Frasi su gruppo
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“Durante le riprese del primo episodio [Una donna vera] tutto il vecchio cast era venuto a trovarci, facendoci sentire parte del gruppo. Così non ci sentivamo a disagio.”

Kal Penn (1977) attore e politico statunitense

citato nei contenuti speciali dei DVD della quarta stagione di Dr. House, Universal Pictures

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“Ho deciso di passare dal gruppo Efd al Ppe in quanto, come ho sempre sostenuto durante tutti gli interventi e gli incontri con i gruppi e con le scuole a cui ho partecipato sia al parlamento europeo sia sul mio territorio, non sono un 'euroscettico' ma un 'eurocritico' a favore degli Stati Uniti d'Europa.”

Oreste Rossi (1964) politico italiano

Origine: Citato in Eurodeputato Rossi, da 'euroscettico' a 'eurotifoso' http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2013/07/04/Eurodeputato-Rossi-euroscettico-eurotifoso-_8975511.html, Ansa.it, 4 luglio 2013.

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“[Su Ronaldo] Si presentò a Madrid che era 96 kg, gli ho chiesto di arrivare a 88-90. Non c'è stato niente da fare. Era un grandissimo giocatore, ma un leader negativo per il gruppo. Lo cedemmo a gennaio e l'ambiente in squadra cambiò completamente: riusciamo a recuperare nove punti al Barcellona, anche se l'impatto mediatico fu enorme.”

Fabio Capello (1946) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Da un intervento ai Globe Soccer Awards a Dubai nel 2015; citato in Capello: "Ronaldo leader negativo: via lui e il mio Real Madrid trionfò" http://www.gazzetta.it/Calcio/28-12-2015/capello-ronaldo-leader-negativo-via-lui-mio-real-madrid-trionfo-14086819241.shtml, Gazzetta.it, 28 dicembre 2015.

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“Le FEMEN sono un gruppo di ragazze che in tutta l'Europa si batte per i diritti civili e umani. Usano dei metodi alle volte un po' provocatori per lanciare i loro slogan. Per esempio, vedete, si scrivono sul petto. Praticamente sono come dei Salvini senza felpa. A me le FEMEN piacciono un po' perché adoro il loro stilista e un po' perché ogni tanto ci azzeccano.”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

da Crozza nel Paese delle Meraviglie, 17 aprile 2015
Origine: Visibile al minuto 00:02:00 di Crozza nel Paese delle Meraviglie - Puntata 17/04/2015 https://www.youtube.com/watch?v=MPhXfQ4xlak, La7 Intrattenimento, YouTube.com, 17 aprile 2015.

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“Ulteriore questione: all'interno dello stereotipo di genere – interno, a sua volta, a quello dell'età – si trova, come in una scatola magica, uno stereotipo ancora più sottile, ma non meno insidioso. Quello della negazione. Occorrerebbe Goethe per spiegarlo. Occorrebbe il suo Faust, quando esclama. "Nemmeno un cane potrebbe vivere più a lungo così!". Certo che puoi, certo che devi, gli verrebbe risposto oggi. Il parmigiano reggiano – quello che propone come esempio di buona crescita un gruppo di bambini dove i maschi sono esploratori e scienziati e le femmine fanno le infermiere – mette accanto due donne e ammicca: "Ti scambiano per tua figlia?". Ecco: lo scambio madre figlia è il più frequente nelle campagne rivolte alle donne: che si tratti di creme o di prodotti dietetici, di cosmetici o di abiti, il parallelo viene ripetuto impietosamente. È la versione aggiornata e consumista della fiaba di Biancaneve, laddove a Grimilde viene proposto non di vivere come è stata fino a quel momento e come continua ad essere, semplicemente con alcuni anni in più, ma di vendicarsi, infine e una volta per tutte, della figliastra. Non serve avvelenarla, puoi essere lei. Per una madre, dovrebbe essere una proposta terribile: ma risulta seducente come la più fatale delle tentazioni di Mefistofele.”

Loredana Lipperini (1956) giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana

Non è un paese per vecchie

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“Solo il fatto di essere in una stanza con questi ragazzi è un onore, per non parlare del poter creare musica con loro. Ciascuno di loro ha una storia personale ed un legame con l'altro. Non avrei potuto chiedere un gruppo più accogliente di persone o una migliore situazione. Queste sono tre persone che meritano di fare musica e di crearla con gente che ama farlo come loro.”

Josh Klinghoffer (1979) chitarrista, polistrumentista e produttore discografico statunitense

Origine: Dall'intervista rilasciata a Guitar World, settembre 2011; citato in Guitar Worl Magazine: tradotto in italiano l'articolo sui RHCP (Parte Prima) http://www.venicequeen.it/cms/News/guitar-worl-magazine-tradotto-in-italiano-larticolo-sui-rhcp-parte-prima.html, Venicequeen.it, 12 settembre 2011.

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“[Rivolto alle mamme della Terra dei Fuochi Marzia Cacioppoli e Tina Zaccaria] Io ho le mie responsabilità ma non sulla roba tossica perché quando me ne sono accorto li volevo ammazzare, mi hanno fatto arrestare, hanno messo le armi… sai la storia. Sono stato latitante, poi con il 416bis definitivo, mi hanno fatto ri-arrestare a Maglie quando io ho cercato di armarmi per ammazzarli tutti, perché avevano continuato. Nel periodo in cui ci sono stato solo io al potere, dal 1990 che ho saputo i fatti, ho chiuso il traffico di rifiuti, però nella zona mia. Perché nella zona napoletana ci stavano i vari capi-zona, qundi nella zona di Afragola lo facevano i Moccia, non c'entravamo noi, in nessuna maniera, a Casale c'era il gruppo Schiavone-Bidognetti, però l'avvocato Chianese era l'artefice di tutto il giro, lui con Gaetano Cerci e Licio Gelli che era la P2. Non ho parlato della zona di Afragola perché là c'erano altri capi-zona che rappresentavano, che facevano questo, che erano i Moccia. Quindi noi siamo responsabili, di cui una parte la prendo anche io. Perché veramente quando l'ho saputo li dovevo ammazzare, non li ho potuti ammazzare perché erano in 5 o 6 ed ero armato solo di pistola se portavo la mitraglietta li ammazzavo. Poi sono stati arrestati il giorno di Santa Lucia mentre stavo a Reggio, sono arrivato in ritardo, se no quel giorno doveva essere ammazzato De Falco, Mario Iovine e Bidognetti, che ammazzavo io. Quindi si doveva chiudere quel giro, sono andati in carcere, sono rimasto io. Ho fermato i camion, gli ho tolto i soldi. E loro cosa hanno fatto?! Sono andati sullo stabilimento mio, hanno messo delle armi, mi hanno fatto arrestare e hanno ri-iniziato a fare i fanghi tossici. Quando io sono venuto ancora in carcere al 41bis mi sono pentito e ho detto le cose come stavano, sperando che l'avessero fatto prima e presto. Mentre per la zona di Afragola, la zona napoletana, là dove state voi i responsabili sono i Moccia ed è il popolo stesso che non è che non vedevano i camion. Lei è giovane però suo padre o suo zio o suo cugino più vecchio… io sto facendo un esempio, non è che dico di lei nello specifico. Io non è che parlo di lei a livello personale ma a livello generale. Come è capitato anche a noi: tanta gente che ha preso i soldi per far scavare le buche e fare le sopraelevate ma anche da voi che pensi? Che non prendevano i soldi?”

Carmine Schiavone (1943–2015) criminale italiano
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“E poi gli africani sono africani, appartengono a un etnia molto diversa dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni, basta consultare l'enciclopedia di Topolino. Diciamo che io ho un pregiudizio favorevole ai mitteleuropei. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano.”

Mario Borghezio (1947) politico italiano

dalla trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24, 2013; citato in Borghezio cacciato dal gruppo degli euroscettici al Parlamento europeo per gli insulti alla Kyenge http://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/borghezio_cacciato_dal_gruppo_degli_euroscettici_al_parlamento_europeo_per_gli_insulti_alla_kyenge/notizie/287369.shtml, Ilmessaggero.it, 3 giugno 2013

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“Fare politica andando contro qualcuno è molto facile, fare politica per qualcosa è più bello, è più difficile ma più bello. E siate orgogliosi di questa bellezza. Non smettete mai di pensare che si fa politica pensando ai propri figli e non alle alchimie dei gruppi dirigenti.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Dal discorso durante il quale ha annunciato l'intenzione di rassegnare le dimissioni dopo l'esito del referendum costituzionale, Palazzo Chigi, 5 dicembre 2016. Visibile al minuto 03:20 di Referendum, Renzi si dimette: il discorso integrale da Palazzo Chigi http://video.corriere.it/referendum-trionfa-no-discorso-renzi/5dc37392-ba7c-11e6-99a2-8ca865283c9e, Video.Corriere.it, 5 dicembre 2016.

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“Con la stessa inoppugnabile chiarezza con cui a suo tempo si dimostrò che è la Terra a girare intorno al Sole, tre secoli di ricerche etnologiche, geografiche, storiche hanno mostrato che la famiglia "naturale" non esiste. La specie umana organizza il proprio sistema riproduttivo nelle forme che di volta in volta si dimostrano più efficaci a garantire la sopravvivenza della specie nelle diverse situazioni geografiche, storiche, economiche, climatiche ecc. La monogamia, la poliginia, la poliandria, le forme di parentela a discendenza unilaterale e quelle a discendenza bilaterale, i matrimoni combinati e quelli addirittura imposti dalle regole del gruppo non sono necessariamente uno "migliore" o "più morale" o "più evoluto" dell’altro. Semplicemente sono forme di organizzazione sociale della riproduzione variamente funzionali nelle condizioni storiche date: quando la loro efficienza diminuisce per il cambiare delle condizioni date, anche le forme organizzate della riproduzione cambiano. […] la nostra esperienza della natura è sempre filtrata e mediata dalla cultura: e la cultura ci dice ciò che è desiderabile oppure orribile, ciò che ci emancipa oppure ci opprime. Non ci dice cosa è naturale.”

Amalia Signorelli (1934–2017) antropologa

Origine: Da Unioni civili, a proposito di cosa sia o non sia 'contro natura' http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/22/unioni-civili-a-proposito-di-cosa-sia-o-non-sia-contro-natura/2485603/, ilfattoquotidiano.it, 22 febbraio 2016.

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“Poche cose fiaccano il morale del gruppo quanto la pioggia, la nebbia e il freddo.”

David Walsh (1955) giornalista sportivo irlandese

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“Quello che si capisce di un gruppo o di un essere umano è in fondo proprio ciò che ce ne separa, che ci esclude.”

Enrico Palandri (1956) scrittore e traduttore italiano

da Le pietre e il sale, Garzanti, 1986

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“Il 21 febbraio, quattro giorni dopo l'arresto di Chiesa, viene a farmi visita Ugo Finetti, vicepresidente della Regione Lombardia, magna pars del socialismo milanese. Lo accompagna Paolo Berlusconi, che non è ancora l'editore del Giornale (lo diventerà il 16 luglio: e per questo Montanelli fin dal 20 gennaio aveva scritto a Silvio informandolo che il preannunciato passaggio di proprietà non avrebbe potuto modificare le intese sull'indipendenza del Giornale e del suo direttore, a suo tempo intercorse con Silvio e «sempre rispettate»). Finetti era pallido, Paolo aveva l'aria di essere seccato per il fatto che i vari appelli rivolti a me da esponenti della Fininvest, affinché Il Giornale non turbasse i rapporti del gruppo con il Psi, continuassero a cadere nel vuoto. Finetti ha una cartella con articoli della nostra cronaca milanese, sottolineati con evidenziatore color verde pisello. Me li consegna affinché io possa contestarli ai colleghi cronisti. «I giudici della Procura – mi spiega Finetti – fanno i fascicoli con i ritagli dei giornali, proprio come questo: poi, quando succede qualcosa, si trovano una documentazione già abbondante e vanno a scavarvi quello che vogliono.»”

Federico Orlando (1928–2014) giornalista e politico italiano

Paolo Berlusconi taglia corto: «Con le istituzioni, Regione, Comune, Fiera, noi dobbiamo lavorare, perciò dobbiamo poter mantenere buoni rapporti».
Il sabato andavamo ad Arcore

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“Carissima Varese, fino a pochi giorni fa mi sorprendevo a pensare come e cosa poteva diventare la nostra vita salendo nel Paradiso del calcio, il gradino più alto per chi come noi vive il calcio per quello che è: un gioco. Era tutto scritto. Dal mio arrivo in C2, a campionato iniziato. Venivo dalla mia prima estate da disoccupato nonostante i 2 campionati vinti nelle 2 stagioni precedenti. Qui c'ero già stato per 2 brevi apparizioni da giocatore e da allenatore. Quel giorno, guidando verso di te, pensavo di aver accettato di allenare una quadra di calciatori ultima in serie C2. Arrivando al Varese stavo invece imboccando una strada che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita. Qui, per la prima volta ho avuto la certezza di essere apprezzato per come sono, con i miei pregi e con i miei difetti. Qui non ho conoscenze e frequentazioni ma affetti e amici veri. Qui non ho allenato calciatori ma uomini. Varese è diventata e resterà la mia città. La mia professione mi porta a Siena per vivere quello che fino a domenica scorsa ero certo di poter realizzare nello stadio della mia città, nel quale ero entrato trovandolo grigio e con le curve chiuse e dal quale sono uscito ferito e con gli occhi lucidi insieme a un gruppo di uomini veri, applaudito da 8000 tifosi, anziani, giovani e famiglie intere. I tempi del calcio moderno non mi hanno permesso di staccarmi da te nel modo migliore. Mi hai dato molto ma ti chiedo ancora un'ultima cosa.”

Giuseppe Sannino (1957) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dalla lettera di addio ai tifosi del Varese; riportata in Varese, la lettera d'addio di Giuseppe Sannino http://www.tuttomercatoweb.com/siena/?action=read&idtmw=272840, Tuttomercatoweb.com, 8 giugno 2011.

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“Vincere è sempre importante ed è raramente frutto del caso. Puoi essere fortunato una volta, due, ma le vittorie sono sempre il frutto di un lavoro, di un gruppo formato al quale si contribuisce come allenatore.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Ganar siempre es importante y casi nunca es producto de la casualidad. Puedes tener suerte un día, dos, pero ganar es siempre producto de un trabajo, de un grupo formado, al que uno contribuye como técnico.
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“Un uomo esce dalla clinica dove si è appena sottoposto a una colonscopia di controllo. «Il dottore dice che sono a posto», confida alla moglie che lo aspetta in macchina. «Per i prossimi cinque anni non c'è bisogno che mi faccia più controllare». «Fantastico! Hai sentito male?». «Be', ecco…», balbetta. «A dir la verità non ricordo, non mi ricordo niente. Strano… è come se non l'avessi fatta».
Il motivo di tutto ciò è che il medico gli ha somministrato un farmaco in grado di cancellare ogni ricordo di questo evento. Si chiama midazolam […]: è infatti un farmaco di routine per piccole operazioni chirurgiche. Poco importa se la colonscopia sia andata liscia come l'olio o se sia stata insostenibilmente dolorosa. In teoria, il gruppo di medici avrebbe potuto anche saltare sul tavolo operatorio per cantare una canzonaccia da osteria, tanto il paziente, seppur sveglio, non si sarebbe ricordato nulla. E anche se i pazienti potrebbero avere da ridire su di un farmaco che cancella pezzi di memoria, questa pratica è abituale come quella di lavarsi le mani.
Una volta ho chiesto a un'infermiera come mai usassero sistematicamente il midazolam per le colonscopie. «Così i pazienti ritornano a farsi controllare», rispose. Se si ricordassero tutti i dettagli dell'esame, compresi quelli più dolorosi e umilianti, sarebbero molto meno contenti di ripeterla.”

Neal D. Barnard (1953) medico statunitense

Origine: Super cibi per la mente, p. 146

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“[Ad un lettore che le chiede cosa pensa degli "associazionismi"] Ci si associa da sempre. Per andare a caccia, per attraversare i mari alla ricerca di nuove terre. E senza associarsi non si vede come i mastri scalpellini delle Alpi Apuane avrebbero potuto scavare il marmo da consegnare a Michelangelo o come le splendide individualità tecniche di un Rossi, Conti o Cabrini, avrebbero potuto esplodere nella corale vittoria di un Mondiale senza paragoni. Ci si associa perché l'uomo è "animale sociale". Esageri, dunque, nel contestare il dato di fatto. Ma se ti riferisci agli "…ismi", al passaggio dal naturale bisogno umano di sentirsi associato all'istituzionalizzazione del senso di appartenenza che porta al gruppo etichettabile e marchiato, posso avvicinarmi alla tua diffidenza. Per arrivare al gruppone non basta la somma di un migliaio indistinto: occorre la comunanza di reciproche unità che esistono a priori e che, forse, nell'accostarsi e nel mescolarsi, potenziano un'identità già costituita. Nella liquidità contemporanea si è privilegiato il "social" al "personal". E ci si illude di essere associati. Ma occorre una notevole dose di fortuna per ritrovare un pensiero che sia espressione di un io potente, districandosi tra foto di costumini estivi o tutine da sci, postate con intento ammiccante per il pubblico virtuale, in un casino totale di scosciamenti e di inni al fancazzismo. No, almeno in un gruppo fisico ci si può ancora guardare in faccia.”

Mina (cantante) (1940) cantante italiana

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2015/01/12/viviamo-in-una-societa-in-cui-si-e-privilegiato-il-%E2%80%9Csocial%E2%80%9D-al-%E2%80%9Cpersonal%E2%80%9D/#more-2145, 12 gennaio 2015
Citazioni di Mina

“Io dico che tra i moventi indicati [per l'omicidio di don Peppino Diana], agli atti del processo, ce ne sono tra i più diversi. Nel processo qualcuno ha parlato di una vendetta per gelosia, altri hanno riferito che sarebbe stato ucciso perché si volevano deviare le indagini che erano in corso su un altro gruppo criminale. E altri hanno riferito anche il fatto che conservasse le armi del clan. Nessuno ha mai detto perché è avvenuto questo omicidio, visto che non c'erano precedenti per ricostruire i fatti. Se uno conosce le carte del processo, conosce che ci sono indicate da diverse fonti, diversi moventi. […] Ci sono diversi moventi, c'è anche quello, che all'inizio non era emerso, che faceva attività anticamorra. Per la verità nel processo non è venuto fuori molto chiaro neanche questo come movente. È inutile che costruiamo delle fantasie sulle ipotesi. Quella dell'impegno anticamorra è tra le ipotesi. Ma nel processo non è emerso in modo clamoroso, non è mai venuta fuori un'attività di trascinamento, di gente in piazza. Non è che c'erano state manifestazioni pubbliche, documenti. Qualcuno ha detto anche questa ragione. Come vede ci sono tanti moventi. Certamente è stato ucciso dalla camorra. Chi viene ucciso dalla camorra è una vittima della camorra. Ora se è un martire bisogna capirlo dal movente che non è stato chiarito”

Gaetano Pecorella (1938) politico e giurista italiano

citato da Repubblica http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-9/saviano-diana/saviano-diana.html, 1° agosto 2009

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“Un gruppo dei migliori giocatori non fa necessariamente la migliore squadra.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

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“Il fatto di essere uno di una molititudine esonera un uomo dalla coscienza di essere un io isolato e lo trasporta piú giú in un regno meno che personale, dove non vi è alcuna responsabilità, dove non vi è giusto o sbagliato, né bisogno di pensare o giudicare o discernere, vi è solo un forte e vago senso di comunione, solo un eccitamento condiviso, un'alienazione collettiva. E l'alienazione è insieme piú prolungata e meno faticosa di quella indotta dalla deboscia; il mattino dopo meno deprimente di quello che segue l'autoavvelenamento da alcool o da morfina. Inoltre, al "delirio di massa" ci si può abbandonare non soltanto senza rimorsi di coscienza, ma veramente, in molti casi con un positivo ardore di cosciente virtú. Infatti, lungi dal condannare la pratica dell'autotrascendenza discendente attraverso l'ebbrezza di gregge, i capi di Chiesa e di Stato hanno attivamente incoraggiato la pratica sempre che potesse essere usata per favorire i propri scopi. Individualmente e in gruppi coordinati e legati da un fine, i quali costituiscono una sana società, uomini e donne manifestano una certa capacità di pensiero razionale e libera scelta alla luce di princípi etici. Riuniti in folle, gli stessi uomini e le stesse donne si comportano come se non possedessero né ragione né libero arbitrio. L'ebbrezza di massa li riduce a una condizione di irresponsabilità interpersonale e antisociale. Drogati dal veleno misterioso che ogni gregge eccitato secerne, essi cadono in uno stato di altissima suggestionabilità, simile a quello che segue un'iniezione di sodio amytal o l'induzione, con qualsiasi mezzo, di un leggero trance ipnotico. In questo stato essi crederanno qualsiasi assurdità che possa essere loro urlata, eseguiranno qualsiasi comando o esortazione, per quanto insensati, pazzi o criminali. Per gli uomini e per le donne sotto l'influenza del "veleno di gregge" «qualunque cosa dico tre volte è vera» e qualunque cosa dico trecento volte è Rivelazione, è il mondo di Dio direttamente ispirato. Ecco perché i detentori dell'autorità – preti e governanti – non hanno mai inequivocabilmente proclamato l'immortalità di questa forma di autotrascendenza discendente. Infatti, il "delirio di massa" suscitato dai membri dell'opposizione ed in nome di princípi eretici è stato sempre denunziato dagli uomini al potere. Ma il "delirio di massa" sollevato dagli agenti governativi, il "delirio di massa" in nome dell'ortodossia, è tutta un'altra cosa. In ogni caso in cui può essere usata per favorire gli interessi di coloro che controllano la Chiesa e lo Stato, l'autotrascendenza discendente per mezzo dell'ebbrezza di gregge è trattata come qualcosa di legittimo, ed anche altamente desiderabile.”

Appendice; pp. 310-311
I diavoli di Loudun

“L'Italia è diventata un bordello. Non perché il premier va a escort e qualcun altro a trans, ma perché sono state sovvertite tutte le regole. Un bordello squallido e triste, la cui cupezza si respira nell'aria. Raccontavo qualche giorno fa a una mia giovane amica la Milano dei '50, di quando ero ragazzino. Eravamo poveri, allegri e spavaldi. I tram erano stipati fino all'inverosimile con la gente sui predellini aperti e qualcuno attaccato al troller. Uscivamo dalla guerra, ci eravamo salvati dai bombardamenti angloamericani e dai rastrellamenti tedeschi, non ci poteva certo spaventare una caduta dal tram. Tutti, uomini e donne, fumavano. Il terrorismo diagnostico era di là da venire. Noi ragazzini uscivamo di casa alle due del pomeriggio e rientravamo con le ginocchia sbucciate, alle otto, senza che i nostri genitori se ne preoccupassero. Perché nel quartiere c'era un controllo sociale e se un bambino si fosse messo nei guai ci avrebbero pensato gli adulti a tirarlo fuori e un pedofilo sarebbe stato avvistato a un chilometro di distanza. Eppoi c'era, "il ghisa", il vigile, autorità sovrana. La "pula" non aveva bisogno di farsi vedere. La malavita era professionale, conosceva le regole, stava attenta a non spargere una goccia di sangue (il colpo in banca della banda di via Osoppo, senza un ferito, tenne la scena sui giornali per mesi). Eravamo solidali perché eravamo poveri e anche quelli che non lo erano non lo davano a vedere. Il sordido gioco degli "status simbol" non era ancora cominciato. Lealtà e onore erano moneta sonante. Se fra noi ragazzi ci si scontrava a pugni sulla strada – dove ci siamo formati – e un gruppo era di dieci e l'altro, poniamo di otto, due si levavano per far pari. E l'onestà era un valore assoluto. Per la borghesia, se non altro perché dava credito. Per il proletariato, per il mondo contadino dove la stretta di mano contava più di un contratto. Mentre raccontavo queste e altre cose i begli occhi della mia amica si ingrandivano, si sgranavano. Alla fine mi ha detto "tu mi stai raccontando una favola, questa non è l'Italia."”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Appunto.
Origine: Da Il Gazzettino, 6 novembre 2009.

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“Le persone vedono la band come un gruppo di persone estroverse, ma questo non vuol dire che si è cosi tutto il tempo, e vale anche per me. Hendrix sul palco era un uragano, ma quando smetteva di suonare era molto timido. Naturalmente questo è quello che mi rende autentico come persona. Voglio dire, tutt'oggi fare qualcosa in televisione mi innervosisce.”

Chad Smith (1961) batterista statunitense

Origine: Dall'intervista rilasciata al sito Tredrummerjournal.com; citato in Chad Smith: «una mia autobiografia? Per adesso no. Forse tra 10/15 anni...» http://www.venicequeen.it/cms/News/chad-smith-luna-mia-autobiografia-per-adesso-no-forse-tra-1015-annir.html, Venicequeen.it, 8 settembre 2015.

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“Conosco Eto'o da quando ha 16 anni ed è sempre stato un bravo ragazzo, che mi è sempre piaciuto un sacco, ma c'è una parte di lui che lo porta a pensare troppo a se stesso e troppo poco al gruppo e questo può essere davvero rischioso all'interno di uno spogliatoio.”

Roberto Carlos da Silva (1973) calciatore brasiliano

Citazioni di Roberto Carlos
Origine: Citato in Simona Marchetti, Roberto Carlos attacca Eto'o: "È egoista e divide lo spogliatoio" http://www.gazzetta.it/Calcio_Estero/12-09-2013/roberto-carlos-attacca-eto-o-all-anzhi-ha-fatto-tutto-tranne-che-giocare-201145860401.shtml, Gazzetta.it, 12 settembre 2013.

“Uno dei motivi di sospetto verso convinzioni morali apparentemente sincere è il loro legame con interessi particolari di coloro che le sostengono. Chiedersi cui bono e cui malo è appropriato se siamo alla ricerca di possibili elementi di contaminazione della coscienza: il senso morale di una persona può essere distorto da privilegi radicati così come dalla paura di perderli. […] gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse finanziario diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente "coinvolti". Riguardo invece ai guadagni particolari legati al mantenimento delle pratiche esistenti e alle perdite che deriverebbero dal loro mutamento, scopriamo un gran numero di gruppi alle cui convinzioni potremmo non dare credito. Macellai, cacciatori, allevatori, pellicciai, ricercatori che sperimentano su animali, se non risarciti, dovrebbero sopportare perdite personali significative qualora dovessimo modificare le nostre pratiche. Pertanto, non ci si può attendere che essi valutino la questione morale senza la distorsione derivante dai loro interessi particolari. Gli scienziati potrebbero sostenere che nel loro caso l'interesse personale coincide con un interesse umano universale; un'analoga giustificazione, però, credo, potrebbe essere avanzata anche dal macellaio e dal pellicciaio […].”

Annette Baier (1929–2012) filosofa neozelandese

Origine: La nostra posizione nel mondo animale, pp. 59-60

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“L'educazione dell'uomo deve tener conto del gruppo sociale e preparare il fanciullo ad avervi la sua funzione.”

Jacques Maritain (1882–1973) religioso, filosofo

Per una filosofia dell'educazione

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