Frasi sulle persone
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“Dove si trova la conoscenza? I bambini di solito cominciano con il dare per scontato che l'insegnante possieda la conoscenza e la trasmetta alla classe. Se si creano le condizioni opportune, imparano presto che anche altri componenti della classe potrebbero possedere delle conoscenze, e che queste conoscenze possono essere condivise. (Naturalmente lo sanno fin dall'inizio, ma solo riguardo ad argomenti spiccioli.) In questa seconda fase, la conoscenza esiste nel gruppo – ma in modo inerte. È possibile allora vedere la discussione di gruppo come un modo di creare conoscenza invece che semplicemente come un modo per scoprire chi possiede quali conoscenze?
C'è un ulteriore passo da compiere, che ci porta a toccare uno degli aspetti più profondi della conoscenza umana. Se nessun membro del gruppo "sa" la risposta, dove si può andare a "scovarla"? È il balzo che porta a concepire la cultura come un magazzino, come un deposito di attrezzi o qualcosa di simile. Esistono cose note a tutti gli individui (più di quante essi stessi sappiano); più cose ancora sono conosciute dal gruppo possono essere scoperte tramite una discussione all'interno del gruppo; e molte più ancora sono immagazzinate in qualche altro posto – nella "cultura", per esempio nella testa delle persone più colte, nei manuali, nei libri, nelle mappe e così via. Per definizione, praticamente nessuno in una cultura sa tutto quello che c'è da sapere su di essa. E allora cosa dobbiamo fare quando non sappiamo come andare avanti? E quali sono i problemi che incontriamo nel reperire la conoscenza che ci serve?
Se sappiamo rispondere a questa domanda siamo sulla buona strada per capire cos'è una cultura. Non ci vorrà molto perché un bambino cominci a capire che la conoscenza è potere, o che è una forma di ricchezza, o che è una rete di sicurezza.”

Jerome Bruner (1915–2016) psicologo statunitense

da La cultura dell'educazione, Feltrinelli, Milano, 1997, pp. 64-65

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“Di solito non mi lodo, ma devo dire che quest'anno ho guidato veramente bene, sono riuscito quasi sempre a esprimere tutto il mio potenziale. Certo, come tutte le persone competitive amo vincere e vedo il secondo posto come una sconfitta.”

Robert Kubica (1984) pilota automobilistico polacco

Origine: Citato in A Kubica va bene così http://notizie.it.msn.com/sport/formula1/articolo.aspx?cp-documentid=10722851, MSN.com 6 novembre 2008.

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“Penso di essere una brava persona. Sono gentile con tutti. Quindi solo il fatto che ogni tanto sia negativo in campo mi rende cattivo? Non penso.”

Andy Murray (1987) tennista britannico

Origine: Dall'intervista "Non faccio mai la cosa giusta" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/06/26/734922-faccio.shtml, traduzione di Bianca Mundo, Ubitennis.com, 26 giugno 2012.

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“[Su Annibale] Ma in un uomo di tali qualità e valore, la contropartita era data da vizi immensi: una crudeltà mai vista in altra persona, una slealtà che lo rendeva peggiore della sua stessa origine cartaginese, disprezzo per le cose più vere e più sacre, spregio assoluto per gli dèi, per i giuramenti, per i vincoli religiosi.”

XXI, 4; 1997
Has tantas viri virtutes ingentia vitia aequabant, inhumana crudelitas, perfidia plus quam Punica, nihil veri, nihil sancti, nullus deum metus, nullum ius iurandum, nulla religio.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“Il copyleft è usato con uno spirito di sinistra, uno scopo di sinistra: incoraggiare le persone a cooperare e ad aiutarsi reciprocamente e a dare a tutti la stessa libertà.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

da Il copyright è di destra, il copyleft è di sinistra, intervista a cura di MediaMente, Rai Educational, Roma, 5 dicembre 1997

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“L'idea del copyright non esisteva in tempi antichi, quando gli autori copiavano estesamente altri autori in opere non narrative. Questa pratica era utile, ed è il solo modo attraverso cui almeno parte del lavoro di alcuni autori è sopravvissuto. La legislazione sul copyright fu creata espressamente per incoraggiare l'originalità. Nel campo per cui fu inventata, cioè i libri, che potevano essere copiati a basso costo solo con apparecchiature tipografiche, non fece molto danno e non pose ostacoli alla maggior parte dei lettori.
Tutti i diritti di proprietà intellettuale sono solo licenze concesse dalla società perché si riteneva, correttamente o meno, che concederle avrebbe giovato alla società nel suo complesso. Ma data una situazione particolare dobbiamo chiederci: facciamo realmente bene a concedere queste licenze? Che atti permettiamo di compiere con esse?Il caso dei programmi ai giorni nostri differisce enormemente da quello dei libri un secolo fa. Il fatto che la via più facile per passare una copia di un programma sia da persona a persona, che il programma abbia un codice sorgente ed un codice oggetto che sono cose distinte, ed infine il fatto che un programma venga usato più che letto e gustato, combinandosi creano una situazione in cui qualcuno che impone un copyright minaccia la società nel suo insieme, sia materialmente che spiritualmente, una situazione in cui quel qualcuno non dovrebbe farlo, che la legge lo permetta o no.”

Manifesto GNU

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“Amiamo le persone nelle quali vediamo ciò che sono state e che continuiamo a riconoscere in loro.”

Alessandro Tamburini (1954) scrittore, insegnante e sceneggiatore italiano

da L'onore delle armi, Bompiani

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“Quando una persona ama non vi sono due vie, perché uno non ha due cuori.”

Klemens von Metternich (1773–1859) diplomatico e politico austriaco

Vienna, 14 dicembre 1818

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“Francamente è venuta l'ora di chiederci: questi gruppi credono nei diritti umani universali, inclusi i diritti delle donne e quelli di persone di altre fedi? Credono nell'eguaglianza di tutti davanti alla legge? Credono nella democrazia?”

David Cameron (1966) politico britannico

Origine: Citato in Gran Bretagna, la svolta di Cameron: "Il multiculturalismo ha fallito" http://www.repubblica.it/esteri/2011/02/06/news/cameron_multiculturalismo-12117680/, Repubblica.it, 6 febbraio 2011.

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“Quando Berlusconi fa commenti del genere [Obama abbronzato] dimostra ad Obama non che è razzista, o magari lo è anche, ma che ha a che fare con una persona meno intelligente. E, se non altro, questa è la cosa positiva di Obama: prova compassione per persone che non sono abbastanza intelligenti o che dicono stupidaggini.”

Michael Moore (1954) regista statunitense

da In ½ h, Rai 3, 8 novembre 2009
Origine: Visibile al minuto 01:44 di M. Moore su Obama&Berlusca poi chiede il rientro di Sabina Guzzanti in RAI! http://www.youtube.com/watch?v=70IO5UJwY-c#t=1m44s, YouTube.com, 8 novembre 2009.

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“Il fatto è che gli Usa sono una società in cui 45 milioni di persone non hanno il diritto umano alla cura. Il che è più di un reato, è un crimine. E anche tutti gli altri, quelli che hanno una polizza assicurativa, spesso fanno bancarotta, perché la copertura non è totale.”

Michael Moore (1954) regista statunitense

Origine: Citato in Claudia Morgoglione, Michael Moore e il suo "Sicko": "Che bella la sanità italiana" http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/spettacoli_e_cultura/sicko-moore/sicko-moore/sicko-moore.html, Repubblica,it, 24 agosto 2007.

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“L'età nelle persone virtuose, di entrambi i sessi, dona una autorità che la rende preferibile a tutti i piaceri della giovinezza.”

Richard Steele (1672–1729) scrittore, saggista e politico britannico

da The Spectator, n. 153, 25 agosto 1711

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“La persona che preferisco veder giocare è Caroline Wozniacki perché molta gente dice che non ha armi e che non è una dominatrice. Invece è una grande incassatrice, lavora duro in ogni match e dà il 100%.”

Brad Gilbert (1961) allenatore di tennis e ex tennista statunitense

Origine: Citato in Daniele Vallotto, È Wozniacki la preferita di Brad Gilbert http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/04/23/495026-wozniacki_preferita_brad_gilbert.shtml, Ubitennis.com, 23 aprile 2011.

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“[A proposito di Inchiesta su Gesù] Strana ci sembra anche l'affermazione che Gesú non sia cristiano e che egli non abbia fondato né abbia voluto fondare una nuova religione, il cristianesimo. In realtà, egli ha rivolto la sua predicazione «alle pecore perdute della casa d'Israele» (Mt 10,6): a tale scopo ha chiamato a seguirlo dodici discepoli, perché «stessero con lui e anche per mandarli a predicare» (Mc 3,14-15). Ma il suo messaggio non è accolto dal popolo d'Israele e dai suoi capi. Ecco che allora egli si consacra all'istruzione dei suoi discepoli e delle persone – uomini e donne – che credono in lui: insegna loro a pregare, a vedere in Dio il Padre che li ama, che ha cura di loro; insegna loro il retto uso delle ricchezze, il perdono delle offese; nella sua ultima cena, alla vigilia della morte, istituisce un nuovo rito pasquale e chiede ai Dodici di ripeterlo in sua memoria. Dopo la sua morte e la sua risurrezione, i suoi discepoli, pur restando all'interno dell'ebraismo, formano un gruppo a parte, che ha i suoi capi (i Dodici), un suo rito particolare – la ripetizione dei gesti compiuti da Gesú nella sua Ultima Cena –, gli insegnamenti di Gesú. Proprio questo piccolo gruppo di seguaci di Gesú forma la «sua» Chiesa che, ingrandendosi con l'adesione di nuove persone, sia ebree sia pagane che credono in Cristo, forma il primo cristianesimo. Non c'è dunque nessuna frattura tra Gesú «ebreo» e il cristianesimo, che vivedegli insegnamenti di Gesú e lo professa suo Dio e Signore.”

Giuseppe De Rosa (1921–2011)

da Civiltà Cattolica, 2 dicembre 2006

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“Aveva raggiunto quello stadio in cui si vedono al tempo stesso l'orrore e la piccolezza dell'universo – quel crepuscolo della doppia visione in cui sono avvolte tante persone anziane. Se questo mondo non è di nostro gusto, ebbene, in ogni caso c'è il Cielo, l'Inferno, il Nulla – l'una o l'altra di queste grandi cose, quell'immenso fondale di stelle, fuochi, atmosfera azzurra o nera. Ogni sforzo eroico, e tutto ciò che è conosciuto come arte, suppone che ci sia quel fondale, proprio come ogni sforzo pratico, quando il mondo è di nostro gusto, suppone che il mondo sia Ritto. Ma nel crepuscolo della doppia visione si deposita una mota spirituale per cui non si possono trovare parole altisonanti; non possiamo né agire né astenerci dall'azione, non possiamo né ignorare né rispettare l'Infinito. La signora Moore era sempre stata incline alla rassegnazione. Non appena sbarcata in India tutto le era parso bello, e quando aveva visto l'acqua viva nella vasca lustrale della moschea, o il Gange, o la luna, presa nello scialle della notte con tutte le stelle, le era parso di aver raggiunto una meta bella e anche facile. Essere tutt'uno con l'universo! Cosí dignitoso e semplice. Ma prima bisognava sempre compiere qualche piccolo dovere, sempre i irar fuori dal mazzo che si assottigliava una nuova carta da mettere al suo posto, e mentre lei si affannava tanto, il Marabar aveva battuto il suo gong.”

cap. XXIII, p. 229
Passaggio in India

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“Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Valuterei le cose non per il loro valore, ma per ciò che significano.
Dormirei poco e sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.
Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, mi butterei per terra al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.
Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni donna che è la mia prediletta e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano pensando che smettono di innamorarsi quando invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l'oblio.
Ho imparato così tanto da voi uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho imparato da voi, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, purtroppo starò per morire…”

Johnny Welch (1959) comico, attore e scrittore messicano

da Lo Que Le He Enseñado a la Vida

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“Tra il conoscere e l'essere persuasi prevarrà sempre, nella generalità delle persone, la seconda tendenza.”

Alberto Asor Rosa (1933) critico letterario italiano

Fuori dall'Occidente

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“[Su Pietro Mennea] Non era un superuomo, ma è riuscito in imprese che hanno fatto la storia dello sport. Sono molto, molto triste. Sapevo della sua malattia, gestita con riservatezza, come era nello stile della persona. È una perdita incolmabile, dobbiamo fare il possibile per ricordare un atleta più unico che raro.”

Giovanni Malagò (1959) imprenditore, dirigente sportivo e ex giocatore di calcio a 5 italiano

Origine: Citato in Morto Mennea, Sara Simeoni: "Se n'è andato un pezzo della mia vita" http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/03/21/news/reazioni_morte_mennea-55036477/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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