Frasi su istituzione
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“S'inaugura un capitolo che porta ad una visione estremamente dialettica tra il dentro ed il fuori, dove il dentro non è riferito al dentro di un'istituzione chiusa, ma al dentro di noi; e il fuori al fuori di noi.”

Franco Basaglia (1924–1980) psichiatra e neurologo italiano

da Introduzione generale ed esposizione riassuntiva dei vari gruppi di lavori, corso di aggiornamento per operatori psichiatrici, Trieste 1974

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“Nella FIFA non vi è più alcuna democrazia. Sta diventando un'istituzione sempre più egoista.”

Karl-Heinz Rummenigge (1955) dirigente sportivo e ex calciatore tedesco

Origine: Citato in Rummenigge: «In FIFA non esiste democrazia» http://www.repubblica.it/ultimora/sport/CALCIO-RUMMENIGGE-IN-FIFA-NON-ESISTE-DEMOCRAZIA/news-dettaglio/3971999, Repubblica.it, 18 maggio 2011.

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“Per sette o otto anni io non sono andato più a Palermo, non sono andato più… non avevo più voglia neanche di vedere quei posti dove era stato ammazzato mio fratello. Nel 2007, se ben ricordo, dopo aver scritto quella lettera: "1992, una strage di Stato", andai a Palermo, e andai proprio il 19 luglio in via D'Amelio, e in via D'Amelio fui costretto a vedere Schifani, il presidente Schifani, una di quelle persone che vilipendono le istituzioni, perché vedete, io ritengo… io ritengo che il più grosso vilipendio alle istituzioni sia il fatto che persone non degne di occupare quelle istituzioni le occupino, perché io rispetto profondamente le istituzioni, però non sempre gli uomini che occupano le istituzioni sono degni di rappresentarle, e allora, io, vedete, non faccio il magistrato, quindi non condanno nessuno, non… non è che dico che Schifani sia colpevole di qualcosa, non posso dirlo perché una persona viene riconosciuta colpevole di qualcosa quando la magistratura l'ha giudicato, non è passato attraverso i tre gradi di giudizio, eccetera, eccetera, ma mi chiedo perché una persona nel momento in cui gli si chiede, come ha fatto il giornalista, come ha fatto Marco Travaglio, gli ha chiesto quali erano i suoi trascorsi societari in Sicilia, invece di rispondere, è la cosa più normale che si può chiedere: con chi aveva fatto delle società in Sicilia, perché invece di rispondere si è ammantato della carica che riveste e ha minacciato querele contro lo stesso Travaglio, che poi, querelato, è stato anche assolto da… dalla sua… da… per… per le sue domande, perche erano delle semplici domande, erano quelle stesse domande che il… che su… su la Repubblica il… quel giornalista… come si chiamava… D'Avanzo poneva a Berlusconi dieci domande alle quali non ha avuto mai… mai una risposta, non faceva altro che porgli quelle domande. E perché Schifani non ha risposto? Avrebbe potuto rispondere ma non lo ha fatto. E allora magari sarebbe stato… avrebbe acquistato la dignità di occupare quel posto. Allora io quando, sette anni, fino al 2007, arrivai in via D'Amelio, e vidi che c'era Schifani che stava deponendo una corona davanti all'albero di olivo che è stato piantato nella buca che era stata scavata dal… dall'esplosione che ha ucciso mio fratello, io ebbi l'istinto di andare lì e di andargli a dire: "Le sue corone le vada a portare davanti alla tomba di…", volevo dirgli… volevo dirgli… volevo dirgli: "Questo è il nostro eroe, questi sono i nostri eroi, questi eroi li lasci onorare a noi come noi sappiamo onorarli.". Io quell'anno ebbi quell'impulso ma non lo feci, non lo feci perché in quel momento, mentre io proprio stavo andando, ero da solo, davanti non c'erano questi ragazzi delle agende rosse, c'ero soltanto io, e mentre stavo andando e l'avrei fatto, mi ci sarei parato davanti e glie l'avrei detto, però arrivò mia… mia cognata, Agnese. Mia cognata Agnese ha scelto un'altra… un'altra linea di condotta: lei, diciamo, partecipa alle cerimonie istituzionali e io rispetto le decisioni degli altri, quello che fa, io reagisco in maniera diversa, però, diciamo, fu quello che mi frenò.”

Salvatore Borsellino (1942) attivista italiano

da Salvatore Borsellino a Pescara - 30 settembre 2011 http://www.youtube.com/watch?v=aPhlwAEpB1E, YouTube; filmato caricato il 1° ottobre 2011

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“Non c'è che dire. Una performance degna del peggior razzismo da stadio e che la dice lunga sull'alto senso di appartenenza alle istituzioni dell'esponente della Lega. Chissà cosa ne pensano i colleghi del Pdl dell'on. Salvini, soprattutto quelli orgogliosi di essere napoletani come lo sono io. Se stessimo parlando di una persona civile, ci aspetteremmo delle scuse.”

Riccardo Villari (1956) medico, politico e docente italiano

Origine: Citato in "Canzone razzista, si dimetta" E Salvini lascia il Parlamento http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/salvini-a-pontida/reazioni-salvini/reazioni-salvini.html, la Repubblica.it, 7 luglio 2009.

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“Il monopolio di Stati Uniti e Europa nel processo di selezione condanna invece Banca mondiale e Fondo monetario ad essere viste come mere emanazioni degli interessi strategici dei Paesi industrializzati. La scelta di chi guida queste istituzioni è troppo importante per essere affidata a meccanismi poco trasparenti, non democratici e sempre meno in grado di garantire che a prevalere sarà il candidato migliore.”

Tito Boeri (1958) economista italiano

Origine: Da «Con lui si rischia un uso politico degli aiuti» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/31/Con_lui_rischia_uso_politico_co_9_050331202.shtml, Corriere della sera, 31 marzo 2005.

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“Il Palio è un patrimonio della nazione e deve essere tutelato da tutte le istituzioni italiane come ogni manifestazione che esprima la cultura, la storia, le tradizioni, la socialità dei nostri territori.”

Franco Ceccuzzi (1967) politico italiano

Origine: Citato in Maurizio Bologni, Muore un cavallo, il ministro attacca http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/02/muore-un-cavallo-il-ministro-attacca.html, la Repubblica, 2 luglio 2011, p. 9.

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“Ciascuno dimori nell'istituzione con rispetto e con amore, come nella casa di Dio.”

Luigi Guanella (1842–1915) presbitero italiano

Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella Casa divina Provvidenza

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“Le nostre istituzioni morali sono adattate alla forma di vita del piccolo gruppo, vengono insegnate al bambino con la sua socializzazione e dominano, quindi, anche oggi la nostra emotività.”

Gerard Radnitzky (1921–2006) filosofo e teorico tedesco

Il futuro è aperto: il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper

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“Limitare la violenza agli stadi è un compito che spetta alle istituzioni, non ai clubs e ai loro dirigenti.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

dopo l'aggressione mortale ai danni del tifoso romanista Antonio De Falchi
1989
Origine: Citato in Leonardo Coen, "Lo stato deve aiutarci" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/07/lo-stato-deve-aiutarci.html, la Repubblica, 7 giugno 1989.

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“La crisi è globale e serve una risposta globale. Si parla di una nuova Bretton Woods per scrivere nuove regole e di sospendere i mercati per il tempo necessario per formulare queste nuove regole. Tra le varie ipotesi avanzate c'è anche questa, ma per ora non c'è nulla di concreto. Certamente la soluzione non può essere né nazionale né europea, ma globale. Va presa nelle istituzioni mondiali.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Citato in Crisi, Berlusconi: «Resistete al panico» Tremonti: «Impegni forti o non firmo» http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_10/berlusconi_crisi_a156dce2-96cd-11dd-9911-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 10 ottobre 2008.

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“La Croazia ha avuto finora i più rigidi criteri di adesione nell'Ue e il fatto che li abbia soddisfatti parla da solo sul fatto che il Paese è pronto. Le riforme che abbiamo portato a termine hanno reso la nostra società migliore e le nostre istituzioni più pronte per la difesa dello Stato di diritto e dei diritti umani.”

Ivo Josipović (1957) politico croato

Origine: Citato in Stefano Giantin, Josipovic: «Siamo la prova che l’Europa vive e attrae» http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/06/30/news/josipovi-siamo-la-prova-che-l-europa-vive-e-attrae-1.7345189, Il Piccolo, 30 giugno 2013.

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“Il governo italiano sostiene con grande convinzione il processo di evoluzione democratica della Libia, di fronte alle grandi difficoltà che il Paese deve affrontare in termini di stabilizzazione, sviluppo delle sue istituzioni, consolidamento della democrazia nel momento in cui si stanno per tenere delle libere elezioni per la prima volta in 40 anni.”

Giulio Terzi di Sant'Agata (1946) diplomatico e ambasciatore italiano

Origine: Citato in L'allarme di Terzi sull'immigrazione: «Serve subito un piano europeo http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_12/terzi-serve-piano-immigrazione_a44aace8-9c2e-11e1-a2f4-f4353ea0ae1a.shtml, Corriere.it, 12 maggio 2012.

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“Lei usurpa un ruolo! Via i collusi con la mafia dalle istituzioni!”

Piero Ricca (1971) attivista, blogger e giornalista italiano

a Giulio Andreotti, 8 maggio 2008
Origine: http://it.youtube.com/watch?v=AhCm1BpaII4

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“La verità è che le istituzioni in Italia, dal governo al Parlamento, dalle forze dell'ordine alla magistratura, hanno paura di affrontare e di scontrarsi con gli estremisti islamici che si sono saldamente arroccati nelle moschee.”

Magdi Allam (1952) giornalista e politico egiziano naturalizzato italiano

Origine: Da Predicatori di odio e istituzioni timide, Corriere della Sera, 23 dicembre 2007, p. 34.

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“L'Europa cerca con difficoltà di costituzionalizzarsi. Se questo vuole essere un progetto da prendere sul serio, si deve considerare che ogni Costituzione è l'esito di un «processo di differenziazione». Se non fosse così, non se ne vedrebbe l'utilità. Per perfezionare soltanto istituzioni che già esistono basterebbe una semplice «revisione regolamentare». La difficoltà di mobilitare un'«opinione pubblica europea» deriva anche da qui: per continuare come prima, solo con un po' più di efficienza, che bisogno c'è di una Costituzione? Non c'è enfasi o retorica (come quella esibita nel preambolo del progetto di Costituzione europea) che possa coprire il vuoto. Occorre dunque un «progetto di differenziazione». Nell'attuale momento, esso non potrebbe che definirsi rispetto alle tendenze e alle forze omologanti che già operano nell'indistinto astratto che ci ingloba e che si denomina, per l'appunto, globalizzazione, entro la quale si staglia la concreta egemonia, anche costituzionale, degli Stati Uniti d'America. Se mai l'Europa si darà una vera Costituzione, sarà quando avrà intrapreso una profonda riflessione su se medesima, ancora una volta a confronto con l'America. Questa volta per rispondere alla domanda: chi davvero noi siamo, che cosa davvero ci distingue, sempre che si voglia essere qualcuno e qualcosa, e non una semplice propaggine.”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano

cap. 17, p. 148
Contro l'etica della verità

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“In quella che abbiamo ribattezzato l'interpretazione comunitarista del danno, la contaminazione è stata considerata come una «disgrazia» venuta dall'esterno, che ha rischiato di disperdere la comunità. È questo pericolo che i sevesini hanno cercato di contrastare, difendendo il proprio attaccamento al territorio. In questo affermare la comunità come bene da difendere, i sevesini hanno trovato il modo di rivendicare pubblicamente ciò che stava loro a cuore, e che vedevano altrimenti inascoltato: l'importanza del loro legame con il territorio e la volontà, per quanto fosse possibile, di preservarlo, nonostante il danno ambientale.
Il prevalere dell'interpretazione comunitarista del danno da diossina, che spiega la singolare trasformazione della vicenda dell'Icmesa da disastro industriale a conflitto culturale, chiama allora in causa quella che fu una sconfitta chiara e senza sfumature. la sconfitta delle istituzioni, quelle della scienza come quelle della politica, che fallirono nel loro compito di far esistere un mondo "in comune" tra gli attori, all'interno del quale poter agire insieme per perseguire interessi collettivi condivisi. […]
Le conseguenze furono gravi, perché la perdita di legittimità che ne conseguì portava con sé la fragilizzazione del legame sociale, già scosso dall'incidente, che alimentò l'emergere di comportamenti opportunistici e un diffuso ripiegamento nel privatismo, confermando tra cittadini e istituzioni un rapporto di alterità e distanza che aveva una lunga consuetudine. E in questa abitudine alla distanza delle – e dalle – istituzioni che mette radici la chiusura comunitaristica, in cui si perde il riferimento alla corresponsabilità verso la cosa pubblica per riconoscere nella propria comunità l'unico bene da difendere.”

Laura Centemeri sociologa economica e saggista italiana

dalle Conclusioni, p. 186
Ritorno a Seveso

“In trent'anni di storia il movimento del fair trade ha innestato, sul nucleo culturale originario, altri contributi provenienti dal movimento ambientalista e dal movimento per i diritti umani. […] Resta comunque forte il «focus primario» che ha fatto nascere il movimento per un commercio equo: la libera associazione dei produttori e dei consumatori per la ricerca di un prezzo dei prodotti del lavoro umano che risponda di più ai bisogni vitali e meno alle cosiddette leggi di mercato.
Questo obiettivo di fondo avvicina il movimento del fair trade ad alcune istanze che furono patrimonio del «socialismo utopistico», in particolare al pensiero proudhoniano che metteva al centro del suo programma la libera associazione tra piccoli produttori. Cambia però la strategia per arrivare a questo obiettivo comune. Per Proudhon, come per altri esponenti del «socialismo utopistico», bisognava eliminare la proprietà e abbattere lo Stato per realizzare l'anarchia positiva, cioè una società a economia decentralizzata e non autoritaria, in cui i lavoratori sarebbero stati i soli padroni della loro produzione, nonché i soli padroni di tutta la società. Diversamente, il movimento del fair trade punta a incidere sia sul mercato capitalistico, sia sulle istituzioni, attraverso un meccanismo di campagne di sensibilizzazione e lobbying, e, nello stesso tempo, costruendo hic et nunc delle alternative concrete.”

Tonino Perna (1947)

cap. IV, 2, p. 86
Fair trade

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“Per le istituzioni il rispetto è immenso, non per le persone che le hanno frequentate, per quelli zero rispetto, non lo meritano. E vedere nell'aula certi personaggi che ancora girano, Formigoni, Scilipoti, gente che ha detto di aver preso soldi, gente che ha pagato. Oggi è uscito un articolo, i condannati sono quarantasei… L'aula è qualcosa di sacro, ma il Parlamento in questi ultimi anni è stato stuprato.”

Vito Crimi (1972) politico italiano

Origine: Citato in Crimi: "Beppe ha svegliato Napolitano". Poi le scuse al Colle, ma attacca la stampa http://www.repubblica.it/politica/2013/03/21/news/crimi_beppe_ha_svegliato_napolitano_poi_chiama_il_colle_e_si_scusa-55068645/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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