Frasi su amico
pagina 6

Pier Ferdinando Casini photo
Federico Chabod photo
Albert Speer photo

“Se Hitler avesse avuto degli amici, io sarei stato suo amico.”

Davanti alla corte del processo di Norimberga
Memorie del Terzo Reich

Alessandro Baricco photo
Alessandro Baricco photo
Roberto Bolaño photo
George Steiner photo

“[Su L'amico ritrovato] Un'opera letteraria rara.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

dal The New Yorker; citato in Fred Uhlman, L'amico ritrovato, Feltrinelli, 2005, quarta di copertina

Aristotele photo

“Cos'è un amico? Una singola anima che vive in due corpi.”

Aristotele (-384–-321 a.C.) filosofo e scienziato greco antico

Attribuite

Frédéric Ozanam photo
Frédéric Ozanam photo
Papa Benedetto XVI photo

“[Accogliendo il primo ministro Berlusconi in Vaticano] Signor Presidente, buon giorno. Saluto un vecchio amico, giovane ma vecchio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in Berlusconi incontra il Papa: "Forte sintonia di vedute" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/07/berlusconi-incontra-il-papa-forte-sintonia-di.html, repubblica.it, 7 giungno 2008

Giovanni Ansaldo photo
Konrad Lorenz photo
Konrad Lorenz photo
Andre Agassi photo
Carlo Promis photo
Francisco de Quevedo photo
Roberto Castelli photo

“C'è una banda in Italia oggi di giornalisti, di cui Travaglio fa sicuramente parte, che ha scoperto una cosa per loro molto interessante: se parli male dei politici fai i soldi, diventi ricco. […] E quindi bisogna parlar male dei politici a prescindere. Per esempio il mio caso è paradossale: Travaglio su l'Unità e anche su un suo libro scrive che io sono stato condannato. Dov'è il paradosso? Che il condannato Travaglio, perché Travaglio è stato condannato in passato, quindi possiamo definirlo tecnicamente un pregiudicato, scrive di un uomo politico, Castelli, che è stato condannato quando io non sono mai stato condannato. È questo il paradosso. Castelli cosa deve fare a questo punto? O Travaglio mi chiede scusa dicendo che s'è sbagliato e si dimette da giornalista visto che lui vuole che i politici si dimettano, giustamente, da politici se sbagliano oppure sono costretto mio malgrado ad andare a intasare un'altra volta la giustizia e fare l'ennesima causa. Io credo che non ce ne sia bisogno di questo fatto, però c'è questo malcostume di questi giornalisti. […] Ma dov'è il gioco sottile che fanno lui, Stella e quant'altro? Per esempio se io dico che Travaglio è amico dei mafiosi lui mi può querelare e probabilmente vince la causa, ma se io adotto una tecnica più raffinata, che è esattamente quella che adotta lui nei suoi libri, e dico "c'è scritto su Repubblica che Travaglio si fa pagare le vacanze da un mafioso" a quel punto io dico la verità e quindi di fatto però diffamo comunque Travaglio ma sono al riparo da ogni accusa. Ecco io credo che bisognerebbe uscire da questo malcostume, bisognerebbe criticare i politici ferocemente quando se lo meritano ma quantomeno quando si sbaglia o quando si diffama una persona che cerca di essere onesta qual son io magari si riconosca anche l'errore. Invece no, si fa un altro libro perché tanto gli introiti del libro son talmente alti che possono consentire poi di pagare il povero disgraziato che è stato diffamato.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Annozero, 15 maggio 2008

“Se sopporti i vizi dell'amico (senza correggerli), li fai tuoi.”
Amici vitia si feras, facis tua.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“La fortuna avversa mostra se hai un amico o se lo è solo di nome!”
Amicum an nomen habeas, aperit calamitas.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“Chi teme il proprio amico, insegna all’amico a temerlo.”

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Variante: Chi teme il proprio amico non sa che cosa sia l’amicizia.

“Far arrossire un amico vuol dire perderlo.”
Ruborem amico excutere amicum est perdere.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“[Su Rino Gaetano] E tra questi ragazzi che gestivamo la domenica pomeriggio comparve questo tizio magro magro, un po' coi denti rotti, il male in arnese co 'sta chitarrina. […] Seppe come entrarmi nel cuore subito tant'è vero che Cesaroni che l'aveva sentito suonare e "zappare" la chitarra, come diceva, non era del parere di farlo cantare neanche la domenica pomeriggio e io invece modestamente, avendo riscontrato delle cose molto carine, molto naïf, molto veraci anche in lui, aspettavo il momento in cui Giancarlo, il cosiddetto "boss", Cesaroni andava magari in giro per Trastevere a bersi un wisketto con De Gregori e lo buttavo sopra. E ricordo bene queste due canzoni che ha fatto per qualche domenica di seguito, una che era dedicata a un amico, che, guardate un po' il destino, mi sembra avesse avuto un incidente in macchina, che era morto così e l'altra dedicata a un ferroviere, Agapito Malteni ed è una canzone che mi è rimasta impressa, ancora adesso la canticchio delle volte. C'era questa bellissima immagine di un treno che lungo il Tavoliere continuava a correre. Ecco così l'ho conosciuto.”

Ernesto Bassignano (1946) cantautore, giornalista e conduttore radiofonico italiano

Origine: Bassignano si riferisce a La Ballata di Renzo, un brano inedito di Rino Gaetano.
Origine: Bassignano si riferisce alla canzone Agapito Malteni il ferroviere, la settima del primo album di Gaetano, Ingresso Libero, una ballata ironica sul tema dell'emigrazione.
Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai Tre, 19 novembre 2007. ( Link Youtube Parte 3 http://www.youtube.com/watch?v=8Mwnw4l6Bp4)

Vincenzo Cuoco photo
Marco Aime photo
Appio Claudio Cieco photo

“Quando incontri un amico, dimentica le tue disgrazie.”

Appio Claudio Cieco politico e letterato romano

citato in Prisciano, Institutio de arte grammatica

Cesare Cantù photo

“[La vicenda biografia di Macalda Scaletta] Della vita di que' baroni ci è saggio la storia di Macalda di Scaletta. Vedova di un Guglielmo d'Amico, esigliato al tempo degli Svevi, era andata profuga in abito di frate Minore, stette a Napoli, a Messina, e da Carlo d'Angiò ricuperò i beni confiscati al marito. Sposatasi ad Alaimo di Lentini, uno de' più fervorosi nel Vespro, tradì i Francesi che a lei, come beneficata da Carlo, rifuggiavano in Catania, della qual città suo marito fu fatto governatore. Quand'egli andò alla guerra di Messina, essa ne tenne le veci; e sui quarant'anni, pure ancor bella, generosa net donare, vestiva piastre e maglie; e con una mazza d'argento alla mano, emulava i cavalieri ne' cimenti guerreschi. Di sua onestà chi bene disse, chi ogni male. Aspirò agli amori di re Pietro, lo accompagnò, gli chiese ricovero; ma egli non volle comprenderla, di che essa pensò vendicarsi.
Alaimo fu poi fatto maestro giustiziere, e valse a reprimere i molti che reluttavano alla nuova dominazione, e acquistò tal reputazione che eccitò la gelosia dell'infante don Giacomo. La crescevano i superbi portamenti di Macalda, la quale tenevasi alta fin con Costanza, e non volea dirle regina, ma solo madre di don Giacomo; se compariva alla Corte, era per isfoggiare abiti e gioie. Contro ogni decenza, volle in un convento passar la gravidanza e il parto, sol per godere l'amenità del luogo : Costanza fu a visitarla, e n'ebbe accoglienze sgarbate; offri di levar al battesimo il neonato, e Macalda rispose non voler esporlo a quel bagno freddo, poi tre giorni appresso vel fece tenere da popolani. Costanza, mal in salute, si fece portare in lettiga da Palermo al duomo di Monreale; e Macalda essa pure, per le strade della città e fin a Nicosia in lettiga coperta di scarlatto, di che fu un gran mormorare. Re Giacomo viaggiava con trenta cavalli di scorta; e Macalda con trecento, e volea far da giustiziere, e apponeva a re Pietro di avere mal compensato coloro, che del resto l'aveano domandato compagno e non re.
Alaimo condiscendeva alla moglie, e dicono le giurasse non dar mai consigli a danno de' Francesi, anzi procurarle il ritorno in Sicilia. Se il facesse noi sappiamo; certo i re aragonesi gli si avversarono, fors'anche per la solita ingratitudine a chi più beneficò. Giacomo finge spedire Alaimo in gran diligenza a suo padre in Catalogna per sollecitarne ajuti : Alaimo va, è accolto con ogni maniera di cortesia; ma appena egli partì, la plebe di Messina, sollecitata dal Loria, lo grida traditore, affollasi alla sua casa ad ammazzare i Francesi prigionieri di guerra che vi tenea, e così quelli che stavano nelle carceri e che egli aveva salvati. Macalda accorse per sostenere i suoi fautori, ma vide il marito dichiarato fellone e confiscatigli i beni, Matteo Scaletta fratello di lei, decapitato; ella stessa chiusa in un castello, forse vi lini la vita. Alaimo, dopo alquanti anni, fu rimandato verso la Sicilia, e come fu in vista della patria isola, buttato in mare.”

Cesare Cantù (1804–1895) storico, letterato e politico italiano

Vol. IV, cap. CII, p. 177
Storia degli Italiani

Mario Monti photo

“La Finlandia è un paese non solo tradizionalmente molto amico dell'Italia. Un paese che ha un ruolo sempre maggiore nella costruzione europea e che indica per molti aspetti la strada ad altri paesi europei. Forte di una competitività molto notevole e per certi aspetti il lavoro di riforme strutturali che l'Italia sta conducendo in questi mesi si ispira anche che ciò che la Finlandia ha saputo fare nel corso degli anni.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Trascrizione delle dichiarazioni alla stampa del Presidente Monti e del Primo Ministro della Repubblica di Finlandia, Jyrki Katainen http://www.governo.it/Presidente/Interventi/dettaglio.asp?d=67675, 17 aprile 2012

Wilfred Bion photo

“È solo la fedeltà che lega l'amico all'amico!”

Maria Grengg (1889–1963)

Origine: Il grande dono, p. 139

Giuseppe La Farina photo

“Il re Pietro, risaputa in Randazzo la partenza dell'esercito francese, andò a Milazzo, costrinse quel presidio ad arrendersi, e di là mosse verso Messina. Era con lui Macalda di Scaletta, seconda moglie di Alaimo di Lentini. Ell'era vedova di un conte Guglielmo d'Amico, esule al tempo degli Svevi : avea vagato per diversi paesi in veste di frate minore : poi soggiornò in Napoli ed in Messina con non buona riputazione di onestà; riebbe da Carlo i beni che l'erano stati confiscati, e si rimaritò con Alaimo. Nel vespro stando in Catania, tradì i Francesi, che a lei eransi affidati, tolse loro le robe e li consegnò al popolo; ed ella governò quella città in nome del marito occupato nella guerra di Messina. Macalda si presentò a re Pietro in Randazzo: andava coperta di piastre e di maglie di ferro, portava in mano una grossa mazza di argento; ed avvegnaché toccasse già i quarantanni, nondimeno, come scrisse il D'Esclot «ella era molto bella e gentile, e valente del cuore e del corpo, larga nel donare, e, quando ne era luogo e tempo, valea nell'arme al pari di un cavaliero». Il re l'accolse con molta cortesia, la ricondusse egli stesso all'albergo, ma i desiderj della donna o non intese, o dissimulò. Giunti a Santa Lucia, sulla via da Milazzo a Messina, Macalda viene al re, dice non aver trovato ove passar la notte, gli chiede voglia albergarla. Il re le cede le sue stanze e si ritira in altro luogo. Lo siegue Macalda; ed allora il re chiama i suoi cavalieri, s'intrattiene in discorsi senza costrutto, come suole chi annoiasi o voglia prender tempo, e da ultimo si addormenta; offesa che risentì profondamente Macalda, la quale più tardi, per vendicarsene, rovinò sé ed il marito, come a suo luogo sarà discorso.”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. XLVII – Continuazione delle cose di Sicilia, p. 274
Storia d'Italia narrata al popolo italiano
Origine: Cronaca Catalana, c. 96
Origine: l D'Esclot, che in tutto il racconto si mostra favorevole a Macalda, dice : Quando la donna vide il re, ne rimase innamorata come di colui ch'era valente e piacevole signore, non già per cattiva intenzione». Ma Bartolommeo di Neocastro concittadino di Macalda la descrive come una Messalina.

Marcello Macchia photo
Marcello Macchia photo
Vittorio Alfieri photo
Giuseppe Pontiggia photo
Georges Eugène Sorel photo

“Le cose d'Italia mi sembra vadano assai male […] Il disordine dei fascisti, che sopprimono lo stato di cui [Giolitti] pretende essere il difensore intransigente, ben potrebbero ricondurre l'Italia ai tempi del medio-evo. Non sembra che i fascisti siano più equilibrati dei futuristi.”

Georges Eugène Sorel (1847–1922) filosofo, sociologo e ingegnere francese

dalla lettera a Mario Missiroli del 21 giugno 1921; citato in Lettere a un amico d'Italia, a cura di M. Missiroli, Bologna, 1963, p. 308-309

Vladislav Chodasevič photo
Cleobulo photo
Fëdor Dostoevskij photo

“Ma sarà meglio parlarvi di un altro individuo, che conobbi or fa un anno. C'era, nel suo caso, una circostanza strana: dico strana, perché rara. Era stato condannato, insieme con altri, alla fucilazione. Per non so che delitto politico, doveva essere giustiziato. Gli fu letta la sentenza di morte. Se non che, venti minuti dopo, arrivò la grazia, cioè la commutazione della pena. Nondimeno, durante quei venti o quindici minuti, egli visse nella ferma convinzione che di lì a poco sarebbe morto. […] E così egli distribuì il suo tempo: due minuti per dire addio ai compagni, due altri per raccogliersi e pensare a sé, un minuto per dare un'occhiata intorno. Aveva ventisette anni; era sano e robusto. Accomiatandosi da uno dei compagni, si ricordava di aver fatto una domanda insignificante e di averne aspettato con interesse la risposta. Agli addii successero i due minuti di raccoglimento. Sapeva già a che cosa avrebbe pensato: "Adesso sono vivo; ma fra tre minuti, che sarò? Qualcuno o qualche cosa, e dove?". Non lontano sorgeva una chiesa, e la cupola dorata splendeva nel sole. Aveva guardato fisso a quella cupola: gli pareva che quei raggi ripercossi fossero la sua nuova natura e che fra tre minuti egli si sarebbe con essi confuso. L'ignoto che lo attendeva era certamente terribile; ma più assai l'atterriva l'assiduo pensiero: "E se non morissi? se la vita continuasse?… che eternità! e tutta, tutta a mia disposizione… Oh allora, di ogni minuto io farei una esistenza e non un solo ne perderei!" Questo pensiero a tal segno lo invadeva, che avrebbe voluto esser fucilato all'istante."
[…] "Siete un po' saltuario, principe", osservò Aleksandra. "Che volete provare, insomma? che ogni attimo della vita è prezioso, e che a volte cinque minuti valgono più di un tesoro? E sia, ammettiamolo pure… Ma, scusate, a quel vostro amico che vi contava i suoi spasimi gli commutarono la pena, non è così?… In altri termini, secondo lui e secondo voi, gli fecero dono di una vita senza fine, di un tesoro. E che ne fece egli di questo tesoro? tenne poi conto scrupoloso di ogni minuto?"
"Nient'affatto! Glielo domandai una volta, e mi confessò di averne perduti molti."
"Cosí abbiamo una prova che utilizzare tutti, tutti i minuti della vita è impossibile… Per una ragione o per l'altra, fatto sta che non è possibile.”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

II, 5)

Sándor Márai photo
Sam Worthington photo
Leonardo Murialdo photo
Giovanni Titta Rosa photo
Giuseppe Marotta (scrittore) photo

“Comportati bene, amico mio, guadagna del denaro, onestamente se puoi, ma soprattutto guadagna del denaro.”

Maurice Denuzière (1926) scrittore e giornalista francese

Origine: Louisiana, p. 79

Stefano Benni photo
Peter Fleming photo

“Sono tuo amico, non l'Esercito della Salvezza.”

Peter Fleming (1955) tennista statunitense

Origine: Durante una sfida in singolare contro John McEnroe, in un torneo non ufficiale del WCT in Giamaica, Fleming risponde così a SuperBrat. McEnroe, infatti, sentendosi danneggiato dalla chiamata di un giudice di linea, aveva provato a convincere Fleming a lasciargli comunque vincere il punto.

Pietro Custodi photo
Pierfrancesco Favino photo
Piero Martinetti photo
Michele Marzulli photo

“S'en va l'autunno e già l'inverno incombe | su questa vecchia casa senza voci!”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

da Ad un amico, vv. 1-2, p. 108
C'è sempre un po' di buio

Mary Shelley photo
David Foster Wallace photo
Fabrizio De André photo

“Perché già dalla prima trincea | ero più curioso di voi, | ero molto più curioso di voi.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Amico fragile, n.° 8

Fabrizio De André photo

“Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta | fino a vederle spalancarsi la bocca.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Amico fragile, n.° 8

Fabrizio De André photo

“Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane | il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Amico fragile, n.° 8

Fabrizio De André photo

“Potevo attraversare litri e litri di corallo | per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Amico fragile, n.° 8

Peter Bogdanovich photo
Matteo Ricci photo
Matteo Ricci photo
Matteo Ricci photo
Michel Platini photo
Jessie White photo

“La cortesia della signora Schwabe aveva messo a mia disposizione un appartamento nell'ex-Collegio medico, ove essa ha stabilito lo stupendo "Giardino di Infanzia", di cui più tardi parleremo. Nelle "Lettere Meridionali", una delle pagine che mi occupò di maggior pensiero fu la descrizione delle grotte delle spagare. Il lettore si ricorderà che l'autore descrive queste grotte, ove vivevano o morivano venti o trenta famiglie, e da dove la Scwhabe ha sottratto a morte certa una madre con cinque bimbi, affamati, nudi, orribili insetti schifosi. E questa madre doveva, la notte, vegliare costantemente, perché i topi non cibassero la carne delle sue creature. La vista delle quattro figlie di costei, ora sane, robuste, allegre e studiose, e l'udir da capo dalle maestre di quella scuola descrivere, quali testimoni oculari, lo stato in cui esse furono trasportate a quell'ospitale asilo (trasportate, mi piace di ricordare, in carrozza e in braccio da quella nobile tedesca che non indietreggiò davanti alla nausea e al pericolo di malattia contagiosa, perché il tifo regnava nella grotta), destava sempre più il mio desiderio di visitare il luogo, da cui furono tolte. Accompagnata da un amico e da un delegato di Pubblica Sicurezza, andai dunque al quartiere di Monte Calvario al di sopra dei giardini di Santa Lucia al Monte n. 3”

Jessie White (1832–1906) patriota, scrittrice e filantropa inglese

cap. 2, p. 27
La miseria in Napoli

Roger Federer photo

“Tiger è un mio buon amico, è stata dura seguire tutto quello che gli è accaduto negli ultimi tre mesi, fino alle sue scuse. Sono certo che ora stia andando in una direzione migliore, il peggio è passato.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2010
Origine: Citato in Federer all'amico Tiger "Voglio rivederlo in gara" http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Golf/22-02-2010/federer-amico-tiger-603084904117.shtml, Gazzetta dello Sport, 22 febbraio 2010.

Vittorio Amedeo II di Savoia photo

“[Sulla morte di padre Sebastiano Valfrè] Io ho perso un grande amico, i poveri un grande padre e protettore.”

Vittorio Amedeo II di Savoia (1666–1732) re di Sardegna

Origine: Citato in Luigi Barberis, Un grande piemontese del sec. XVII. Il beato Sebastiano Valfrè: episodi e spunti tolti da una vita anonima del 1748, Soc, 1944.

Papa Paolo VI photo
Marie-Dominique Philippe photo

“Devo acquistare tutte le virtù per il mio amico.”

Marie-Dominique Philippe (1912–2006) teologo e filosofo francese

Fuoco sulla terra. Colloqui sulle beatitudini

Marie-Dominique Philippe photo

“Un amico è (oserei dire) una passione spirituale.”

Marie-Dominique Philippe (1912–2006) teologo e filosofo francese

Fuoco sulla terra. Colloqui sulle beatitudini

Bill Bryson photo
Bill Hicks photo
Lucio Battisti photo

“Può darsi che io non sappia cosa dico, scegliendo te – una donna – per amico.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da Una donna per amico

Antonio Fogazzaro photo
Antonio Fogazzaro photo
Franco Califano photo
Mario Borghezio photo
Pietro Metastasio photo