Frasi su amico
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“Silenzio d'amico è delitto di traditore.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, p. 12

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“M'accingevo a dare più minuti particolari, quando il padrone m'ingiunse di tacere. "Chiunque conosce" egli disse "l'indole degli yahoo può agevolmente capire che un animale così abietto diventi capace di commettere tutte le orribili azioni da voi menzionate, sol che forza ed accortezza eguaglino la tristizia. Poiché il vostro discorso ha fatto aumentare il mio aborrimento per l'intera razza yahoo, provo, a sentirvi parlare, un turbamento mentale affatto nuovo. Non è escluso che col tempo le mie orecchie si abituino alle parole detestabili che vi escono dalla bocca, e imparino poco per volta ad accoglierle con minore ripugnanza. Odio, sì, gli yahoo di questo paese, ma non li biasimo per i loro abominevoli difetti più di un gnnayh (uccello rapace) per la sua crudeltà, o d'una pietra acuminata per la sua qualità di ferirmi lo zoccolo. Ma quando un essere che si vanta ragionevole può essere capace di tutte le atrocità cui avete accennato, comincio allora a temere che la ragione male adoperata sia qualche cosa di peggio della stessa naturale bestialità. Voglio, dunque, credere che voi siate dotati, non già di ragione, ma d'una facoltà atta ad accrescere i vostri difetti naturali; quale un torbido ruscello che riflette l'immagine d'un corpo deforme, non soltanto ingrandita, ma più stravolta che mai."”

da Opere, traduzione di Masolino d'Amico, Mondadori, Milano, 1983
I viaggi di Gulliver

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“Angoscia: Malattia che si contrae assistendo alla prosperità di un amico.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

2005

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“Antipatia: L'ispira l'amico dell'amico.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1993

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“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

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“All'infuori del cane, il libro è il migliore amico dell'uomo. Dentro il cane è troppo scuro per leggere.”

Groucho Marx (1890–1977) comico

Origine: Citato in Movie icons: Marx Bros., a cura di Paul Duncan e Douglas Keesey, traduzione di Emanuela Rossato, Taschen, 2007. ISBN 9783822820186

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“Chi ha un vero amico può dire di avere due anime.”

Arturo Graf (1848–1913) poeta, aforista e critico letterario italiano

Ecce Homo

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“L'aria di Napoli mi è di qualche utilità; ma nelle altre cose questo soggiorno non mi conviene molto… Spero che partiremo di qua in breve, il mio amico e io.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

da Lettera alla signora Adelaide Maestri, 5 aprile 1834

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“La cultura dei nostri padri è una stoffa di enunciati. Nelle nostre mani essa si evolve e muta […]. È una cultura grigia, nera di fatti e bianca di convenzioni. Ma non ho trovato alcuna ragione sostanziale per concludere che vi siano in essa fili del tutto neri e altri del tutto bianchi.”

Willard Van Orman Quine (1908–2000) filosofo, logico

in risposta all'amico e maestro Rudolf Carnap; citato in Gloria Origgi, La stoffa del reale è intessuta di fatti convenzioni http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/001231a.htm, Il Sole 24 ore

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“Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

Origine: Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.

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“È meglio avere un nemico conosciuto che un amico forzato.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“Il demone alcol da qualche tempo è divenuto un amico un po' troppo opprimente e un po' troppo intimo.”

Dylan Thomas (1914–1953) poeta, scrittore e drammaturgo gallese

Lettere

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“Il miglior amico di una ragazza è il suo borbottìo.”

Dorothy Parker (1893–1967) scrittrice, poetessa e giornalista statunitense
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“Mi desti un addio antico, | in modo che io non fossi | più che l'amico dell'amico | che avresti potuto avere.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

317 p. 235
Poesie, Pessoa ortonimo, Messaggio, Quartine di gusto popolare

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“[Su Careca] Un fenomeno e un amico. Uno dei migliori compagni che abbia avuto in tutta la mia carriera.”

Diego Armando Maradona (1960) allenatore di calcio e calciatore argentino

Io sono el Diego

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“O caro amico, ci vedremo ancora, | ché sempre nel mio cuore tu rimani. | Ormai di separarsi è giunta l'ora, | ma promette un incontro per domani. | O caro amico addio, senza parole, | senza versare lacrime o sorridere. | Morire non è nuovo sotto il sole, | ma più nuovo non è nemmeno vivere.”

Sergej Aleksandrovič Esenin (1895–1925) poeta russo

da Congedo
Russia e altre poesie
Origine: Questi versi attribuiti a Esenin possono essere considerati le sue ultime parole. Si suppone siano stati scritti dal poeta con il suo stesso sangue. Quella stessa notte il poeta si sarebbe poi impiaccato nella sua camera d'albergo a Leningrado. (cfr. Elizabeth M. Knowles, The Oxford Dictionary of Quotations, Oxford University Press, 1999, p. 456 http://books.google.it/books?id=o6rFno1ffQoC&pg=PA456. ISBN 0198601735)

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“Il saltimbanco non è amico del pop.”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

Borìs Godunòv
Origine: In russo, prete o sacerdote della chiesa ortodossa.

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“Recentemente, quando sono da solo, cerco di farla finita con la masturbazione. Chiedo a me stesso: ma perché non mi posso essere soltanto amico?”

Richard Lewis (1947) attore statunitense

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1663.

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“[Parlando dell'arte contemporanea e del Maxxi] Non vorrei fare Sgarbi, ma il quadro – purtroppo io sono un italiano che lo capisce meglio – è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento "all'Ago e al Filo" del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile. Non so se hai visto il Museo di Messina: il Museo di Messina è un luogo bellissimo, quello che c'è, un edificio storico; quel cesso che hanno fatto, una scatola di merda, non è neanche un magazzino, miliardi agli architetti! Fuksas, che è un distruttore e un fascista, prende 22 miliardi di parcella, neanche Bramante, Palladio, Michelangelo hanno preso tanto. In galera! Altro che Bertolaso per la casa da 1.500 euro al mese. Architetti ladri! Distruttori! Detto questo, però, non voglio fare Sgarbi, ma siccome conosco tutto, tu non hai idea di come è bello un museo povero. E posso dirti che io che ho fatto il più bel museo d'Italia e l'ho aperto in tre mesi, prendendoli a calci nel culo, solo con i ragazzi che lavoravano con me, ho speso, per il Museo della Mafia, 60.000 euro. Stella, che non è mai stato mio amico ma, insomma, è sempre stato il severo censore, è rimasto sedotto dal fatto che un museo bellissimo con un artista formidabile, che si chiama Inzirillo, con tante cose che verrete a vedere, spero, […] è costato 60.000 euro […] Sai quanto è costato il cesso di Zaha Hadid? 160 milioni di euro! Per un monumento a una troia irachena! […] Tu non vieni da noi, a distruggere l'Italia, per farti un monumento! Che non serve a niente! E a spendere 50 milioni di euro di opere di merda! Di opere di merda! Perché se non hai i soldi per il Colosseo, è perché hai comprato Andy Warhol, Gilbert & George, dei cacatori di merda! […] Fuksas, guarda, è bene che non venga, perché calci nel culo, in galera deve andare! In galera! In galera! Ci sono i soldi, vengono buttati! […] Ai tempi di Andreotti c'erano 40 miliardi per il Colosseo, 20 milioni di euro; oggi ne occorrono 17. Perché hanno speso… Roma ha bisogno di un museo d'arte contemporanea, 160 milioni di euro, e non ha bisogno del Colosseo? Il problema della spesa pubblica è capire che cosa è importante fare e non buttare i soldi. Lì, tra gli acquisti e il museo, hanno speso 220 milioni di euro per la merda d'artista.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da L'ultima parola, 5 giugno 2010
Da programmi televisivi

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“Amor vince ogni cosa, e i cuori amanti | Spoglia d'ogni più indocile austerezza, | Sian Cannibali, o Traci, o Garamanti. | Egli per tutto si ravvolge, e sprezza | Ogni riparo, e variando toglie | Alle cose create la rozzezza.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Ad un amico che prendeva moglie, p. 604
Origine: citato in Opere di Vincenzo Monti, Volume unico, Francesco Rossi-Romano, Napoli 1862

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“Amor diè norma ai cieli, Amor governa | Il non mutabil corso, e la secreta | Dei lucid'astri consonanza eterna.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Ad un amico che prendeva moglie, p. 604

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“Ha cuor villano, e libertà non merta | chi l'amico lasciò nella catena.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Il pericolo, p. 413

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“Se dovessi scegliere tra il tradire il mio paese e tradire il mio amico, spero di avere il fegato di tradire il mio paese.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

da What I Believe, in Two Cheers for Democracy

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