Frasi su milanese

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema milanese, due-giorni, citata, bene.

Frasi su milanese

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“Vi sono tre modi di perdere il denaro: le donne, il giuoco e gli ingegneri. Mentre i primi due sono i più divertenti, il terzo è sicuramente il più sicuro.”

Enrico Cuccia (1907–2000) banchiere italiano

Citato in La cerchia milanese di Ugo La Malfa, Rubettino Editore, 2003

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“Il peccato veniale di un Banchiere è fuggire con la cassa, quello mortale è… parlare.”

Enrico Cuccia (1907–2000) banchiere italiano

Citato in La cerchia milanese di Ugo La Malfa, Rubettino Editore, 2003

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“Sono andato alla festa a casa milanese di John Travolta. Che è la casa del Manzoni.”

Maurizio Milani (1961) comico, scrittore e attore teatrale italiano

Mi sono iscritto nel registro degli indagati

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“Uso i mezzi a Milano da vent'anni e vista l'arroganza, la maleducazione e la violenza che regnano, così come una volta c'erano i posti riservati ai reduci, agli invalidi e alle donne incinte, avanti di questo passo fra dieci anni se non si interviene ci saranno posti o vagoni riservati ai milanesi e alle persone perbene. Se non si mette un limite all'immigrazione arriveremo a questo.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Citato in «Posti riservati ai milanesi» La provocazione della Lega http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/09_maggio_7/salvini_metropolitana_carrozze_riservate_milanesi-1501332667082.shtml, Corriere della Sera, 7 maggio 2009.

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“Moravia amava marcare con Leonardo Sciascia la differenza tra un siciliano e un milanese: un milanese tende a rendere essenziali anche le cose più complesse; un siciliano, diceva Moravia a Sciascia, rende complicate anche le cose più semplici.”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Da William Shakespeare siciliano? di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale http://www.quotidianolegale.it/william-shakespeare-siciliano-di-andrea-camilleri-giuseppe-dipasquale/, Quotidiano Legale.it, 9 ottobre 2013.

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“Matteo Renzi non dice mai una cosa vicina alla gente comune, all'operaio che, tornato dalle ferie, ha trovato la fabbrica chiusa, al disoccupato, all'infermiere. Niente. È più forte di lui. Non ci riesce. Il fu giovane Renzie lo si ricorda per le sue comparsate, in giubbetto di pelle, da Maria De Filippi e per le sue blindate cene milanesi con l'alta finanza. È l'uomo delle banche e dei capitali.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Da Il Blog di Beppe Grillo
Origine: Da I pensieri di Renzie http://www.beppegrillo.it/2013/08/i_pensieri_di_r_1.html, BeppeGrillo.it, 27 agosto 2013; citato in Grillo avverte i dissidenti: "Andatevene". E attacca Renzi: "Uomo delle banche http://www.repubblica.it/politica/2013/08/27/news/grillo_dissidenti_renzi-65383602/?ref=HREC1-1, Repubblica.it, 27 agosto 2013.

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“Più che di corruzione o di concussione, si deve parlare di "dazione ambientale", ovvero di una situazione oggettiva in cui chi deve dare il denaro non aspetta più nemmeno che gli venga richiesto; egli, ormai, sa che in quel determinato ambiente si usa dare la mazzetta o il pizzo e quindi si adegua.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

Origine: Da un articolo su Società civile, maggio 1991; citato in Mani pulite, anno zero http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/mani_pulite.html, Micromega, 2004.

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“C'è che se si mettono a raffronto i due rivali come faccia, come presenza, come eloquio, come cordialità, insomma come simpatia umana, non c'è dubbio che Albertini ne ispira molto meno di Fumagalli, anzi diciamo la verità tutta intera: non ne ispira punta. Ed io, cittadino ed elettore milanese, proprio di questo sentivo il bisogno: di un sindaco antipatico, di faccia arcigna e poco invogliante alla pacca sulla spalla, al confidenziale "tu" e al pappecciccia coi sottoposti, e poco, anzi punto disponibile a quelle benevolenze, condiscendenze e indulgenze che rappresentano le supposte di glicerina di tutte le corruzioni. […] Con Albertini ho parlato una sola volta. Ma mi è bastata per capire che, per rendersi antipatico, non ha bisogno di fare sforzi. Basta che si mostri com'è e come spero che rimanga: una specie di Molotov di Palazzo Marino, chiuso nei suoi caparbi niet, diffidente, scostante e culdipietra. Che abbia una compagna fermamente decisa a non partecipare alla vita pubblica del compagno, anche questo ci va bene. Quella di Molotov, quando pretese esercitarvi qualche interferenza, Stalin la fece rinchiudere in un lager senza nemmeno informarne il marito che, seguitando a fare il suo ministro degli Esteri, non ebbe mai il coraggio di chiedergli dove l'aveva mandata e perché. Ma questa è un'altra storia che non ha nulla a che fare con Albertini, cui volevamo soltanto ricordare che il voto l'abbiamo dato a lui, non al Polo. E che gliel'abbiamo dato come segno e pegno di antipatia, nella speranza che a noi e a tutti la ricambi e che ne dia subito una prova levandosi di torno, anche a costo di qualche spintone, certi figuri che, al momento della proclamazione, si sono affrettati a gettargli sulle spalle il loro mantello di protettori e a sventolargli sulla testa le loro bandiere. Si ricordi, signor Sindaco, che noi abbiamo votato per lei, non per questi papponi.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Sì, ho tradito l' Ulivo. 13 maggio 1997, p. 1

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“Ben venga la tecnologia, dunque, perché rappresenta certamente il futuro, ma ricordiamo che l'elemento uomo, che parrebbe da essa quasi relegato in secondo piano, rimane il centro, il motore, l'anima di quest'universo che ci sforziamo di governare. L'uomo e l'inquietudine, figlia dei tempi, che l'accompagna.
Perché inquietudine? Guardiamo in particolare al mondo della Magistratura e pensiamo all'aria avvelenata in cui essa si trova troppo spesso ad operare, e ci chiediamo se ciò avvenga per colpe proprie ovvero per gratuiti e interessati attacchi esterni. Ma è vano cercare di sciogliere il dilemma; occorre invece che ci si adoperi con ogni energia per togliere voce a quanti imputano ad alcuni esponenti della magistratura scarsa diligenza o vanità personale o spinte ideologiche che li orienterebbero altrove rispetto a un'interpretazione corretta e serena della norma. Se queste incrostazioni esistono devono essere rimosse perché lo esige la collettività e lo merita la stragrande maggioranza dei magistrati, per i quali la disposizione prevalente è quella della dedizione incondizionata, della volontà tenace di esercitare il proprio ministero in vista del solo bene comune, con spirito di sacrificio e senza clamori: nel silenzio che spesso non paga ma è dignità di servizio e gratificazione di coscienza. Parimenti, non sono più sopportabili quegli attacchi gratuiti, di provenienza varia, ingeneroso esercizio ormai troppo diffuso di quanti applicano la regola secondo cui la miglior difesa consiste nel distruggere l'immagine del "nemico". Il convincimento da taluni nutrito, da altri propagandato, del giudice come di un soggetto onnipotente e sordo ai problemi di coscienza, e teso a chissà quali fini impropri, è fasullo e banale: quanti ci sono vicini per ragioni di lavoro o affettive conoscono l'ansia del dubitare, la paura di non sapere offrire le corrette risposte, di non poter cogliere il frutto che a volta pare proibito e si chiama giustizia.
Non c'è e non ci può essere indifferenza nell'atto del giudicare. Non si avvia un uomo al calvario di un processo penale né lo si condanna con il sorriso sulle labbra, non si respinge un immigrato onesto con una scrollata di spalle, non si toglie un bambino a una madre o a un padre senza subirne un contraccolpo doloroso come un pugno nello stomaco. Stati d'animo con i quali il buon magistrato fa i conti in compagnia delle sole voci di dentro che impietosamente gli ricordano giorno dopo giorno come una decisione sbagliata possa stravolgere una vita e uccidere una speranza.
Rubo ancora un minuto alla vostra pazienza per un'ultima annotazione: entro pochi giorni o settimane un gruppo di magistrati milanesi chiuderà la propria attività, e a loro voglio dire: per quaranta e più anni s'è combattuta, credo, la buona battaglia – mi perdoni San Paolo per la citazione che non vuole essere irriverente – e ho speranza che ora, giunti al termine della corsa, integra si sia conservata in ognuno la fiducia negli ideali per i quali tutti fummo avviati a questo lavoro. A quanti operano e opereranno nel mondo del diritto, magistrati, avvocati, personale amministrativo, ai giovani soprattutto, auguro di raccogliere in abbondanza, forti del loro impegno e con l'aiuto di Dio, i frutti di quanto di buono si va seminando perché questo Paese, che è stato la culla del diritto e che a volte ci dilettiamo noi stessi a bistrattare al di là dei suoi demeriti, mentre dispensiamo ammirazione incondizionata a quasi tutti gli altri popoli del mondo che hanno invece, quasi tutti, tanto da imparare; questo Paese al quale, fuor d'ogni retorica, credete, mi onoro e sono fiero di appartenere, rivendichi e riprenda il suo ruolo di portabandiera nella faticosa ma entusiasmante corsa di civiltà che porta al traguardo della Giustizia.”

Ruggero Pesce (1938) giudice italiano

da Discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario 2010 per il distretto della Corte d'Appello di Milano del Presidente Ruggero Pesce http://it.wikisource.org/wiki/Discorso_di_inaugurazione_dell%27anno_2010_per_il_distretto_della_Corte_d%27Appello_di_Milano

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“La sciura ["signora" in dialetto milanese] Kyenge è andata a trovare i giocatori della nazionale di calcio, si vede che ha tanto tempo a disposizione. Ha detto che la Nazionale di calcio è un modello di quello che dovrebbe essere l'Italia di domani. Ma preoccupati dei disoccupati e degli esodati invece di girare l'Italia da turista, a spese nostre, sparando cazzate.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: (Citato in Kyenge:«Con la Nazionale contro il razzismo». E Salvini insulta: «Spara cazzate a spese nostre», http://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/kyenge_con_la_nazionale_contro_il_razzismo_e_salvini_insulta_spara_cazzate_a_spese_nostre/notizie/323528.shtml), 8 settembre 2013.

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“Con intuizione corretta, Antonioni fotografava tedio, imbecillità e incomprensioni sentimentali della società europea sottoposta all'industrializzazione forzata. Metteva sotto la lente quel disagio che i milanesi bramarono di provare nell'istante immediatamente successivo all'edificazione del primo grattacielo cittadino. Ma nel suo cinema, la pretesa letteraria si risolveva in bozzetti incongrui e programmatici. La serietà con cui agghindava i suoi improbabili personaggi, le mezze calzette elevate a paradigma del Paese, involontariamente comica. Passata la sbornia e svanito l'equivoco, in effetti, si rise.”

Alberto Arbasino (1930) scrittore, saggista e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Malcom Pagani per il Fatto quotidiano; citato in Viva Arbasino! – "Si è deciso a tavolino che i nostri best-seller dovessero essere al livello del fruitore. Vendono moltissimo. Sono un prodotto da banco. Uno shampoo. Forse sono più alternativo io." http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/viva-arbasino-si-deciso-tavolino-che-nostri-best-seller-dovessero-80875.htm, Dagospia.it, 15 luglio 2014.

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“Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

v. 122-123
Della «Canzone di Legnano»
Origine: Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 629.

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“Opere milanesi.”

Giovanni D'Anzi (1906–1974) musicista e compositore italiano
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“[Su Andreas Hofer] Non aveva Andrea alcuna qualità eminente, dico di quelle, alle quali il secolo va preso: bensì era un uomo di retta mente e di incorrotta virtù. Vissuto sempre nelle solitudini dei tirolesi monti ignorava il vizio e i suoi allettamenti. I parigini e i milanesi spiriti, anche i più eminenti, correvano alle lusinghe napoleoniche; povero albergator di montagna perseverava Hofer nell'innocente vita. Allignano in ordinario in questa sorte di uomini due doti molto notabili, l'amore di Dio e l'amore della Patria: l'uno e l'altro risplendevano in Andrea. Per questo la tirolese gente aveva posto in lui singolare benevolenza e venerazione. Non era in lui ambizione. Comandò richiesto non richiedente. Di natura temperatissima, non fu mai veduto, né nella guerra sdegnato, né nella pace increscioso, contento a servire o al principe o alla famiglia. Vide vincitori insolenti, vide pacifici tugurj, vide lo strazio e la strage dei suoi: né per questo cessò dall'indole sua moderata e uguale: terribile nella battaglia, mite contro i vinti, non mai sofferse che chi le guerriere sorti avevano dato in sua potestà, fosse messo a morte; anzi i feriti dava in cura alle tirolesi donne, che, e per sé, e per rispetto di Hofer gli accomodavano di ogni più ospitale servimento. Distruggeva Napoleone le patrie altrui, sdegnoso anche contro gli amici: difendeva Hofer la sua, dolce anche contro coloro che la chiamavano a distruzione e a morte.”

Carlo Botta (1766–1837) storico e politico italiano

citato in Massimo Viglione, Rivolte dimenticate: le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Città Nuova, p. 115

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“La donna romana è un problema, ti scordi la libertà. La milanese è più facile… se bussi ti fa entrare, senza problemi.”

Franco Califano (1938–2013) cantautore, poeta e scrittore italiano

dall'intervista a Niente di personale, La7, 25 ottobre 2010

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“Amo il pubblico milanese, perché ti sa apprezzare e valorizzare.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

da Lunedì 29 Teatro delle Erbe Neuro, 30 gennaio 2007

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“L'Inter è Milano, i tifosi dell'Inter sono sempre stati considerati i milanesi veri. L'Inter ha sempre rappresentato l'orgoglio dello sport milanese, ha più radici l'Inter per la città che il Milan anche se poi, comunque, anche la squadra rossonera ha fatto bene.”

Massimo Moratti (1945) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Ambrogino d'Oro all'Inter Moratti: "Rivinciamo tutto" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/02-03-2011/ambrogino-d-oro-inter-80342466859.shtml, Gazzetta.it, 2 marzo 2011.

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“Come tutti i monzesi, che non si sentono milanesi, da ragazzo simpatizzavo per la Juventus. In Brianza è così, ma l'altra squadra che seguivo era il Milan. Mai l'Inter.”

Adriano Galliani (1944) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Da Gr Parlamento; citato in Tuttosport, 1 dicembre 2009, p. 5.

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“Ho fatto una dieta a Milano, con un dietologo milanese, e in due mesi ho perso 4.000 euro.”

Nino Frassica (1950) attore, comico e personaggio televisivo italiano

I migliori anni

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“Sono nato granata. E sono venuto grande a pane e Toro. Aveveo cinque anni la prima volta che mio padre mi portò con sé al Filadelfia, ricordo le battaglie di capitan Bearzot e di Lancioni, le volate di Bertoloni e Crippa, padre, mica figlio, le parate di Panetti e Rigamonti, qualche gol di Jeppson e Virgili. […] Inevitabile, in queste ultime stagioni, coltivare un debole per il Chievo, farsi catturare da certe geometrie straordinarie della Roma, chiedere asilo politico al calcio inglese in cerca di emozioni quantitative, e a quello spagnolo per il ramo qualitativo. […] In stagioni normali l'indice di sgradimento vede al primo posto la Juventus, per ragioni cromosomiche dunque indipendenti dalla mia volontà, seguite dalle altre due appaiate: facciamo quaranta, trenta, trenta. Ma per un certo tempo al quaranta è salito il Milan, per ragioni politiche altrettanto indipendenti dalla mia volontà. Mentre oggi la maggioranza relativa spetta all'Inter perché se chiagne e fotte un napoletano mi diverte; un milanese, meno. E così l'outing è completo. […] Oggi ce n'è un altro. Non un altro funerale, per fortuna. Un altro Torino, come un altro Napoli, un'altra Fiorentina, e chissà quante altre ancora ne verranno. Benvenute a tutte, anzi, bentornate. Questa disinvolta riesumazione ha un nome, si chiama Lodo Petrucci. Sulle ceneri della vecchia società può nascerne una nuova, dalla sera alla mattina, a patto di accettare la perdita di categoria e di adempire a poche altre formalità. Sarà che ho smarrito la fede. Ma ho come la sensazione che un paese che se ne frega di chi perde il lavoro ma legifera in tutta fretta per chi perde il tifo, sia a sua volta un paese a perdere.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. Complimenti per la trasmissione

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“La fase di sperimentazione di Ecopass è finita. I risultati sono stati raggiunti, grazie anche al potenziamento del servizio di trasporto pubblico, il bike sharing, il bus di quartiere, il car sharing. L'inquinamento, il traffico e gli incidenti sono diminuiti. Per tutti questi motivi e per l'attuale congiuntura economica intendiamo rendere gratuito Ecopass per i cittadini milanesi che non pagheranno più l'ingresso nella Cerchia dei Bastioni.”

Letizia Moratti (1949) politica e manager italiana

19 maggio 2011; citato in Gian Antonio Stella, Dai condoni all'aspirasmog Promesse e svarioni al voto http://www.corriere.it/politica/speciali/2011/elezioni-amministrative-ballottaggi/notizie/28-Dai-condoni-all-aspirasmog-Promesse-e-svarioni-al-voto_2bc11166-88f4-11e0-9363-be870bec5f6b.shtml, Corriere della sera, 28 maggio 2011

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“Sissignor, sur Marches, lu l'è marches, | Marchesazz, marcheson, marchesonon, | E mì sont Carlo Porta milanes, | E bott lì, senza nanch on strasc d'on Don.”

Carlo Porta (1775–1821) poeta italiano

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 468

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“I milanesi sono l'unico popolo che io conosca che ha perso il senso della propria provenienza. Non hanno più un rapporto di identità culturale con le proprie istituzioni. Il pubblico milanese è bonario, critica poco e se mai non consuma. Gli si può dare foie gras per due anni e se poi si passa alla buseca non è che quelli dicano vogliamo il foie gras; mangiano meno buseca e se ne vanno. Son così i milanesi.”

Philippe Daverio (1949) critico d'arte, giornalista e conduttore televisivo francese

Origine: Citato in L'arte con Daverio fa il tutto esaurito https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/17/arte_con_Daverio_tutto_esaurito_co_7_040117039.shtml, Corriere della Sera, 17 gennaio 2004.

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“I milanesi sono produttivi, con una profonda visione etica del lavoro, un forte senso della giustizia sociale, della trasmissione del benessere alle generazioni future e con un rispetto totale della civiltà, dei diritti, della tolleranza e della solidarietà.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Dall'intervista di Elisabetta Soglio, Veronesi: «Sala vero civil servant, continuerà quanto fatto da Pisapia» http://milano.corriere.it/notizie/politica/16_gennaio_11/veronesi-sala-vero-civil-servant-continuera-quanto-fatto-pisapia-237f7bbc-b84e-11e5-8210-122afbd965bb.shtml, Corriere.it, 11 gennaio 2016.

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“Alle due e mezzo del mattino XN varcò il confine di Milano. Le notti milanesi, file di luci rosse e bianche delle auto, crocchi di persone lungo i marciapiedi, solitari nottambuli in cerca di una meta. Ad ogni metro di asfalto, le insegne dei locali offrono antidoti alla depressione, cocktail di solitudine a prezzi da boutique. In via Brera, per cinquanta euro, l'uomo barbuto vende un futuro migliore in un mazzo di carte. L'auto di XN arranca davanti al Piccolo Teatro, l'Arena e poi finalmente l'ultima spiaggia di un uomo disperato: negrolandia. Una terra di nessuno, popolata da volti scuri invisibili nella notte, risuona di una lingua babelica, in quelle strade il passaporto con l'italico stellone è un miraggio, un lasciapassare per schiudere le porte dell'inferno. In quelle vie incombono paure ancestrali, leggende, esseri mitologici. XN cercava proprio uno di quegli uomini dal passato epico, un uomo che ha attraversato i mari e la storia di due mondi: Omero. Le luci della pizzeria cinese Mergellina, vedi Shangai e poi muori, illuminavano di un'opaca luce rossa una decina di uomini dai colori esotici. Il gruppetto bivaccava sul marciapiede, individui seduti a terra con le gambe incrociate fumavano sigarette, bevevano vino da scatole di tetrapack, gli occhi fissi verso il cantore. Omero seduto, come sempre, sul gradino della vetrina illuminata narrava leggende. Impartiva lezioni di letteratura avanzata ad individui che non possedevano nemmeno l'idea astratta di libro, insegnava a scrivere e leggere: almeno quanto bastava per compilare i moduli della questura. XN aveva conosciuto il cantore di strada qualche anno prima, un'altra vita, un'era felice e perfetta.”

Senza Ritorno

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“Avrei infilato la testa di Cattelan nella gogna, lasciandolo in balia dei milanesi.”

Pier Gianni Prosperini (1946) politico italiano

18 marzo 2007, ilGiornale http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=164614&START=4&2col=

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“Il 21 febbraio, quattro giorni dopo l'arresto di Chiesa, viene a farmi visita Ugo Finetti, vicepresidente della Regione Lombardia, magna pars del socialismo milanese. Lo accompagna Paolo Berlusconi, che non è ancora l'editore del Giornale (lo diventerà il 16 luglio: e per questo Montanelli fin dal 20 gennaio aveva scritto a Silvio informandolo che il preannunciato passaggio di proprietà non avrebbe potuto modificare le intese sull'indipendenza del Giornale e del suo direttore, a suo tempo intercorse con Silvio e «sempre rispettate»). Finetti era pallido, Paolo aveva l'aria di essere seccato per il fatto che i vari appelli rivolti a me da esponenti della Fininvest, affinché Il Giornale non turbasse i rapporti del gruppo con il Psi, continuassero a cadere nel vuoto. Finetti ha una cartella con articoli della nostra cronaca milanese, sottolineati con evidenziatore color verde pisello. Me li consegna affinché io possa contestarli ai colleghi cronisti. «I giudici della Procura – mi spiega Finetti – fanno i fascicoli con i ritagli dei giornali, proprio come questo: poi, quando succede qualcosa, si trovano una documentazione già abbondante e vanno a scavarvi quello che vogliono.»”

Federico Orlando (1928–2014) giornalista e politico italiano

Paolo Berlusconi taglia corto: «Con le istituzioni, Regione, Comune, Fiera, noi dobbiamo lavorare, perciò dobbiamo poter mantenere buoni rapporti».
Il sabato andavamo ad Arcore

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“Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare.”

Carlo Emilio Gadda (1893–1973) scrittore italiano

Origine: Da Meditazione milanese, Garzanti.

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“El serà vera fors quell ch'el dis lu | che Milan l'è on paes che mett ingossa, | che l'aria l'è malsana, umeda, grossa, | e che nun Milanes semm turlurù….”

Carlo Porta (1775–1821) poeta italiano

da Le poesie, citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993

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“Il Giro d'Italia parla milanese, anche se poi, a vincerlo, è qualche toscano o qualche romagnolo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

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“Certo, è naturale provenendo da un paese e da una valle di confine avere ascendenze germanofone, ma questo non mi rende meno italiano rispetto a un romano, a un milanese o a un siciliano. Ora, e quando ero un atleta. Ho sempre rispettato il tricolore, l'inno di Mameli e l'azzurro: sono la mia casa e i miei colori.”

Gustav Thöni (1951) sciatore alpino italiano

Origine: Citato in Cosimo Cito, Lo slalom di Thöni al governo di Vienna: “Macché austriaco io sono solo italiano” https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2017/12/19/news/tho_ni_no_a_proposta_austria_su_doppia_cittadinanza-184631080/, Rep.repubblica.it, 19 dicembre 2017.

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“Svampa recupera con acribia filologica la vecchia canzone popolare milanese, la spruzza di spirito anarchico, la mischia con le canzoni della Resistenza.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Nanni Svampa, il Gufo dissacrante che cantava Milano http://www.giannibarbacetto.it/2017/08/28/nanni-svampa-il-gufo-dissacrante-che-cantava-milano/, Il Fatto Quotidiano; riportato in Giannibarbacetto.it, 28 agosto 2017.

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