici/articoli/mantovanoa177.htm), nota 21.

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“I conigli meritano le stesse tutele di tutti gli altri animali che vivono nelle nostre case o che comunque sono inseriti nel contesto familiare.”

Michela Vittoria Brambilla (1967) politica e imprenditrice italiana

Origine: Citato in L'ex ministro Brambilla : "Fino a due anni di carcere per chi mangia coniglio in Italia, sono animali da compagnia" http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11773205/L-ex-ministro-Brambilla-da-il.html, liberoquotidiano.it, 30 marzo 2015.

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“Il potere non si contesta, si conquista.”

Giovanni Floris (1967) giornalista e scrittore italiano

Origine: Cortona, Scuola di politica, 23 settembre 2011 http://beta.partitodemocratico.it/doc/217145/la-sfida-delle-nuove-classi-dirigenti.htm.

“La parabola pronunciata da Fellini può anche lasciarci freddi, se la isoliamo dal contesto […], ma l'eccezionalità del film sta proprio nella "bella confusione" […] di errore e verità, di realtà e sogno, di valori stilistici e valori umani, nel totale adeguamento del linguaggio cinematografico di Fellini alle sconnesse immaginazioni di Guido. Come distinguere il regista della realtà da quello della finzione è impossibile, così i difetti di Fellini coincidono con le ombre spirituali di Guido. L'osmosi tra arte e vita è strabiliante. Certo siamo di fronte a un esperimento irripetibile. […] In Otto e mezzo l'operazione è riuscita fino allo spasimo. […] I motivi (e le polemiche) che serpeggiano nel film sono infiniti e appartengono a un repertorio già noto: è vano tentare di farne un elenco, così come degli scorci di racconto, dei ritratti e dei paesaggi umani. Ovunque qui il genio di Fellini brilla come raramente si è visto al cinema. Non c'è ambiente, non c'è personaggio, non c'è situazione privi di un significato preciso sul grande palcoscenico di Otto e mezzo.”

Giovanni Grazzini (1925–2001) critico cinematografico italiano

da Corriere della Sera, Milano, 16 febbraio 1963
Origine: Citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, pp. 108-109 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA108. ISBN 8876059318

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“La lettura del Mein Kampf io la renderei, per legge, obbligatoria. Fuori dal contesto in cui fu concepito e scritto, quel libro è un caciucco di coglionerie.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Citato in Cesare Medail, Il «Mein Kampf» torna nelle librerie italiane. Grazie a un editore cossuttiano, Corriere della Sera, 6 maggio 2000.

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“Lo chiamavano Jeeg unisce Gomorra con Chronicle, è ambientato in un contesto di bassa criminalità romana, con questo tipo che acquista poteri straordinari… Ha dimostrato che anche per noi italiani è possibile fare un bel film di supereroi.”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Durante lo showcase di Lucca Comics 2015, 31 ottobre 2015; citato in Carlo A. Montori LuccaCG15: Leo Ortolani festeggia 20 anni di Rat-Man e incontra i fan http://www.badcomics.it/2015/11/luccacg15-leo-ortolani-festeggia-20-anni-di-rat-man-e-incontra-i-fan/85057/, BadComics.it, 1 novembre 2015.

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“Chi contesta la Roma non è tifoso della Roma. Al massimo è della Lazio.”

Rudi Garcia (1964) allenatore di calcio e ex calciatore francese

Origine: Citato in Matteo Pinci, Roma, Garcia: "Chi contesta è tifoso della Lazio" http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/roma/2013/07/13/news/osvaldo_contestato_rudi_garcia-62907549/, Repubblica.it, 13 luglio 2013.

“L'impegno civile di Venturi è primariamente questo, riassettare i termini e i parametri di un contesto culturale che il ventennio fascista ha disassato, portare il livello del dibattito a una qualità omologabile con quella internazionale.”

Flaminio Gualdoni (1954) critico d'arte e storico dell'arte italiano

Origine: Da Lionello Venturi, Art Criticism Now http://flaminiogualdoni.com/?p=4568, FlaminioGualdoni.com.

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“L'Heysel stava arrivando, com'è inevitabile che arrivi il Natale. Ciò che sorprese è che la causa di tutte quelle morti fu qualcosa di tanto innocuo quanto una carica, esercizio che almeno la metà dei giovani tifosi inglesi praticava, e che non aveva altro scopo se non quello di spaventare i tifosi avversari e di divertire chi correva. I tifosi della Juventus, molti dei quali erano uomini della media borghesia, non sapevano di quest'abitudine, e d'altronde perché mai avrebbero dovuto? Non conoscevano il complicato comportamento del pubblico inglese, che noialtri avevamo assorbito senza accorgercene. Quando videro una schiera di hooligan inglesi urlanti cominciare a correre verso di loro, si fecero prendere dal panico e si precipitarono verso l'estremità del loro settore. Crollò un muro, e nel caos che seguì la gente morì schiacciata. Fu un modo orribile di morire, e noi probabilmente, davanti alla TV, assistemmo a quelle morti: ricordiamo tutti quell'uomo robusto con la barba, assomigliante a Pavarotti, che con una mano cercava disperatamente un aiuto che nessuno riusciva a dargli. Alcuni dei tifosi del Liverpool arrestati più tardi devono essersi sentiti sinceramente sconcertati. In un certo senso, il loro reato era solo quello di essere inglesi: le abitudini della loro cultura, tolte dal loro contesto ed esportate in un luogo in cui non venivano capite, uccidevano le persone.”

Nick Hornby (1957) scrittore inglese

Origine: Febbre a 90, p. 153

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“Dapprima è il momento dell'impatto che ci scuote, ma ancora capaci di un nostro giudizio critico, che come in ogni opera d'arte vuole affermare il suo soggettivismo, sebbene frammisto ad elementi volontari ed involontari, soggettivi ed universali propri dell'artista. Poi ci si sente attrarre dalle immagini di personaggi di un tempo senza tempo, dilatatisi nella storia come simboli di tutto un modo della mente, da sempre e per sempre, che sembrano avanzare verso di noi, o nel caso di paesaggi, fissarsi nella loro imperturbabilità di esempio perenne di vita e di filosofia della vita, rapendo non solo la nostra attenzione, ma oserei dire la nostra coscienza, per trascinarci nel loro contesto esistenziale. E lì sentiamo amalgamarsi le nostre angosce con quelle dei personaggi descritti, figure reali diventate simboli, nel loro proporre e riproporre le stesse sequenze che sembrano rinnovarsi, ma che in effetti testimoniano della drammatica condizione umana. Figure destinate a procedere verso confini irraggiungibili, che si muovono in uno spazio ampio quanto l'idea che noi abbiamo dell' eternità. E il loro sguardo, i loro movimenti, il loro divenire esseri diversi dello stesso essere in una dimensione modificata del tempo, ottenuti con i segni sicuri di una mano che sa obbedire alle istanze estetiche e poetiche della mente e che nelle loro mobilità manifestano le svariate posizioni assunte dal soggetto nel corso della sua attività, decodificano un'esistenza che uscita dall'anonimato della materia, per farsi oggetto osservato e osservante, attraverso il labirinto dei chiaroscuri a cui non può sfuggire la nostra tridimensionalità, viene catturata e fermata nella dimensione eterna dell' Arte.”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

La dimensione eterna dell'arte
Notazioni estemporanee e varietà, Volume II

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“A Ulisse, personaggio pagano interpretato dal cristiano Dante, nel suo libero e coraggioso vagare su una superficie orizzontale, manca la spinta ideale verso l'alto. Quando l'asse verticale e le sue coordinate spaziali gli si presentano alla fine della vita (il «turbo», «la montagna bruna e alta quanto veduta non avea alcuna»), il loro significato resta per lui incomprensibile e il movimento della nave dall'alto verso il basso, causa della sua morte gli viene imposto da una forza che egli non è in grado di riconoscere. Al contrario per Dante personaggio ad essere imposto da una realtà terrena che gli appare caotica e catastrofica e della quale gli sfugge il significato non negativo di profonda trasformazione di un'epoca di trapasso, è il movimento secondo l'asse orizzontale: la partenza da Firenze, il vagare di corte in corte, la proibizione di fare ritorno. Lo slancio verso l'alto, il suo movimento lungo l'asse verticale, è strettamente legato all'esperienza tutta terrena del movimento orizzontale imposto dall'esilio che a Dante personaggio minacciosamente si prepara – come parte della sua missione e del suo grande destino – e che Dante autore vive durante la stesura della Commedia: immane sforzo per ristabilire, in un tentativo «a cui  pongono mano cielo e terra», quell'equilibrio che rendeva l'uomo parte integrante di un'armonica costruzione cosmica e insieme mezzo per sollevarsi al di sopra del caos di un mondo fortemente squilibrato e diviso nella divina perfezione dell'Empireo.”

Jurij Michajlovič Lotman (1922–1993) linguista e semiologo russo

da Testo e contesto: semiotica dell'arte e della cultura, a cura di Simonetta Salvestroni, Laterza, Roma-Bari, 1980.
Origine: Citato in A. Tocco, G. Domestico, A. Maiorano e A. Palmieri, Parole nel tempo, [Testi, contesti, generi e percorsi attraverso la letteratura italiana, 1A, Dalle origini al Trecento], Loffredo Editore, Napoli, p. 345. ISBN 978887564209-9

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