Frasi su musical

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema musical, musica, musico, essere.

Frasi su musical

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“Sono solo una prostituta musicale!”

Freddie Mercury (1946–1991) cantante, compositore e musicista britannico di origini parsi e indiane

da un'intervista del 1984; citato in Greatest video hits II, DVD 2

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“Ogni essere vivente […] porta in sé una volontà di sperimentare, vivere, espandersi, affermarsi, dominare sugli altri. Tutti gli animali delimitano un proprio territorio e lottano per espanderlo e impedire agli estranei di entrarvi. Tutti i maschi cercano di accoppiarsi con tutte le femmine più belle e le femmine con i maschi più forti o più vistosi. Tutti inoltre lottano per affermare e vedere riconosciuta la propria superiorità, il proprio rango. Nietzsche, che per primo ha capito questa tendenza universale, l'ha chiamata "volontà di potenza". […] Ciò che invece continua a contare, e sempre di più, è la volontà di potenza in se stessa, purché intesa nel suo senso più ampio, come energia vitale, volontà di creare, di realizzare, di superare gli altri. E questo in tutti i campi, nella scienza, nella musica, nel cinema, negli affari, nella politica. Dovunque il fattore decisivo resta questo slancio interiore che si presenta come irrequietezza, ambizione, curiosità, coraggio di sperimentare il nuovo, tenacia, voglia di riuscire. Lo si vede già nei bambini, negli adolescenti destinati al successo. Qualche volta si presenta come capacità specifica, come nei geni matematici o musicali precoci, ma spesso assume solo l'aspetto di una inquietudine evasiva, conturbante. Lo si vede negli uomini e nelle donne che riusciranno, che hanno tutti, indistintamente, una grande fede in se stessi, una caparbia volontà di realizzare la propria meta da cui nessuno riesce a distoglierli. Per cui cadono e si rialzano. E gli altri percepiscono la loro superiorità. Spesso li invidiano, li temono, cercano di fermarli, ma inutilmente.”

Francesco Alberoni (1929) sociologo, giornalista e scrittore italiano

da Leoni o volpi, in comune abbiamo la volontà di potenza, Corriere della sera, 5 luglio 2004

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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: La letteratura inglese: Dai romantici al Novecento, p. 144-46

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“Cerco di far provare Quella Sensazione attraverso il mio racconto musicale.”

Gigi D'Agostino (1967) disc jockey e produttore discografico italiano

da Ininterrottamente, n. 1, cd 2
Lento Violento... e altre storie

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“[Cosa pensi della pirateria musicale?] Uccide la musica! Quindi, tutto ciò che è pura emozione.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: Intervista di Federico Valenti, «Carlo Prevale: il DJ che trasmette emozioni con le sue canzoni!», Corriereinformazione.it, 22 agosto 2010.

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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Emily Brontë (1818–1848) scrittrice e poetessa inglese

Mario Praz

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“[Su Fernando Agnoletti] È uno che dell'arte musicale non conosce neppure gli elementi, e che certo non si era mai neppure sognato, sino a due mesi fa, di diventare un giorno un compositore: la musica del suo Inno egli dovette dettarla a un amico, battuta per battuta.”

Ildebrando Pizzetti (1880–1968) compositore, musicologo e critico musicale italiano

I canti di guerra del popolo italiano, ne La lettura, 1 settembre 1915, p. 773, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 635-636

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“Quelli che vogliono ripetere il passato, devono far tesoro dell'insegnamento della storia.”

Cadenza musicale del Bene Gesserit: cap. 1; Ed. Nord, p. 1
La rifondazione di Dune

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“Più l'arte è controllata, limitata, lavorata, e più è libera.”

Igor Stravinskij (1882–1971) compositore russo naturalizzato francese, e in seguito statunitense

Origine: Da Poetica musicale.

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“Campioni: Io non so come si gridi tanto alla difficoltà che c'è a trovare argomenti nuovi e ad essere originali! Sono lì, gli argomenti, non c'è che a stendere la mano. […] Io voglio dimostrare che la matematica regge colle sue norme immutabili anche la poesia. […] Un verso composto di un numero dispari di parole, è matematicamente più armonico di quello in cui il numero sia pari… e così per le sillabe, e così per le lettere. […] Nell'Orlando furioso ci sono in tutto 375 mila 197 parole. Dispari il numero totale, e non solo dispari il numero totale, ma dispari anche le cifre che lo compongono. Eccole spiegata la sorprendente bellezza del libro. Nel primo canto, ci sono 5041 parole, altro numero dispari. Prendiamo due versi a casaccio. (Apre il manoscritto). Canto quattordicesimo, ottava trentasettesima, verso primo:
«Come lupo o mastin ch'ultimo giugne…»
sette parole, che bel verso! e subito
«Al bue lasciato morto dai villani…»
sei parole, verso orribile, quasi che i villani dei buoi morti non sapessero che farsene, magari!
[…]
Carlo: Le dico schietto che lei ha fatto opera di profondo studioso, di buongustaio, di grande ingegno e di gran cittadino.
Campioni: Ah! Perché la poesia…
Carlo: È il cardine.
Campioni: È il cardine. Guardi: cardine: bellissima parola: sette lettere. Osservi il nome dei massimi poeti. Dante, cinque lettere; Ariosto, sette; Tasso, cinque; Petrarca invece otto, difatti è molle ed effeminato. Foscolo, sette; Alfieri, sette; Manzoni, sette; Leopardi, otto, ed è uno scettico. Le pare? È novità codesta?
Carlo: E come!
Campioni: Pensare che in tanti grandi ingegni che furono con tante arti poetiche e regole di scuola scritte in tutte le lingue, nessuno ancora considerò l'estetica in rapporto coi numeri. Le note musicali, sette. Perché la scienza moderna ci insegna a generalizzare. Trovato un principio, a volerlo applicare ammodo, si vede che calza per tutto. Qual è il tipo della famiglia bene assortita? Un padre, una madre e un figliolo. Tre. Sono considerazioni codeste?!”

Giuseppe Giacosa (1847–1906) drammaturgo, scrittore e librettista italiano

da La gente di spirito, Atto II, Scena IV

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“[Sono soddisfatto] oltre ogni più rosea previsione direi! Sai, io non nasco assolutamente come monologhista e battere un trio di attori professionisti come i Red-attori di Siena e Angelino di Torino, che ha fatto parte del cast della trasmissione Bulldozer, non è poco. Io provengo da una formazione musical-comica ed è solo da un paio d'anni che sto cercando un mio linguaggio.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

dall'intervista di Vincenzo Iannuzzo, Il ritmo delle note nel cabaret http://www.articolo21.info/rassegne/generale28012008/Art_080128_17422_00615.htm, La Nuova Ferrara, 28 gennaio 2008
Origine: Riguardo alla sua partecipazione al programma televisivo/sfida tra comici Bravo Grazie, andato in onda nel gennaio 2008 su Rai 2.

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“Così l'attenzione che il mondo ha nei confronti di Gerusalemme è dovuta al fatto che è comunque un centro nervoso, mentre Napoli è solo un luogo narrativo, leggendario e singolare, musicale, teatrale, criminale: insomma, leggendario.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Origine: Citato in "Io, adottato da Israele, non intravedo possibilità di pace per il Medioriente" http://www.nannimagazine.it/articolo/984/Io-adottato-da-Israele-non-intravedo-possibilita-di-pace-per-il-Medioriente, NanniMagazine.it, 19 giugno 2008.

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“Penso di Mozart: egli è finora la più compiuta apparizione di talento musicale che si sia avuta.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“Il punk è stato definito come un'attitudine piuttosto che uno stile musicale.”

David Byrne (1952) musicista, compositore e produttore discografico britannico
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“Mina è un personaggio incredibile che ancora oggi, se uscisse dal suo isolamento, potrebbe fare moltissimo per la musica e potrebbe aderire a mondi musicali molto diversi. La mia impressione è che nei suoi dischi si limiti un po.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

Resta però un'artista di categoria superiore.
Origine: Citato in Purtroppo l'unica http://www.minafanclub.it/purtroppo-lunica.html di Stefano Crippa, Mina Fan Club, dicembre 2011.

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“La musica è il suono elettrizzato in cui lo spirito vive pensa e crea. Ogni elemento elettrico eccita lo spirito a fluide effuse creazioni musicali. Il mio temperamento è elettrico.”

Ludwig Van Beethoven (1770–1827) compositore e pianista tedesco

Origine: Rivolto a Bettina Brentano; citato in Luigi Magnani, Beethoven nei suoi Quaderni di conversazione, Laterza, 1970, p. 228.

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“[…] io sempre ho cercato, in tutte le mie composizioni, di lumeggiare non soltanto una forma musicale ma anche un'idea.”

Robert Schumann (1810–1856) compositore, pianista e critico musicale tedesco

da una lettera a Liszt; citato in Giulio Confalonieri, Storia della musica

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“[Su Johann Strauss jr] La mente più musicale d'Europa.”

Richard Wagner (1813–1883) compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco

Origine: Citato in Roberto Iovino, Gli Strauss: Una dinastia a tempo di valzer, Camunia, 1998.

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“Non dovrebbe essere consentito fare certe cose a un povero strumento musicale indifeso.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 15. All'anima della musica (1994)

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“Tendiamo a diventare come la parte peggiore di quelli a cui ci opponiamo.”

Bene Gesserit: Cadenza musicale: cap. 5; Ed. Nord, p. 24
La rifondazione di Dune

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